Phóbos

di YuukiOnna
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{Acluofobia}



-Corea, fammi uscire.
Hong Kong continuava a tenere le mani sulla porta e l’espressione quieta rimaneva sul suo volto. Eppure si trovava in una stanza buia e, per somma sfortuna, anche sprovvista d’interruttori.
-Corea, smettila di fare l’idiota e apri questa porta.
Il tono della voce era lo stesso, così come lo sguardo. Ma, lenta, la paura scivolava nella mente di quel ragazzo. Le dita lunghe e sottili erano ancora poggiate delicatamente alla porta ma si poteva notare un leggero tremore.
Hong Kong girò la testa verso l’interno di quella piccola stanza.
Buio. Solo questo ricopriva tutto ciò che c’era in quella stanza. E i suoi occhi non volevano abituarsi.
Non vedeva niente e l’orribile paura cominciò a prendere pieno possesso della sua mente.
Più rimaneva in quella stanza, più sprofondava nell’oscurità. Le lacrime gli sfocavano la vista e delle voci, provenienti da stanze lontane da quella in cui si trovava, arrivavano come spettrali sussurri.
E, in quel momento, non riusciva a costruire pensieri logici e tutto, dal più insignificante scricchiolio a quelle voci distanti, era motivo di paura.
Prese a graffiare la porta, mentre sentiva le schegge infilarsi nella carne e in sangue scivolare da sotto le unghie. Cercò di chiamare qualcuno, urlando finché la voce non gli si spezzò in gola. 











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Per chiunque abbia letto questo capitolo, lo ringrazio e chiedo di lasciare un commento.
Ora passiamo alla storia: mi frulla in testa da un po' di tempo e, inizialmente, era nata come racconto originale.
Ma alla fine il personaggi di Hetalia si sono trovati a far fronte con le loro peggiori paure (o quelle che IO penso siano).
Parlando di questo primo capitolo, mi ricordavo di aver letto che Hong Kong non amasse il buio /così come la sottoscritta/ e così è venuto fuori questo capito.
Ora mi dileguo. *Sparisce in una nuvola di fumo*

 





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