Ok...
*prende un respiro
profondo*
Salve a tutte e buon
inizio settimana!
Ho creato un'altra
delle mie pazzie, nata durante l'ora di filosofia.
Mi sono trovata con l'ispirazione a mille e con la voglia di creare una
nuova one shot, così ho preso carta e penna e ho iniziato a
scrivere. Probabilmente non vi interessa quello che sto dicendo, quindi
passo al dunque, promettendo a chi fosse interessata, di aggiungere
delle note a fine capitolo.
E' una storia
natalizia. Quasi tutte, durante il periodo natalizio,
creano almeno una one shot, ed eccomi anche io aggregata al gruppo.
Dedico questa storia
a due importantissime persone nella mia vita,
entrate così per caso grazie a questo meraviglioso sito e..
spero che non ne escano mai più: Athena (la mia
migliore
amica) e Giustina (la mia silver). Grazie di tutto e.. siete
importantissime per me :')
Inoltre ringrazio
Sofia (la mia Cherie) per aver creato questa
meravigliosa copertina (un'impresa e tantissime risate per farla LOL).
Vi lascio alla one
shot, anche perchè sono ansiosissima e nervosissima.
BUONA LETTURA!
"Oh, se uno potesse già conoscere l'esito degli avvenimenti
d'oggi!
Ma
basterà che si concluda il giorno, e tutto si
saprà."
W.
Sheakspeare.
Fino ad oggi non pensavo che potessero succedere così tante
cose in un giorno.
Possono avvenire
milioni di incidenti, ma in zone diverse del mondo.
Milioni di donne possono scoprire di aspettare un bambino, ma in case
diverse del mondo.
Centomila coppie potevano sposarsi, ma in chiese diverse.
Chissà quante bambine potevano far cadere il succo su un
vestito da cerimonia, pochi minuti prima di questa, ma per diverse
occasioni.
Milioni di persone possono fare milioni di cose nello stesso momento,
ma pur sempre in zone diverse del mondo e con un ordine cronologico
adeguato alle esigenze di chi le compiva.
Parole, parole, parole. Mille, milioni, miliardi di parole pronunciate
nello stesso momento da persone diverse e con un pensiero diverso nella
propria mente, forse le stesse parole ma con, pur sempre, significati
personali e sfumature proprie.
Ci sono anche milioni di persone che pensano una marea di sciocchezze,
eppure in questo momento forse potevo vincere il nobel come spara
parole senza senso migliore del mondo.
Eppure.. non potevo evitare che la mia mente raggiungesse certi
pensieri, o meglio, certi ricordi. Ricordi risalenti a ore o
addirittura minuti fa, ma pur sempre degni di essere chiamati ricordi.
Ricordi potevano essere passati, presenti e anche futuri. Sogni
promonitori potevano essere considerati ricordi, ma anche il futuro
è destinato, nonostante tutto, a diventare un ricordo.
Ricordi.. che
potevano benissimo diventare presente. Basta solo chiudere gli occhi e..
- Volio una bambola, un pupasso, un vetitino calino calino e una
pianola- un sospiro, che occupava, ormai, da diversi minuti i miei
polmoni, finalmente fuoriuscì dalle mie labbra.
- Tesoro, quante volte ti ho detto che non puoi chiedere tutte queste
cose?- vidi il suo labbruccio arricciarsi e piegarsi verso il basso.
- Ma maaammiina!- piagnucolò ancorandosi al mio collo. Le
carezzai i capelli ricci e sorrisi.
- Tu chiedigi una sola cosa, poi deciderà lui se portarti
anche qualcos'altro- le spiegai alzando lo sguardo e trovando Rob
poggiato allo stipite della porta che sorrideva.
- E come fa a decidele?- chiese la pizzola, alzando la testolina dal
mio petto ed esponendo i suoi occhioni curiosi.
- Dipende se hai fatto la brava oppure no-
- Ma io sono blava!- scattò all'inpiedi e ancorò
le mani ai fianchi. Lanciai uno sguardo di supplica all'uomo che si
stava godendo lo spettacolo senza muovere un muscolo e lasciando a me
l'incarico di spiegare alla bambina cose che, se avesse conosciuto la
verità, l'avrebbero portata alla delusione. Eppure, mentre
ci guardava, sapevo che non lo faceva per mettermi in
difficicoltà e per divertirsi, ma lo faceva
perchè gli piaceva farlo. Gli piaceva vedere le sue donne insieme,
gli piaceva sapere che eravamo sue e che racchiudevamo tutta la sua
vita. Potevo benissimo leggere tutta la dolcezza del mondo mentre ci
osservava estasiato.
Scuotendo la testa avanzò lentamente senza farsi sentire,
fino a trovarsi alle spalle di Allyson. Inaspettatamente
l'afferrò, provocando un urletto da parte della bambina.
- Chi osa dire che la mia bambina è cattiva?- chiese con
fare minaccioso, mentre faceva roteare il piccolo corpicino in aria.
- Papiiiinoo!! E' tata la mamma, è tata lei!-
urlò lei puntando il suo piccolo dito verso di me, mentre
rideva.
- Ah sì?! Allora adesso glie la facciamo pagare- le
sussurrò all'orecchio ma riuscii a sentire anche io.
- Non provateci! Rob.. non farlo!- li avvisai allontanandomi
leggermente.
