A poisoned birthday

di Sherlock Holmes
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 L’uomo si voltò, controllando così di non essere seguito.
Il suono dei suoi passi rimbombò nei vicoli bui di Londra.
Una carrozza gli passò accanto, sferragliando.
L’uomo svoltò l’angolo.
Dopo pochi metri, si fermò improvvisamente davanti alla porta di una casa governativa.
Si risistemò colletto e cappello, prima di bussare.
La porta venne aperta, e l’uomo fu fatto accomodare in un salottino.
Davanti a lui, si stagliava una sagoma piuttosto massiccia, allungata in poltrona.
L’uomo, schiarendosi la voce, iniziò a parlare:- Sono venuto da lei perché intenzionato a farla pagare a Sherlock Holmes.
La sagoma nell’ombra si riscosse. Sobbalzò, come se stesse ridendo in silenzio.
- Ho pensato a lei… Perché è l’unico in grado di tenergli testa…- continuò l’uomo.
La massiccia silhouette si sporse verso l’uomo. Il volto di Mycroft Holmes, prima nascosto dalla semioscurità, venne illuminato dalla luce della lampada a olio.
- Lei è venuto dalla persona giusta. Glielo assicuro.-




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