Dopo
un grande dolore viene un senso solenne,
i
nervi stan composti, come tombe.
Il
Cuore irrigidito chiede se proprio lui
soffrì
tanto? Fu ieri o qualche secolo fa?
I
piedi vanno attorno come automi
per
un'arida via
di
terra o d'aria o di qualsiasi cosa,
indifferenti
ormai;
una
pace di quarzo come un sasso.
Questa
è l'ora di piombo, e chi le sopravvive
la
ricorda come gli assiderati rammentano la neve;
prima
il freddo, poi lo stupore, infine
l'inerzia.
Emily
Dickinson
Tra le sue mani stringeva
le piccole dita del suo bambino. Un
ciuffetto biondo compariva sulla fronte. Gli occhi chiusi a nascondere
i suoi
occhi, identici a quelli di suo padre. Del suo uomo.
Strinse il bambino a
sé. L’aveva dato alla luce solo poche
ore prima. Accanto a lei uno stanco Harry era semi addormentato. Lui e
gli altri
avevano fatto turni per rimanerle accanto. Come se la loro presenza
potesse
colmare la sua assenza. Certo voleva loro un immenso bene, ma con lui
era
diverso. Necessitava della sua presenza, ora che tra le mani aveva solo
la sua
assenza.
Lasciò che una
lacrima scivolasse sulla sua guancia,
proseguendo lungo l’incavo e poi sul collo. Pensò
che quella lacrima fosse una
sua carezza. Era sicuro fosse lì, sempre con lei, ad
osservare il loro bambino.
Fece scorrere le dita su
quella morbida pelle chiara, su
quei pochi capelli.
Era la sua fotocopia. Una
parte di lui l’avrebbe portata con
sé, l’aveva partorita.
Non riusciva a staccare
gli occhi dal suo bambino, e a
chiedersi il perché, il perché lui
le
fosse stato portato via. Proprio ora.
Faceva freddo nella stanza
del San Murgo, o forse
semplicemente era il suo animo ad esser freddo, vuoto.
Harry addormentato aveva
cambiato posizione, sul volto un
rossore causato dall’essersi addormentato con il viso
appoggiato alla mano destra.
Sorrise lievemente
baciando il capo del bambino che
stringeva a sé.
Non aveva ancora deciso un
nome per il suo bambino. Non erano
riusciti a deciderlo.
Un brivido le percorse la
schiena.
Immagini di lui privo di
vita sfilarono nella sua mente. I suoi
occhi privati della sua lucentezza. Le sue mani fredde. I suoi
singhiozzi
mentre accasciata contro il suo corpo freddo stringeva a sé
il pancione.
Le era stato portato via.
Tutto le era stato portato via.
Non tutto. Aveva lui.
“Draco.”
Sussurrò percorrendo il corpo del piccolo con le
mani.
“Sarà
questo il tuo nome.”
Lacrime amare scorrevano.
No, non l’aveva
perso. Lui era lì, accanto a loro. E lo
sarebbe sempre stato.
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