Sweet Emotion...

di Duffone
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Alcune parti di questa storia saranno scritte in base ai pensieri di Ellie.
Tutto ciò che è scritto in corsivo sono i pensieri dei personaggi.

Spero vi piaccia! :)

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Sono sempre stata nervosa prima di iniziare uno spettacolo, se così si può chiamare.

Mi sudavano le mani, avevo paura di sbagliare, di non essere all'altezza degli altri.

Il pubblico mi stava acclamando e la mia amica e collega Joan, mi disse di muovermi perchè non mi pagano per stare dietro alle quinte; ma sapeva benissimo come mi sentivo e quindi mi abbracciò dicendomi “Buona fortuna, dolcezza!”. Con questo augurio mi spinse sul palcoscenico, la paura svanì e iniziai a muovermi in modo sensuale rivolta al mio pubblico! Sì, sono una spogliarellista, una delle più richieste, del Nightclub in cui lavoravo.

 

Finito lo “spettacolo” scesi di fretta dal palco imbarazzata, strano per una come me, ma non mi sono mai abituata a questo lavoro. Mentre corsi dentro al camerino sentii Joan che mi urlava che sono stata fenomenale, ma non mi importa, volevo solo uscire al più presto da qui.

Ogni volta, dopo che soddisfavo il mio pubblico, mi ritrovavo a pensare alla mia vecchia vita: non era possibile che io fossi arrivata fino a questo punto. Mi ero trasferita da poco a Los Angeles pensando di fare la bella vita, ma mi sbagliavo, qui, quelli che si divertono sono solo le persone che assistono a certi spettacoli da quattro soldi. Prima vivevo in una piccolissima città nel Texas, con mia zia perchè i miei genitori sono morti, o così è quello che mi hanno detto. Tutti i miei ricordi iniziano da quando avevo 10 anni, cioè da quando mi trasferii da mia zia. Non sono neanche sicura che quella donna che mi trattava peggio di uno zerbino fosse mia parente, ma era l'unico posto dove potevo andare a vivere. La mia vita non è mai stata facile e penso che me lo sia anche un po' meritato, perchè la mia presunta zia mi continuava a ripetere che era colpa mia se i miei genitori erano morti. Ogni volta che me lo diceva l'avrei voluta ammazzare. E' per colpa sua che ora ho questo caratteraccio.

 

 

Mentre salivo le scale della mia casa, anzi topaia, in affitto, il proprietario mi fermò: voleva i soldi.

Non ce li ho! Lo sai benissimo” gli dico a bruciapelo.

Non mi interessa, o mi dai i soldi adesso oppure prendi le tue cazzo di cose e te ne vai!”.

E secondo lei, io dove andrei??”.

Non mi interessa cosa farei te, io voglio i miei soldi!”.

E io non ce li ho, cazzo!” gli urlo contro.

Bene, fai la valigia e togli il tuo bel culo da qui

Fanculo” mormorai tra me e me.

 

Uscii da quel porcile che chiamavo casa, quasi sollevata perchè non vedevo l'ora di andarmene da lì. Ora, il più grosso problema era trovare un albergo che non costasse tanto e un bar in cui sfogarsi.

Entrai nel primo bar che incrociai, ordinai la mia solita birra: quella notte non avevo voglia di vivere, ma solo cercare di dimenticare ciò che ero diventata.

 

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Hey ragazzi, guardate che bella ragazza!” urlò Slash già mezzo ubriaco. “Woooow... Quella devo proprio portarmela a letto, cazzo!” affermò Axl. Izzy scosse la testa, quella sera proprio non aveva voglia di stare insieme a quei ragazzi, quindi si distaccò da loro due e disse che quella sera non voleva passarla dentro in un letto, mezzo fatto e con una puttanella da quattro soldi. Gli altri due si scambiarono sguardi perplessi e poi fecero le spallucce e si allontanarono ridendo.

Mentre Izzy percorreva la solita strada che lo conduceva al suo luogo preferito, sentì delle urla che provenivano dal vicolo vicino. Corse per vedere che succedeva e si trovò davanti una scena che gli provocò dolore: un tipo, molto probabilmente un tossico, stava cercando di convincere una ragazza ad avere un rapporto.

Ti prego lasciami!” urlò la ragazza. A Izzy quella voce le sembrò una melodia.

Dolcezza, ho visto come muovevi quel tuo bel culetto al Nightclub e pretendo un “balletto” personale”.

Vai via. Lasciamiiii!!!

Dai, fatti toccare un po'”. Il tipo le teneva le mani ferme mentre toccava l'esile corpo della ragazza.

Il moro, alla vista di questa scena, si fece avanti e tirò un gancio al tossico. “Prima che ti riempia di cazzotti è meglio che tu sparisca. E lascia stare sta ragazza! Intesi?” lo avvertì Izzy. “E tu chi cazzo saresti, scusa? Ma vattene e lasciami in pace con sta puttanella” ribadì il tossico, cercando di alzarsi aggrappandosi alle gambe della ragazza impaurita. “Allora non hai capito un cazzo! Ti ho detto di lasciarla stare!”, e lo stese con un calcio. Il tossico biascicò qualcosa e se ne andò via tutto infuriato.

 

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Oh.. emh.. Grazie!” dissi cercando di non fargli capire che sono terrorizzata.

Oh, fa niente! Comunque tutto bene?”

Sisi, grazie! Ma non dovevi, so cavarmela anche da sola” mento.

Lui mi guardò intensamente...

Perché continuava a fissarmi con i suoi intesi occhi scuri? E perché mi sentivo avvampare?

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Questa storia l'avevo già iniziata a pubblicare, è solo che rileggendola ho notato parecchi errori, quindi ho deciso di correggerli e di ripubblicarla :)






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