Io e Edward siamo
accoccolati sul divanetto accanto al camino; ci stavamo godendo quei
pochi attimi di tranquillità, prima che casa nostra venga
invasa dal resto della famiglia per “creare un po’
di atmosfera natalizia” così sostiene Alice, che
ancora non accetta il mio rifiuto ad andare fino a New York per
svaligiare i grandi magazzini e i vari negozi sulla Quinta strada.
“Sai che
Alce non ti permetterà di controllare nulla”
iniziò Edward.
“Non
sarà ancora arrabbiata perché voglio festeggiare
qui e non a casa dei tuoi?” domando.
“Penso che
sia perché non sei andata con lei a fare incetta nei
più grandi magazzini d’America”.
“In fondo
ho solo sostenuto che anche a Port Angeles avrei potuto trovare qualche
addobbo!” mi giustifico ridendo, conoscendo mia cognata so
bene che quelle parole rasentavano l’eresia.
Edward fa appena in
tempo a bisbigliarmi un:
“Preparati”
che Alice entra in casa come un ciclone, con le braccia cariche di
scatole, scatolette e addobbi natalizi di ogni genere.
“Forza,
dobbiamo iniziare a creare un po’ di atmosfera in questa
casetta!” esclama, senza nemmeno salutarci.
“Ciao
anche a te, Alice!” la saluta Edward, alzandosi di malavoglia
dal divano e interrompendo così il nostro abbraccio.
“Tranquillo
fratellone, sapevo benissimo che non avrei disturbato!”
esclama sorridente.
Ancora prima che
potessi commentare, il piccolo folletto aveva cacciato fuori di casa
mio marito, per procurarsi l’albero adatto da decorare.
“Tra poco
ci raggiungeranno anche gli altri”. Con velocità
vampiresca sparisce per ritornare con altre diverse ghirlande e luci,
sia per interni che esterni.
“Alice, so
che hai svaligiato ogni centro commerciale possibile, ma non pensi di
aver esagerato?”. Mia cognata mi fulmina con lo sguardo:
“Bella
credimi, l’anno scorso non è stato possibile
festeggiare in maniera decente, quest’anno dobbiamo
recuperare!” mi spiega, quasi fossi una bambina.
Effettivamente l’anno scorso, a Natale, lei non
c’era.
“Ehi
Bellina, come mai non ti trovo ingarbugliata tra le lampadine e le
ghirlande di agrifoglio?” domanda scherzoso Emmett, ricevendo
uno scappellotto dalla sua compagna.
“Sono
finiti i tempi che mi prendevi in giro per la mia
goffaggine!” rispondo ridendo.
Prima che Emmett
possa ribattere, un piccolo tornado dai capelli rossi, accompagnata da
Jacob, fa la sua comparsa travolgendoci tutti con la sua allegria.
“Zia, Zio!
Che bello, siete arrivati tutti?” esclama felice la mia
bambina.
“Come sta
la mia nipotina preferita? Stavamo aspettando tutti te per i
preparativi” domanda Rosalie, togliendole un rametto dai
capelli. Il grido di Alice fa sobbalzare tutti.
“Santo
cielo Nessie! Come ti sei ridotta! Vieni, che andiamo a
cambiarci”. Così dicendo, Alice rapisce mia figlia
e la porta al piano superiore.
“Ma il
cane deve proprio rimanere a fare la guardia?” borbotta mia
cognata, che ancora non accetta la relazione tra Jake e Nessie.
“Ehi
Rosalie, sai come si fa a sapere quando una bionda sta per dire
qualcosa d’intelligente? Quando inizia una frase con:
‘un uomo mi ha detto … ’ “
inizia Jacob, porgendo il suo personalissimo saluto alla vampira che
gli sta di fronte.
“Vecchia!”
si limitò a ribattere Rose.
“Ragazzi
è la vigilia di Natale, cercate di collaborare”
cerco di mediare.
“E poi
Jake è il mio licantropo preferito!” mi fa eco
Renesmee, scendendo le scale indossando un vestitino di velluto rosso,
bordato di pelliccia bianca, seguita da un’orgogliosissima
Alice.
“Siamo
già arrivati alla fase del ‘tuo licantropo
preferito’?” aggrottò le sopracciglia
Rosalie.
“Già”
borbotta geloso il mio Edward.
“Coraggio
ora mettiamoci all’opera altrimenti domani niente
festa!” ci riporta all’ordine quel folletto di mia
cognata, caricando sul suo portatile una serie di canzoni natalizie,
per creare un po’ di atmosfera. In breve tempo tutti siamo
sotto le rigide direttive di Alice, e la casa si trasforma: il
caminetto, ora è addobbato con ghirlande di agrifoglio con
le sue bacche rosse a fare compagnia alla calza che Renesmee ha
già appeso. Le finestre, prima spoglie, ora sono
rallegrate da rametti di vischio e festoni natalizi. Jasper porta il
suo personalissimo contributo, mettendoci tutti dell’umore
giusto. Alice saltella qua e là, con passi di danza a
controllare che tutto sia perfetto, seguita da Renesmee.
“Queste
dove le metto?” domanda Emmett, con le braccia piene di
stelle di natale.
