Hello, is it me you're looking for?

di Itsamazaynx
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Primo Capitolo.
Finisco di copiare gli ultimi appunti, rileggere l’articolo e aggiustare la bozza. Soddisfatta del lavoro, chiudo la cartella e metto tutto su una penna usb. Abbasso lo sguardo sull’orologio a destra sullo schermo del pc e felice mi appoggio allo schienale della poltrona del mio ufficio.
5.45
Cinque e quarantacinque. Le sei meno un quarto. Diciassette e tre quarti, le diciotto meno quindici.
Se continui a ripeterlo, il tempo non passerà più fretta, Holly!  - dico tra me
E’ troppo presto per andare a casa, e troppo tardi per prendersi un’ora di permesso.
Devo mantenere la calma, tra poco potrò uscire da questa scatola bianca dove l’unico suono che si sente è il battito dei tasti del computer, a volte mi prendono attacchi di panico, le finestre sono minuscole e non riesco a respirare per via dell’aria viziata, ma poi mi affaccio da una di queste e il panorama che si apre davanti a me, mi tranquillizza.
Londra, una delle più belle città che esistano.
< Già finito? > la voce nasale e irritante di Jackson,  il bradipo ficcanaso-rubaspillatrici con cui per mia grande sfortuna condivido l’ufficio, mi riporta alla realtà.
< Sì > un secco sì, ecco ciò che si merita non lo sopporto, è un quarantenne che vive ancora con i genitori e trova la massima felicità girando per siti porno invece di lavorare. Quando sarò la direttrice di un importante giornale di moda farò ti tutto per farlo licenziare, lui e la segretaria del direttore si contendono il primo posto della mia lista nera.
Janet, una donna sulla sessantina, voce potente e sguardo indagatorio, è la segretaria del signor Shepperd, il direttore della redazione del mensile da quattro soldi in cui lavoro da più o meno tre mesi. Odio questo posto con tutta me stessa. Ma mi serve, ‘per farmi le ossa’ come dice mio padre. Mi serve per capire come funziona il mondo del lavoro, se voglio diventare una giornalista di cronaca conosciuta in tutto il mondo devo prima scrivere pezzi sull’eccezionale scandalo delle mozzarelle blu, come quello che ho appena finito.
 
5.50
Cinque minuti? Sono passati solo cinque minuti?
Morirò qui dentro, me lo sento. Non riuscirò mai più a vedere la luce del sole e respirare aria pulita. Mi metto a ricontrollare il pezzo, rileggerlo di nuovo. Oramai lo conosco a memoria, potrei diventare un’annunciatrice del telegiornale sarebbe bello, mi ci vedo a destreggiarmi tra notizie dell’ultima ora e interviste di ospiti illustri.
La tosse da fumatore accanito del mio ‘inquilino’ di ufficio mi dice che è quasi ora dell’uscita, accende la sua sigaretta con la stessa disinvoltura di tutti i giorni, è un gesto quotidiano che puntualmente mi dà ai nervi.
L’orologio sopra lo sportello dell’ascensore segna le sei.
E con gran calma che subito si trasforma in fretta afferro la mia borsa, il mio cappotto ed esco da quella prigione.
Lascio la pennetta alla segretaria gridandole di consegnarla al direttore il più presto possibile e mi butto letteralmente nella cabina dell’ascensore. Ansiosa che lui entri.
Chi è lui? Bè, lui è il ragazzo biondo cenere che lavora al quinto piano. Non so da quanto è qui, forse anche lui è in prova come me o forse è solo uno di quei ragazzi-postino che consegnano le ricevute dei pagamenti o appunto la posta a chi lavora lì.
So poco di lui, anzi quasi niente.
E’ irlandese, si riconosce dal suo aspetto. Ha perso l’accento, oramai si è adattato perfettamente alla metropoli londinese, potrebbe passare anche per un normale londinese solo se non fosse per i suoi  capelli biondissimi ed occhioni chiari, azzurri cielo. Io credo sia una delle creature più belle in assoluto.





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