Scritta
per il Slam Dunk Contest indetto su Efp da Babysonfire!
Prima
classificata!!!!:DD
Dopo
tanti anni
è stato un po' come incontrare due vecchi amici... sono
davvero pazza, lo so!:D
Disclaimers:
I
personaggi non appartengono a me, anche se sono
particolarmente affezionata a questi due!!!!(Che nostalgia!)
Assurdo
Palleggio, palleggio, tiro,
canestro.
Kaede
fissò il pallone compiere la sua
parabola perfetta e infilarsi nella rete del canestro.
Quaranta,
contò mentalmente
passandosi il braccio sulla fronte madida di sudore.
Il
sole stava
già tramontando ed era
solo a metà del suo allenamento pomeridiano.
Mancavano
almeno
sessanta canestri da
tre punti e altri cento in terzo tempo. Non gli era mai accaduto di
fare così poco di sabato
pomeriggio,
neppure quando era malato o
infortunato. Eppure per qualche ragione, quel giorno non riusciva
proprio a concentrarsi.
Palleggio,
palleggio, tiro...
Con
orrore
guardò il pallone colpire
il cerchio di metallo arrugginito del canestro e rotolare al suolo.
Fuori.
Se
non fosse
stato così distante dal
suo carattere avrebbe imprecato a gran voce.
Ma
lui non era
tanto idiota... la
parola gli fece tornare in mente un'assurda testa dai capelli rossi.
Kaede
scosse il
capo e andò a sedersi
sulla vecchia panchina accanto al campetto in cui era solito
allenarsi nei week end.
In
giro non
c'era nessuno, forse per
l'aria piuttosto fredda di novembre, ma a lui non dispiaceva.
Significava
solo
poter aver tutto il
campo per sé.
Non
che gli
servisse a molto in quelle
condizioni.
Sbuffando
irritato aprì la cerniera
del suo borsone e prese la bottiglietta di energizzante che portava
sempre agli allenamenti, tanto
valeva tornare
a casa a farsi una
doccia e una lunga dormita.
Non
aveva senso
continuare a giocare,
quando il suo cervello sembrava altrove.
“E'
solo un cerotto stupida volpe,
mica una proposta di matrimonio!”
Rukawa
si bloccò,
la bottiglietta ancora premuta contro le labbra e gli occhi blu persi
nel vuoto, non riusciva a togliersi quella stupida
voce dalla testa.
A
volte la sentiva
così nitida da costringerlo a voltarsi alla ricerca di
quella
irritante testa rossa.
Forse
stava
impazzendo.
O
forse l'idiota
aveva trovato il modo di torturarlo anche quando non c'era.
Lui
e le sue
cretinate senza senso.
Non
capiva la metà
di quello che gli diceva e niente di quello che faceva, ma negli
ultimi giorni aveva cominciato a comportarsi in
modo ancora più
strano del solito.
Se
Kaede non l'avesse ritenuto del tutto impossibile, avrebbe quasi
creduto che cercasse di essere... gentile.
Con
lui.
Con
Kaede Rukawa.
La
sua
autoproclamata nemesi.
Il
che ad un occhio
esterno poteva anche sembrare un miglioramento, ma non per lui.
Un
casinista
gentile, a quanto sembrava, poteva rivelarsi assai più
fastidioso ed
irritante di un casinista idiota.
E
adesso Sakuragi
se ne andava in giro a prestare cerotti.
“Perdi
sangue volpino, sei il
solito svampito!”
Kaede
non ricordava
neppure come si era tagliato, sapeva solo che la sua mano era sporca
di sangue e il suo indice faceva male.
Niente
da provocare
le grida di quel babbeo, ma ci voleva poco per farlo agitare. Almeno
quella era una cosa che non poteva cambiare.
C'era abituato.
Ma
non a quello che
era accaduto dopo.
“Tieni,
mettici questo, volpe”.
Rukawa stava per mandarlo al diavolo, lui e qualsiasi cosa stesse
cercando di rifilargli, ma quando aveva alzato il capo, Sakuragi
teneva
in mano un cerotto e sembrava del tutto serio.
Niente battute, niente scherzi, niente grida. Solo una mano tesa e un
cerotto con sopra disegnati dei palloni da basket.
Era rimasto del tutto scioccato, incapace di muoversi di fronte a
quello spettacolo assurdo.
Aveva atteso incredulo, fissando quelle stupide dita, aspettandosi
chissà quale battuta, ma non era accaduto.
“E'
solo un cerotto stupida volpe, mica una proposta di
matrimonio!”
Aveva
sbuffato Sakuragi, e forse si sbagliava, ma gli sembrava di averlo
visto arrossire alle sue stesse parole “Prendilo,
su!”
Ancora ammutolito, e un po' diffidente, Rukawa aveva afferrato il
ridicolo cerotto, quasi aspettandosi che l'altro ritirasse la mano
all'ultimo
secondo.
Non era accaduto.
Sakuragi si era limitato a fissarlo mentre lo applicava intorno al
dito e Rukawa aveva atteso in silenzio che dicesse qualsiasi cosa gli
passasse
in quella zucca vuota.
Il ragazzo sembrava in imbarazzo, cosa impossibile per uno come lui.
Dondolava da un piede all'altro, una mano tra i cortissimi capelli
rossi.
“Dovresti
stare più attento volpino, c'è chi ci tiene a
te”.
Aveva detto infine, afferrando il proprio borsone e quasi scappando
dagli spogliatoi.
Kaede l'aveva guardato confuso, assonnato, ma da quel momento non
aveva fatto altro che tornare a quell'assurda conversazione.
Inutile dire che ancora non aveva capito perché fosse
così
importante.
Ovviamente il suo cervello aveva colto qualcosa che a lui era
sfuggito.
C'era un significato particolare in quel dannato cerotto?
Kaede lo osservò in silenzio, come se lo stupido pezzo di
carta
potesse rivelargli la risposta al suo dilemma. Alla fine, sconfitto,
tornò
alla sua bicicletta e infilò le cuffie nelle orecchie.
“Dovresti
stare più attento volpino, c'è chi ci tiene a
te”.
Kaede frenò nel vialetto.
“C'è
chi ci tiene a te”.
Che l'idiota si riferisse a se stesso?
Rukawa scosse la testa di fronte a quel pensiero ridicolo.
Si faceva troppi problemi, non era detto che quel deficiente pensasse
davvero le cose che faceva, probabilmente era solo di buon
umore,
tutto qui.
Con un altro sospiro, Rukawa lasciò le scarpe e il borsone
all'ingresso.
Nella penombra, le parole di Hanamichi gli tornarono per l'ennesima
volta in mente.
Kaede si sentì arrossire.
Ma era assurdo. Del tutto assurdo.
End
Spero
vi sia piaciuta!!!
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