Vuoto
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Dedicated to
Seaburnt, my beloved friend.
Sea, you are a very kind and sweet guy.
It's a bit strange, I know, but to pass the time talking with u has been so good.
I have felt an unbelievable affinity.
This little history is for you only, in memory of the day when we are met each
other.
Vision
di Mel
Macerie
ovunque.
Era così da settimane, ma nessuno si lamentava. Meglio gli sporchi vicoli oltre
la periferia che la città vicina in fiamme.
Sì, le fiamme, fiamme continue, tanto da mantenere Central City alla continua
luce di un giorno infernale che si protraeva nel tempo e nello spazio.
E nessuno si sentiva di ammirare da lontano il magnifico chiaroscuro della lotta
eterna fra luce e ombra della notte in un’iride di ocra, porpora e viola
violenti.
Solo un uomo,
un giovane uomo dagli occhi neri, puntava il suo sguardo oltre l’immensa vetrata
ed osservava le alte colonne di fumo,tante luride torri di Babele.
Ma non era la grande guerra a tormentare il suo animo.
Chiuse gli occhi.
Capelli biondi.
La loro
immagine sì che lo inseguiva.
Anche Hughes era morto con i suoi rimpianti.
Il colonnello chiuse definitivamente il suo sguardo sul mondo per inseguire
l’unica luce dei suoi pensieri.
“Non voglio più
negarmi niente” ed uscì.
Edward alzò gli
occhi.
Il cielo plumbeo come metallo aveva un ché di ironico nel riflettersi sul suo
braccio d’acciaio.
Avanzò fra i muri crollati a terra, lentamente, convinto che ognuno ha da
portare il proprio peso nel cammino della vita.
Uomini e donne.
Era come se camminassero tutti con invisibili sacchi sulle spalle, fra le mani,
sulle teste.
Ognuno secondo la sua misura, secondo il proprio passato.
Rimpianti,
dolori e dubbi.
Ma soprattutto
…………..........................peccati.
E come il più
grande dei peccatori camminava a testa bassa verso il suo alloggio, tagliando
per i vicoli neri e bagnati.
Improvvisamente un’ombra gli impedì il cammino. Un coltello. La lotta fece
schizzare la sua adrenalina in un circolo furioso nel suo giovane ed esile corpo.Un
cerchio alchemico e si difese generando uno scudo di metallo e poco dopo colpì
l’aggressore con il taglio della lama mandando sangue ad occupare al posto
dell’acqua una pozza.
Ed respirò a
fondo.
L’odore di aria bagnata e nuovi peccati lo avvolse, gelando il suo sudore.
“Fullmetal”
Si volse verso
quella voce, roca e senza inflessione al tempo stesso.
Incrociò gli occhi scuri del colonnello.
La pioggia
prese a cadere.
A piccoli passi
regolari l’uomo raggiunse il ragazzo.
Ed tirò le labbra in un sorriso stanco e vuoto.
“Uccidere e
provare paura –disse – sono proprio un essere umano, non è vero colonnello?”
Le gocce
cadevano ora con veloce insistenza, il cielo aveva cominciato a suonare ora la
sua rinfrescante sinfonia.
“Sai solo farti
del male…”
“Non ha
importanza…è solo un sacco in più addosso, null’altro….”
“Nh?”
“Niente..”e
fece per andarsene, l’acqua stava bagnando il suo soprabito rosso.
“Getta via i
tuoi pesi Fullmetal…è troppo presto per lasciarsi seppellire…”
“Non hai nessun
diritto di parlarmi così colonnello Roy Mustang !!”
L’uomo dagli
occhi neri lo spinse al muro stringendosi al suo piccolo corpo.
“Ho ogni
diritto su di te Fullmetal……………..ogni diritto”
E lo baciò con
prepotenza, con ardore.
Come non
ricordava di aver mai baciato nessuno.
Succhiò le sue
piccole labbra rosee e con il piacere e la lingua portatrice di promesse di
futura gentilezza lo convinse a schiudere la bocca, a farsi invadere e penetrare
da un umidore che tentava di soggiogare e non lasciava spazio ai rimpianti.
Roy lo lasciò
solo un attimo per cambiare la direzione del proprio viso e poi riprese godendo
dei piccoli “Nh”che sentiva contro la lingua e del corpo che si stringeva a lui
come non ci fosse più forza in quelle sue giovani vene.
E la pioggia
cadeva
a mondare la
terra dai peccati,
a mondare i
peccatori,
mentre loro
stretti nel
caldo umido delle loro anime
si baciavano
come non ci
fosse un domani usciti da quel vicolo nero.
La guerra forse
sarebbe finita senza che l’esercito di Central City vi prendesse parte.
Nella sua
stanza Ed riposava.
