Vita (sfigata) da liceale

di Il_Genio_del_Male
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RATING: Verde.

GENERE: Comico, Demenziale.

DEDICA: Ai miei ex compagni di classe, che tante volte sono stati fonte d’ispirazione inconsapevole e fruttuosa, e a Gianluca che mi ha fatto da consulente linguistico per il latino (avevo promesso che ti avrei citato!).

NOTE: Della serie: certe volte ritornano. Ero ancora al mio quarto anno di superiori quando, ispirandomi alla tribolata vita dello studente di liceo classico medio, composi questo poemetto volutamente lasciato incompleto. La metrica è varia e scombinata, le rime seguono lo schema: AA , BB, CC, eccetera eccetera… Precisazioni stilistiche a parte, benché frutto della mia personale esperienza da classicista, la sfiga è uguale per tutti: ecco perché la scelta di descrivere il protagonista come un liceale qualsiasi.

Vi lascio alla mia prima -e unica, credo- opera letteraria NON slash (non a caso risale a quando la mia sanità mentale non era ancora del tutto compromessa, lol).

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Un liceale si alza alle sei
e innalza subito una prece agli dèi
per chiedere loro un po' di fortuna;
si accontenta di poco, non vuol mica la luna.
Lo attanaglia il terrore tipico degli scolari:
la prof consegna i compiti di greco, e son cavoli amari.
Mogio mogio verso scuola poi arranca,
con occhiaie profonde e l'espressione stanca.
Gli occhi ancora gonfi di sonno arretrato
si accorge, ormai tardi, che la merenda ha scordato.
Arrivato indi a scuola, non più vivo e quasi morto,
è acclamato dai compagni come fosse Gesù risorto.
Lui, non capendo, li guarda stralunato;
gli altri in coro, minacciosi:"Non avrai dimenticato?!
Oggi tocca a te offrirti in matematica:
non ti chiede la teoria, ma solo la pratica".
Il panico lo assale, si prenderebbe a testate;
silenzioso maledice le interrogazioni programmate.
Così mentre è in preda alla disperazione
è condotto in classe dai compagni con circospezione;
intuendo ciò che desidererebbe fare
lo legano al suo banco per impedirgli di scappare.
"Miserere di me", urla egli, "Datemi una spada, voglio far seppuku!";
per calmarsi lo esortano a risolvere un sudoku.
Non meravigliatevi della loro insensibilità:
"mors tua, vita mea", così è e sempre sarà.
In quel mentre entra la prof allegra e sorridente,
irradiando una cultura immensa e sorprendente;
con fare sbarazzino consegna i compiti corretti,
strage d'inchiostro rosso, quei maledetti!
Cadono molte teste, come se grandinasse,
singulti e urla strazianti riempiono la classe.

 

 

 

Necesse ineundum (to be continued)…





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