bozza.
- Quando mi
tagliai i capelli e piansi.
Dirò solo
questo:
"Grazie al cielo,
perchè pioveva incessantemente, la notte che ti incontrai."
La pioggia ci
rivestiva completamente, fondendosi al nostro animo
esitante, mentre mi sorridevi splendente.
Come i lampioni, che
proiettano luci malinconiche e rassegnate.
"Non preoccuparti". Ti
eri chinato a raccogliere l'I-Pod a terra, le
cuffie erano rimaste attaccate alle tue orecchie, dondolavano
interrogative.
Io ti guardavo,
spaventata, inorridita per essere finita su di te.
L'I-Pod era caduto durante lo scontro dei nostri corpi, correvi verso
chissà cosa. Come me.
"Scusami...", ripetei
per la quinta volta, mentre mi porgevi l'ombrello che era volato via,
libero.
"Non preoccuparti.",
di nuovo tu. "Vedi? Non si è rotto. Questo
I-Pod è da anni che cade e non si è mai rotto sul
serio."
Sorridevi ancora, la
pioggia ti bagnava. Le gocce si facevano grandi
sulla tua giacca nera. "Non ne ha abbastanza ancora, beato lui."
Ti sei sistemato bene
il cappuccio della giacca e mi hai salutato, toccandomi un braccio con
gentilezza.
Ho capito che siamo
foglie in mezzo al nulla, che credono di saper
volare senza rendersi conto di stare per abbracciare duramente il
freddo e doloroso suolo.
I tuoi occhi scuri mi
presero da parte, mi dissero: "sei a casa."
La pioggia cadeva,
l'acqua ha rimescolato e impastato i visi che avevo
precedentemente incontrato nella mia vita, facendo nascere il tuo.
Ti fermai, non ti
lasciai andare quella notte.
Hai una cicatrice
sotto il sopracciglio sinistro, in quel punto i peli
sono restii a crescere ma non fa differenza: ti dona, irresistibilmente.
Ho aspettato per un
segno.
Quando mi chiesero per
quale motivo sorridevo dopo mesi e mesi, risposi
che in realtà non avevo capito nulla della mia vita:
se il mondo sarebbe
esploso, da lì a un battito di ciglia, io
avrei voluto far cadere quell'IPod per un'altro pezzo di
eternità.
Mi ero tagliata i
capelli, mi sentivo ispirata, l'aria passava dietro il mio collo
baciandomi.
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