I wanted to breathe smoke

di Gondolin
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[Eastern Promises] I wanted to breathe smoke
Personaggi/Pairing: Nikolai/Kirill
Rating: PG
Wordcount: 937
Warning: slash (one sided, non succede niente), switch identities (Kirill è semplice autista l'infiltrato e Nikolai il figlio del boss), UST
Note: Su suggerimento di [info]ladyaika, che è malvagia e meravigliosa, scritta per il Quarto giorno dell'Auvento dell'[info]auverse.
Traduzioni:
vinimaie = attenzione
eer = signore
khorosho = bene
Dovrei piantarla di infilare parole così, ma, oh, il film era mezzo in russo, e io non posso resistere alla tentazione anche perché questa è la lingua che mi fa più sesso in assoluto.
Il titolo è una citazione di Fight Club.


Kirill non era mai stato un gran bevitore. Certo, le birre con gli amici o gli occasionali incontri di faccia col pavimento dopo qualche delusione amorosa e qualche shot di troppo, quelli c'erano stati. Ma mai frequenti, né così terribili da ritrovarsi il giorno successivo a non ricordare più niente.
Il suo ultimo lavoro però aveva cambiato le cose. All'inizio era stata una recita, un falso, come tutto il resto nel suo personaggio. I pesci grossi sono più propensi a lasciarsi sfuggire dettagli importanti se sono convinti che lo scagnozzo nell'angolo della stanza sia impegnato a conversare con la fatina verde piuttosto che ad ascoltarli. Kirill si era quasi guadagnato una promozione, così -poi quegli stronzi dell'FSB avevano deciso che il suo rischiare le chiappe come infiltrato non valeva un aumento di stipendio. Bilanciava i momenti in cui si fingeva ubriaco fradicio con quelli in cui era un irreprensibile guardia del corpo, ed era miracolosamente riuscito ad evitare guai. Miracolosamente non era una parola usata a sproposito, vista la nota severità di Nikolai Semyon. Kirill non sapeva ancora come l'avesse scampata, né come la sua copertura non fosse stata scoperta immediatamente. Nikolai -Mr. Semyon- aveva quel modo di scrutarti con quei suoi occhi color ghiaccio che sembrava dovesse leggere l'elenco di peccati scritto sulla tua anima per decidere il più appropriato girone infernale.
Ok, forse Kirill esagerava un po'. Forse era lo stress di dover mantenere una facciata ventiquattro ore su ventiquattro, forse era che quegli occhi li osservava un po' troppo a lungo, un po' troppo spesso. E forse era anche che gli sembrava sempre che quegli occhi lo seguissero ogni volta che distoglieva lo sguardo. Ma ovviamente questa era solo un'impressione. Perché mai Nikolai avrebbe dovuto fissarlo? Se avesse avuto anche il minimo sospetto su di lui, il suo cadavere avrebbe già toccato il fondo del Tamigi. Altrimenti, che motivo poteva avere? Di certo non gli guardava il culo. A Kirill venne da ridere, ma fu rapido a nascondere il suo amaro divertimento in un colpo di tosse. Sapeva bene quello che Nikolai pensava delle “checche schifose che infestano questa città”. E no, accidenti, non stava affatto sviluppando una morbosa ossessione per il figlio del boss mafioso che sarebbe stato suo compito distruggere.
Sfortunatamente per Kirill, la sua mente di poliziotto era troppo allenata a scovare la verità sempre e comunque, per quanto scomoda. E in quel caso la verità stava nei brividi che gli scorrevano sottopelle ogni volta che Nikolai gli passava troppo vicino e nei sogni che lo facevano svegliare mordendo il cuscino per la frustrazione. Quando era stato reclutato, anni prima, un vecchio poliziotto che aveva lavorato a lungo come infiltrato, l'aveva avvertito: “Vinimaie, figliolo. Se non ti ammazzano prima, diventa un'ossessione. Vivi, mangi, dormi, respiri il tuo lavoro. Non esistono pause. E finisci per innamorarti del pericolo.”
Un paio di dita gli schioccarono davanti al naso, richiamandolo alla realtà.
- Non avrai bevuto di nuovo?
Niet, eer. - rispose prontamente.
Kirill non era mai stato un gran bevitore, ma ultimamente la continua finzione gli aveva incurvato le spalle e disegnato nuove rughe intorno agli occhi e alla bocca, e lui aveva iniziato una relazione più intima con la vodka. Non più sputare senza inghiottire solo per l'alito, ma il primo sorso. Poi anche il secondo, e, perché no, magari pure il terzo. Stava attento a non esagerare, quel tanto che bastava per sentire il calore bruciargli la gola e lo stomaco, ma sapeva bene di essere su una via terribilmente pericolosa e autodistruttiva.
Khorosho. - Nikolai annuì e si accese una sigaretta. Mentre si rimetteva in tasca l'accendino contrasse le labbra intorno al filtro, inspirando a fondo, e quando soffiò via il fumo chiuse gli occhi.
Kirill si chiedeva come facesse quell'uomo, all'apparenza freddo e inumano, a far sembrare un atto semplice come fumare qualcosa di erotico. Non era possibile fraintendere il sospiro soddisfatto che accompagnava il primo tiro né l'abbandono della sua espressione. Kirill non vedeva l'ora di sbattere lui e suo padre a marcire in galera come meritavano.
- Oggi papa ha degli affari da sistemare, ma penso che domani vorrà vederti.
Krill non era un pivellino, e non fece nessuna di quelle cose stupide come stringere i pugni o contrarre la mascella o trattenere il respiro. Era stato nervoso dal primo istante in cui era entrato nell'organizzazione e non l'aveva mai mostrato. Ma in qualche modo Nikolai sembrò percepirlo comunque, dannato lui e i suoi sensi da lupo o qualsiasi bestia fosse, perché, sicuro come l'inferno, non poteva essere umano. - Rilassati, Kirill, sono buone notizie. - gli si avvicinò fino a soffiargli una nuvoletta di fumo dritta in faccia - Una promozione, a quanto pare.
Questa. Questa era l'occasione della sua vita. Una promozione significava ricevere le stelle, e le stelle significavano la fiducia dei Vor y Zakone. Significava essere uno di loro a tutti gli effetti. Nessun infiltrato c'era mai arrivato vivo.
Il ghigno soddisfatto sul volto di Nikolai stonava così tanto con la sua solita aria impenetrabile che Kirill temette che neanche lui ci sarebbe arrivato vivo. Un lupo, sembrava veramente un lupo con quell'espressione.
- Che ne dici di festeggiare? Ti porto nel serraglio di mio padre. Ti scopi una gran troia a gratis, che te ne pare? Non che tu normalmente - mentre scuoteva via la cenere dalla punta della sigaretta, si passò la lingua sulle labbra - debba pagare per il sesso, immagino.
Prima che a Kirill potesse venire un colpo (o un'imbarazzante erezione -quelle maledette labbra!), Nikolai era già dall'altra parte della stanza.
- Allora, che aspetti?




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