peek-a-boo
Salve
a tutti!!! Prima di lasciarvi alla lettura di questa nuova shot ho
bisogno di fare alcune precisazioni. I nomi scelti per due personaggi
di questa storia fanno riferimento alla mia precedente Fan Fiction
Robsten, "The Best Day",
quindi c'è un piccolo contenuto spoiler in questa shot. Questo
non significa che non possa essere letta...anzi. Magari, può
servirvi per decidere di leggere il mio precedente lavoro :P
vabbè...al di là di tutto, ora vi lascio e
BUONA LETTURA E COMMENTATE NUMEROSI!!!!
Peek-a-boo
Non ce la faccio più!
Non.ce.la.faccio.più.
I giorni assomigliano sempre di più l'uno all'altro, uguali,
identici, spiccicati, sputati. Ieri è stato come oggi e sono
ben
sicura che domani non sposterà di una virgola.
ore 6.30
sveglia al canto del pupo
Pupo per la cronaca è Tommy. L'uccellino della
casa.
L'amore dei nonni l'orgoglio del suo papà, l'ometto delle
sue
zie, il campione degli zii. Per era solo il pupo: 6 mesi, 65 cm, 7 kg
di tarallini e occhi azzurri. Capelli: non ancora ervenuti.
Non ce l'ho con lui, sia ben chiaro. E' mio figlio la gioia della mia
vita, ho sofferto per partorirlo e quando ho tirato fuori quei 3 chili
di salute invece di piangere ho riso come una matta per la gioia. Il
punto è che si sta dimostrando in maniera troppo precoce un
certo cameratismo con suo padre cosa che non mi va particolarmente a
genio. Con lui se la spassa a vedere le partite dell'Arsenal e a me
lascia l'incombenza del lavoro sporco tra rigurgiti e pannolini.
ore 6.45
dopo aver calmato il pupo ed aver contemporaneamente
imprecato
al ricordo di quella notte meravigliosa e terribile in cui a mio marito
non funzionò il freno a mano, puntualmente mi inebrio della
fragranza di pascoli di montagna proveniente dal pannolino notturno del
pupo. E per pascoli di montagna non intendo erba fresca o fiori di
campo. Intendo i cumuli di letame usati per concimare.
ore 6..50
poppata del pupo
Sei mesi dopo il parto e posso ancora dire di avere il
latte
naturale. Il che è un guadagno tutto economico visto il
prezzo
del latte in polvere. E poi questo seno, taglia II come il numero delle
gravidanze che ci sono volute per ottenere queste coppe tutte nuove e
tutte rigorosamente naturali, non era mai stato così bello
prima
d'ora. Mio marito ringrazia.
ore 7.05
primo tentativo di sveglia del coniuge dopo aver rimesso il pupo nel
lettino. FALLITO
ore 7.20
secondo tentativo di sveglia del coniuge. FALLIMENTO REITERATO.
Preparazione colazione della piccola.
La piccola è primogenita, di solo un anno
maggiore di suo
fratello Tommy. Catherine è solo il secondo nome,
eppure
tutti in famiglia lo avevano preso più seriamente rispetto
al
nome che io e Robert (ok...l'ho scelto io, ma l'altro è made
by
RPattz) avevamo scelto per lei, Jewell. Katy, per la famiglia
americana, Kitty per la famiglia inglese. Per Robert è solo
Jew.
Per me Catherine solo quando mi tocca
rimproverarla; altrimenti è semplicemente la piccola: solo
di un
anno maggiore di suo fratello Thomas, la forza dell'abitudine mi ha
fatto conservare il nomigliolo.
ore 7.45
Sveglia piccola e relativa sua colazione. Inizio preparazione colazione
coniuge.
Coniuge è un fusto di 1,87 m per 78kg di peso,
padre di
famiglia e con una carriera avviata. Per quanto le sue doti
intellettuali e recitative siano piuttosto invidiate dal genere
maschile, che non si pretenda da lui alcunché di manuale:
non
riesce a mettere due uova nel tegamino senza far scoppiare un incendio.
E siccome alla mia vita ci tengo, meglio evitare
ore 8.00
terzo tentativo di sveglia del coniuge. MISSIONE COMPIUTA
Quel morto vivente che risponde al nome di Robert Thomas
Pattinson raggiunge la cucina in stato catatonico e stomaco
brontolante. Più che un uomo civile del XXI secolo, ha tutta
l'aria di essere un cavernicolo e non mi stupirei di sentire dalla sua
bocca uscire la frase "Wilma dammi la clava".
E così ha avvio, ogni mattina, il concerto di urla che
penetra e
fischia come ultrasuoni nelle mie orecchie. Ero convinta che certe onde
sonore non fossero udibile ad orecchio umano, né che fossero
prodotte dalle corde vocali. Questo prima che nascessero i miei figli.
