01. La
Grotta.
Allen socchiude gli occhi, tossendo
per la polvere che
l’attacco degli Akuma ha sollevato.
Kanda si sta dando alla pazza gioia,
Mugen saetta come
impazzita trafiggendo qualsiasi nemico si trovi alla sua portata.
- lasciane un po’ anche a
me, Bakanda! – protesta l’albino,
brandendo la propria spada. Kanda ringhia qualcosa che Allen non sente,
perché
troppo occupato a schivare le pallottole di un nugolo di livello uno.
Dopo qualche attimo, gli alberi
intorno a loro finiscono
disintegrati e i livello uno esplodono sotto i colpi
dell’albino.
Johnny si sporge da dietro il masso
dove si è rifugiato,
osserva Kanda saltare ed abbattersi con forza su un Akuma. Il
proiettile che
questi gli aveva destinato va ad abbattersi contro una parete rocciosa,
frantumandola.
Sono troppi
per un
bosco sperduto nel nulla. Ragiona l’albino, girando
agilmente su sé stesso
e trapassando tre o quattro Akuma che l’avevano accerchiato.
Questi esplodono
in nuvole di quella che sembra cenere, lasciando dietro di
sé scie di vapori
tossici.
Kanda libera i suoi insetti
infernali, colpendo accidentalmente anche
Allen che sobbalza
quando una delle simpatiche creaturine gli azzanna amorevolmente
una gamba.
- sta’ attento, Bakanda!
– gli ringhia accigliato, quando
vede il ghigno soddisfatto sul volto dell’altro. –
o ti raso a zero! –
Il più piccolo colpisce un
Akuma, schiva l’ennesimo colpo e
la (solita) parete rocciosa cui sta dando le spalle frana ancora un
po’. Kanda
non commenta, si limita a digrignare i denti poco finemente prima di
tranciare
di netto la testa ad uno dei due livello tre, la cui unica colpa era
quella di
essersi avvicinato troppo al giapponese.
L’altro livello tre
è appollaiato su uno spuntone roccioso
particolarmente alto, creato dalle frane della parete rocciosa. Allen
alza lo
sguardo verso di lui, poi prosegue ed osserva il la fiancata innalzarsi
fino
quasi a toccare le basse nuvole che coprono l’intero bosco e
che minacciano
pioggia.
Torna a guardare il livello tre, che
lo fissa di rimando con
un ghigno ben poco rassicurante. Allen chiude gli occhi, prende un
sospiro e
striscia lentamente il piede destro sul terreno fino a portarlo
più avanti
rispetto all’altro. Stringe la presa sulla spada e scatta:
con un balzo si
ritrova a quasi alla stessa altezza dell’Akuma,
il mantello che gli volteggia sulle spalle. Mena un fendete, che va a
vuoto perché
l’Akuma si sposta ed
Allen è costretto a
lasciare la spada per aggrapparsi ad una sporgenza della roccia,
evitando la
caduta.
- saaalve,
Quattordicesimo ~ - canticchia
l’Akuma, ora appeso a testa in giù al suo
spuntone. Allen gli lancia
un’occhiata piena d’odio che fa ridere
l’Akuma. L’albino si lascia cadere verso
il basso, questa volta pronto ad atterrare, e riafferra la propria
Innocence.
Lancia uno sguardo di sfida al proprio avversario, che non aspetta
certo un suo
invito per lanciarsi all’attacco. Allen si abbassa, schiva il
colpo e con un
movimento agile si gira e trapassa l’Akuma che lo guarda
stupito. Ma lo stupore
passa in un lampo, ed Allen è costretto a sfilare la spada
dal ventre del
proprio nemico per schivare i spessi aghi intrisi di veleno che
l’Akuma gli sta
sputando addosso. Rotola via dalla portata d’attacco
dell’avversario e sta per
rialzarsi, quando la lama affilata di Mugen taglia via di netto la
testa anche
a questo Akuma.
- ehi – protesta Allen,
puntando la propria spada contro
Kanda. – quello era mio –
- sei troppo mammoletta per uccidere
un livello tre –
ribatte Kanda, rinfoderando la propria katana con fare vagamente
soddisfatto.
Allen sbatte un attimo le palpebre prima di cogliere appieno il senso
della
provocazione.
- guarda che io ho ucciso anche dei
livello quattro! – lo
rimbecca, alzandosi in piedi e lasciando che la propria Innocence
riprenda la
forma del suo braccio.
