Dietro le quinte di Breaking Dawn

di Il circolo di Aro
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Attenzione! Spoiler del film "Breaking Dawn Parte Uno". Fanghèrl avvisata, mezza salvata!






Per la serie…
“Quando vannagio vaneggia!”.



Con una esssssse





Bill stava sfogliando rapidamente il plico di fogli sotto lo sguardo ansioso di Melissa. Di tanto in tanto si soffermava su una pagina, inarcava un sopracciglio e poi passava avanti borbottando un uhm per niente rassicurante. Gli uhm di Bill erano come i sorrisi affabili di Aro: non portavano mai nulla di buono.
I sorrisi affabili di Aro? Da dove è uscita ‘sta cosa?
Melissa scosse la testa. Aveva bisogno proprio di una lunghissima vacanza. Doveva essere forte come Jacob Black, stringere i denti, tapparsi il naso, inghiottire il boccone amaro e… resistere.
Bill intanto era arrivato all’ultima pagina della sceneggiatura di Breaking Dawn Parte Uno. Fissava la parola fine con espressione seria. La fronte corrucciata in quel modo lo faceva assomigliare a Edward Cullen.
«Non sono convinto».
Mellissa non riuscì a trattenere un gemito di sofferenza.
Alla notizia di dover indossare i tacchi a spillo, Bella Swan doveva essersi sentita esattamente come lei, frustrata e terrorizzata.
«Bill, ti prego. Non farmela riscrivere un’altra volta. Non credo che potrei sopportarlo. In questi quattro anni mi è venuto il diabete, te lo giuro. Ero così contenta di aver finito!».
Bill le rivolse un’occhiata comprensiva e sospirò esausto. «Credi che io mi stia divertendo?».
«Ma Bill! Abbiamo aggiunto il flashback su Edward, che fa tanto vampiro tormentato con i sensi di colpa. E poi… il Sogno Splatter Tutto Bianco E Rosso! Avevi detto che ti era piaciuto il Sogno Splatter Tutto Bianco E Rosso, no? Metti più sangue nella scena del parto, hai detto. E l’ho fatto. Scene romantiche sulla spiaggia? Inserite. Scontro finale con i lupi? Messo anche quello. Cosa vuoi ancora?».
Bill chiuse gli occhi e prese a massaggiarsi l’attaccatura del naso. Sì, era identico a Edwa…
Smettila, Melissa!
«Non lo so», disse Bill. Ricominciò a sfogliare velocemente la sceneggiatura in cerca di chissà che. «Non ti sembra che manchi qualcosa?».
Se avesse potuto, Melissa avrebbe urlato.
«Ma cosa vuoi che manchi? La storia è quella. Nemmeno tu puoi compiere il miracolo. Non si può cavare sangue da una rapa».
Bill le rivolse uno sguardo sconcertato.
«Sì, okay». Melissa alzò le mani in segno di resa. «Pessima scelta di parole, hai ragione. Questa saga mi sta logorando, te l’ho detto».
Sfinita, si lasciò cadere sulla poltrona.
Voglio andare alle Maldive. Oppure alle Hawaii. No, alle Hawaii no. Ci sono Rebecca Black e suo marito, lì. Meglio le Maldive, sì.
Con la coda dell’occhio, Melissa si accorse che Bill la stava ancora fissando. L’espressione sul suo volto era intenerita e preoccupata al tempo stesso. Le poggiò una mano sulla spalla e distese le labbra in un sorriso.
«Ascolta, Melissa». Il suo tono di voce era dolce e accomodante. «Facciamo passare la nottata. Siamo entrambi esausti, un po’ di riposo ci farà bene. E poi, se ci dormo su, forse mi viene in mente qualcosa».
Melissa annuì meccanicamente. «Certo, certo».
Bill inarcò un’altra volta il sopracciglio in una degna imitazione di Edward Cullen.
Melissa sbatté stupidamente le palpebre. «Che c’è? Che ho detto?»



Quando Gianna entrò nello studio, Aro aveva appena chiuso una busta gialla formato A4. Di quelle che di solito contengono documenti importantissimi. Lo vide fissare pensieroso il sigillo reale, scuotere il capo e poi rivolgersi a lei tutto sorridente.
«Gianna, mia cara». Le allungò la busta da sopra la scrivania. «Sii gentile. Spedisci questa per me: è molto urgente».
Gianna chinò il capo, obbediente. «Certo, Mio Signore».
«Fai attenzione a non sbagliare l’indirizzo, mi raccomando».
Le porse un post-it sul quale era indicato il destinatario della misteriosa busta.
«Melissa Rosenberg, Mio Signore?».
Aro incrociò le dita sotto il mento e sorrise.
«Esssssssssattamente».



«…che si scrive con una esssssse, mia seducente Bianca».
«Qualcuno si sarà preso gioco di me, non c’è altra spiegazione».
«L’ortografia, primo errore. E poi la grammatica».
«Sì, lo so. È assolutamente…».
«Geniale!».
Melissa sgranò gli occhi, esterrefatta. «Come?».
Il sorriso di Bill andava da un orecchio all’altro. I suoi occhi erano luminosi come quelli di Edward Cullen davanti all’altare.
«Geniale! Perfetta! Era questa la scena che mancava». Lanciò una rapida occhiata alla busta gialla che giaceva aperta sulla scrivania, poi tornò a fissare Melissa. «Nessun mittente, hai detto?».
«Proprio così».
Bill non riusciva a smettere di sorridere, tanto era euforico.
«È un miracolo: il film e la mia reputazione sono salvi!».







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Nota di vannagio:

Piccolo omaggio a Bill Condon che ha cercato di produrre un film discreto e ad Aro che gli ha dato un aiutino.
Si fa per ridere, ragazze!
A presto, vannagio




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