The Christmas tree
The Christmas Tree
-Sai Beckett, credo che il fato ti abbia donato il partner
più eccezionale dai tempi di Starsky e Hutch. Penso che se
aprissi il dizionario alla voce: partner, ci troveresti stampata la mia
foto con scritto accanto: "vedi straordinario".
-La tua faccia, invece, mi ricorda meglio la definizione di
egocentrico.- disse la detective con una punta di sarcasmo nella voce,
mentre firmava l'ennesimo fascicolo chiuso, l'ennesimo caso che Castle
le aveva aiutato a risolvere. Sorrise leggermente quando Jingle Bells
risuonò nel distretto, l'uomo seduto accanto a lei si
affrettò a rispondere.
Ci furono istanti di silenzio e la chiamata finì con un: "Ai suoi ordini suprema madre."
Guardò Kate e le sorrise in maniera subdola, fin troppo subdola. La serata stava prendendo una brutta piega.
Kate si ritrovò imbottigliata nel traffico, un eccitato Castle
alla sua sinistra, intento a raccontarle come, da anni, la tradizione
dell'albero di Natale fosse portata a termine da ogni singolo membro
del suo albero genealogico. Beckett dal canto suo era, per l'appunto,
contrariata dal fatto che il suo partner, anzi la madre del suddetto,
l'avesse obligata a decorare l'albero di Natale con loro, cosa, che
come Castle le stava ricordando, era solita fare la famiglia tutta
riunita.
-Beckett, ma mi stai ascoltando? -disse l'uomo interrompendo il filo
dei suoi pensieri- Vabbè, ora vedrai, accosta che siamo arrivati.
-Ma siamo lontanissimi dal tuo palazzo, perchè devo parcheggiare qui?
-Perchè in questo periodo dell'anno, la gente è solita
riunirsi così da poter passare il Natale in famiglia, e come
faremo noi decorare l'albero! Ah, non vedo l'ora, amo fare l'albero.
La donna alzò gli occhi al cielo e sorrise. Dentro di se
però, stava vivendo un conflitto, sapeva che lei avrebbe passato
quella sera sul caso di sua madre, a ricontrollare per la centesima
volta tabulati e conti bancari, ma allora perchè non voleva
passare la serata in compagnia della famiglia Castle?
Perche si sentiva un'estranea, in quel momento sarebbe voluta scappare,
correre fino al suo appartamento e chiudercisi dentro. Restò
però impalata vicino a l'uomo, camminando silenziosamente verso
il loft al centro di Manhattan.
Una decina scarsa di minuti dopo, si ritrovò davanti alla porta
della casa dello scrittore, stava per bussare, quando la mano di Castle
si posò sulla sua e la fermò, si avvicino a lei e
sussurrò piano:
-Ti devo far sapere che quello che vedrai stasera, sarà molto
forte. Probabilmente ritroveremo mia madre ubriaca, Alexis moolto, ma
molto eccitata dall'idea dell'albero ed io che correrò in giro
per casa come un ragazzino. Quindi non ti spaventare, ma comportati di
conseguenza.
-Solo adesso me lo dici?
-Avevo paura scappassi a gambe levate.- ridacchiarono sommessamente per
quello scambio di battute, e si ritrovarono così vicini da
sentire il respiro dell'altro infrangersi sul proprio viso. Si
guardarono negli occhi, e rivissero la stessa situazione accaduta in
banca. Anche quella volta li interuppero.
-Buonasera, cosa state confabulando la dietro?
Una Martha Rodgers in tenuta sfarzosa, fece capolino dalla porta
dell'abitazione. Li accolse entrambi con un caloroso abbraccio, solo
dopo che si fu allontanata, però, la detective del dodicesimo
notò come si fosse vestita. Completamente di rosso, i pantaloni
di pelle erano tenuti sù da una cinta di cuoio nera con una
grossa fibia dorata, portava degli stivaletti neri con un tacco
considerevole e il maglione di lana aveva i bordi bianchi. Sembrava la
moglie di Babbo Natale.
Richard ridacchiò guardando la madre e Beckett non potè
far a meno di sorridere quando, la prorompente diva, si versò un
drink. Castle le appese la giacca all'appendiabiti, poi la prese per un
gomito e la portò in cucina, le indicò la donna che
cantava carole natalizie e le sussurrò un: "Iniziamo bene!"
Le versò un po' di vino e poi alzò il suo bicchiere come a brindare.
-Benvenuta nella famiglia Castle -e dopo uno sguardo scettico della
donna, si affrettò ad aggiungere-, solo i veri membri della
nostra grande stirpe possono decorare un vero abete con noi! Quindi per
mia madre sei ormai una figlia! Quindi se verrà da te con borse
e valigie in mano, ricordati delle mie parole.- ridacchiò e se
ne andò urlando cose come: "Dov'è il mio angioletto?" o
"Folletto, vuoi scendere?" e infine "Alexis, subito qui!".
Beckett scosse la testa e seguì quell'imprevedibile uomo
nell'altra stanza, il senso di disagio se ne era andato, Castle sapeva
sul serio farla stare meglio.
La serata passò velocemente, si ritrovarono tutti sotto un
enorme albero, alto quasi fino al soffitto, tutti ebbero un compito
diverso, Beckett riparava i ganci rotti delle
palline, seduta per terra vicino a Castle che, a malincuore, era stato
relegato al compito di "Sbrogliatore ufficiale di lucine colorate".
