Saaalve, lettori e compagni
di fandom!
Innanzitutto, perché lo sappiate fin dall'inizio, questa non è una roundrobin
vera e propria, ma una storia che io, crimsontriforce
e Slan
Soulblaze portiamo avanti con una flashfic ciascuna. Si
tratta quindi di una raccolta a tre capitoli sullo stesso argomento.
A cominciare dal fatidico orologio da taschino, Jowd afferma di aver
spesso ricevuto regali da Cabanela, come indizio o strumento utile
durante le indagini. Non ci siamo lasciate sfuggire questo prompt
squisito, naturalmente! Abbiamo sparato un oggetto a testa e ce li
siamo scambiati a triangolo. Shari scrive sul mio prompt, una tazza di
ceramica vintage; Crim su quello di Shari, un mooorbido e caldo
berretto di lana; io vi presento quello di Crim, il cono stradale.
Che, essendo per lei un simbolo molto importante, non solo per ragioni
di fandom ma anche per lunghi giri di destini collegati (cit.), ha
ricevuto un'esaltazione semiseria e assai gustosa nelle riflessioni di
Jowd.
Vi lascio dunque alla lettura, e grazie!
Funzioni coniche
“Lo
reeegalo a te, baby. Riflettici sopra.”
Non
è la
prima volta che l'ispettore sfreccia, consegna e si eclissa, per poi
lasciare il solo Jowd a misurarsi con oggetti di dubbia
utilità.
D'accordo,
Cabanela è un professionista. Sa danzare tra
verità scomode e
giustizia, meglio di chiunque altro – oggi piroetta senza
posa da
ogni lato della centrale, ad inseguire il loro caso.
Jowd
avrebbe dovuto prevederlo. Prima o poi il suo collega si sarebbe
presentato, lungo ritmi da capogiro, a scaricargli qualche frammento
di paccottiglia in un angolo dell'ufficio; secondo le abitudini, il
detto frammento di paccottiglia sarebbe stato tanto strambo quanto
illuminante. Eppure, in tutta sincerità, un cono stradale
era
l'ultima cosa che si aspettasse.
Il
detective si passa una mano nel ciuffo, assorto. Se l'esperienza gli
ha insegnato su Cabanela tanto quanto lui crede, quell'affare
è la
chiave di volta di una nuova versione dei fatti. Non gli resta che
interpretare, se mai è possibile farlo su una sagoma di
plastica
zebrata.
Jowd non
è
uno sprovveduto, però, e sa di potercela fare. Funzione,
significato, soluzione.
I coni
sono strumenti di salvezza – osservarli e girarci attorno
porta
sempre sulla giusta direzione. Li posiziona qualcuno che sa, per
aiutare chi si è perso; e dopo averli avvistati bisogna
soltanto
prendere le distanze, rivedere la propria strada, in linea retta e
man mano in curva.
Un cono
cancella i dubbi e le certezze; ti riporta a zero per costruirti un
piano, ti mostra gli ostacoli per farti proseguire. È quella
piramide di dati a cui bisogna girare attorno, in cerchio,
nell'ordinata spirale di un progetto. Non è difficile
– ci vuole
un criterio.
Quando
Cabanela si chiude discretamente la porta alle spalle, Jowd sta
ridacchiando fra sé, sommerso da pile di carta riordinate
con
sicurezza impeccabile. Per una volta, il regalo è servito a
qualcosa, vorrebbe dirgli. Ma la lingua del detective è
ancora più
rapida dei suoi passi di danza.
“Allora,
collega. Svelami i nuooovi dati che c'erano scritti sopra.”
Il
sorriso
dell'ispettore è più largo e smagliante degli
altri giorni; forse è
dovuto a successi investigativi, forse alla fame di nuove
informazioni. O almeno, è abbastanza luminoso da far
impallidire
quello di Jowd fino al nulla.
“Di
cosa
stai parlando?”
“I
documenti riservaaati, baby. Li ho ottenuti a suon di scartoffie e
preghiere, non credevi certo che potessi sfogliarli davanti a tuuutti,
vero?”
Il
silenzio paralizzato di qualche secondo è subito lacerato
dalle
risa. Jowd ancora non capisce – e il piede danzante compie
una
giravolta, costringendo il cono a ribaltarsi e a spargere dall'incavo
un plico di carte arrotolato.
Ci vuole
qualche minuto prima che le risate dell'uno e il mutismo dell'altro
si spezzino.
“Nascondigli
in stile Cabanela,” brontola Jowd. “Non si
potrebbero
evitare?”
“Non ci sarebbe guuusto, baby”.
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