CAPITOLO 6
“Harry
Potter è stato avvistato ad Hogwarts, mio Signore”.
Peter
Minus sembrava piccolo piccolo, chino su se stesso, di fronte al suo
padrone.
Lord
Voldemort si voltò lentamente, un ghigno di trionfo stampato
sul volto magro.
“Bene…
molto bene. È tutto come avevo previsto”.
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Severus
si gettò fuori dalla finestra, ma non volò molto
lontano. Decise di nascondersi nella Foresta Proibita, in attesa di
capire cosa avrebbe dovuto fare.
Si
sentiva furioso, stanco, triste. Non avrebbe mai voluto combattere
contro i suoi colleghi, soprattutto contro Minerva.
Lo
aveva chiamato vigliacco… lo aveva sentito bene. Non poteva
sopportare che qualcuno gli desse del codardo, dopo tutto quello che
aveva fatto per loro, dopo aver rischiato la propria vita, dopo le
torture che il Signore Oscuro gli aveva inflitto nel dubbio di un
tradimento. Era intollerabile.
Ma
loro non sapevano. Non lo avrebbero mai saputo. Per tutti, sarebbe
stato sempre e solo Severus Piton, l’assassino di Silente, la
feccia che ne aveva usurpato il posto, il Mangiamorte che aveva
tradito l’Ordine, il codardo che fuggiva nei momenti più
importanti.
Avrebbe
dato qualsiasi cosa per sentirsi dire “grazie”. Perché
per quanto fosse antipatico, sarcastico, severo, non di buona
compagnia, era pur sempre un uomo, un uomo con un cuore e un’anima,
e dopo tanti anni anche quelle piccole cose erano divenute
importanti.
Era
immerso nel buio intenso della foresta, appoggiato con la schiena
contro un albero. I rami attorno a lui erano così fitti che il
castello era scomparso dietro di loro, facendogli perdere
l’orientamento. Sarebbe dovuto andare dal suo padrone, ma
preferì aspettare ancora un po’; non ardeva dalla voglia
di essere punito per la sua fuga ed era certo, in ogni caso, che il
Signore Oscuro sarebbe arrivato a breve insieme al suo esercito di
Mangiamorte, Giganti, Dissennatori, Ghermidori e tutte le creature
magiche che, negli anni, era riuscito a portare dalla sua parte.
L’idea
dell’imminente battaglia non faceva che aumentare la sua
preoccupazione. Ricordava ancora ciò che Silente gli aveva
detto più di un anno prima a proposito di Potter; quando
sarebbe stato il momento opportuno, ovvero quando il Signore Oscuro
avrebbe messo Nagini sotto protezione magica, avrebbe dovuto metterlo
a conoscenza della sua missione: morire.
Ma
come fare? Come avrebbe potuto fidarsi di lui, quando lo credeva
l’assassino del suo adorato preside, il traditore dei suoi
genitori, il braccio destro del Signore Oscuro?
Non
aveva idea di come agire… forse, ma era ancora solo
un’ipotesi, avrebbe potuto mostrargli i propri ricordi, ma
anche in quel caso non sapeva come mettere il tutto in pratica.
Mentre
questi pensieri affollavano la sua mente, il Marchio Nero cominciò
a bruciare.
Il
Signore Oscuro lo stava chiamando.
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I
Mangiamorte avevano appena lasciato il castello dei Malfoy. Nel
grande maniero erano rimasti in pochi; Narcissa e Lucius erano nel
salone in cui, di solito, si svolgevano le riunioni, mentre il
Signore Oscuro stava parlando con qualcuno in un’altra sala
della casa.
I
coniugi Malfoy sedevano vicini sopra un divano, in attesa di ordini
dal loro Signore.
“Lucius…”
sussurrò Narcissa, con una nota di panico nella voce. Aveva
l’aspetto di chi non dorme da giorni. “Dobbiamo trovare
un modo per portare via Draco. Sta per scatenarsi l’inferno in
quella scuola”.
