capitolo 1
Buffy era di turno alla cassa, l’aria completamente assente.
Odiava quello stupido e puzzolente fast food, quel luogo la stava letteralmente
uccidendo.
“Prego?” domandò senza neppure alzare il viso.
“Ehi” rispose l’altro.
“Riley!” Esclamò la ragazza “Quando sei tornato?” Aggiunse
con il fiato corto per la sorpresa.
“Stamattina. Sono stato a casa tua e Down mi ha detto che
avrei potuto trovarti qui”
“Ancora dieci minuti di tortura e finisco il turno”.
“Allora a dopo” Le rispose sfoderando il più dolce dei
sorrisi.
Buffy annuì confusa.
Dapprima si ritrovò a sorridere come un’ebete, poi avvertì
un nodo ghermirle la goda ed infine sentì la rabbia montare lentamente.
Si impose di stare calma. Per tanto, troppo tempo aveva
desiderato che lui tornasse ed ora che l’aveva fatto c’era qualcosa di
sbagliato.
Tolse la divisa e cercò di cancellare almeno un po’ di
quell’odore di fritto.
Usciti dal locale iniziarono a camminare.
Il ragazzo si fermò e ruppe il silenzio: “Buffy, io non ho
mai smesso di pensare a te e…”
“Sono cambiate tante cose, molte più di quelle che potresti
mai immaginare” Lo interruppe, gli occhi fissi al suolo.
“Io ti amo come il primo giorno, la lontananza non ha
cambiato i miei sentimenti” Le confessò mentre le prendeva il volto tra le
mani.
“I-io quella sera sono venuta, io volevo fermarti, volevo
che tu restassi ma non ho fatto in tempo ad arrivare, ti ho visto andare via su
quell’elicottero. E’ stato orribile. Ho gridato con tutta la voce che avevo ma
tu eri già andato via” Gli confidò tutto d’un fiato per paura di non riuscire a
digli tutto. Non era mai stata brava nell’esternare i sentimenti.
“Buffy se solo…”
Gli impedì di continuare: “Non sono più la stessa ragazza. Quella
Buffy è morta, per sempre”. Aggiunse, un velo di malinconia nella voce.
“Willow mi ha raccontato tutto, so quanto può essere stato
difficile per te”
“No, non credo che tu possa nemmeno immaginare quello che ho
passato. Tu non c’eri, non eri qui con me” Lo accusò.
Riley si avvicinò per cercare un contatto, desiderava
stringerla a sé, farsi perdonare per averla lasciata sola, ma la cacciatrice
fece un passo indietro gridando: “Davvero pensavi di potere piombare qui
all’improvviso e che io mi sarei buttata tra le tue braccia?”
A quelle parole si rabbuiò.
“Hai ragione, sono stato uno stupido” Ammise “Forse ora,
insomma…c’è qualcuno nella tua vita?” Ebbe infine il coraggio di domandare.
“Nessuno” Mentì lei. Aveva cominciato a tirare un forte
vento, un brivido le percorse la schiena, infilò le mani in tasca quando sentì
qualcosa di metallico e freddo, lo riconobbe subito, era l’accendino di Spike.
Mentre lo stringeva nel pugno chiuso sentì un groppo alla bocca dello stomaco.
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