Ad
Effie:
Sweet Sixteen, my dear
There
ain't no reason you and me should
be alone
I got a reason that you're who should
take me home tonight
Crono rideva nella
sua bara.
Forse quella era l'unica volta in cui avesse riso per
felicità, oltre per il suo solito, sadico divertimento.
Aveva finalmente trovato una persona che gli fosse veramente fedele e
che sarebbe stata disposta a fare qualunque cosa per lui.
Erano questi pensieri che tenevano sveglio il Titano anche a quell'ora
di notte, a ridere nella sua bara d'oro massiccio.
Luke era l'ideale per lui: leale e tonto al punto giusto.
Luke era colui che gli era sempre accanto ed era l'unico che avesse
realmente creduto nel progetto del Signore del Tempo.
Luke era l'unico che avesse tanta fiducia in Crono.
Luke era l'ebete di turno che si era fatto fregare. Ma Crono sapeva che
c'era qualcosa di speciale nel figlio di Ermes.
Certo, un individuo ottuso come il Re dei Titani non riteneva il suo
essere, in qualche modo, diverso, un problema di portata considerabile.
"Non
è neppure un figlio dei Tre Pezzi Grossi!"
pensava, ogni qualvolta l'idea gli balenasse in mente.
Quella notte, la Principessa Andromeda si stava dirigendo
nell'Oltretomba, quella che era stata la sua casa per troppo tempo, e
Crono era contento in modo particolare: Ade non sapeva le loro mosse;
Poseidone non li aveva intercettati; Zeus lanciava
tuoni-fulmini-e-saette dall'altra parte della contea.
-Ancora non riesco a credere che quei
tre siano figli miei.- rise Crono.
Le onde s'increspavano e si rompevano dolcemente sulla prua della nave,
quasi come una cantilenante ninna-nanna. La luna splendeva alta nel
cielo, specchiandosi sull'Oceano.
Stava andando tutto decisamente bene: nulla avrebbe potuto ostacolare
il grande piano di Crono.
Qualcuno bussò alla porta del salottino.
Normalmente sarebbe risultato strano ricevere visite a notte inoltrata,
ma, nel bel mezzo di un piano per la conquista dell'Olimpo, la cosa
non era così inusuale. Magari era il solito
scagnozzo di
turno che non riusciva a tirare l'acqua perché aveva
ingoriato
la catenella, scambiandola per un intruso... bah. Psicologia contorta,
quella dei mostri.
Luke si alzò dal divanetto in velluto rosso dove riposava,
sbadigliando sonoramente.
Malgrado Crono fosse ridotto ad uno stadio simile a quello di un
puzzle, ebbe un fremito nel vedere il suo scagnozzo a torso nudo. Non
riusciva a credere che, forse nell'arco di quella stessa notte, Luke
sarebbe stato suo.
Il figlio di Ermes aprì la porta, stropicciandosi un occhio
e
controllando con l'altro di avere Vipera con sé, nel fodero
allacciato in vita.
Gli comparvero davanti due tizi, con tutta probabilità pure
cannibali, per
metà orsi e per metà umani. Insomma, due degli
elementi
più miti e normali delle schiere di Crono.
I due mostri s'inchinarono e Luke sospirò.
-Agrio, Orico.- li chiamò il
mezzosangue. -Che volete a quest'ora, razza di babbei?
Orico mugugnò qualcosa di lontanamente somigliante a ug-urg-ah!, mentre
Agrio disse: -Ci stiamo avvicinando, mio Signore.
Luke fremette, ma faccia assonnata e scocciata del figlio di Ermes si
trasformò in un ghigno tanto compiaciuto quanto falso.
-Molto bene, proseguite.
Ma Crono avvertiva la sua paura.
Agrio ed Orico si alzarono, chiaramente ognuno sbattendo una testa
contro quella dell'altro, e se ne andarono sghignazzando.
-Ebeti.- borbottò Luke,
riavviandosi verso il
suo divanetto con tutta l'intenzione di riprendere a dormire.
-Luke.- lo chiamò Crono.
Un brivido percorse la schiena di Luke Castellan, ma si
voltò e s'inginocchiò in direzione della bara.
Crono rise. -Alzati, tu non hai bisogno di inchinarti di fronte a me.
-Mio signore...- biascicò
Luke.
-Sappiamo benissimo come
finirà questa
storia.- l'interruppe Crono. -Sappiamo entrambi che tu sarai mio per
sempre.
