Run

di Meredhit89
(/viewuser.php?uid=19689)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Run

 

Corri, Peeta, corri. Questo mi ripetevo da più di cinque minuti, ma davanti a me non vedevo via d’uscita, ancor meno alle mie spalle. La palla di fuoco si avvicinava pericolosamente e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che presto sarei diventato un succulento involtino arrostito davanti agli occhi dei miei genitori e dei telespettatori, che molto probabilmente si stavano divertendo ad osservare la scena attraverso lo schermo di una tv. Avrebbero goduto davvero poco se fossero stati al mio posto, ma questo pensiero non bastava a consolarmi. Le gambe mi facevano male, le mani tremavano dalla paura e un calore tremendo aveva penetrato le mie ossa.

Non ero neanche sicuro se ero già in fiamme o se fosse solo una mera sensazione.

«Peeta! Aiutami!».

Quella voce… era di Katniss.

Ebbi l’irresistibile voglia di guardare alle mie spalle. La voce proveniva da lì. Ma pensai immediatamente che fosse una trappola, che Katniss non si trovava a nord dell’arena, ma a Sud come avevo immaginato sin dall’inizio dei giochi. Avevo visto le sue lunghe gambe scattare in quella direzione, era impossibile che si trovasse a pochi metri da me.

Il suo percorso si stava svolgendo da tutt’altra parte.

E se… e se fosse stata lei? E se quello non era uno dei tanti inganni che Capitol City mi stava facendo, ma la realtà?

«Peeta, ti prego, non mi abbandonare. Ti prego!» singhiozzò disperata la voce.

Voltarmi o continuare a correre?

Fu questione di un attimo arrivare a una decisione.

Ed io scioccamente pensai di fare la cosa migliore, voltandomi e cercando di scansare quel calore immenso che mi avrebbe certamente bruciato vivo.

L’unica cosa che riuscii a fare prima che le fiamme mi avvolgessero, fu udire per l’ultima volta il suo richiamo.

«Ti amo, Peeta».

Ancora illusione o realtà? Questo non lo avrei mai scoperto, ma quelle semplici parole furono abbastanza per farmi sopportare gli ultimi istanti della mia vita dignitosamente.

Piccolo Sclero, senza senso. Eh eh eh...

Un bacio :)

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=885174