Nei suoi occhi
dorati riviveva l’ultima scena che aveva dato un ritmo nuovo al suo battito ed
ora, nel cuore della sera, sentiva il petto rimbombare e temeva che Al, sempre
sveglio nel letto accanto, se ne potesse accorgere, lo potesse sentire.
Il suo viso
arrossiva e subito dopo corrugava le sopracciglia per darsi un contegno, ma le
labbra si increspavano in un mezzo sorriso sereno e poi restavano schiuse,
proprio come avevano fatto in quel vicolo quando, senza fiato, s’era accasciato
fra le mani forti del colonnello ed aveva socchiuso lo sguardo attraverso il
quale vedeva il profilo illanguidito di quell’uomo sorridergli appena fra il
compiacimento ed il piacere.
Il respiro
gemeva per lui in tanti piccoli ‘Ah’ mentre un filo appena di saliva
testimoniava il contatto appena avuto.
Contatto
profondo e
peccaminoso.
Ed affondò nel
cuscino strizzando gli occhi, senza respirare, poco dopo la voce di Al lo
raggiunse.
“Nii-san, stai bene?”
Ed si ricompose ancora una volta.
“Sì Al, riposa”
Alba.
Le colonne di
fumo ad est, gli occhi del colonnello.
Lo stesso grigio ardesia, nero quasi come la notte.
Nel mattino del
giorno seguente Ed fu convocato da Mustang, si presentò nella grande stanza
vuota nel momento del giorno in cui le ombre verticali della grande vetrata si
allungavano pigramente sul pavimento.
Con le mani giunte sotto al mento Roy Mustang lo guardava assiso alla sua
scrivania.
Ed fu informato
di un nuovo incarico, della partenza fissata per il giorno dopo alle 11 a.m. e
poco dopo vide il colonnello alzarsi.
Nel tardo pomeriggio in cui si trovavano immersi il sole giocava negli occhi
d’oro dell’alchimista d’acciaio.
“Una parola
Fullmetal…”
Ed attese in
silenzio, in piedi di fronte a lui.
“Ci saranno
molti che tenteranno di abusare di te, di convincerti, di ricattarti e
affondarti facendo leva sul tuo orgoglio, sul tuo passato, su tuo fratello,
guardati le spalle, sempre…”
Ed sorrise
ironico.
“Come hai fatto
tu, colonnello?Non si arriva a questo grado senza essersi guardati le spalle da
soli, dico bene?”
“Non scherzare
Fullmetal..”
E con
espressione dolente e gli occhi che ricordavano il manto della notte quando non
brillano le stelle, Roy si chinò su di lui e gli sostenne la testa dai setosi
capelli biondi mentre affondava nella sua bocca.
Si separarono un attimo dopo e Ed sorrise, divertito.
“Anche tu sei
uno di quelli che abusano dei ragazzini come me, colonnello?”
Roy sorrise, a
sua volta divertito.
“Ti consideri
un ragazzino, Fullmetal?”
“Non lo so”
“Dimmi…cos’è
che vorresti, Fullmetal?”
“Non lo so”
“C’è qualcosa
che invece sai?”
Roy lo strinse
sui fianchi con entrambe le mani.
“So quello che
non voglio”disse staccandosi poco da lui e voltando la testa di lato pur
restando fra le sue mani.
“E cos’è che
non vuoi?”
“Non voglio
altro dolore, non voglio altri peccati sulle spalle e non voglio commiserazione
per questo”
“E le mie mani?
–disse muovendole su di lui attorno alla sua vita con la segreta intenzione
nell’animo di irretirlo fra parole e carezze – Le mani calde di un alchimista di
Fuoco?Le vuoi?”
“Beh, quelle
non erano nell’elenco colonnello”
Crocifissi
dalle ombre della finestra
immolarono uno
la bocca dell’altro
all’improvviso
desiderio
e subito dopo
il sole tramontò sull’orizzonte.
Nel buio di un
crepuscolo pece appena giunto l’avorio della magnifica luna non era ancora
sorto.
Seduto fra le ombre del divano Roy parlò, mentre Ed giaceva nascosto fra le
pieghe della giacca blu del colonnello.
“Resta..Fullmetal….”
“No”
“Fullmetal…”
“Devo partire
domani ..”
Roy rise con
leggerezza.
“Non è una ragione valida Fullmetal, soprattutto davanti all’uomo che ha il
potere di annullare il tuo incarico…”
Ed si alzò
lentamente dal fianco caldo contro il quale si era appoggiato.
Lo schiocco di metallo del suo ginocchio sinistro ruppe la sera tornata
silenziosa.
“No, io..devo
andare”
E confuso uscì
dalla grande porta.
Solo nella luce
perlacea appena giunta dal cielo ad ovest il colonnello si lasciò baciare sulla
bocca dalla luna.
Rimpiangendo di non aver nemmeno potuto ammirare quei capelli biondi
inargentarsi e quelle labbra piccole sbocciare al chiarore lunare.