- grazie a me e Linalee, Mammoletta
– ghigna l’altro
Esorcista, scoccandogli un’occhiata di
superiorità. Allen assottiglia lo
sguardo e balza in piedi.
- è Allen! –
Si bloccano entrambi, Kanda sul punto
di aprire bocca e fare
qualche commento pungente, Allen già pronto a sferrare un
pugno dritto sulla
faccia dell’altro.
Entrambi si voltano di scatto nella
stessa direzione,
ritrovandosi a fissare il tronco avvizzito di un albero.
Allen
sbatte le
palpebre e per qualche attimo il suo cervello non riesce a comprendere
appieno
la mancanza che sta registrando.
Poi
se lo ricorda – si ricorda che Lavi
è
disperso, che non si sa nemmeno da dove partire, che è per
questo che non è lì
a ridere del loro battibecco – e si dà
dello stupido. Chissà perché, poi,
si è aspettato di dover sentire la risata di Lavi. Non
è la prima volta che
succede, da quando Kanda e Johnny l’hanno ritrovato, ma
quando era ancora
all’Ordine e andava in missione con Kanda non gli succedeva
mai. Forse
perché sapeva che Lavi era alla Home a
bivaccare, o a leggere in biblioteca e non svanito nel nulla.
È incredibile il
modo in cui la preoccupazione rende tutte le cose completamente
diverse.
Kanda aggrotta le sopracciglia, poi
distoglie lo sguardo
come se nulla fosse.
- tutto bene, ragazzi? –
domanda Johnny, osservandoli
incuriosito. Allen si volta verso di lui e fa un sorriso tirato.
- si, tutto ok. – gli
risponde, cercando di tenere ferma la
voce.
- li avete uccisi tutti? –
chiede allora Johnny, con un
sorriso, facendo molto delicatamente finta di niente.
- alcuni sono fuggiti –
grugnisce Kanda, sedendosi con poca
grazia su un sasso. Allen inarca un sopracciglio.
- non fuggirebbero, se ci fosse
dell’Innocence nei dintorni
– nota, grattandosi con fare perplesso una guancia.
– non avrebbe senso –
- forse sono andati a chiamare un
Noah – suggerisce timoroso
Johnny, ed Allen arriccia il naso con disappunto.
La pioggia inizia a cadere leggera,
poi sempre più fitta ma
nessuno di loro dà segno di volersi muovere
finché Allen non dice:
- forse è il caso di
cercare un riparo. –
Johnny annuisce, si carica sulle
spalle il proprio bagaglio
mentre gli Esorcisti fanno lo stesso, e s’incammina,
tenendosi sempre il più
vicino possibile alla parete rocciosa, sperando in una sporgenza
particolarmente
ampia che permetta loro di ripararsi.
Sta giusto rinunciando
all’idea di trovare riparo quando vede
una sottospecie di grotta naturale. Fa segno ai due ragazzi dietro di
sé di
affrettarsi, infilandosi poi velocemente nell’apertura non
troppo larga della
caverna.
All’interno, lo spazio
è ampio ma decisamente buio.
Fortunatamente Allen ha pensato di raccogliere qualche ramo trovato a
terra,
quindi Johnny si mette alla ricerca dell’accendino che
è sicuramente finito in
fondo a tutta la loro roba.
Quando finalmente lo trova, ci
vogliono una decina di
tentativi prima che il fuoco faccia presa sul legno umido del bosco e
in quei
minuti Allen sente ancora di più la mancanza di Lavi, che
avrebbe acceso il
fuoco in un battibaleno – e che
magari
l’avrebbe abbracciato, scaldandolo ancora di più.
Allen scuote la testa
e s’impone
di non pensarci, portandosi le ginocchia al petto e rabbrividendo per
il
freddo.
Kanda è
irrequieto, continua a
muoversi avanti e indietro per la caverna e ad affacciarsi
sull’uscita per
vedere la situazione esterna. Allen
vorrebbe dirgli di smetterla, che gli sta dando fastidio, ma al
contempo non ha
voglia di litigare di nuovo con il giapponese. Così si
limita a sospirare,
nascondendo il volto contro le ginocchia ed appoggiandosi al muro.
