Eggs?
Not Just For Cooking
Cap.
1: No, Not Again!
-
Ok, ok, ora vola da questa parte, così, seguimi - disse
Nino. -
Dobbiamo raggiungere la caverna dell'eremita, e non ci riusciremo mai
se continuiamo così... no, no, no! Devi volare verso di me,
cavoli!
Io vado a destra, tu vai a destra! Smettila di gironzolare!
-
è questo... questo coso
che
non funziona! E poi, sapessi almeno dove andare! - fece Jun.
-
è perché non hai mai giocato in vita tua, ecco!
-
Non è vero! È perché questo gioco
è stupido! E c'è questo
dannatissimo filo che ci unisce! È una rottura di palle!
-
Ora stai attento... sto saltando... E CHE CAVOLO, PERCHé TI
SEI
SPOSTATO? Ora siamo caduti, dobbiamo rifare tutto daccapo! -
urlò
Nino.
-
è questa maledetta rotella, porca miseria! E come faccio a
muovermi
bene quando tu mi copri la visuale?
-
Non è colpa mia se tu hai voluto Spyro e lui sta davanti!
-
Non mi piaceva quell'altra. E poi, Spyro è viola!
-
Sì, certo, ma non può essere manovrato da un
incapace! Lascia che
ci pensi qualcuno che ci sa fare!
-
Basta, ragazzi! - intervenne Ohno. - Smettetela di comportarvi come
dei bambini!
Erano
seduti tutti e cinque sul divano a casa di Nino. Quando quest'ultimo
aveva chiesto ad uno di loro di giocare con lui, solo Jun si era
offerto: sapevano tutti bene che Nino tendeva a diventare piuttosto
irritabile quando era troppo coinvolto da un gioco.
-
Sai una cosa, Nino-kun? Sei così bravo a giocare, tanto vale
che io
mi tolga di mezzo! E comunque, odio i draghi! - sbottò Jun,
lanciando il controller davanti a sé e facendolo finire
proprio
sopra alla console.
-
Complimenti, Jun-kun! Ora cerchi pure di rompermi la Playstation!
Sai, mica è grat-
Il
ragazzo si interruppe. All'improvviso la luce era saltata, e tutto si
era fatto buio.
-
è... strano - disse Sho. L'agitazione era palpabile nella
sua voce.
-
In che senso, strano? - domandò Aiba.
-
Dovrebbe entrare luce dalla finestra - rispose Sho. - E invece non
è
così.
-
Oh, no! - urlò Nino. - Ne ho abbastanza di queste cose
strane!
-
Cosa sta succedendo? - fece Ohno.
-
Aaaah! Il divano! - fece Jun. La cosa aveva dell'incredibile: tutto
attorno a loro stava svanendo, e il divano non faceva eccezione;
tutti e cinque caddero a terra.
-
Ahi! Il mio sedere! - strillò Aiba.
E
poi, la luce tornò.
Si
trovavano in quella che sembrava una camera da letto. L'arredamento
era piuttosto spartano, e le pareti sembravano strane, come fatte di
tessuto. Sul letto, una ragazza dalla pelle scura si agitava nel
sonno.
-
Siamo in una tenda - mormorò Sho, toccando la
“parete”.
-
Che palle - disse Nino. - Cos'abbiamo fatto di male, ora?
Chissà
dove siamo finiti!
-
Parla piano, Nino-chan - fece Ohno. - Sveglierai la ragazza.
-
Wow, guardate quello! - disse Jun, indicando il mobiletto accanto al
letto. Era una specie di comodino, e sopra c'era una grossa pietra
verde luccicante. Il ragazzo si avvicinò ad essa.
-
Stai attento, Jun-kun - disse Aiba. - Potrebbe essere pericoloso.
-
Ho affrontato abbastanza pericoli fino ad oggi - disse Jun. Si
sentiva incredibilmente attratto da quella pietra... forse
perché
era era grande, e brillava?
Toccò
la pietra con la mano. Era stranamente calda.
-
C'è qualcosa che non va in quest'oggetto -
mormorò Jun.
-
Allontanati. Aiba-chan ha ragione, potrebbe essere pericoloso - disse
Sho.
Jun
non gli diede ascolto, ma colpì la pietra con le nocche
delle dita.
Un suono brillante invase l'aria, come il rintocco di una piccola
campana.
Un
fruscio, e Jun sentì qualcosa di freddo e appuntito
toccargli la
schiena.
-
Che-cosa-stai-facendo?
La
ragazza, che poco prima stava dormendo, ora era in piedi, e teneva un
pugnale premuto contro la schiena di Jun.
Il
ragazzo urlò, e a ruota lo imitarono anche gli altri.
-
Shhh! - fece la ragazza. - Non fate rumore!
-
Chi... chi sei? - fece Nino.