- Vai Ally!- esclamò lui e, dopo nemmeno due secondi, mi
ritrovai entrambi ai miei lati che mi facevano il solletico. Sentivo le
grandi mani di Rob sui fianchi, mentre quelle di Allyson sotto al
collo.
- Basta! Smettetela, non ce la faccio più!- urlai tra le
risa. La piccola scattò all'inpiedi e andò a
raccogliee la lerrerina a terra, mentre Rob invece fermò le
sue mani lungo i miei fianchi e mi si avvicinò
pericolosamente.
- Ciao..- sussurrò prima di posare dolcemente le sue labbra
sulle mie. Subito una scossa ci invase e fu come se quei due giorni di
lontananza fossero passati da almeno un secolo. Le mie mani raggiunsero
i suoi capelli scompigliati e sorrisi. Accidenti e se mi erano mancati!
- Ciao..- risposi staccandomi e guardandolo negl'occhi. Finalmente!
- Mi sei mancata signora Pattinson- sussurrò baciando
l'angolo delle mie labbra.
- Oh oh oh. Sono ancora la signorina Stewart- lo richiamai sorridendo e
ricevendo un suo sguardo malizioso.
- Signorina! Certo, certo. Ma ancora per poco..- morse il mio labbro
inferiore e un gemito sfuggì dalle mie labbra, catturando
l'attenzione di Allyson.
- Mamma! Papà ti ha patto male?- mi chiese prendendo tra le
sue manine il mio volto e osservandomi. Misi il labbruccio nella
speranza di non scoppiare a ridere.
- Sì, Ally! Tira i capelli a papà!- la
incoraggiai e, quando le saltò addosso, scoppiai a ridere.
- Ma no, dai!! I capelli no! Smettila Ally! Kriiis, chiama tua figlia!-
urlò cercando di staccare le mani della bambina dal suo viso.
- Ora è mia figlia?- chiesi alzando un sopracciglio.
- Allyson Carlie Pattinson!- urlò Rob e rubito la bambino
tornò all'attenti. - Ecco, adesso va bene- si
passò le mani tra i capelli, rendendoli ancora
più scompigiati. Abbassai lo sguardo sul viso della piccola,
leggermente rosso e con gli occhi lucidi.
- Ehi, Ally, che succede?- le chiesi abbassandomi verso di lei.
- Papa non mi vuole più bene- sorrisi sedendomi sul divano.
- Come! Tu sei la mia vita Ally, non pensare mai una cosa del genere.
Sai, però, quanto i miei capelli siano ribelli e non voglio
che nessuno li tocchi- disse mentre io ridevo.
- Ma la mamma te li tocca semple- osservò lei. Vidi Rob
arrossire leggermente e io affondai il viso nel cuscino.
- Beh.. ehm.. la mamma è cattiva, non la pensare- rispose
Rob e io scoppiai definitivamente a ridere. Oddio.
- Ok, Ally vieni e finiamo di scrivere la letterina- subito prese posto
tra le mie gambe e prese la penna. La scrittura era quasi illegibile,
ma aveva pur sempre tre anni e mezzo.
- L'hai scritta tu?- chiese Rob stupefatto mentre osservava la
letterina. Lei, di risposta, annuì. - Brava!-
- Papiiino, ma Babbo Natale mi potta il legalo tanotte?-
- Certo amore mio, stanotte Babbo Natale ti porta un enooorme regalo-
rispose Rob allargando le mani.
- Che bello, che bello. Allola io lo taluto adetto- si chinò
sul foglio e, nell'arco di cinque minuti passati a guardarla,
finì scrivendo l'abbreviazione del suo nome.
- Adesso vallo a mettere sotto all'albero- le suggerì,
alchè si alzò e corse verso l'albero. Il suo
vestitino verde cambiò colore a causa delle luci colorate
dell'albero, diventando di mille colori.
- La metto qua?-
- Va benissimo- corse verso Rob buttandosi tra le sue braccia.
- Adesso però andiamo a nanna, perchè domani
è un giorno importante- disse risoluto lui, prendendo tra le
braccia Ally.
- Pecchè domani..-
- Shh, non urlare o Babbo Natale non viene- le dissi portando un dito
sulle sue labbra per siggillarle.
- Va bene- sussurrò a voce bassa. - Andiamo a fare la nanna-
ci dirigemmo tutti e tre, Allyson tra le braccia di Rob, nella
cameretta al piano di sopra. Mentre lui le sistemava il pigiama, io
aggiunsi una coperta al lenzuolo e al piumone della piccola. Quella
sera faceva particolarmente freddo, uno dei giorni più
freddi a Londra e, nonostante i riscaldamenti accesi, temevo prendere
freddo. Una volta pronta le rimboccammo le coperte e le demmo la
buonanotte.
- Fa sogni d'oro amore mio- le sussurrai baciandole una guancia.
- Buonanotte amore- Rob le baciò la fronte e, dopo una sua
"Buonanotte" sonnecchiata, chiudemmo un pò la porta e
scendemmo al piano di sotto. Guardi l'orologio che segnava mezzanotte.
- Buon Natale- un sussurò arrivò al mio orecchio,
mutando in un brivido sulla mia pelle. Piegai il collo e sentii le sue
labbra pogiarsi sulla mia giugolare.
- Buon Natale- risposi, girandomi e incollando le nostre labbra. Le sue
mani arrivarono ai miei fianchi e li strinsero possessivamente, mentre
le mie, naturalmente, si ancorarono ai suoi capelli avvicinando
maggiormente il suo volto al mio.