Luke annuì e si alzò in piedi. -Non penso di
essere all'altezza, mio signore.
-Bazzecole!- replicò Crono.
-So perfettamente che soddisferai le mie aspettative.
-E...- azzardò il figlio di
Ermes. -E se non mi sentissi... uhm, pronto?
-Luke Castellan!- tuonò
Crono. -Hai avuto un
sacco di tempo per prepararti come si deve! Come sarebbe a dire "non
sono pronto"?
Il biondo chinò il capo, mesto. -Capisco.
Per un paio di istanti nessuno disse nulla. Persino a Crono quel breve
arco di tempo parve lungo tanto quanto il tempo passato nel Tartaro.
Al che, il Titano proruppe: -È a causa di quella figlia di
Atena?
Solo sentendo tirare in ballo Annabeth, Luke scattò
sull'attenti, la mano sul fodero e gli occhi azzurri spalancati.
Eh, già, Crono sapeva bene che, ogni qualvolta quella figlia
di
Atena s'intromettesse in un loro piano, Luke esitava prima di compiere
una qualsiasi mossa. Non perché temesse di venire sconfitto,
questo no: semplicemente, tentava di raggiungere il proprio scopo senza
ferirla o coinvolgerla in alcun modo.
L'Uranide non poteva sopportare che Luke potesse mandare all'aria tutti
i piani per colpa di quella marmocchia, non riusciva a tollerarlo.
Ed il silenzio di Luke, per Crono, era una risposta più che
valida.
-Quindi è così?-
l'incalzò il
signore dei Titani. -Tu... tu mi tradisci per quella mocciosa?
Luke fece un passo indietro, scuotendo la testa con foga.
La temperatura nella stanza calò di colpo, ed il mezzosangue
rabbrividì.
-Sì, trema, figlio di Ermes!-
sbraitò
Crono, mentre la bara risplendeva di luce dorata. -Se il tradimento
accade per davvero, sappi che non resterai impunito!
Luke s'inginocchiò di nuovo e parlò, tentando di
tenere
la voce ferma malgrado stesse battendo i denti: -Mio signore, non sa
che non è vero!
-Come osi negare l'evidenza?-
proseguì Crono, imperterrito. -Osi mentirmi?
-No, mio signore.- rispose Luke, sicuro.
Crono sbuffò.
La stanza tornò a prendere una temperatura un po'
più vivibile rispetto a quella da cella frigorifera.
Luke guardò fuori dall'oblò, con aria assorta ed
una
domanda martellante nella testa. Le onde s'infrangevano sulla prua,
lentamente e scandendo un ritmo rilassante.
-Mio signore, posso farle una domanda?
Crono si accigliò: era la prima volta che Luke prendeva
l'iniziativa, anche solo per porgli una domanda, e non stesse solo ad
ubbidire agli ordini.
-E quale sarebbe?
-Perché...- iniziò
Luke, un po'
incerto. -Volevo chiederle perché... perché ha
scelto
proprio me tra i tanti?
Crono sbuffò: ormai avrebbe dovuto saperlo che c'era sempre
una ragione dietro ogni azione dei Re dei Titani.
I need
a man that thinks it's right
when it's so wrong
Right on the limits where we know we
both belong tonight
Il
Signore del Tempo non aveva una gran voglia di dare una risposta
quantomeno comprensibile a Luke, anzi: fosse stato per lui, non gli
avrebbe risposto affatto.
Insomma, non poteva certo dirgli che aveva bisogno di un sempliciotto
tontolone e facile da manipolare! Perché, dopotutto, era per
quello che l'aveva scelto tra i tanti.
"Ma
è solo per questo?" si trovò a
chiedersi Crono,
Sì,
decisamente sì: questa era la risposta, o,
perlomeno, quella che sarebbe dovuta esserlo.
Forse c'è
qualcosa di più:
questo era quello che realmente pensava Crono, il che era
fondamentalmente sbagliato. Era chiaro, il Titano non vedeva l'ora di
possedere Luke in tutto e per tutto, ma di certo non sarebbe andato in
giro a dirlo ai quattro venti! Sapeva bene quanto Eolo fosse pazzo,
sclerato e pettegolo...
-C'è una ragione precisa?- lo
incitò Luke, spinto dalla curiosità.
-Non in particolar modo.- rispose Crono.
-Avevo
bisogno di un alleato astuto e potente, così ho scelto te.
