d
Personaggi: Voltumna Turm
Tarquinio/ Etruria
Tiberio Remo Romanus/ Nonno Roma, Imperium
Clelia Romolo Romana/ Città di Roma, Caput mundi.
Note: Possibile incontro tra i
due piccoli gemelli Roma ed Etruria, non so perché mi è
venuta così, spero di non aver ''schifezzato'' troppo.
Buona lettura.
Voltumna camminava tranquillo lungo il Tevere, immerso nei suoi
pensieri.
Era il tramonto, a lui piaceva quel particolare momento della giornata.
Rappresentava il cerchio della vita che giungeva al termine, si
completava e si chiudeva in bellezza, con colori accesi che, alle
volte, lo intristivano non poco.
La vita muore, e muore nel sangue.
Il sole giallo moriva, e moriva tra i raggi rossi del tramonto.
Si scostò i riccioli bruni dalla fronte, spaziando con gli occhi
nerissimi il corso del Tevere che si perdeva per il Lazio.
Fu allora che li vide, due figurette esili correre per le rive di quel
grande corso d’acqua, che seppur cheto, nascondeva insidiosamente
la minaccia di trascinarti ed annegarti tra le sue acque.
- Ehi, voi due! Via di lì!- gridò correndo loro incontro
I due bambini si fermarono e lo guardarono arrivare trafelato fin da
loro.
Sembravano avere poco più di otto anni.
Gemelli, forse.
Un maschio ed una femmina.
Vestivano entrambi di una tunica di tessuto non esattamente pregiato,
sporca, i loro sandali erano da buttare, avevano entrambi i capelli
arruffati…
Selvaggi? Si chiese Etruria
squadrandoli incuriosito.
Mentre traeva le sue conclusioni si sentì osservato e
constatò che i due ragazzini, com’era prevedibile, gli
tenevano gli occhi puntati addosso, come a dire ‘Chi sei,
straniero?’
Voltumna notò che i sentimenti che echeggiavano negli sguardi
dei due erano molto diversi.
Il ragazzino sembrava in qualche modo più amichevole, nei suoi
occhi ambrati era leggibile una viva curiosità e sulle sue
labbra era disegnato un mezzo sorriso, forse era felice di aver fatto
conoscenza?
L’altra invece era diffidente, non curiosa, anzi, i suoi grandi
occhi verdi frastagliati d’ambrato riflettevano il suo
disinteresse per il nuovo ‘arrivato’ e il suo corpo,
così come il volto, suggerivano che si era messa sulla difensiva.
Aveva fatto un passo avanti, scansando dietro il fratello e lo aveva
guardato impettita, assottigliando lo sguardo e gonfiando, forse
inconsciamente, le guance, portando le mani chiuse a pugno sui fianchi.
Di tutte le reazioni possibili, la piccola di certo non si aspettava di
essere abbraccia e spupazzata, nonché baciata, da quel tipo
vestito strano.
- Ah! Lascia mia sorella!- sentì gridare a Tiberio
- Ahi, non mordere…siete troppo carini!- rispose quello
che lei reputava oramai un maniaco con istinti pedofili, abbracciando
anche suo fratello.
Poi li lasciò andare, scompigliando, per quanto ancora fosse
possibile, i già scompigliati capelli dei due.
- Io sono Etruria, mi chiamo Voltumna Turm Tarquinio.-
I due fratelli si scambiarono un’occhiata enigmatica.
- Noi siamo Roma.- risposero in coro
- Sei come noi?- chiese Tiberio
- Voi siete una città?-
- Sì…-
- Oh…bene…e come vi chiamate?-
- Tiberio Remo Romanus, e lei è Clelia Romolo Romana. Siamo
gemelli.-
- Dove vivete?-
- Dove capita.-
- Questo è ingiusto, due bambini così piccoli dovrebbero
vivere in una bella casa, con dei genitori o un tutore.-
- Non abbiamo bisogno del tuo aiuto.- squittì Clelia
indispettita, afferrando la mano del fratello e trascinandoselo dietro
dalla parte opposta a quella da cui veniva Etruria.
Lui sorrise, aveva in mente di insegnare loro tante cose, aveva un
debole per i bambini, li reputava creature pure, molto più
vicine agli dei che agli uomini.
Li afferrò per il collo della tunica e se li caricò in
spalla, l’uno a destra e l’altra a sinistra.
- Suvvia, senza di me non durereste un anno.- disse loro sorridendo,
ignorando i loro calci e pugni e le loro
proteste.
NOTA NECESSARIA:
Etruria NON E' un pedofilo. Ha solo un debole per i bambini e le cose
piccole, carine ed indifese. No, non è gay. E' un tipo elegante
e raffinato, fa guerra solo se stuzzicato o se costretto dai suoi
'capi'.
Grazie per l'attenzione.
|