-
Pensavo che lo sapeste già, dato che vi siete intrufolati
nella mia
tenda.
-
Per favore, non farci del male! - fece Aiba.
La
ragazza abbassò il pugnale. - Per ora, non vi
farò niente. Se mi
aveste voluto uccidere, l'avreste fatto immediatamente, e vi siete
spaventati per un semplice pugnale, quindi....
-
Perché, esiste qualcosa di peggiore di quello? - fece Jun.
Avevano
affrontato la magia, ma in qualche modo l'idea di avere un pugnale
piantato tra le costole lo spaventava di più.
La
ragazza lo guardò, incredula. - In che mondo vivete? Questo
è
niente.
-
Posso morire ora, per favore? - disse Nino, con espressione teatrale.
-
Non dire scemenze - gli rispose Ohno, stringendogli la mano.
-
Sembrate molto strani... da dove venite? E chi siete? Certamente non
siete Varden, non vi ho mai visti qui.... - disse la ragazza.
-
Siamo gli Arashi, e veniamo dal Giappone! - disse Aiba.
-
Arashi? È un'altra razza? Strano, parlate la nostra
lingua... e non
ho mai sentito parlare del vostro regno.
-
Giappone... a est, molto a est.... - disse Sho, tentando di
spiegarsi.
-
E poi, noi non siamo una razza! Siamo un gruppo, abbiamo dei nomi! E
non siamo noi a parlare la tua lingua, semmai il contrario! -
esclamò
Nino.
-
Ho capito. Venite da fuori dai confini di Alagaesia. Beh, se avete
dei nomi, mi piacerebbe saperli.
-
Solo se prima ci dici il tuo - disse Ohno.
-
Già, potresti essere tranquillamente una specie di strega e
farci
fuori tutti quanti con una sola parola! - fece Nino.
La
ragazza scosse la testa. - Sono Nasuada, la regina dei Varden. Non ho
nulla a che fare con la magia, quello è un ambito che spetta
ad
altri, qui.
-
Ohhh, sei una regina! - esclamò Aiba, meravigliato.
-
Piacere di conoscerti, Nasuada-san - disse Jun, inchinandosi. - Io
sono Matsumoto Jun.
-
Aiba Masaki, onoratissimo! - fece Aiba, imitando frettolosamente
l'amico.
-
Sho Sakurai.
-
Ohno Satoshi.
-
Kazunari Ninomiya - bofonchiò Nino. - E comunque, sono stufo
di
presentarmi a gente strana che ha a che fare con cose strane!
-
Nino-kun, sii più gentile... è una regina! - lo
rimproverò Aiba.
-
Avete dei nomi strani - disse Nasuada.
-
Sono nomi di uso comune, nella nostra cultura - rispose Sho.
-
Comunque, non ho finito con le domande. Come mai siete qui? E come
mai stavate toccando l'uovo?
-
Non lo sappiamo esattamente... stavamo giocando con la Playstation, e
si è fatto tutto buio, e poi siamo finiti qui - disse Ohno.
-
Cosa? La pietra è un uovo? E quale animale deposita uova del
genere?
- esclamò Jun.
-
Playstation? Non ho mai sentito parlare di nulla del genere...
comunque... Jun... si tratta di un drago, e non credo che
apprezzerebbe l'essere chiamato animale.
-
Mai più videogiochi fantasy, mai più! -
esclamò Nino.
-
Ci mancano solo gli unicorni, e siamo a posto! - disse Aiba...
-
Non voglio sapere cos'altro potrebbe esserci in questo posto - fece
Nino.
-
Capisco che ora siate troppo sconvolti... domani mattina avrete
un'udienza con me e con le altre personalità,
così potremo chiarire
meglio la vostra situazione. Nel frattempo, non posso fare a meno di
tenervi come prigionieri... mi piacerebbe potervi trattare da ospiti,
ma non so ancora che intenzioni avete, e il fatto che vi siate
comunque intrufolati nella mia tenda non vi metterebbe in una buona
posizione agli occhi degli altri... Nar Garzhvog!
Vi
fu un fruscio della tenda. - Ho sentito dei rumori, Lady Furianera.
È
necessario che intervenga?
I
cinque ragazzi si voltarono, e quasi immediatamente ripresero ad
urlare.
Davanti
a loro c'era una creatura orrenda: era molto più alto di
loro, con
corna enormi sulla fronte, pelle grigia e fitti aculei sulla schiena.
-
Oh-chan, Oh-chan! Se non sopravvivo a questo, ricordati che ti amo, e
ti amerò per sempre! - urlò Nino.
Sho
si era posto davanti a Jun, come a fargli da scudo, e Aiba si era
nascosto dietro le sue spalle.
-
State tranquilli... non vi farà del male, a meno che non
glielo
chieda io. Nar Garzhvog, scortali fino alla tenda dei prigionieri.