“Lasciale
lì sul tavolo, insieme alle spugne –inizia Alice,
che poi si rivolge a mia figlia – vieni Nessie, ti faccio
vedere come preparare i centrotavola ”. Mia figlia la segue
allegra, canticchiando sulla musica, e ripetendo i gesti della zia.
Sulle note di
“Jingle bells rock”, io e Edward iniziamo a
decorare l’abete con luci e palline colorate. Presto al
nostro lavoro si aggiungono tutti i membri della famiglia Cullen,
compresi Carlisle ed Esme, appena tornati da una visita al clan dei
Denali. Di tanto in tanto lancio degli sguardi a mia figlia, seduta
sulla sedia con le gambe penzoloni, intenta ad alternare le stelle di
natale con agrifoglio e rametti dorati: devo ammettere che ha talento.
Lei mi sorride, saltando giù dalla sedia e mostrandomi
orgogliosa il suo lavoro.
“È
bellissimo tesoro! Vediamo dove possiamo metterlo” le dico,
guardandomi attorno, poi poso il centro tavola sulla mensola del
caminetto.
“Hai
salvato tutti – bisbiglia Edward al mio orecchio –
Alice stava giusto pensando che mancasse dell’oro tra le
ghirlande, e stava già per impormi di togliere tutte le
decorazioni per riparare alla svista!”
“Povero
amore mio!” lo prendo in giro, facendo ridere tutti.
“E questa
è l’ultima” afferma Carlisle
soddisfatto, mettendo al suo posto l’ultima pallina dorata.
Rimaniamo a osservare il nostro lavoro, orgogliosi del risultato.
“Aspettate,
manca una cosa!” esclamo precipitandomi al piano di sopra, e
tornando poco dopo con una scatoletta di velluto blu tra le mani.
“Era di
nonna Swan” esclamo, senza aprire il piccolo contenitore.
“Bellina,
non dirmi che stai per proporre al mio fratellino di sposarti di
nuovo!” inizia Emmett ridendo.
“Di solito
sono gli uomini che devono fare la proposta” gli fa eco
Jasper. Io li fisso allibita, e sì, se potessi, arrossirei.
Prendo un bel respiro e apro la scatoletta, rivelando il suo contenuto:
un piccolo angelo in vetro soffiato. Prendo il piccolo addobbo dal
nastrino, fermato all’aureola e lo poso tra le mani di mia
figlia.
“Perché
non lo appendi là?” le propongo, indicandole un
ramo senza decorazioni. Subito Jake la prende in braccio, per aiutarla
e la mia bambina lega il nastrino, concludendo così tutti i
preparativi.
Edward si
china sotto l’albero, premendo l’interruttore, e
come per incanto, le lampadine prima spente, si accendono e la magia
del Natale ci avvolge.
Edward si siede al
piano e inizia a muovere le lunghe dita sui tasti bianchi e neri,
facendone uscire una dolce melodia. Subito riconosco le dolci note di
“Oh Holy night”, Renesmee si accoccola tra le mie
braccia, appena inizio ad intonare il canto:
O
Holy night, the stars are brightly shining
It
is the night of our dear Savior`s birth
Long
lay the world in sin and error pining
Till
He appeared and the soul felt it`s worth
A
thrill of hope the weary world rejoices
For
yonder breaks a new and glorious morn
Fall
on your knees[…]
Osservo la mia
bambina che lentamente inizia a rilassarsi tra le mie braccia, giocando
con I miei broccoli. Sorrido, sicura che domani sarà una
giornata di festa, nulla potrà cambiarla. Faccio in modo che
i miei pensieri arrivino anche a mio marito, che si volta verso di me,
il suo solito sorriso sghembo a rassicurarmi. Le sue dita continuano a
volare sui tasti del pianoforte, ed io continuo a intonare il
ritornello.
[…]O hear the angel voices
O
night divine!
O
night when Christ was born
O
night divine!
O
night, O night divine![…]
La nostra famiglia ci lascia soli, lasciandoci qualche ora
d’intimità, prima di ritornare per festeggiare
tutti insieme.
Il mio piccolo
angelo si è addormentato tra le mie braccia. Senza sforzo la
sollevo, avviandomi verso a sua cameretta. Mi fermo davanti alla
finestra, a osservare il bosco che circonda la nostra villetta. Il
panorama, di solito verdeggiante ha lasciato il posto al bianco candido
della neve. Continuo a cantare, osservando i piccoli fiocchi cadere e
adagiarsi sofficemente al suolo. Rimango incantata dalle forme dei
cristalli di neve che scendono dal cielo. Edward si avvicina e ci
abbraccia, lasciando un tenero bacio prima a nostra figlia, e poi a me.
“Buon
Natale amore!” mi augura, prima di prendere mia figlia tra le
braccia e portarla nella sua stanza.
Finalmente siamo
rimasti soli, decidiamo di passeggiare nel nostro piccolo giardino.
Camminiamo, mano nella mano, a velocità umana, inspirando il
profumo di neve che ci avvolge. Attorno a noi solo i rumori della
natura, e il battere veloce del cuore di nostra figlia, che dorme
serena nel suo lettino.
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