Ogni tanto borbottava frasi incomprensibili, ma per lo più erano improperi e cose come: "Questo compito non lascia libera la mia
inventiva." oppure "Mi sento una scimmia troppo inteligente!"
Tutte le volte si beccava occhiataccie da Martha, che invece, era
salita su una piccola scala e sistemava la disposizione delle palline
in alto, e criticava la punta o le foglie dell'albero, perchè
inadatte a quel tipo di decorazione, come se l'abete potesse sentirla.
Alexis invece aggiustava le palline in basso, e ogni tanto mandava un
messaggio ad Ashley.
Beckett si sentiva veramente in famiglia, l'atmosfera era calda, il
vino, e nel caso di Martha, altri tipi di alcool sconosciuti all'uomo,
avevano sciolto i nervi e le preoccupazioni. Si rideva tanto, si era
dovuta sorreggere al camino per non cadere in preda alle risate, quando
Richard aveva preso in mano un capo del nasrto d'argento e si era messo
a correre intorno all'albero per avvolgerlo completamente.
Una mezza pizza cianscuno, una bottiglia di vino per gli adulti e tanti
scivoloni dopo, si allontanarono tutti ad ammirare il lavoro
finito.
Era il più bell'albero di Natale che avessero mai fatto. Le
palline erano di tutte di colori diversi, disposte però per
colore e taglia in parti diverse dell'abete, le luci erano blu, a fondo
albero, ed erano ad intermittenza con le luci a metà, che erano
rosse, che a loro volta si accendevano e si spegnevano in
contrapposizione con quelle in alto, che erano gialle e verdi. I nastri
erano un po' un accrocco, ma Castle li aveva voluti per forza mettere,
quindi cadevano girando intorno al grosso arbusto tre nastri, oro,
bordeaux e argento. Tutti partivano dalla punta, dove era stato
sistemato un grosso angelo paffuto, benchè non c'entrasse nulla
con le altre decorazioni, a sentire Martha era un cimelio del nonno che
l'aveva fatto e dipinto a mano.
C'era stato poi un momento della serata nel quale la detective e il suo
partner si erano ritrovati vicini, Martha e Alexis erano ad ordinare le
pizze, Castle non riusciva a sciogliere un nodo particolarmente
difficile, così la donna aveva posato le mani sul filo vicine a
quelle dell'uomo, e solo dopo si era accorta che Richard la fissava. Si
era girata anche lei e l'aveva guardato negli occhi sorridendo
imbarazzata, lui aveva lasciato il filo e aveva messo le sue mani su
quelle della detective, e si era avvicinato parecchio, ma puoi un
rumore di tacchi e la diva che rientrava nella stanza urlando: -I
fattorini delle pizze sono proprio affascinanti.-.
Si erano allontanati velocemente, ognuno si era riimmerso nella propria attivita, le gote rosse dall'imbarazzo.
Si sedettero infine tutti sul divano, e aprirono una bottiglia di
champagne, a festeggiare la fine dell'albero, cosa che da come le
dicevano tutti era tradizione, bevvero, anche Alexis.
Castle si fece la solenne promessa di non riporre più le
decorazioni in modo affrettato, facendole inevitabilmente annodare.
Beckett controllò l'orologio era ora di andare, così si
alzò, ma Castle, che era il meno brillo di tutti, le
ricordò che era arrivata guidando la macchina dello scrittore, e
che la sua era parcheggiata al distretto, ma che se voleva, la poteva
accompagnare a casa e poi venirla anche a prendere la mattina seguente.
La detective non troppo a malincuore accettò.
Barcollava leggermente, e aveva una sensazione di pace interiore quando
arrivarono sotto casa sua, Castle aveva voluto a tutti costi
accompagnarla fino al portone, così quando arrivò il
tempo di separarsi l'uomo le disse:
-Allora piaciuta la serata? Visto che è divertente decorare gli alberi?
-Castle, con sincerità mi sono divertita molto. Grazie.
-Always.
Beckett sorrise e fece per entrare dentro, quando lo scrittore le si parò di fronte.
-Sai cosa avrei voluto fare, prima che mia madre ci interrompesse?.
-Cosa?- disse la detective con un filo di voce.
Richard si abbassò lentamente, fino a che le loro labbra non si
toccarono. E lì furono i fuochi d'artificio, il bacio divenne
più profondo, ma comunque dolce e delicato, le braccia di Kate
cinsero il collo dello scrittore, si sollevò un po' sulle punte,
e posandogli una mano sulla nuca, lo incitò ad andare oltre, le
bocche si dischiusero e le lingue si intrecciarono. Il baciò
finì quando entrambi si staccarono soddisfatti delle emozioni
appena provate.
-Sai, ho degli ottimi sedili reclinabili!- Beckett gli diede una pacca sul petto e rispose:
-Vai a casa Castle.
Sarebbe stato un bel Natale dopotutto.
Due brevi parole.
Prima
Ff su questo fandom, mi è venuto mentre facevo la doccia, quindi
era per forza una genialata. Non so se è venuta bene, mi
farà piacere saperlo, se non è venuta bene, mi
piacerà saperlo lo stesso.
Buon Natale a tutti.
PF_
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