- Mi sei mancata Kiki- un gemito fuoriuscì dalle sue labbra
nel momento in cui gli alzai leggermente la maglietta.
- Anche tu Rob, anche tu- le mie mani arrivarono alle sue spalle e
impazzii. Adoravo le sue spalle; erano così forti, muscolose
al punto giusto e mi facevano sentire protetta. Le afferrai tra le
mani, stringendo il suo corpo al mio e affondando il viso nel suo collo
beandomi della dolce fraganza.
- Kris.. lo sai che non possiamo..- mormorò mentre cercava
di allontanarmi.
- Io non ce la faccio più, Rob. Ti voglio.. adesso- mi
allungai afferrando il suo collo e avvicinando le nostre labbra.
- Anche io, non sai quanto. Una sola sera, una sola sera e sarai mia.- mi
allontanai a malavoglia da lui, scocciata dalla promessa che ci eravamo
imposti di rispettare.
- Solo perhè c'è un valido motivo- mi
afferrò per i fianchi e mi fece girare, incollando la mia
schiena al suo petto. Sentii le sue mani sparire per qualche secondo
dalla mia pelle, per poi tornare.
- Non l'ho fatto prima, tra i miei e i tuoi impegni, Allyson e
l'organizzazione non ho avuto tempo, ma voglio farlo per bene prima che
sia troppo tardi-
sussurrò al mio orecchio mentre rabbrividivo.
- Rob, cos..-
- Shh, fa parlare me, ti prego. Non l'ho fatto come si deve e mi sento
in colpa. Ho intenzione di riparare, anche se è troppo
tardi.- sospirai e mi girai verso di lui. Lo vidi inginocchiarsi ai
miei piedi e per poco non svenni. Sentivo la salivazione a zero, le
gambe tremare e un senso di nausea invadermi.
- Non so esattamente cosa mi spinge a compiere il passo che sto per
compiere oggi. Forse le risate, i momenti passati insieme, le parole
sussurrate o la sintonia. Ma probabilmente è il voler
iniziare a condividere davvero qualcosa con qualcuno, il voler
condividere me stesso con qualcuno, il voler imparare ad amare
più di quanto non faccia già, il voler rendere
veramente mia quella persona che accetta i miei difetti. Forse accade
perchè è una necessità che sento di
avere. O forse accade perchè deve accadere.
Perchè le anime
gemelle sono destinate a trovarsi, prima o poi.
Perchè le anime
gemelle sono destinate ad unirsi, a diventare un'unica
anima per l'eternità. E io voglio farlo, voglio compiere
questo importante passo perchè è, probabilmente,
da sempre che la mia anima aspetta di unirsi con la tua. Ed
è per questo che, adesso, la notte di Natale, ti chiedo di
sposarmi Kristen Stewart. Sei pronta a compiere, con me, questo
importante passo nella tua.. nostra
vita?- le gambe continuavano a tremarmi, mentre gli occhi
si erano inumiditi. Le sue mani aprirono un cofanetto di velluto blu e
lo esposero sul palmo della sua mano destra. Un sottile
anello d'oro bianco con un ovale al centroo, composto da tanti piccoli
diamanti, si mostrò ai miei occhi. Forse rimasi secondi,
minuti, ore o giorni immobile dinanzi a lui ad osservare quell'anello e
i suoi occhi verdi illuminati dalle sole luci di Natale. Tremante
piegai prima un ginocchio e poi un altro, emozionata. Mi ritrovai
così, in ginocchio di fronte a lui, a sussurrare un sicuro -
Sì.- Le sue labbra si curvarono in un sorriso e le
sue braccia circondarono il mio corpo, incollandolo al suo e
fondendoci.
- Ti amo Kristen, ti amo e ti amerò- sussurrò
prendendo la mia mano tra le sue e, lentamente, mettendomi l'anello e
poi baciandolo - per sempre-
- Anche io ho un regalo per te..- sussurrai abbassando lo sguardo e
lasciando scivolare le mie mani lungo i fianchi.
- Non ce n'era bisogno Kris- sussurrò carezzandomi una
guancia. Un sorriso scappò dal mio controllo e scossi la
testa.
- N..non è niente di chè, cioè.. non
ho speso molto, quasi niente in realtà. L'ho preso in questi
giorni in cui non c'eri.. e non so se.. ti piacerà..-
sussurrai mentre la paura iniziava ad invadermi.
- Kris, tranquilla, sono sicuro che mi piacerà- annuii e mi
sedetti sulle ginocchia, allungandomi verso l'albero e prendendo il
piccolo pacchetto. Tornai di fronte a lui e glie lo porsi. Lui,
sorridendo, l'afferrò lentamente e iniziò ad
aprirlo. Tolse prima il fiocco, poi il nastro e tolse la carta, non
strappandola eccessivamente. Si trovò tra le mani uno
scatolino che avevo provveduto a colorare interamente formando un unico
colore, così da rimanere nell'innominato fino all'ultimo.
- Non so perchè ma sono ansioso- mormorò
sorridendo e aprendo la scatola.
- A chi lo dici- esclamai ridendo nervosa. Aprì lo scatolo e
prese tra le mani l'oggetto. Se lo girò tra le mani,
osservandolo bene.
- C..cos'è?- chiese continuando a studiarlo e sorrisi.
Alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi ai miei.
Aveva lo sguardo acceso, sgranati dalla sorpresa. - C..c..cos..
cioè.. tu se..sei..- stavolta toccò a me prendere
la sua mano tra le mie e la portai sul mio ventre.
