Lestrade, neve e nuove conoscenze
Lestrade,
neve e nuove conoscenze
Lestrade non odiava il Natale.
Non odiava tutte quella neve che copriva tutto, lasciando
solo bagnato e possibili scivoloni.
Non odiava tutti quei Santa Claus che scampanellavano
insistentemente, incuranti dei fiocchi e dei poveri agenti con emicranie.
Non odiava tutti quei ladruncoli da quattro soldi, che
parevano essersi messi d’accordo per farlo correre fuori appena il cielo decideva
di scatenare la nuova era glaciale.
Non odiava neanche il traffico congestionato dai miliardi di
turisti (come se i Londinesi da soli fossero pochi!) che si riunivano in città
sotto quella festa.
No, ciò che Lestrade odiava veramente era non trovare
neanche un marciapiede libero se non dai passanti, almeno dal ghiaccio –manco
avesse chiesto un passaggio all’Enterprise.
Si guardò attorno frenetico –doveva andare a casa al più
presto- alla ricerca di un qualsiasi mezzo di trasporto mediamente rapido,
mentre intorno a lui la neve incominciava a cadere più fitta.
Solo dopo essere stato bellamente ignorato da tre taxi,
decise che l’unica possibilità era trascinarsi stancamente a piedi fino alla
metropolitana più vicina e pregare che ci fosse un buchino per lui sul vagone.
Rassegnato inspirò l’aria fredda, inalando per sbaglio un
fiocco, così rischiando di porre fine a tutti i suoi affanni e passare
direttamente all’altro mondo.
Si portò una mano alla bocca, cercando di fermare la tosse,
e trovando il suo viso estremamente caldo.
No. No.
Ammalato durante le feste natalizie no.
Non di nuovo.
Aveva appena preso le ferie, non poteva passare le vacanze a—
«Serve un passaggio?»
Lestrade alzò lo sguardo e sbatté gli occhi, leggermente
lucidi.
Preso com’era dai suoi pensieri e dal tossire, non si era
accorto che una lussuosa macchina scura si era fermata davanti a lui.
Un uomo, alto e di corporatura importante, gli stava ritto davanti,
coprendolo con un ombrello nero e lasciando se stesso alla neve.
L’ispettore era così concentrato a osservare un fiocco
adagiarsi aggraziato tra quei capelli perfettamente ordinati e perfettamente
nocciola, che non vide il sorriso dell’uomo, così simile –avrebbe notato in
seguito Lestrade- a quello di una sua speciale
conoscenza.
«Allora, Ispettore?» tentò di nuovo lo sconosciuto, con un’espressione
chiaramente divertita.
«Eh? Scusi?» si riscosse il poliziotto, guardandolo meglio, «ci
conosciamo?»
L’altro fece un passo in avanti, entrando sotto la copertura
del grande ombrello, e lo affiancò.
«Non ho avuto ancora quest'onore, ma spero lei vorrà
concedermelo.» disse con tono caldo e sincero.
Lestrade aggrottò le sopracciglia, stava per caso cercando di rimorchiarlo?
L’uomo abbassò il volto e rise leggermente.
«Non si preoccupi, non era questa la mia primaria
intenzione, caro Ispettore.» gli disse sbalordendo l’altro.
«Ma… ma come! Mi ha…»
«Letto nel pensiero? Oh, non dica sciocchezze, sa benissimo
che non è realmente possibile», rispose l’altro, accompagnando le parole con un
gesto moderato della mano. «Ma se mi accorderà il piacere di darle un passaggio
fino a casa, prometto che le chiarirò ogni dubbio.»
Lestrade lo guardò attentamente, tra il sospettoso e il
curioso.
«In verità…» incominciò, ma lo sconosciuto fermò ogni sua
replica.
«Uno, con questa neve le conviene accettare; due, sembra in
preda a leggeri sintomi influenzali; tre, tempo non aiuterebbe, le assicuro.»
Non fece tempo a rispondere che l’altro l’aveva preso a
braccetto e, mentre qualcuno –oddio, era un autista?- apriva lo sportello della
macchina, lo spinse delicatamente dentro.
E Lestrade chiuse istintivamente gli occhi, assaporando
avido il tepore dell’auto, e pensò che se doveva morire, almeno l’avrebbe fatto
al calduccio di una macchina di lusso e non in un vicolo sepolto da un cumulo
di neve.
Ciò cui non avrebbe mai pensato era che non avrebbe più
patito l’assenza di trasporti nei mesi successivi.
Troppa neve, Ispettore,
troppa neve.
***Angolino del cambia-colore***
Se non ve ne siete accorti da soli, ve lo dico io: tutto ciò
è un grande, gigantesca, ma veramente enorme cacchiata. xD
È la mia prima Mystrade, e non so neanche se si può
considerare tale. Cià, facciamo che è una pre-slash e non se ne parla più.
Comunque, credo che tutti abbiate capito che lo sconosciuto
era Mycroft e che quello era il primo incontro tra Myc e Lestrade.
Come sono certa che ci sia realmente stato un incontro tra i
due? Oh, andiamo! Se Myc fa tutte quelle robe inquietanti per conoscere il
coinquilino del suo amabilissimo fratellino, volete che non le faccia anche per
la persona con cui l’amabile fratellino di cui sopra lavora? Eh, Myc, sappiamo che ti preoccupi per quel
disgraziato che ti sei ritrovato come congiunto.
Quindi sì, la “speciale
conoscenza” di cui parla il testo è Sherlock, e io sono convintissima che
il sorriso –o meglio dire ghigno- di
Sherl sia una cosa comune a tutti gli Holmes, quindi anche a Myc.
Aggiungo solo che tutto ciò è stato scritto per mia
prostituzione mio diletto allo Sherlock Fest che ha proposto questa cosa
carinissima del calendario dell’avvento, ossia ogni giorno sarà disponibile un
prompt da utilizzare. Quello per il primo dicembre, ossia oggi, è “Neve”.
So che siete abbagliati da questa straordinaria iniziativa e
che avete una voglia matta di partecipare, quindi vi linko anche la pagina con
tutte le istruzioni di sorta http://sherlockfest-it.livejournal.com/10516.html#cutid1
#amofarepubblicitàocculta
Ora basta, mi dileguo
contenta di avervi fatto perdere del sano e prezioso tempo con tale
storiellina xDDD
Ringrazio tutti coloro che hanno
letto/ricordato/preferito/commentato la mia precedente storia sul fandom Il
codardo lo fa con un bacio.
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