Anche Kanda, dopo qualche ultimo
passo nervoso, va a sedersi
contro la parete in fondo alla grotta. Johnny sta per aprire bocca per
dirgli
di avvicinarsi al fuoco, altrimenti non farà altro che
prendersi un malanno, ma
all’improvviso Kanda scompare.
- Kanda! –
Allen balza di colpo in piedi,
raggiungendo il punto dove
prima c’era l’altro e scopre che sulla parete, ora,
si è aperto un passaggio e
che Kanda è molto elegantemente caduto al suo interno.
L’albino non riesce proprio
a trattenere un risolino
derisorio che si guadagna un’occhiata piena d’odio
e d’istinto omicida da parte
del giapponese.
Anche Johnny lo raggiunge.
- chissà dove porta
– domanda sommessamente, più a sé
stesso
che agli altri due. Allen sorride e torna indietro ad afferrare due
rami per
accendere delle fiaccole, lanciandone poi una a Kanda.
- scopriamolo – suggerisce,
una nota divertita nella voce.
Lo scienziato gli sorride di rimando e corre a prendere i bagagli e a
spegnere
il fuoco; poi segue i due Esorcisti.
Stanno scendendo degli scalini ripidi
e scivolosi da quella
che sembra un’eternità, quando davanti a loro si
apre improvvisamente un
corridoio che si dirama in due direzioni.
- probabilmente siamo sotto alla
parete – dice Johnny,
tirandosi su gli occhiali in un gesto automatico mentre scende
l’ultimo gradino
stando attento a non scivolare. – quindi penso che una
direzione valga l’altra.
–
Kanda si avvia senza nemmeno una
parola verso la sinistra,
chiudendosi meglio la giacca per via del freddo che inizia a farsi
sentire prepotentemente.
Allen tossicchia e nuvolette di denso
vapore gli si formando
intorno al volto, facendolo sorridere. Johnny, invece, batte forte i
denti e si
stringe di più nel proprio cappotto.
Dopo qualche minuto
di cammino in
cui non accade nulla d’interessante, la luce delle torce
comincia ad illuminare
delle cavità su entrambi i lati. All’inizio sono
semplici buchi all’altezza del
viso, poi si fanno sempre più grandi fino a raggiungere le
dimensioni di una
camera.
Le prime che incontrano sono vuote,
ed Allen vi guarda
dentro distrattamente, chiedendosi sorpreso a cosa mai possano servire
delle
stanze vuote in una galleria sotterranea, ma poi le stanze cominciano
ad avere
delle sbarre che impediscono l’entrata – o
l’uscita – ed infine delle vere e proprie
porte.
Alcune sono in legno e, nonostante
siano chiuse a chiave,
Kanda le abbatte con un calcio. Altre sono in metallo, così
resistente che
nemmeno i colpi del giapponese fanno nulla.
Ma Allen, dopo qualche ispezione,
decide che preferisce che
rimangano chiuse.
La prima che porta che aprono,
infatti, rivela una decina di
scheletri incatenati al muro esattamente di fronte alla porta.
- o.. oddio – rabbrividisce
Johnny, distogliendo lo sguardo.
- è.. una sottospecie di
prigione? – ipotizza Allen,
mordendosi l’interno della guancia. – forse
c’è qualcun altro –
Kanda gli lancia
un’occhiata e Allen crede di poter capire
che anche lui sta pensando quello che sta pensando lui.
La seconda contiene un lungo tavolo
di legno, simile a
quello che Komui ha nel suo laboratorio segreto – e Allen lo sa, perché Lavi, dopo
l’ennesimo Komourin distruttore, ha
deciso che serviva una spedizione punitiva. Così
l’albino si era ritrovato,
assieme al rosso e a Kanda, dentro uno stanzone inquietante dove
l’unico grande
tavolo era occupato da un’infinita marea di strani aggeggi ed
altre cose poco
rassicuranti che Lavi si era assicurato di lanciare accuratamente per
terra con
forza distruttiva.- solo che quello della stanza ha sopra
un’ordinata serie
di strani attrezzi che sembrano predisposti alla tortura.
La terza,
segna
definitivamente la loro fine: quando Kanda distrugge la porta una
dozzina di
Akuma, tra cui tre livello tre, si voltano verso di loro.
Allen sente Johnny, dietro di
sé, irrigidirsi e cominciare
ad arretrare lentamente.
- porca miseria – impreca
Kanda a denti stretti, serrando la
mano destra sull’impugnatura di Mugen, pronto a sguainarla.