- Aspettiamo un bambino Rob- sussurrai e vidi mille espressioni
attraversare il suo volto.
- S..sei incinta..- balbettò. - Aspettiamo un bambino-
deglutì.
- R..rob t..tu non v..vuoi? Cioè, abbiamo già
Allyson lo so ma.. è capitato e..- non so come ma mi
ritrovai tra le sue braccia a girare in aria.
- Questo è il giorno più bello della mia vita! E'
il regalo più bello che tu avresti potuto farmi,
è il regalo perfetto. Il Natale perfetto. Grazie, grazie,
grazie, grazie, grazie, grazie, grazie- urlò roteandomi. Mi
mise a terra e un capogiro, naturalmente, mi colpì facendomi
traballare. Mi afferrò per i fianchi e mi
avvicinò a lui. - Oddio, scusa. Stai bene Kris? Tu stai bene
piccolo?- si abbassò e mi alzò la maglietta,
carezzandomi la pancia piatta.
- Stiamo bene Rob, stiamo benissimo- si sollevò e si
avvicinò al mio viso col suo.
- Ti amo. Te lo ripeterò fino alla morte e anche dopo. Ti
amo Kristen.- una lacrima sfuggì al mio controllò
e lui l'asciugò con un suo bacio sulla mia guancia.
- Ti amo anche io Robert Thomas Pattinson- posò le sue
labbra sulle mie e sentii che era tutto perfetto. Avevo una figlia
stupenda che dormiva beatamente al piano di sopra, avevo un figlio che
stava crescendo in me pronto a nascere in una casa piena d'amore e,
infine, avevo un uomo perfetto al mio fianco che mi amava
incondizionatamente e che amavo incondizionatamente.
- Manca solo una cosa da fare adesso..- sussurrò posando le
sue mani sui miei fianchi.
- E manca davvero poco..-
Quella notte dormii tra le braccia calde del mio fidanzato, da
signorina Stewart, con un figlio in grembo grande ancora quanto un
fagiolo e una bambina di tre anni nella camera accanto che dormiva
beata. Non era stata una notte travagliata, insonne o avvolta
dall'ansia per il giorno dopo, ma era stata una notte tranquilla in cui
avevo pensato a tutto quello che mi era successo negl'ultimi anni e a
quanto fosse cambiata la mia vita. Avevo trovato l'uomo della mia vita
su un set cinematografico ed era stato amore a prima vista, travagliato
sì, ma pur sempre amore a prima vista. Ancora oggi mi viene
da ridere pensando a quanto io sia diventata incredibilmente romantica,
mentre prima l'unica cosa che mi interessava era non apparire
eccessivamente indossando un bel paio di converse, jeans e t-short.
"Sei un maschiaccio", mi diceva sempre mia madre ma con tutto l'affetto
del mondo. Eppure, in converse, jeans e t-short, avevo trovato una
persona che sapesse amare anche i miei difetti, che andasse oltre
all'abbigliamento e che scavasse nella mia anima. Ed è per
questo che non avevo motivo di essere ansiosa o nervosa,
perchè Rob era già mio, lo era sempre stato e il
mio cuore racchiuso nella mia anima gli era da sempre appartenuto.
Sciocco? Sì, sciocco e incredibilmente sdolcinato, ma pur
sempre la verità.
Caddi in un sonno profondo, fino a quando l'incessante sveglia di nome
Allyson ci svegliò alle 7 in punto. Iniziò a
saltellare sul letto e a urlare.
- E' Natale, è Natale, è Natale! Mamma,
papà! Vegliatevi, ci tono i legali sotto l'abbero!-
continuò a saltellare fino a quando, affranti, ci alzammo
dal letto. Il solito capogiro mattutino mi colpì,
così come un senso di nausea che riuscii a controllare, per
fortuna. Andammo in salotto e, tra le urla della piccola, ci sedemmo
sotto l'albero.
- Quale è mio papino?- chiese indicando i cinque pacchi
sotto l'albero. Feci un veloce calcolo mentale e constatai che c'era un
pacco in più. Ma, probabilmente, ero ancora stordita.
- Sono questi tre, guarda. C'è il tuo nome Ally- Rob
indicò i tre pacchi al centro, ovvero i più
grandi, e la bambina ricominciò a saltellare.
- Quale aplo pel plimo?- chiese agitata ed emozionata.
- Quello che preferisci tesoro- risposi io sorridendole. Prese lo
scatolo più piccolo in confronto agl'altri e, sedendosi tra
me e Rob, iniziò a scartare la carta rossa. Una Barbie,
accompagnata da almeno tre vestiti, un cagnolino, due borse, tre paia
di scarpe e un pupazzetto la fecero scoppiare di gioia.
- Quante coteeeee!!- esclamò estasiata. - E' tutto
bellittimoo- aveva gli occhi che le brillavano e, vederla
così, era la cosa più bella che potessi
desiderare di vedere al mondo. - Adetto aplo quetto- presi quello medio
e capii che voleva conservare il più grande per ultimo. Lo
scartò e ne uscirono tre meravigliosi vestiti. Li avevamo
scelti con cura, tra cui uno molto simile a quello che avrebbe dovuto
indossare oggi.
- Che belli!!- urlò mettendoli in fila sul divano e
osservandoli. - A tia Litty piaceranno siculo- disse ridendo e la
seguii a ruota immaginandola saltellare con Allyson.