“Lo
so” rispose Lucius. Pareva che l’ansia per suo figlio
avesse assalito anche lui; probabilmente, era così già
da prima, ma solo ora sua moglie riusciva a percepirlo. “Sto
pensando a come fare. Finché lui
non ci dà l’ordine noi non possiamo muoverci, ma se
aspettiamo che lo scontro cominci sarà difficile trovarlo”.
Sua
moglie non rispose. Non aveva quasi più la forza di parlare,
tali erano l’angoscia, la paura e la frustrazione che la
affliggevano. Lucius continuò.
“Dovremo
cercare gli altri Serpeverde: di certo loro saranno in grado di darci
qualche indicazione per trovare Draco. E non appena noi… mio
Signore!”
Entrambi
si alzarono in piedi, nel momento in cui il Signore Oscuro entrò
nel salone, accompagnato da Severus.
“Raggiungete
immediatamente i vostri compagni ai confini di Hogwarts” disse.
Con la mano destra carezzava la testa del suo serpente, sui quali gli
sguardi dei presenti si posavano continuamente. “E ricordate:
un altro fallimento non sarà tollerato”.
Si
smaterializzò un istante dopo.
“Dovete
trovare vostro figlio” disse Severus rivolto ai due Malfoy.
“Questa volta non sarà come le altre”.
“Lo
sappiamo” rispose Lucius. “Appena ci darà l’ordine
di attaccare, entreremo nel castello a cercarlo. Speriamo solo di
fare in tempo…”
Severus
annuì.
“Ora
andate, o perderà la pazienza”.
Prima
di smaterializzarsi, Lucius si avvicinò all’amico,
poggiandogli una mano sulla spalla.
“Spero
di rivederti, alla fine” disse. Severus ghignò.
“Lo
stesso vale per me. Vedi di non farti uccidere, o il mio ultimo
ricordo di te sarà con la barba incolta e un occhio gonfio: è
un’immagine che non ti rende giustizia”.
Lucius
aveva sempre apprezzato l’ironia di Severus. Rispose con un
sorriso altrettanto ironico e si smaterializzò. Sua moglie,
tuttavia, non lo seguì subito.
“Severus…
ho una brutta sensazione. Non mi sono mai sentita così
prima”.
“Lo
so” rispose l’altro. “Ho lo stesso presentimento.
Ma tu ora vai. Vi ha detto di raggiungerlo immediatamente, non l’hai
sentito?”.
“L’ho
sentito, ma…” esitò. Sembrava voler dire qualcosa
di importante, ma senza trovare le parole adatte. Severus parve
capire qualcosa, perché si avvicinò un po’ di più
e le prese lentamente i polsi con le mani.
“Andrà
tutto bene. Draco sa il fatto suo. Conosce molti incantesimi e io
stesso gli ho insegnato alcuni trucchi per cavarsela in situazioni di
pericolo. Oltretutto, ci saranno i suoi amici Serpeverde a cui
potrete chiedere informazioni utili per trovarlo, quindi ora vai e
cercalo”.
Narcissa
lo guardava, gli occhi lucidi e supplichevoli. Posò la fronte
contro il suo petto e lasciò che le lacrime le rigassero il
volto. Non poteva vedere la sua espressione, ma le bastò
sentire la mano del suo caro amico che le carezzava i capelli in un
modo che non pensava potesse essergli proprio, per capire che non si
era mai sbagliata sul suo conto. Ora ne era certa.
“Grazie,
Severus”.
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NdA
– Vi chiedo umilmente PERDONO per questo ritardo ç_ç
Tra l'inizio delle lezioni all'Università ed i preesami a
novembre mi sono completamente dimenticata di aggiornare!
Spero
che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Ho voluto
rappresentare meglio lo stato d'animo di Severus (un personaggio
difficilissimo da descrivere, ve l'assicuro!), ma anche quello di
Narcissa e Lucius prima della battaglia e infine ancora un “sguardo”
sul rapporto tra Narcissa e Severus.
Ora
vi saluto, vi auguro buona lettura e vi informo che il prossimo (e
ultimo) capitolo verrà pubblicato tra una settimana o dieci
giorni al massimo ;D
Buona
domenica!
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