Scrivere una fanfiction
Quando l’ispirazione proprio non ci sta.
Domenica 8 maggio ’06, ore 10:13.
Ti svegli tutto assonnato, la notte prima eri andato a
dormire alle 3.
Con passo lento e gli occhi semichiusi cerchi di arrivare in
soggiorno per buttarti sul divano, ma sfortunatamente sbatti contro la porta
(“Porca puttana!”) e tua mamma sente l’espressione poco fine che ti esce dalla
bocca.
La botta violenta non solo ti provoca un bernoccolo
esagerato, ma ti fa riacquistare l’uso di due dei cinque sensi: la vista e il
tatto.
Improvvisamente ti accorgi di avere fame e ti sposti in
cucina, dove tua mamma ti rompe le palle per il “Porca puttana” di prima,
dicendo tra se e se (ma a voce alta, per farlo sentire pure a te) un misto di
rimproveri e altra roba, tanto per guastarti la colazione.
Dopo la colazione ti vai a fare la doccia per poi uscire.
Quando sei parzialmente pronto (cioè ti devi solo allacciare
le scarpe) arriva tuo padre al quale tua mamma si precipita a raccontargli
l’episodio di “Porca puttana”, (a modo suo però, aggiungendo fronzoli qua e là,
per esaltare la drammaticità della situazione) e tuo padre decide di non farti
uscire per tutta la giornata.
La tua versione dei fatti e i tuoi “non è giusto”, misti ai
tuoi finti lacrimoni sembrano addolcire tuo padre e
convincerlo a ridarti il permesso di uscire, ma un’occhiata scoccatagli da tua
mamma lo riporta sulla retta via, facendo svanire anche l’ultima possibilità.
Maledicendo tutto e tutti vai in camera tua e ti butti sul
letto.
Improvvisamente la tua attenzione viene attirata dal
computer e tu lo accendi.
Quando finalmente ti si visualizza
il desktop tu rimani come un cretino a guardare lo sfondo.
“E mo che faccio” ti domandi,
contemplando la scritta hp pavilion sul
tuo schermo.
“Quasi quasi scrivo una fanfiction” e apri Word.
Un volta aperto Word, ti accorgi che non hai nessunissima idea su cosa scrivere, e cominci a spremerti
il cervello.
Dopo dieci minuti ti rompi e decidi
di farti una partita ad Hearts,
così magari ti verrà qualche idea.
Ma dopo essere stato battuto cinque
volte di seguito da Giovanna, chiudi la finestra e ti riconcentri sulla fanfiction, più incazzato di
prima.
“Allora…” ti rimetti a pensare e, mentre lo fai, cominci a
battere le dita a caso sulla tastiera, provando i vari tipi di carattere di Word, e man mano la tua mente lascia perdere la fanfiction e si
concentra su un punto non ben definito; il risultato è pressoché questo:
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bennington…..che bonazzo….lalalaalaalamamamamaamdhjgkeodhsns
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Quando poi ti rendi conto di cosa stai facendo cancelli
tutto e ti rimetti a pensare alla fanfiction.
“Su che scrivoooo… uffaaaa…. Harry Potter? No che palle, non mi va… InuYasha?
Mah, nooo, poi mi rompo…un’originale? Fiufffaaaaaaaaaaaaaa che palleeeeeee….”.
Per farti venire qualcosa in mente metti
la musica, ma alla fine ti metti a ballare e cantare in mezzo alla stanza con
la colla a stick di tua sorella come microfono.
Dopo mezz’ora di questa scena sei
tutto sudato ed è ormai ora di pranzo, spegni direttamente il computer tirando
via la presa e, rendendoti conto di non essere riuscito a combinare un cacchio,
mandi affanculo tutto, compresa la colla a stick di
tua sorella.
-Puramente autobiografico.
-Quando, nel casino di lettere sopra, trovate
scritto “erika”, è il mio nome.
-E’ scritta al maschile per generalizzare.
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