La cosa che più mi manda in bestia è il fatto che
il loro
padre non smuove un ceppo per loro ... ed è lui che
puntualmente
si becca il meglio.
A me le urla, i piagnistei, le liti ... a lui le risate. Tipico.
Ma non mi lamento, ho avuto anche io i miei momenti di gloria: come
quando la prima parola della piccola fu mamma (poco importa che secondo
Robert avesse già detto Bobby); ed ora sto allenando anche
il
pupo, durante i nostri tete a tete al fasciatoio.
ore 8.50
coniuge lascia il tetto il tetto coniugale per portare a spasso il cane
lasciando moglie alle pulizie di casa e prole di fronte alla tv
Sperare che questo li calmi sarebbe come credere a Babbo
Natale, una follia.
Il pediatra di raccomanda di lasciar scoprire al pupo le posate delle
sue pappine per affinarne il tatto e non fargli avere paura. Vorrei
vederlo proprio al mio posto, con quel tintinnio infernale sul piano
del seggiolone, oltretutto stando in costante traiettoria di tiro.
E la piccola, viziata come solo una sorella maggiore ha
l'abilitò di essere, inizia a reclamare le attenzioni di una
madre che, purtroppo, non è solo moglie e genitrice, ma
anche
casalinga e attrice. Così accendo il lettore mp3, premo play
alla registrazione di me che leggo il copione e provo a ripassare la
parte con due bambini in braccio e una 3a e 4a mano, stile
divinità indiane, che spuntano dal nulla ad occuparsi del
resto.
ore 9.00
preparazione bambini
Spenta la tv si sale al piano di sopra per lavare e
vestire i
bambini. Di solito, specialmente quando il loro padre è al
lavoro, non c'è mai il tempo di fare le passeggiate di
mattina,
ma bisogna essere pronti ad ogni evenienza, in primis a crisi di pianto
da claustrofobia che mi impongono di mollare tutto e portarli all'aria
aperta per calmarli. Già che ci sono preparo anche me stessa
per
un'altra giornata di fuoco, iniziata già con le migliori -
peggiori - premesse.
Qua e là sul pavimento del corridoio della zona notte sono
sparsi, non slo i giocattoli di Jewell e Thomas, ma anche quelli del
cane, che ormai a detta di tutto è romai il nostro terzo
figlio.
Per quanto mi riguarda, potrebbe essere considerato anche come il
quarto dal momento che Robert non è tanto più
maturo dei
suoi figli e del suo cane.
Avevo sempre storto il naso alla sua scelta di prendere un cane
così grande, per tenerlo in una camera d'albergo per la
maggior
parte del tempo e farlo gironzolare per il mondo tra treni e aerei, ma
quando mi torna in mente la sua storia mi si stringe il cuore, ogni
volta.
L'abbiamo salvato e curato e, anche se non è un cane
oggettivamente bello, sa farsi voler bene da tutti.
Il vero problema è che avere un cane, con la vita che
facciamo,
diventa sempre più impegnativo; a volte anche troppo.
Aggiungici i due cuccioli di uomo che abbiamo sfornato ... beh
è
la fine.
Bear non è un cane geloso, né invadente o
sporcaccione e
rumoroso, tantomeno aggressivo con i bambini, ma per lui sono
necessarie a volte molte più attenzioni di quante non ne
necessitino Piccola e Pupo.
Almeno, questo devo riconosceglielo, è coniuge ad accollarsi
l'onere di portarlo a fare i bisogni o dal veterinario.
Non che io non voglia farlo, anzi sarebbe un modo per staccare un po'
la spina, ma questo solo se fossi sicura di lasciare casa
senza
che esploda.
Inoltre, purtroppo, a quanto pare persino il nostro animale domestico
pare affetto dalla Pattinsonite, patologia che causa dipendenza
compulsiva dal
padrone di casa. Nella fattispecie, il quadrupede dimostra un
attaccamento senza pari. Non si muove se lui non si muove, non dorme se
non lo accompagna alla sua cuccia, non mangia se non è lui a
dargli la ciotola.
Fin da cucciolo aveva dimostrato di essere intimorito e pauroso di
tutto, ma ultimamente è diventata una cosa maniacale. Ma per
quanto
possa fare la severa e la sostenuta con lui non posso negare di volere
anche a lui un bene dell'anima. Era con noi nei momenti più
importanti ,nelle gioie ma anche quando si è
trattato di
versare qualche lacrima. Pur non dando fastidio, pur stando
lì
ad un angoletto della stanza, accucciato e dormiente, oppure seduto ai
nostri piedi con quel suo adorabile muso scrutatore e con quei grandi
occhioni neri pieni di gratidudine per averlo preso con noi, ci ricorda
tutti i santi giorni che siamo una famgilia e vale sempre la pena di
fare uno sforzo.