C’è un attimo di
calma, prima che si scateni l’inferno.
Kanda non ci impiega nemmeno un
attimo e alcuni Akuma non
fanno nemmeno in tempo a muoversi che Mugen li ha già
tagliati a metà.
I minuti che seguono sono solo
confusione, esplosioni ed
altra confusione ancora.
Quando agli Akuma già
presenti se ne aggiungono altri
arrivati da qualche meandro della grotta, i tre decidono di fuggire
lungo il
corridoio, sperando di trovare un’uscita.
Così, mentre Kanda corre
all’indietro per affettare chiunque
si avvicini troppo, Allen e Johnny s’affrettano lungo il
corridoio fino ad
arrivare ad un bivio.
Johnny prende di corsa il corridoio
sulla destra, che sembra
illuminato da una luce esterna di cui non riesce ad intuire la
provenienza, ma
Allen si blocca davanti all’altro corridoio, e fissa il nero
fitto senza
riuscire proprio a distogliere lo sguardo.
Senza quasi accorgersene avanza,
facendosi luce con la
fiaccola, e Kanda gli lancia un insulto mentre trafigge
l’ultimo Akuma che li
ha seguiti.
Ma Allen lo ignora, e la sua torcia
rivela che il corridoio,
in realtà, è un vicolo cieco che si chiude con
una porta di metallo.
- Allen? – Johnny si
affaccia sul corridoio, chiamandolo
perplesso.
- Mammoletta! Che stai facendo!
– ringhia Kanda, irritato.
- è Allen! –
ribatte scocciato l’albino, appoggiando la mano
sulla maniglia della porta e spingendo.
Si sorprende di trovarla aperta, e
per qualche attimo rimane
fermo, indeciso sul da farsi. Poi la socchiude e sbircia
all’interno attraverso
la fessura: è vuota, o almeno così gli sembra a
causa del buio. Aggrotta le
sopracciglia, e si sente quasi deluso per essersi fatto ingannare da
una
stupidissima sensazione.
Sta per chiuderla nuovamente, quando
sente un mugolio
sommesso, appena percettibile.
Allen s’immobilizza, poi
spalanca del tutto la porta e si
fionda all’interno, voltando lo sguardo in tutte le direzioni
finché non trova
la provenienza del suono.
Ci mette un attimo, ma alla fine
riconosce la figura
accasciata contro il muro.
- ..! –
NdA.
Uccidetemiii .____.
No, davvero. Come posso aver scritto
una cosa simile? Ç___ç
La colpa è di
Phantom_Miria e della sua frase incriminante
che metterò alla fine del terzo capitolo. –
perché, suvvia, è ovvio chi sarà
salvato, ma noi non lo citiamo per mantenere la suspance u.u
In qualsiasi caso, questo capitolo fa
schifo. Non ho voglia
di andare a correggere quello che ho scritto, ma penso andrò
comunque per
evitare le bacchettate della mia Musa improvvisata.
Boh. Parlando d’altro.
Mi ero rotta di vivere a one-shot,
quindi mi impegnerò e scriverò
qualcosa di più lungo (ossia una storia di tre capitoli.
Ahah, lunghissimo XD).
Il capitolo non mi piace davvero,
odio i capitoli di stupida
introduzione/descrizione, perché non riesco mai a scriverli
è___é
In qualsiasi caso, oggi mi sono
comprata un cestino e
sappiate che tutti gli ortaggi che lancerete saranno raccolti ed
utilizzati per
scopi nobili u.u
Kanda è difficile da
muovere. Perché? È___è
E Johnny non so come farlo
comportare! *si dispera*
Almeno Allen si salva. (forse. No.)
E perché ho scritto al
presente continuando ad utilizzare
fottutissime coordinate? Non lo so.
Arriveranno mai, delle risposte, a
dare un senso a questa
fic? Probabilmente no.
OH, BASTA.
Andrò a vergognarmi di
quello che ho scritto da qualche
altra parte.
Addio *aria drammatica*
P.S. secondo voi esiste un sinonimo
di Akuma? No, perché mi
sono scoperta a scriverlo almeno trenta volte, e la cosa diventa
sconcertante
D:
P.P.S anche “parete
rocciosa” l’ho scritto almeno quindici
volte. Sono davvero molto ripetitiva D:
_ L a l a
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