- Adesso apri questo Ally- le suggerì emozionato Rob. Non
vedeva l'ora di darle questo regalo, era davvero impaziente e leggevo
nei suoi occhi l'emozione. La piccola prese ad aprire lo scatolo grande
almeno 3 volte lei e Rob l'aiutò nell'impresa, fino a quando
un mini piano (che avevamo già montato e incartato per
intero) fece mostra di sè. Era una pianola ma un
pò più grande e con i suoni più simili
ad un pianoforte che ad una pianola. Aveva lo sgambetto su cui essere
poggiata e una mini sediolina.
- Un pianofotte come quello di
papàààà- urlò
lei correndo ad abbracciarlo. - Papà adetto pottiamo suonale
insieme, vero?- vidi Rob annuire mentre i suoi occhi brillavano.
Avevamo scoperto da un anno la passione per la musica di Allyson, la
stessa passione di Rob. Adorava ascoltare suo padre suonare il piano o
la chitarra e quindi avevamo pensato di iniziare da un qualcosa che
somigliasse al piano.
- Ti piace tesoro?- le chiesi carezzandole una guancia.
- E' tupendo mammina! Sono la bimba più felice del mondo!-
l'abbracciamo insieme fino a quando scappò a giocare con le
sue nuove cose.
- Beh, sono rimasti questi due..- sussurrò Rob.
- Non ce li eravamo scambiati già stanotte i
regali?-
- Beh, stanotte erano questioni di vitale importanza, adesso..- annuii
e presi un pacchetto.
- Questo è tuo- glie lo porsi ansiosa che lo aprisse. Mi ero
organizzata con sua madre affinchè non lo comprasse e adesso
temevo che non gli piacesse; perchè se non gli fosse
piaciuto allora..
Scartò la carta del piccolo pacchetto e, trovandosi davanti
un'altra scatola bianca, sorrise.
- Non saranno mica le ecografie in cui mi dici che sono gemelli?-
scoppiai a ridere e scossi la testa.
- No, tranquillo. Puoi dormire sonni tranquilli- lo vidi sospirare e
passarsi la mano tra i capelli.
- Ok- aprì lo scatolo e dall'interno ne uscì
l'elegante cravatta tendente al color oro che avevo scelto
appositamente per lui e per abbinarla al mio vestito. - Ecco
perchè mia madre non mi ha fatto prendere la cravatta
dicendo di averci già pensato lei! E' stupenda Kris e
suppongo di non poter fare domande, giusto?- mi chiese e io sorrisi
alzando le spalle.
- Ancora poche ore..- sussurrai e si allungò per baciarmi le
labbra. Quando si allontanò prese il pacchetto che era
rimasto. Non lo avevo visto la notte prima sollo l'albero e mi
accigliai.
- Beh, l'ho dovuto mettere stamattina presto..- spiegò
porgendomi delicatamente lo scatolo. Sentivo un profumo fresco
provenire dall'interno e la mia curiosità salì
alle stelle. Uno scatolo lungo e aperto agli estremi ne uscì
e un profumo di calle e orchidee mi investì le narici.
Ispirai quel profumo e chiusi gli occhi beandomi di quella freschezza.
Staccai il nastro adesivo che teneva attaccati i due lembi del cartone
e un bellissimo bouquet mi apparve sotto al naso. Era un fascio lungo
quanto mezzo braccio, pieno di orchidee e qualche calla che spuntava
nello spazio che le altre lasciavano. Le lunghe foglie facevano da coda
all'intero bouquet, accompagnato da un velo bianco con qualche perla
ricamata vicino, mentre dei brillantini color oro ricoprivano i petali
bianchi. Sfiorai col le dite i petali delle calle e sospirai per quanto
era soffice.
- Indicano eleganza che si mescola a sensualità. Proprio
come te, così elegante e sensibile nei tuoi modi di fare, ma
sensuale come nessuna.- alzai lo sguardo e vi trovai quello di Rob
fissarmi estasiato.
- E.. è stupendo Rob..- sussurrai emozionata.
- Le orchidee invece sono simbolo di amore eterno- continuò
sorridendomi.
- E' assolutamente perfetto allora- commentai allungandomi verso di lui
e baciandolo.
- Lo sai che adesso dobbiamo salutarci?- mi chiese lui triste e io
annuii.
- A minuti arriva mia madre in compagnia delle tue dolci sorelline-
sospirò e si battè una mano sulla fronte.
- Mi consolo pensando che mancano solo poche ore- gli sorrisi e gli
carezzai una guancia.
- Ti amo-
- Ti amo-
E infatti, dopo nemmeno cinque minuti, avevano invaso la casa mia madre
in compagnia delle sorelle di Rob. Dire che erano tutte ecitate era un
eufemismo. Dopo altri cinque minuti arrivò Tom a prelevare
il mio fidanzato che dovetti salutare obbligatoriamente. Lasciai
Allyson tra le mani delle sorelle di Rob, sapevo che era al sicuro
nonostante fossero delle pazze patentate. Subito andai a farmi una
doccia, mentre mia madre sistemava il letto in camera con le lenzuola e
la coperta ricamata che, da sempre, mi aveva conservato. Quando, in
accappatorio, uscii, rimasi estasiata dalle coperte color panna con
decori oro sul letto. La camera sembrava essere trasformata, nonostante
nei giorni precedenti avevo lavato ogni minimo particolare, dalle tende
ai piccoli sopramobili.
