L'odore di olio di ingranaggi permeava la costruzione di legno
massiccio, nauseando Rayman, ricordandogli la lunga prigionia sul
Bucaniere.
I passi leggeri della creatura si propagavano ovattati per l'edificio,
nessun orrido pirata sbucò dagli angoli, e tutto
rimase
silenzioso; un leggero tintinnio fece girare Rayman che vide il tronco
spaccato di quello che una volta era uno dei suoi nemici.
Poi un rantolio.
"Clark?"
La Creatura osservò con apprensione il grosso amico, il
volto
grottesco virava verso il verdognolo, non prometteva bene, ma il
sorriso che ricevette in risposta era quello di sempre.
"Che ti è successo, vecchio amico?"
Rayman cercò di nascondere il dolore nella propria voce,
preoccupato che l'ennesima creatura magica stesse per lasciare questo
mondo prima del tempo.
"Ho mangiato qualcosa che mi ha fatto male.. " il respiro di Clark
pareva farsi via via sempre più debole, stringendo il cuore
già inaridito di Rayman
"Ti ho sempre detto: non mettere in bocca la spazzatura" il
sorriso sotto il grosso naso era amaro, pieno di tristezza
"Per guarire ho bisogno dell'elisir di lunga vita.."
Lo sguardo di Rayman si assottigliò, cercando tra le memoria
qualcosa di simile, ma nulla affiorava tra i suoi ricordi.
"E' nella grotta dei brutti sogni.. se sai il nome.. puoi entrare" la
voce del gigante buono si incrinò fino a sparire.
Rayman gli sfiorò la gamba massiccia, poi infilò
le dita
in bocca per fischiare, aspettando che la Bomba gli venisse incontro
"Alle paludi del risveglio.."
E con la vista del corpo di Clark che rimpiccioliva, la bomba lo
riportò nell'Anticamera.
*
Il fetore della palude lo colpì al naso sensibile
come un
pugno, facendogli lacrimare gli occhi mentre si dirigeva verso
l'entrata della grotta.
"Vedo che sai il nome"
Una voce sibilante gli arrivò alle orecchie, facendolo
sobbalzare.
"Mi serve l'Elisir" proclamò con voce ferma, facendosi
coraggio
"Lo avrai..se sarai più veloce di me, altrimenti non
avrò
pietà" il ghigno pieno di denti dello strano ragno verde che
aveva davanti gli gelò il sangue nelle vene.
"Ottimo" l'ultimo pensiero che Rayman riuscì a formulare
prima
che la magia, una che non gli piaceva e che non rispettava, lo
risucchiasse nelle sue catene.
Il fastidioso gocciolio di qualcosa di viscoso che cade nell'acqua
stagnante gli saturava le orecchie, ovunque intorno a lui c'erano ossa
che si incastravano a formare percorsi tortuosi.
Senza indugio Rayman cominciò a correre,
respirando velocemente, aggrappandosi alle sporgenze ossee che
gli permettevano di avanzare all'interno della caverna, l'aria
diventava sempre più rara e a tratti sentiva i polmoni
comprimersi a vuoto.
Fu in quel momento che la scorse, un immagine azzurrognola che sembrava
scappata dalle sue peggiori paure, il corpo freddo steso per terra era
circondato da una macchia di sangue scuro.
"Ly?"
Con un ultimo scatto la creatura si portò vicino alla sagoma
della fata, gli zigomi erano scavati e le orbite sembravano vuote sotto
le palpebre scurite, il cuore di Rayman cominciò a galoppare
furiosamente, dandogli l'impressione che stesse per uscire dal petto.
Avvicinò la mano esistante con l'intenzione di girare sulla
schiena il corpo dell'amata, aspettandosi di sentirne la pella fredda,
ma nel momento in cui la sfiorò questa si dissolse in
scintille di pece nera e una risata iniziò a rimbombare
possente tra le mura umide della grotta.
Con rabbia Rayman sferrò un pugno d'argento in una costola
che sporgeva dalla parete, incrinandola
"Se solo avessi di nuovo tutti i miei poteri"
Il pensierò gli fece serrare i pugni con rabbia, poi riprese
a correre per il macabro sentiero lastricato di morte.
Mentra si arrampicava su una viscosa spina dorsale la visione dei figli
di Globox smembrati, abbandonati tra gli anfratti delle paret,i quasi
gli fece mancare la presa
"Devo uscire da qua.."
Una volta rimessi i piedi sul terreno cominciò a correre a
perdi fiato, le pupille dilatate al massimo nell'oscurità
della grotta e il cuore che scoppiava nel piccolo petto, cercando di
non guardare le immagini dei suoi amici, le creature della Magia, nelle
situazioni più orribili..
Dopo quelle che gli parvero ore, arrivò a una grande lastra
di cristallo verde, sulla quale si incamminò lentamente per
prendere fiato
"Ti ho quasi preso" la voce dello stregone gli arrivò alle
spalle, facendolo quasi scivolare nel vuoto, a Rayman venne quasi
voglia di urlare dallo sconforto, gli occhi erano ancora pieni del
sangue di Ly e sulle mani quasi sentiva la sensazione della sua pelle
fredda.
Cominciò a correre e scivolare, ferendosi le mani sul
cristallo tagliente nel tentativo di frenarsi e non cadere nel vuoto,
sentiva il fiato pestilenziale della creatura dietro di lui, pronta a
divorarlo al minimo errore nella sua velocissima discesa.
Mentre scendeva le immagini di morte dei suoi amici si facevano via via
più frequenti e disgustose, la Creatura sapeva che
non le avrebbe mai più dimenticate e che avrebbero
perseguitato i suoi sogni per molto tempo.
La grotta dei brutti sogni, mai nome fu più esatto.
La fine della discesa di cristallo lo colse di sorpresa, quasi come la
mancanza del fiato caldo e umido sulla nuca, tutto intorno a lui si
fece scintillante e caldo, niente più ossa ad adornare le
pareti, solo oro e gemme.
"Ma che.."
Una moneta gli rotolò vicino, fino a toccargli la scarpa
incrostata di cose che preferiva non conoscere
"Sei arrivato prima di me..tutto questo è tuo come promesso"
Rayman scandagliò con lo sguardo l'immenso tesoro che lo
circondava, immaginando per un attimo di esserne il padrone.
Poteva vivere su un isola lontana, senza riavere i suoi poteri, ed
invecchiare con Ly che non sarebbe mai più stata smunta e
sporca..potevano sposarsi e offrire riparo ai loro amici, lasciando che
il resto del mondo andasse a rotoli e che Polokus restasse per sempre
nel suo sogno.
Il cuore del mondo, la Magia, sarebbero scomparsi e tutto sarebbe morto.
La piccola creatura ammirò il pensiero, quasi cascandoci
dentro, ma sapeva benissimo che l'eroe non poteva finire ricco, grasso
e felice su un isola.. l'eroe non poteva accettare e comunque la Magia
non l'avrebbe permesso, finchè lui non avesse restituito
anche l'ultimo brandello del suo Cuore.
"Voglio solo l'Elisir.. il tuo oro non mi interessa" disse con un
sospiro
E in un attimo tornò nelle paludi del risveglio,
dove il grosso ragno gli stava sorridendo in modo sinistro, porgendogli
un grosso teschio ripieno di liquido verdastro.
Con l'Elisir al sicuro, chiamò la magia per la quale stava
combattendo affinchè lo riportasse nell'anticamera, e Lei lo
accolse nel suo abbraccio possessivo, consolandolo.