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Il
castello pieno di specchi…
Quel giovedì
sera,io non sapevo che sarebbe successo l’inferno. Io e mia zia eravamo andate
in gita una settimana in un castello gotico,eravamo con altre quattro
famiglie,ma nonostante questo io dovevo andare a scuola,perché il castello
gotico era nella mia stessa città.
Erano le 14:00
ed io ricevetti una lettera,era una lettera strana,scritta con degli strani
simboli,io la aprii immediatamente e vidi che era di mio nonno,che mi parlava
di
lui. Poi la
lettera era interrotta,sembrava che fosse successo qualcosa di grave,perché il
nonno non mi avrebbe mai spedito una lettera non finita.
Al fondo era
scritta una cosa,non era molto capibile,ma quello che riuscii a leggere era:
“non ti fidare
mai di nessuno,nemmeno delle persone a cui tieni,ricordatelo”
Io ebbi un
brivido,non sapevo se era per il freddo,visto che era inverno,o per qualcosa d’
altro.
Io ebbi subito
l’intento di farla leggere a mia zia,ma il nonno mi aveva lasciato un messaggio
molto importante,di non fidarmi mai di nessuno.
Io ero
spaventata,poteva essere successo qualcosa di molto grave.
Mia zia mi
chiamò per la cena,vide che io ero molto tesa,allora mi chiese:
-Che cosa ti
succede?sei molto strana questa sera!-
-Vedi,mi è
arrivata…una lettera dai miei genitori e mi hanno detto che non torneranno prima
di lunedì-dissi io inventandomi una scusa.
-Ora non
pensarci,mangiamo e non roviniamoci la serata!-disse mia zia.
Improvvisamente
squillò il cellulare di mia zia e rispose.
-Pronto?pronto?chi parla?-
-Morirai tu e la
tua famiglia,il destino è stato compiuto!-disse la persona dall’altra parte
della cornetta.
Mia zia,chiuse
la cornetta e diventò pallida.
-Che cosa è
successo?-chiesi io
-Niente,niente
di particolare-rispose mia zia.- Ora vai a letto-
Io l’avevo
capito che era successo qualcosa di molto grave e iniziai a spaventarmi.
L’indomani
mattina,io mi svegliai e andai in cucina,mia zia era già sveglia
e stava
preparando la colazione.
-Oggi all’uscita
da scuola,verrà tua cugina-disse mia zia
-Va bene,ora
vado che è tardi!-dissi io in tutta fretta.
Arrivata a
scuola feci le lezioni normalmente e alle 13:30 uscii e aspettai mia cugina.
Passò mezz’ora e
la chiamai. Il telefono squillava e dopo un po’ rispose qualcuno,ma non era mia
cugina,era una voce roca e silenziosa che diceva:
-Morirai,tu e la
tua famiglia,il destino è stato compiuto!-e poi chiuse la chiamata.
Io iniziai a
correre,ero spaventata,stavo sudando,mi sentivo osservata,mi sentivo in
pericolo!
Arrivai al
castello e andai subito nella mia camera e rimasi lì tutto il pomeriggio.
Poi squillò
nuovamente il cellulare ,io avevo paura,temevo di sentire di nuovo
quella
voce,risposi e sentii solo una voce che diceva:
-Il destino è
stato compiuto!-
Io stavo
impazzendo,prima il nonno,poi la telefonata,mia cugina,si collegavano tra
loro,la sera che il nonno mi aveva mandato la lettera,mia zia aveva sentito
questa voce,anche se me lo aveva negato,oggi,doveva venire mia cugina,e ho
sentito quella voce. La nostra famiglia è in pericolo!
Io da sola non
potevo fare niente,poi non sapevo da dove cominciare e poi io non ero molto
coraggiosa,però il nonno mi aveva detto di non fidarmi di nessuno e questo
voleva dire che dovevo fare tutto da sola,ma da dove cominciare?
Forse dal
castello gotico,poteva essere tutto collegato.
Era una giornata
di sole,ma non faceva caldo. Andai nel giardino del castello,non sapevo da dove
cominciare,vagavo per il giardino,in cerca di qualcosa che nemmeno io sapevo.
Poi pensai:
-Nella lettera
sembrava che il nonno sapesse che gli sarebbe successo qualcosa,forse sapeva
tutto di questa persona,ma come faccio a chiederglielo?-
Mi facevo tante
domande,quando vidi fuori dai cancelli del castello,due bambini,un maschio e una
femmina,che mi guardavano e parlavano tra di loro,poi vidi che la ragazza prese
il cellulare e parlò con qualcuno,io cercavo di capire quello che diceva,ma
parlava talmente veloce che non capivo molto,quello che capii era solo:
-Capo,credo che
la ragazzina…-
E poi basta,non
capii più niente,perché la ragazzina vide che cercavo di capire quello che
diceva,allora si girò dall’altra parte.
-forse parlavano
di me-dissi io guardandomi intorno per vedere se c’erano altre ragazzine oltre a
me,no,c’ero solo io.
Mi squillò il
cellulare,mi risultava"anonimo"risposi,un po’ timorosa,ma feci un sospiro di
sollievo,era solo un mio compagno,che mi chiedeva di uscire con tutta la
classe,ma io gli dissi di no,mi inventai che dovevo fare i compiti,anche se per
l’indomani non avevamo da fare niente.
Si era fatta
sera e io non avevo scoperto un granché,solo che due bambini mi osservavano.
All’inizio non
mi sembrava una cosa grave,ma poi pensai alla telefonata della persona
anonima,che il destino era compiuto. Iniziai a pensare che quei due bambini
centrassero qualcosa.