E così vado avanti tutto il giorno, tra pappine poppate e
pannolini, tra rigurgiti e piagnistei, tra guaiti di cane
e blaterare di coniuge.
Finché a sera mi ritrovo sola, esattamente come il giorno
prima
- e come so già che sarà anche domani.
In cucina
con le mani, in ammollo nell'acqua, perché da brava donna di
casa
ho imparato che si fa prima a lavarli i piatti che ad
accumularli nel
lavastoviglie, e vengono anche meglio.
Sono da sola, la tavola sparecchiata, la televisione che trasmette i
soliti programmi di informazione economica e politica, le solite
chiacchiere buttate al vento perché non servono a cambiare
le
cose del mondo e non ho nemmeno la forza di
cambiare canale.
Sono le 9.30 di sera e la mia schiena inizia ad implorare
pietà.
Lo sento nelle vertebre lombari che si accartocciano su sé
stesse, lo sento nelle vertebre cervicali che mi impongono di piegare a
destra
e a sinistra il collo ogni due secondi. E le gambe iniziano a stare in
equilibrio precario ed io sto in piedi per miracolo.
Finito l'ultimo supplizio giornaliero, con il canovaccio umido tento di
asciugarmi le mani e mi porto a sedere - davvero ormai cammino per
inerzia - su una delle sedie della cucina.
Faccio un po' di zapping annoiato, distrattamente, ma niente mi
soddisfa. Spengo la Tv e prendo un libro da una delle mensole in sala,
ma mi
rendo conto che basta leggere due parole per farmi chiudere gli occhi.
Beati i tempi in cui potevo permettermi il lusso di leggere un libro
ogni due/tre giorni.
E rimango lì, seduta ed immobile, tipo una bambola rotta
sopra
una mensola impolverata, in grado solo di respirare. Mi guardo attorno
nel salotto buono, incolume dal trambusto quotidiano solo
perché
offlimits ai bambini e al cane, mentre la casa è tutta in
silenzio.
Il cane dorme già in cortile.
Coniuge, piccola e pupo sono già al piano di spora. Il cane
dorme già in cortile. Almeno a
sera Coniuge ha pietà di me e si occupa lui dei
bambini.
Questa parte della giornata è così assurda,
penso tra me e
me: non ho fatto altro che scorrazzare per tuto il giorno, rimbalzando
qua e là come una pallina da ping pong ,e quando finalmente
avrei la possibilità di godermi un po' di tempo per me ...
il
cervello segnala low battery. Che merda!
Così mi arrendo e decido di consegnarmi al mio letto e ad un
buon sonno e mentre salgo le scale le risate di mio marito e del nostro
secondogenito arrivano alle mie orecchie. Eppure invece di incavolarmi
perché quel cialtrone di Robert non lo ha ancora
messo a al
letto e sta in camera mia - dove tanto per ribadire il concetto io
vorrei dormire - in faccia mi si stampa un sorriso da ebete, come se
stessi ascoltando la musica di un incantatore di serprenti.
Prima però passo a dare uno sguardo alla piccola, che invece
già dorme.
Nella cameretta tutta bianca, nel lettino che inizia pian piano a
starle
stretto nonostante non abbia ancora 24 mesi, dorme
beatamente. La
lampada che le lasciamo accesa vicino è una sicurezza per
lei, ma
anche una manna per noi che possiamo starla a guardare mentre dorme. È bellissima
e dolcissima, tutti mi dicono che assomiglia a me ogni giorno che
passa, ma sono felice che il colore degli occhi e dei capelli lo abbia
preso da suo padre. Me la prenderei in braccio e mangerei di baci ma
non bisogna disturbare gli angeli nel loro riposo.
Do' la buona notte
al nostro coniglietto rosa ai riccioli d'oro e a quella bocca rossa e
carnosa, un po' aperta come la mia. Do' la buonanotte a quegli occhi
sempre più azzurri, ormai chiusi, e lascio un bacio cauto a
quei
pugnetti che ha quando dorme, fin dai primissimi giorni, che sbucano
dalle sbarre del lettino.
Accendo il walkie talkie sul comodino accanto a lei e vado via
socchiudendo la porta della sua stanza.
Nella mia camera da letto invece le luci sono ancora accese e le risate
non accennano ad attenuarsi. Senza volerlo, mi ritrovo ferma
sull'uscio della porta a guardare padre e figlio che giocano.
Non c'era film da Oscar che potesse reggere il confronto, né
spettacolo a cui volessi partecipare che avrebbe potuto competere mai
con quello che ho davanti ai miei occhi.