Luke non parve soddisfatto. -Ma se ne cercava uno astuto o potente,
perché non ha scelto un figlio di Atena o Ares?
"Perché
nessuno aveva anche il tuo fisico"
sarebbe stata la risposta di Crono, ma sarebbe certamente passato per
una sottospecie di maniaco mitologico e questo non rientrava nelle sue
intenzioni.
Infondo, non ci voleva così tanto per mettere a tacere Luke:
il
modo più semplice sarebbe stato eliminarlo, ma questo
sarebbe
stato solo che controproducente, mentre Crono poteva anche solo dire
una bugia. Tanto non gli costava nulla, mentre i risultati si sarebbero
visti sin da subito: la fedeltà e la devozione di Luke
sarebbero
aumentati, mentre sarebbero diminuite le domande poco opportune.
-Perché nessuno provava tanto
odio nei
confronti degli dèi.- buttò là Crono,
sparando la
prima cavolata che gli venisse in mente.
Forse era la prima volta che il Signore del Tempo apriva bocca senza
aver meditato molto a lungo su cosa dire... Luke, ad ogni modo,
sembrò realizzato.
"Ci
vuole veramente poco per far salire l'ego di un
mortale alle stelle..." gongolò Crono,
lodandosi per la propria
intelligenza.
Luke si sedette sul divanetto. Inizialmente, Crono pensò che
riprendesse a russare, ma il figlio di Ermes si limitò a
sbuffare.
Che stesse pensando di star facendo qualcosa di sbagliato?
Se avesse saputo in anticipo quale sarebbe stata la prossima domanda di
Luke, Crono avrebbe potuto professarsi novello Nostradamus.
-Mio signore, è sicuro di
volerlo fare sul serio?- gli domandò Luke, imbarazzato e
sgomento.
-Ovvio, non vedo perché non
dovrei.-
replicò Crono. -Ma fammi solo un favore, evita di arrossire
come
una ragazzina innamorata.
Le gote di Luke diventarono di un colore molto simile al porpora. -Non
sto arrossendo!
-Allora hai paura?- lo
stuzzicò Crono, divertito come non mai.
-Assolutamente no!
"Bugiardo..."
-Ti chiedi se sarai all'altezza?-
azzardò Crono.
Il Signore del Tempo sapeva benissimo la risposta, ma, evidentemente,
Luke non c'era ancora arrivato.
Era ovvio che temesse di non riuscire a farcela: era di Crono che
stavano parlando, mica del primo tizio che passa per strada! Luke
avrebbe dovuto soddisfare le aspettative del Titano, non avrebbe
permesso a se stesso di fallire. Crono questo lo sapeva bene, ed era
inquietante come riuscisse a capire meglio lui Luke di Luke stesso.
Erano bastati qualche anno per fargli conoscere così bene il
figlio di Ermes?
Era bastato così poco tempo per fidarsi di lui in tal modo?
Era una delle cose a cui Crono non dava troppo peso: era accaduto,
punto e fine del discorso. Nel giro di quella stessa notte, Luke
sarebbe diventato completamente suo, suo e di nessun altro. Stando ai
piani di Crono, nessun avrebbe più potuto separarlo dal
figlio
di Ermes.
"Nemmeno
quella figlia di Atena impicciona." precisò
nella sua testa non-esattamente-integra
per l'ennesima volta.
Luke non rispose alla domanda del Titano, ma si limitò ad
abbassare il capo, a mo' di cane bastonato.
Crono trovava pazzesco come il bellissimo, spavaldo, sicuro di
sé Luke diventasse timido ed insicuro - dato che non poteva
fare
a meno di essere un gran bel tipo, anche visto da un punto di vista
oggettivo - solo per una semplice domanda.
-Bah.- sbuffò Crono,
stuzzicandolo
ulteriormente: non poteva permettere che Luke non fosse convinto. Cosa
avrebbe fatto se, sul più bello, Luke non fosse stato in
grado
di soddisfare il Titano? Le carte in regola ce le aveva tutte, Crono
non concedeva a chiunque quell'opportunità; era stato Crono
in
persona a sceglierlo, accidenti! -Da quando in qua dubiti delle tue
capacità?
-Non sto dubitando delle mie
capacità, mio
signore.- farfugliò Luke. -Sto solo cercando di stabilire
quale
sia il mio limite e, ehm... beh, penso che questo si spinga un po'
oltre...- aggiunse, imbarazzato.