- Mamma.. è.. è stupendo- balbettai incantata.
- Davvero tesoro? Ti piace?- annuii come un ebete e avanzai fino al
letto. - Bene, adesso indossa l'intimo e metti la tuta, sta arrivano
Ashley per i capelli- annuii e indossai l'intimo di pizzo bianco,
composto da una coulotte e da un reggiseno a balconcino senza spalline.
Dopo aver indossato anche la tuta, mi sedetti sulla sedia di fronte
allo specchio nel bagno grande e, dopo cinque minuti, arrivò
Ashley. Iniziò a "giocare" con i miei capelli, usufruendo di
spazzola, fono, piastra, qualche pezzo di carta argentata e forcine
nere. Dopo un'ora dichiarò di aver finito e chiese prima il
parere di mia madre che, da solita in sensibile, si fece sfuggire una
lacrima. Mi alzai e andai in camera per osservare la pettinatura e ne
rimasi felicissima. Non era niente di eccessivamente elaborato,
solamente capelli lisci e perfetti, raccolti in alto con un fermaglio
di perle bianche e piccole. Davanti scendevano solo alcune ciocche
così da rendere più morbida l'acconciatura.
- E' perfetta Ash, grazie!- esclamai quando entrò in camera.
- Vieni che te la fermo con la lacca, poi dopo la sistemiamo per il
meglio.- Appena finì con la lacca, arrivò
l'estetisca. Come Ashley non fece niente di eccessivo, così
fece anche lei. Usò solo correttore e diversi tipi di
cipria, un leggero strato di grigio scruro sugl'occhi e la matita a
perfezionare i lineamenti dell'occhio, accentuato dal mascara. Le
chiesi di lasciarmi le labbra libere, al massimo di aggiungere solo un
pò di contorno con la matita e accettò. Odiavo
rossetti, lucidalabbra e cose simili, servivano solo a far attaccare
capelli o cose del genere alle labbra, rovinando poi tutto il resto. E
si sapeva che io e queste faccende non andavamo molto d'accordo.
Mancava un'ora alla cerimonia e l'agitazione iniziava a sentirsi
nell'aria, anche della sottoscritta. Non avevo paura di star
commettendo il più grand errore della mia vita o che Rob non
mi volesse, ma avevo paura di inciampare o sbavare il trucco o peggio,
di un intrusione da parte dei giornalisti. Avevamo chiesto l'assoluta
privacy per l'evento e speravamo che l'accordo di dare in cambio una
foto scelta da noi per una nessuna intrusione funzionasse. Quel giorno
una parte di Londra era libera da paparazzi di qualsiasi genere.
- Kris vado a vestirmi, quando torno ti aiuto a indossare il tuo-
annuii nella direzione di mia madre e mi sedetti sulla sedia a fissare
la parete. Rimasi lì a guardare il nulla e a pensare nulla,
fino a quando non fece ritorno mia madre.
- Pronta?- mi chiese e io annuii. Indossai prima le scarpe, semplici,
chiuse e con un tacco dieci. Naturalmente, però, avevo
provveduto ad acquistare un paio di comode scarpe alla Kristen Stewart
bianche che avevo infilato in macchina il giorno prima. Indossai il
vestito, che mia madre chiuse con il nastro di toulle sulla schiena. Mi
sentivo strana eppure.. sapevo che quell'abito era perfetto, lo avevo
saputo dal primo istante in cui lo avevo visto. Era semplice, stretto
su tutto il corpo e con una scollatura casta e sensuale nello stesso
momento, sulla vita si allargava di pochissimo portando lo strascico
lungo di almeno venti centimenti; il davanti era semplice ma la gonna
era raccolta più in alto con un fiore color oro, colore che
si riportava in vari ritocchi dell'abito, come nelle cuciture della
manica che arrivavano a metà braccio. Ashley mi
aiutò ad indossare il semplice velo e solo allora decisi di
potermi guardare allo specchio. Rimasi incantata ad osservare la mia
figura avvolta dall'abito bianco e mi immaginai al fianco di Rob in
smoking e mi sentii come volare, come impaziente di salire su
quell'auto che mi stava aspettando giù e di correre in
chiesa e rendere reale quella mia immaginazione. Tutto ciò
che avvenne dopo, avvenne velocemente quasi senza che me ne accorgessi.
Feci foto nella camera da letto, con i miei genitori, con mio fratello
e anche qualcuna con le sorelle di Rob prima di scappare dal fratello.
Ero talmente concentrata che solo quando vidi Allyson sulle scale ad
apettarmi, mi ricordai dei miei figli. E mentre lei, con un vestitino
bianco, un pellicciotto che la copriva dal freddo londinese e i boccoli
liberi e semplicemente legati sul davanti, mi prendeva la mano, portai
la mano destra che era occupata dal bouquet a sfiorare la mia pancia
piatta.
Arrivammo in chiesa in dieci minuti e non mi resi conto di quello che
stava succedendo, vivevo come avvolta da una momentanea nebiolina. Il
tempo sembrava scorrere e avrei giurato che le lancette dell'orologio
avevano preso a girare velocemente, fino a quando mi trovai
lì, sulla soglia della chiesetta, dopo aver
osservato tutti i miei parenti, i miei amici, Stephenie, Bill, Kellan,
Tom, Dakota e tutto il resto, con mio padre che mi prendeva a braccetto
e mia figlia che aveva iniziato a spargere petali davanti ai miei piedi
che avanzavano a ritmo della marcia nuziale, la nebiolina
sparì, lasciando il sereno.