“Sempre mi
sfuggi fra le dita……”mormorò stancamente volgendo in basso lo sguardo, perso nel
recente ricordo di come, stremati per un unico appassionato bacio, si fossero
poi abbandonati su quello stesso divano dove lui era infine rimasto solo.
Passarono i
giorni dell’incarico.
Ed visitò il paese a sud e ad ovest, sereno e libero di giorno, ma stretto di
notte in un abbraccio fatto solo delle proprie mani.
Il mare gli riportava alla mente quella giacca blu sulla quale aveva riposato
dopo la fatica di un bacio appena, quella che così tanto sapeva di…..colonnello…
L’armatura di Al nel buio era lo scintillio negli occhi grigi del colonnello
quando lo stringeva fra le braccia.
La notte erano i suoi capelli sottili che piovevano su di loro ad ogni
peccaminoso contatto di labbra avuto finora.
E quando la
sera, per questo, non riusciva a dormire, mentre tentava di liberarsi
dall’ardente necessità di tornare da lui, di pensarlo, di farne il proprio
sostegno, mentre tentava di rendersi indipendente e testardamente rifiutava ogni
memoria scuotendo la testa bionda ..ecco in quei momenti si toccava le labbra,
se le accarezzava con le dita, quasi come i suoi polpastrelli fossero altre
labbra di un misterioso sconosciuto che misterioso non era e nemmeno sconosciuto
mentre nei suoi occhi di bambino quasi adulto il mare, l’armatura di Al e la
notte di mescolavano dando vita ad un’immagine, una risposta che gli serrava il
cuore nella vergogna.
Il tempo
scorreva ancora e, mentre Roy Mustang attendeva che la sua vita tornasse da quel
viaggio, Ed indugiava agonizzando in una necessità involontaria, ma
totalizzante.
E tentava di
non pensare e di non respirare nei ricordi delle labbra del colonnello, ma come
un inesperto nuotatore tornava regolarmente in superficie dopo pochi minuti.
La sua
orgogliosa volontà stava cedendo, lo sentiva, si sgretolava come roccia erosa.
E volava via,
come fine polvere di metallo.
Il suo cuore d’acciaio era infine
stato limato.
Ed fece ritorno
una sera dal vento gentile e subito lasciò Al in albergo e si diresse al
quartier generale.
Entrò senza bussare, scivolando piano fra l’anta della porta e le ombre, con gli
occhi d’oro accesi da una strana aspettativa che si trasmutò in un brivido
quando scorse infine quell’uomo.
E si guardarono.
“Cosa fai qui?”
Ed inclinò la
testa da un lato, cercando una voce autoritaria e seccata al tempo stesso.
“Ho portato il
mio rapporto” e consegnò un semplice foglio
Mustang lo
guardò attentamente per un attimo poi sollevò lo sguardo sul giovane alchimista.
“Posso
considerarlo una forma d’affetto ..Fullmetal?”
“Cosa?”
“Un rapporto
scritto in treno su un foglio spiegazzato, consegnato a quest’ora della
notte….tutta questa voglia di rivedermi mi lusinga….”
E sorrise, impudentemente.
“No..non
sopravvalutarti, colonnello …ero solo troppo in ritardo per aspettare
domani….buonanotte”
Mustang lo
fermò, con autorità.
“Non ti ho
ancora congedato Fullmetal”
“Cosa vuoi
ancora da me?”uno sguardo d’ambra dura.
“Molte cose
Fullmetal – e si alzò – ma non è detto che debba essere tu a darmele, posso
anche venire a prenderle da solo” ed in due brevi falcate lo raggiunse.
Gli sollevò il
mento con un dito e gli rubò un bacio, cortesemente.
“Cose come
questa prima di tutto..”
Ed si scostò
debolmente abbassando gli occhi.
Roy notò il suo sguardo imbronciato, sottolineato dalle morbide labbra
contratte, ma non disse niente.
“Perché?..Perché fai questo?”
E ancora, nel
silenzio.
“Perché …
continuamente mi seduci?”
Ad est si erano
riaccese le luci cruente della guerra.
Porpora ed ocra, carminio ed arancio.
Splendenti nel blu a coprire le stelle.
Mentre tra loro
si combatteva tutta un’altra, silenziosa, battaglia.
Roy sospirò.
“Non ho altro
motivo se non questo ….sono un uomo che non ama più i rimpianti”
Ed rise,
sprezzante quasi.
“Quindi sono
solo un’occasione che non merita di essere persa..per questo mi chiedi di
restare e poi mi lasci andare..per questo mi baci e poi mi dici ‘vai’..”
“Sciocco….ogni
occasione è un’opportunità….ed ogni opportunità è qualcosa di bello ……”
‘Tu sei
qualcosa di bello’ c’era scritto nei suoi occhi neri come la morte.