Andai a letto,ma
non dormii,ero troppo curiosa di scoprire qualcosa.
Andai nella
camera di mia zia,per accertarmi che dormisse e poi andai in una stanza in cui
nessuno era mai voluto entrare.
Davanti alla
porta c’era scritta una famosa terzina di Dante:
PER ME SI VA NELLA CITTA’ DOLENTE,
PER ME SI VA NELL’ETERNO DOLORE
PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE.
Era una terzina
dell’inferno di Dante,ma non riuscivo a capire cosa c’entrasse.
Aprii la
porta,era piena di specchi e di colpo la stanza diventò rossa e negli specchi
apparì un immagine inquietante,che continuava a ripetere la frase:IL DESTINO E’
COMPIUTO!IL DESTINO E’ COMPIUTO!MORIRETE TUTTI!
Uscii di corsa
dalla stanza e capii perché all’entrata c’era appesa quella frase,in quella
stanza c’era l’inferno.
Arrivata la
mattina,il sole splendeva sulla città di Roma ed io mi svegliai,mi sentivo
sudata,calda e avevo mal di testa.
Andai da mia zia
e le chiesi di misurarmi la febbre, era a 38!!!
-Stai a letto e
riposati-disse mia zia- di certo non puoi uscire con la febbre così- .
io allora
incominciai a pensare, facendomi delle domande per tutti questi strani fatti
accaduti in questo periodo, e cercando inutilmente delle risposte .
Pensavo
allo strano comportamento di quella bambina, della strana stanza, della lettera
del nonno, con quella frase misteriosa, delle anonime telefonate,continuavo a
tormentarmi la testa senza avere delle risposte.
-Devo tornare
in quella stanza!devo scoprire di più!-dissi io.
Mi alzai
velocemente dal letto e quatta,quatta andai in quella stanza,
entrai…
vidi…quei due
bambini che erano fuori dai cancelli,guardavano gli specchi come se qualcosa gli
attirasse,sembravano ipnotizzati.
Io feci cadere
per sbaglio la torcia e i due bambini si girarono verso di me,avevano gli occhi
rossi come il fuoco e pronunciavano con la voce roca e silenziosa sempre la
stessa frase:”MORIRETE TUTTI,IL DESTINO E’ STATO COMPIUTO!!”
Io urlai e i due
bambini scomparvero nel nulla,io chiusi la porta e decisi di non entrarci mai
più.
Passarono dei
giorni e vidi di nuovo quei due ragazzi,fuori dai cancelli del castello.
Io mi nascosi
per non farmi vedere e iniziai a inseguirli.
Andavano verso
il bosco maledetto(chiamato così per delle voci che c’erano nel paese)e rimasi
stupita nel vedere che in mezzo al bosco,c’era un castello uguale a quello dove
sostavamo io e mia zia e per di più,vidi attraverso le enormi vetrate me e mia
zia che parlavamo.
-Allora questo
spiega tutto,ecco perché quando sono entrata nella stanza maledetta vidi quei
due bambini,perché quando loro entrano nel loro castello e,come se entrassero
nel nostro!questo vuol dire che sono controllata!-dissi io.
I due bambini
entrarono nel castello e vidi che si dirigevano verso un luogo del castello da
me sconosciuto.
-Ora posso anche
andare a casa,potrò scoprire tutto anche da lì- dissi io.
Arrivata al
castello,andai davanti alla grande vetrata,e iniziai a fare lo stesso percorso
che avevano fatto i due bambini.
Arrivai davanti
a una grande porta,era fatta di legno,ed era resistentissima,sentivo delle voci
che provenivano da quella stanza che dicevano:
-Capo,la
ragazzina forse ha capito chi siamo,dobbiamo ucciderla!-dissero i due ragazzi.
-Sarà
fatto!domani mentre va a scuola,uccidetela,come abbiamo fatto con gli
altri!-disse perfido il capo.
Io corsi verso
la mia stanza e chiesi in tutta fretta a mia zia se potevamo andare di corsa a
casa questa sera.
-Ma perché così
presto?si sta così bene qua!-disse mia zia.
-Sai…la
telefonata…domani ucciderà…credo che tocchi a me…ti prego zia,andiamo via!-dissi
io tutto d’un fiato.
-Non crederai
mica a queste scemenze,vero?-disse mia zia.
-Ma è la
verità!ti prego per una volta ascoltami!-dissi io.
-E va
bene,faremo come dici tu!-disse mia zia.
Preparai le
valigie in tutta fretta e corsi di sotto,mia zia era pronta e andammo via.
L’indomani,non
andai a scuola per via della febbre,mia zia doveva uscire e rimasi a casa da
sola. Sentii squillare il telefono…
Risposi…in quel
momento arrivò mia zia
Sentii dei
passi,una voce dall’altra parte della cornetta,uno sparo e…
Io non ero più
lì...
Note
dell'autrice:
Questa è una storia che ho creato da almeno cinque mesi. In realtà era una
storia da consegnare alla professoressa,dovevamo scrivere un racconto giallo,mi
era venuta bene,mi piaceva,la feci leggere alla mia professoressa che mi diede
buono+,allora dopo vari ragionamenti e tentativi di modificarla un
pochino,finalmente sono arrivata a pubblicarla.
Vi è piaciuta almeno?
Quando l'ho fatta leggere a mia cugina si è spaventata e non mi ha rivolto
la parola per un giorno.
Ma fa veramente paura? ma no,per niente,però mi piaceva per essere un racconto
di scuola,no?
Recensite! recensite,recensite...insomma avete capito? RECENSITE!
Good bye
..Yuma..
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