Un senso di felicità di impossessò di me quando
lo vidi in smoking ad attendermi sull'altare.
Un senso di forte stima nei confronti di mio padre che mi lasciava tra
le mani di un altro uomo.
Un senso di amore materno verso quella piccolina che aveva fatto
sorridere tutti.
Un senso di pace quando ero arrivata lì ed avevo sfiorato la
sua pelle, mentre i nostri occhi si incontravano.
E successe così, velocemente, un'ora passata a concentrarmi
sulle parole da dover ricordare, sulle mosse da dover compiere, ma
sopratutto sulla vita che mi aspettava. Ma era tutto così
facile, spontaneo, non erano parole da dover ricordare, ma parole da
dover recitare sotto dettatura del cuore; non erano mosse da dover
ricordare, ma gesti che l'anima suggeriva di compiere.
- Io, Robert Pattinson, prendo te, Kristen Stewart...-
- Come mio legittimo sposo...-
- E prometto di esserti fedele sempre...-
- Nella gioia e nel dolore...-
- Nella salute e nella malattia...-
- E di amarti e onorarti...-
- Ogni giorno della mia vita...-
E anche dopo..
Un applauso riempì la sala nel momento in cui
il prete pronunciò la famosa frase "Vi dichiaro marito e moglie".
Una frase pronunziata da milioni di preti da secoli e secoli, eppure
con diverso significato in ogni caso.
Una frase che indicava un annuncio, ma una vittoria per i loro soggetti.
E fu dopo quella frase che le nostre labbra si incontrarono per un
casto bacio, per suggellare quella promessa di amore eterno.
- Ti amo- sussurrò staccando per un secondo le sue labbra
dalle mie.
- Ti amo- risposi semplicemente. Due parole ripetute miliardi di volte,
eppure ogni volta avevano un contesto e un'intensità
diversa, ma, nonostante tutto, ogni volta erano le parole
più vere che il mio cuore mi suggeriva di pronunciargli. Le
più semplici ma le più vere.
Le prima braccia che ci assalirono furono quelle di Allyson, che si
buttò praticamente su di noi, saltellando e ridendo.
- Mamma e papà ti tono posaatii- urlava contenta mentre ci
abbracciava insieme.
- Ti vogliamo bene piccola- le sussurrai baciandole la guancia.
- Anche io vi voglio bene, taaanto bene-
A seguire le braccia di mia figlia, ci furono quelle dei nostri
genitori, dei miei fratelli, delle sorelle di Rob che erano in lacrime,
altri parenti, amici e infine di Tom.
- Finalmente, ma dico finalmente auguri!- esclamò
abbracciandoci insieme. Ricambiammo l'abbraccio in modo affettuoso
ridendo. - Vi siete decisi alla fine, anche se in un giorno non proprio
normale ma vi siete decisi- continuò mentre continuammo a
ridere.
Di solito i riassunti si fanno quando qualcosa non ti è
piaciuto, quando è stato noioso e orribile, ma non in questo
caso. La giornata, praticamente, volò. Ci furono risa quando
tolsi la giarrettiera, o meglio, quando Rob mi tolse la giarrettiera
con i denti; ci furono lacrime durante i discorsi dei nostri genitori e
urla quando Lizzy cantò per noi in compagnia di Allyson; ci
fu concorrenza durante il lancio del bouquet, la quale Rob aveva
provveduto a comprarne un altro identico così da poterne
conservare uno; e ci fu cibo, spumante, musica, balli, abbracci, baci.
Ci fu tutto, perchè questa era la perfezione.
E ci fu anche il ballo tanto atteso, quello che temevo più
di qualunque altro. Non perchè non sapessi ballare,
perchè quello ormai era scontato, ma
perchè lo vedevo come l'inizio di un ballo senza fine, di un
qualcosa che dava l'inizio ad altre cento mila.
- Mi concedi questo ballo signora Pattinson?- mi chiese porgendomi una
mano e chinandosi verso di me. Mi alzai afferrandola e iniziando a
camminare verso il centro della sala.
- Adesso puoi chiamarmi così..- sussurrai avvicinandomi a
lui.
- Signora Pattinson...- cantinelò artigliando le sue mani ai
miei fianchi e stringendomi a sè. Posai la testa sul suo
petto, fino a quando una canzone riempì l'aria, e la mia
testa scattò per poter dare libertà ai miei occhi
di incontrare i suoi. Un sorriso spuntò sul viso di entrambi
quando le note di Turning
Page ci isolarono dal mondo. Avevamo amato
quella canzone fin dalla prima volta che l'avevamo ascoltata, ed era
grazie ad uno dei film che ci avevano fatti stare insieme se questa
canzone esistiva. Perchè ci sentivamo così,
nonostante l'età, sentivamo come se avessimo dovuto
aspettare anni e anni per incontrarci, come se avessimo dovuto
percorrere un cammino buio e sconosciuto prima della luce.
Eppure.. era destino che ci incontrassimo.
Perchè due
anime gemelle sono destinate a incontrarsi e a stare
insieme per sempre.
Per sempre.. espressione
da favola, eppure io ci credevo, perchè la morte non era
nulla in confronto a quello che stavamo vivendo noi, non era nulla
paragonata a noi due insieme.
I've waited a hundred
years, but I'd wait a million more for you.