-I limiti sono fatti per essere
superati, razza di
babbeo!- sbraitò Crono. Era incredibile quanto timore
potesse
incutere la sua voce anche a se stesso, seppur ridotto allo stadio
"brodo primordiale". -Vuoi essere inferiore a te stesso?
-No, no, certo che no.-
borbottò Luke. -Ma
non so se potrò ripagare la sua fiducia, mio signore.
-Stammi a sentire, pezzo di ebete: io ho
scelto te
perché tu eri l'unico, punto e basta!- esclamò
Crono.
-Non è stato un atto di pietà verso un pezzente,
ma ho
scelto te perché tu sei la persona giusta!
Luke fissò la bara, imbambolato.
-Perciò non stare a porti
dubbi come
"sarò all'altezza delle aspettative di Crono?" o "lui
è
il più potente ed il più forte dei Titani, mentre
io sono
solo il povero mezzo umano di turno", perché non serve a un
cavolo!- continuò il Titano, imperterrito. -Tu ce la puoi
fare,
perciò smettila di fare lo stupido, figlio di Ermes!
Per qualche secondo, l'unico rumore che si sentiva erano le onde che si
ingrafrangevano contro la prua, bagnando l'opera morta della
Principessa Andromeda e la spaventosa polena della nave. Né
Crono né Luke sembravano intenzionati a riprendere la
conversazione, uno perché aveva appena finito di fare la
paternale e l'altro perché era ammutolito dal discorso del
Titano.
A Crono pareva strano trovarsi a discutere tranquillamente - beh, quasi
- con Luke nella loro stanza sottocoperta quando, da un momento
all'altro, il mezzosangue sarebbe diventato suo per sempre. Era un
pezzo che il Titano non sentiva di desiderare un corpo d'altri in tal
modo, e non avrebbe permesso che Luke gli sfuggisse solo per colpa
della sua stupida insicurezza e degli altrettanto stupidi dubbi.
It's
time to feel the rush
To push the dangerous
I'm gonna run right to, to the edge
with you
Crono sentiva la nave barcollare.
I passi sul ponte di coperta, divenuti sempre più rumorosi
benché fossero le tre di notte, gli fecero capire che
dovevano
essere vicini.
La discesa sarebbe cominciata di lì a poco, ne era certo.
Anche Luke parve avere la sua stessa intuizione, ma non disse nulla in
merito se non un breve: -Ci siamo quasi.-, pronunciato senza una
particolare intonazione o, comunque, senza lasciar trasparire la minima
emozione.
"Già,
manca poco." pensò il Titano. "Meno di quanto tu possa
immaginare, Luke.".
Se i mostri e gli altri membri delle schiere di Crono stavano facendo
tanto chiasso, l'ingresso negli Inferi non doveva essere lontano, il
che avvicinava nettamente anche il momento della sua conquista
dell'Olimpo. L'Uranide non avrebbe potuto essere più felice.
Non riuscì a trattenere una risata sguaiata, scomposta e con
una
marcata vena di sadismo, che riecheggiò per tutta la nave.
Crono vide la pelle di Luke accapponarsi.
Il Titano era estremamente tentato dall'uscirsene con battutine come
"Ma non sei entusiasta?" o "Perché non hai portato lo
Champagne?", ma dovette desistere: non avrebbe mandato all'aria i
propri piani per qualche istante di follia.
"Magari
sta pure pensando di star facendo la cosa giusta..."
rifletté Crono, divertito dall'ingenuità dei
mortali. "Povero
illuso... l'unico che regnerà sarò io, meglio che
tu faccia una sorta di abitudine a quest'affermazione.".
Mentre ci pensava, il Titano continuava a lanciare fugaci occhiate al
giovane figlio di Ermes, continuando a lodarsi per essere riuscito a
tirare un tipo come Luke dalla propria parte. Ora, non era un
atteggiamento simile a quello che potrebbe avere una ragazzina davanti
a uno dei giocatori di football della propria scuola, ma era vera e
propria ammirazione per se stesso.
E un po' di quell'ammirazione era dedicata anche a Luke, ma non
l'avrebbe mai ammesso.
Crono non credeva che si sarebbe mai fidato di un umano a tal punto, di
aver bisogno di un mortale in modo così disperato.
Perché
con Luke avrebbe dovuto essere diverso, dopotutto?