Ed si sentì
avvampare da una strano calore che dal ventre partiva verso l’alto.
Un’onda calda che destabilizzava i suoi pensieri e lo portava ad abbandonare
ogni futile resistenza.
No.
No.
NO.
Non poteva
cedere.
Non poteva cadere in maniera tanto disonorevole.
Doveva rimanere per sempre l’eterno bambino già uomo che non aveva bisogno di
nessuno per trasportare da solo i propri peccati
Fragile e
dannato insieme.
Solo e adulto.
Spezzato, ma fiero.
Per tutte
queste ragioni volse il viso al tentativo di un secondo bacio.
Ma Roy non era uomo abituato ai rifiuti.
Contro i muri
altissimi di quella sala, nella penombra, con il fuoco lontano che sembrava un
fiore rosso sangue negli occhi della notte gli sorrise, stringendolo fra le
mani, con tutta la forza di un giovane uomo adulto.
Ed gemé
debolmente.
“Non farti male
fino al punto di rifiutarmi, Fullmetal….”
“Arrogante…”sussurrò l’altro
Roy rise,
pianissimo.
Accentuò la stretta, osservando le labbra davanti a sé con occhi rapiti.
Il corpo del
biondo alchimista si faceva sempre più privo di forza propria.
Ognuno respirava l’aria dell’altro tanto erano vicini in quella sala così
enorme.
Il tepore dei corpi invitava a lasciarsi andare.
Il colonnello
infilò la testa fra la spalla ed il collo di Ed, raggiungendo fra un brivido e
l’altro di quella pelle, il suo orecchio sinistro.
“..potrei
ricattarti Fullmetal, costringerti, convincerti con la forza, ordinartelo, ma
non lo farò….perché tu accetterai comunque ….tu hai bisogno di me….. delle mie
mani….. del calore……………… – la voce si fece ancora più bassa, densa e piena – sai
che posso dare calore anche senza usare l’alchimia del fuoco, Edward?”
Ed Ed chiuse
gli occhi, con forza, fremendo per quella voce che penetrava il suo orecchio e
per quelle parole il cui senso penetrava la sua anima.
E come se avesse sempre sentito freddo senza mai accorgersene si strinse a
quell’uomo in cerca di un conforto che mai prima aveva preteso.
‘Mio..’
sussurrò con un filo di voce il colonnello
Roy lo spogliò
nelle proprie stanze con gentile calma.
Un sorriso accennato gli tirava appena appena le labbra.
Sganciò la piastrina di metallo del colletto e salì con entrambe le mani sul
collo sottile e bianco, carezzandolo.
Subito poi discese infilandole sotto la giacca nera, raggiungendo le spalle per
farla scivolare lungo le braccia fino a terra, in un movimento che lo portò a
scendere fino alla mani per poterle stringere.
Gli occhi d’oro di Edward seguivano ogni suo gesto, incantati.
Nudo su di un
letto bianco Ed venne accolto da un abbraccio.
Il colonnello lo stese sulla schiena e lentamente con la punta di un dito
disegnò un cerchio alchemico sul suo ventre, usando l’immaginazione.
Per Ed fu un ‘ah’ senza voce, ma pieno di fremiti quando quelle mani aperte
decisero di riposarsi dalla fatica sui suoi fianchi.
“E’ un simbolo
che non conosco…”
“Lo
conoscerai…è presto ancora….chiudi gli occhi , Fullmetal…”
Quella notte il
colonnello lo toccò fin dove Ed aveva pelle, ovunque ed in ogni posto ancora.
Con sapiente espressione del suo animo in quei tocchi lo fece vibrare come corda
di un violino di legno acerbo, ma intarsiato.
Lucido come miele il suo corpo era burro nelle giunture.
Rapita e trasognata la sua espressione.
La più bella,
la prima che assomigliava ad un sentimento finalmente libero dalla repressione
del dovere e della disperazione.
E Roy, senza
rimpianti, lo accarezzò fino a farlo addormentare. Solo carezze.
E non avevano fatto sesso, avevano fatto una sorta di amore immateriale, un
amore con le mani e gli occhi e basta.
Ed Edward,
nell’incoscienza del sonno, si convinse che le mani di un alchimista di fuoco
potevano davvero riscaldare il metallo del suo braccio e della sua gamba fino a
scioglierlo nel piacevole tepore di un abbraccio fragile e gentile, mentre
polvere d’acciaio volava via nel cuore della notte.
Ogni grammo come scambio equivalente
per un bacio d’amore ricevuto in quelle notti di guerra.
Fine
Per
qualsiasi cosa, qualsiasi critica o commento contattatemi pure :
MelKaine@libero.it
Mel
Note:
*//_______________ //* aaaaaah, adoro quando Roy sorride impudentemente
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Royyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
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