I
nostri occhi si stavano fondendo l'uno nell'altro, mentre i nostri
corpi erano incollati. Potevo benissimo sentire le sue mani stringermi
dietro la schiena, mentre le note ci roteavano in torno, danzando con
noi. Ci limitavamo a dondolarci vicini, senza giravolte o
chissà quale passo di danza, semplici passettini. Ma
l'importante era stare insieme, perdersi in quelle note e cancellando
tutto intorno a noi, perchè non esisteva nulla al di fuori
del nostro amore.
Nothing prepared me for the privilege of being yours
If
I had only felt the warmth within your touch
If
I had only seen how you smile when you blush
Or
how you curl your lip when you concentrate enough
I
would have known what
I
was living for
What
I’ve been living for.
Con le
labbra mimava le parole della canzone, ma potevo sentirlo nelle mie
orecchie come se le stesse urlando. Sentii una lacrima scivolare sul
mio viso e lui la raccolse con un casto bacio, prolungandosi alle
labbra. Era un qualcosa di dolce che si trasformò in
passione, in voglia di amarsi ed essere per la prima volta veramente nostri, uniti, una sola anima.
Your love is my turning page
Only
the sweetest words remain
Every
kiss is a cursive line
Every
touch is a redefining phrase.
Ed era
vero, Rob era stata la mia svolta. Lui mi aveva radicalmente cambiato
la vita, sempre stata semplice e normale. Ma da quando lui era con me,
tutto era cambiato, a partire da me stessa. Era come se il libro della
mia vita avesse cambiato carattere di scrittura e avesse imparato a
inserire le virgole e le lettere maiuscole al punto giusto.
Ogni bacio, ogni tocco.. sarebbero rimasti sulla mia pelle per sempre,
come tatuati in modo permanente. Perchè io ero sua e quello era
un marchio che ne dava la prova.
Surrender who
I’ve been for who you are
Nothing
makes me stronger than your fragile heart
If
I had only felt how it feels to be yours
I
would have known what
I’ve
been living for all along
What I’ve been living for.
Fin dal
mio primo respiro nella mia vita era destinato che io adesso, in questo
giorno a ques'ora, mi trovassi qui, tra le lenzuola bianche di un letto
a fare l'amore con l'uomo della mia vita.
Quell'uomo che quel giorno era diventato mio marito.
Quell'uomo che tre anni e mezzo fa era diventato padre di mia figlia.
Quell'uomo che mi stava per dare un altro figlio.
Quell'uomo che cinque anni fa, ad un provino, mi aveva catturato con i
suoi smeraldi verdi e mi aveva fatta sua, nel modo
più semplice e impensabile: con uno sguardo.
Ed io vivevo per quello.
Per le sue carezze, per i suoi baci, per le sue parole sussurrate.
We’re tethered
to the story we must tell
When
I saw you well I knew we’d tell it well
With
the whisper we will tame the vicious scenes
Like
a feather bringing kingdoms to their knees.
Raggiungemmo
l'apice abbracciati, pelle contro pelle, cuore contro cuore, nel modo
più dolce del mondo. Rimanemmo così, a godere dei
nostri contatti e dei nostri profumi misti insieme. Rimanemmo come era
giusto che fosse, insieme,
come un unico corpo, un unico cuore e un'unica anima.
Mi sentivo completa, vera, forte e imbattibile.
Mi sentivo al punto giusto della terra, come se tutti i pezzi del
puzzle adesso erano messi al punto giusto.
Milioni di coppie potevano fare l'amore nello stesso momento, ma in
posti diversi del mondo.
Milioni di persone potevano sussurrarsi 'ti amo' dopo l'amplesso nello
stesso momento, ma con fiato diverso.
Milioni di persone potevano amarsi nello stesso periodo, ma con
intensità differente.
Eppure, milioni di persone che facevano milioni di cose nello stesso
momento, lo facevano diversamente. Perchè ognuno
è diverso, ognuno ha un approccio diverso con l'altro, e
nessuno sarà mai Robert e Kristen.
Nessuno potrà mai contenere l'amore di due persone come noi.
Nessun cuore potrà mai battere come i nostri.
Nessun'anima potrà essere dell'altra come le nostre.
Perchè noi eravamo noi
e lo saremmo stati, semplicemente, per l'eternità.
*ANGOLO
AUTRICE*
Beh, piaciuta? L'ho scritta in due giorni e beh, me ne sono
completamente innamorata *----*
Vorrei precisare delle cose. Non so se avete notato, ma il nome
completo della piccola Allyson è: Allyson Carlie Pattinson.
Rob e Kris hanno voluto tenere con sè un pezzo della saga,
colei che li ha fatti incontrare, aggiungendo come secondo nome alla
loro figlia il secondo nome di Renesmèe *---* Non sono
dolciosi? LOL!
Robsten, Natale, regali, richieste di matrimonio, Allyson, un nuovo
bebè in arrivo, matrimonio.. oddio quante cose che sono
successe xD Mi ci sono messa d'impegno ahahahahah u.u
Spero davvero che vi sia piaciuta e che me lo facciate sapere con,
anche piccola, recensione. Mi fareste felicissima e, in fondo, a Natale
siamo tutti più buoni *-------*
Anche se in anticipo di un bel pò di giorni, vi auguro che
il giorno di Natale sia per voi un giorno sereno, felice e tranquillo.
Con questo concludo e vi saluto.
Vi ricordo il mio GRUPPO
FACEBOOK
Un bacione enorme,
Mary.
|