I'm on
the edge of glory
And I'm hanging on a moment with you
I'm on the edge with you
La Principessa
Andromeda iniziò la discesa, imboccando qualche
strano cunicolo conducente agli Inferi sconosciuto ai più.
Crono rideva.
Ormai Luke avrebbe dovuto averci fatto l'abitudine, ma continuava a
rabbrividire. Il Titano non poté fare a meno di chiedersi a
cosa
accidenti stesse pensando il figlio di Ermes per assumere un'aria tanto
colpevole quanto preoccupata.
"A
suo padre?"
Naaah, perché avrebbe dovuto? Luke nutriva un cordiale odio
per
Ermes, perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa? Dopotutto,
era
per spodestare suo padre e quegli altri undici mammalucchi dell'Olimpo
che Luke si era unito a Crono nel suo piano di vendetta.
"Al
Campo Mezzosangue?"
Bah, Luke detestava quel posto. Crono sapeva bene il perché:
lì era morta Talia, lì era dove aveva tradito la
fiducia
di Annabeth e Percy, lì era dove aveva avvelenato il pino
della
figlia di Zeus... no, decisamente non avrebbe avuto motivo di
dispiacersi per la distruzione di quel posto, vi erano legati troppi
ricordi da cancellare.
"A
Percy Jackson?"
Non avrebbe avuto senso. Luke aveva detto a Crono di volerlo far fuori
il prima possibile, quell'atteggiamento non concordava con questo
pensiero. A meno che Luke non avesse mentito, ma il Titano lo escludeva
a priori.
"A
Talia Grace?"
Il Titano non lo escluse: persino Crono sapeva quello che Luke provava
per la figlia del vecchio Sparafulmini e, inutile dirlo, il Signore del
Tempo non ne era affatto contento. Non solo perché pensava
che
questo potesse allontanarlo da lui, anche se questa era gran parte
della motivazione: non voleva che provasse rimorso a causa di quella là.
Crono s'infervorò quando giunse a considerare l'ultima,
orribile possibilità: "Ad
Annabeth Chase?"
Non l'avrebbe sopportato. Ebbene sì, il Titano era geloso di
una
comunissima figlia di Atena: l'invidiava per il rapporto che aveva
avuto con Luke, l'invidiava perché Luke pensava a lei -
andiamo,
era piuttosto ovvio -, l'invidiava per talmente tanti motivi che non
ricordava più quali effettivamente fossero.
Sentiva solo una forte invidia nei suoi confronti, e questo gli bastava.
Crono ringhiò: Luke sarebbe diventato totalmente suo, e la
figlia di Atena non aveva il diritto di mettersi in mezzo per
complicare le cose.
A sentire il ringhio di Crono, Luke si accigliò. -Mio
signore, va tutto bene?
-Mai stato meglio, Luke.- disse il
figlio di Urano. -E sai perché?
Luke scosse la testa.
-Perché tra poco tu ed io
saremo una cosa sola.- rise Crono. Alla fine gliel'aveva detto.
"Tra
molto poco." aggiunse il Titano.
Beh, era vero: poteva sentire lo scrosicare del fiume Lete, poco
distante.
E allora lui sarebbe risorto.
E allora Luke sarebbe diventato suo per sempre.
I'm on the edge of
something final we call life tonight
***
My
little corner:
Salve, gente!
Avevo in programma di pubblicare questa storia per il 25 (in occasione
del compleanno di Effie, spero che gradisca :3), ma, evidentemente, il
server non se la sentiva di collaborare. Perciò
sì, sono in ritardo - tanto per cambiare -.
Due parole su questa storia: è una cosa strana. Premettendo
che
non mi piace Lady GaGa, ascoltando questa canzone mi è
venuta in
mente questa cosa,
la cui
descrizione non è ancora ben definita. Lo so, ho articolato
la
storia tutta su doppi sensi, ma penso siano abbastanza ovvi per
chiunque abbia letto The
Last Olympian o conosca un minimo di spoiler. ^^
Sembra quasi che abbia voluto una Luke x Crono... c'è
qualcosa che non va, seriamente. *va a bersi una camomilla*
E questo è quanto.
Spero che questa cosa
vi sia piaciuta.
Alla prossima!
Aly.
PS: Buon compleanno, Effie! ^^
Credits:
Characters © Rick Riordan
Song & Lyrics © Lady GaGa
Title Font = Old English Five
Text Font = Arial
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