Il pupo ... Thomas, il mio piccolo, paffuto, adorabile Tommy era sul
letto, ormai perfettamente in grado di star seduto, con le gambette
cicciotte leggermente divaricate e i tarallini di cicia che
rifrullano fuori dal suo pigiamino. Batte le mani e i piedini paffuti
sul lettone di mamma e papà e accompagna le tue feste con i
gridolini di gioia che solo un bambino di quell'età sa
rendere
speciali e magici con niente.
E poi c'era Robert, il padre perfetto, al di là di tutto
quello
che possa dire di lui durante il giorno, quando divento la tipica
casalinga americana disperata. Perché in questi anni non ho
mai
dovuto alzarmi di notte per correre dai bambini, perché
quando
io sono game over lui è sempre pronto a darmi il cambio. Ed
anche quando è tutto apposto, quando io sono in cucina a
preparare da mangiare e i bimbi sono in silenzio sui seggioloni e lui
è in sala al pianoforte o alla chitarra, vedo sempre il suo
sguardo posarsi su di noi ed assicurarsi che sia tutto davvero ok.
Robert, il padre ed il marito perfetto, era nascosto sotto le lenzuola,
perché era il gioco che più faceva divertire
piccolo. Mi
intrufolo anch'io nel loro gioco, sedendomi ai piedi del letto e
prendendo Tommy sulle mie gambe.
Me lo sbaciucchio un po'...adoro il sapore di latte della sua pelle.
Con il bavaglino gli pulisco la bavetta...con i primi due denti che
stanno spuntando ne fa più del solito.
"Tommy, where's daddy?" gli chiedo. Ridendo e mostrandomi gli incisivi
inferiori, tende le braccine proprio dove si era nascosto il suo
papà. "Tommy io non lo vedo, dov'è
papà?"
E
poi, di punto in bianco, eccolo spuntare: "peeeeeeek a booooooooo!!!!"
E di nuovo le risate di Tommy si spandono per tutta casa, con un
potente effetto benefico e distensivo per i miei nervi.
Basta sentire quella risata, basta sapere la bimba nel suo letto, mi
basta vedere il sorriso di mio marito per sentirmi realizzata come
donna, al di là di tutto quello che può passare
nella mia
mente durante il giorno, a sera non mi pento di nulla e rifarei tutto
d'accapo.
Alzandomi afferro il pupo, posando una serie di baci e
pernacchie sul suo pancino: un altra cosa che lo fa impazzire
è
il solletico; ed io impazzisco con lui.
"Forza" dico cantilenando, prendendolo in braccio "è ora
della nannaaaa!!!"
"Lascialo a me" interviene Robert "Tu preparati, lo metto io a dormire"
Come farei senza di lui...
ore 22.30
sono nel mio letto, dopo una giornata lunga e faticosa. A
conti
fatti è stata uguale a quella di ieri e so per certo che
domani
non cambierà nulla. Le urla, i pianti, i pannolini, e pappe.
Mio
marito in poltrona ed io che blatero perché muova quel
culo.
Forse si romperà la lavatrice, oppure sarà il
turno della
caldaia. I bambini potrebbero svegliarsi con la febbre, oppure il cane
potrebbe aver bisogno del veterinario.
Tutto ormai parte di una normale amministrazione della nostra casa,
sempre più simile ad una s.p.a. che ad una famiglia.
Ma poi il coniuge si mette a letto insieme a te, i bambini sono a nanna
e sai già che prima di addormentarti hai a malapena 5 minuti
di
autonomia, prima che il cervello stacchi la spina. In quei
cinque minuti dovresti di te come donna, come moglie. E allora inizi a
capire come funziona la vecchia storia del mal di testa di cui parlano
nei film, e ringrazi il cielo che tuo marito non è neanche
lontanamente tanto egoista da pensare solo a sé stesso.
E la giornata finisce con dolce bacio, la testa poggiata sulla sua
spalla, mentre ti accarezza i capelli, e un ti amo sonnacchiante.
NOTE
FINALI
Ok...sì lo so..è tanto che non scrivo qui. Forse
vi siete anche scordate di me.
sinceramente spero di no.
Che dire...io adoro pensare ai Robsten nel futuro. E così
ecco un piccolo ritratto un po' manieristico. Spero vi piaccia.
L'ispirazione mi è venuta guardando questa gif del Roberto proveniente dal
BTS di Breaking Dawn ^____^ adorabile.
Infatti il titolo della shot "Peek-a-boo" è proprio il nome
inglese del gioco che anche da noi si fa con i bimbi "bubu- settete"
Prima di lasciarvi, oltre a ringraziarvi e a ricordarvi dell'altra mia FF in corso, ci terrei a
sponsorizzare 3 pagine FB.
La mia, che già conoscete crazyfred (efp) , artartica della bravissima grafica
Kuroi Namida (Iris) ed And so they kissed di Athena, che
prende il nome proprio da questa raccolta.
Non finirò mai di ringraziarla per la citazione.
grazie mille ancora a tutte e
à bientot
Federica
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