Stai attento ad ogni loro mossa, e possibilmente fai in modo che
nessuno li veda, a parte le guardie.
-
Sarà fatto - rispose l'essere, e prese Nino per un braccio.
-
Giù quelle manacce, essere schifoso! E non provare nemmeno a
toccare
Oh-chan, dovrai passare sul mio cadavere! - strillò il
ragazzo.
-
Se Lady Furianera me lo ordina, sarò costretto a farlo.
-
Kazunari... se non stai calmo, considererò la vostra
intrusione
nella mia tenda come un attentato a tutti gli effetti, e
ordinerò la
vostra esecuzione - disse Nasuada.
Nino
si zittì.
Vennero
condotti tutti e cinque ad una piccola tenda. Mani e piedi vennero
loro legati con corde robuste, in modo tale che non fuggissero. Nar
Garzhvog poi si allontanò, lasciandoli sotto la custodia di
una
coppia di soldati.
-
Che cos'era quello? - domandò Aiba.
-
Era un Urgali - rispose uno dei soldati. Non sembrava molto felice
all'idea di trovarsi vicino a una di quelle creature.
-
Dunque? - fece Nino.
-
Sono creature feroci... quasi animali, per come la penso io. Se
potessero, ci mangerebbero tutti. Ma Lady Nasuada vuole che siano
nostri alleati, quindi non possiamo farci molto.
Ohno
sospirò. - Di bene in meglio, direi.
-
Non bastavano i maghi e i giochi strani! Ora anche queste specie di
cosi! - disse Nino.
-
E poi, avete sentito dei draghi? - fece Jun.
-
Chi siete voi? - domandò la guardia. - Non sembrate del
posto.
-
Siamo viaggiatori. Non volevamo arrivare fin qui, ma un incantesimo
ci ha portati - disse Sho. Aiba lo guardò con aria
interrogativa.
-
Incantesimi... ecco perché preferisco non avere nulla a che
fare con
essi. Non si sa mai cosa potrebbe andare storto. Meglio risolvere
tutto a suon di spada.
-
Ci sono dei maghi, qui? - domandò Sho, con calma.
-
Esattamente come Galbatorix ha i suoi, altrimenti saremmo perduti
già
da molto tempo. Grazie a loro, e grazie ad Eragon Ammazzaspettri e
Saphira Squamediluce, abbiamo qualche speranza. Piuttosto, come mai
vi hanno portati qui?
Nino
aprì la bocca per fare qualche commento acido dei suoi, ma
Sho lo
zittì. - L'incantesimo che ci ha trasportato avrebbe dovuto
portarci
lontano da qui, ma purtroppo siamo finiti dritti dritti nella tenda
della regina. Non volevamo farle niente di male, in realtà,
ma lei
per sicurezza ci ha fatti portare qui.
-
Certo! - esclamò Nino. - Noi tranquilli che non volevamo far
del
male a nessuno, e lei che ci sguinzaglia addosso quell'energumeno!
Bel trattamento! E poi, chi sarebbe questo Galbatorix? E
l'Ammazzaspettri Squamediluce?
-
Ringrazia che non ci ha uccisi tutti sul posto con quell'arma letale
- fece Jun.
-
Jun-kun ha ragione! Nasuada-san ci ha lasciati vivi, devi esserle
riconoscente! - disse Aiba.
-
Aiba-chan, ti sei per caso preso una cotta per la regina? -
replicò
Nino.
Ohno
gli mise una mano su un ginocchio. - Nino-chan... stai tranquillo.
Tutto si sistemerà, vedrai.
Nino
sospirò, e non disse più una parola. Il suo
Oh-chan era l'unica
persona a cui dava effettivamente retta, in situazioni del genere.
-
Galbatorix è il tiranno che governa l'Impero. Ora ci
troviamo a
Dras-Leona, che è una delle sue città principali.
Volevamo
assediarla, ma il servitore più devoto a Galbatorix e il suo
drago
sono di guardia. Anche Galbatorix è un Cavaliere di drago.
Per
fortuna, però, Eragon Ammazzaspettri e la sua dragonessa
Saphira
sono dalla nostra parte. Non è un'esagerazione dire che sono
la
nostra speranza più grande.
-
Lei mi sta dicendo che là fuori c'è un bestione
sputafuoco che
potrebbe incenerirci tutti da un momento all'altro? Posso svenire? -
fece Nino, accasciandosi per finta contro la spalla di Ohno.
-
è esattamente così... anche se per il momento
sembra che non ci sia
alcun pericolo.
-
Mi sa che siamo piombati proprio nell'occhio del ciclone.... - fece
Sho, stringendosi istintivamente a Jun.
Qualcuno
entrò nella tenda. Si trattava di nuovo dell'Urgali. Aiba si
ritrasse: non voleva sembrare poco gentile, dopotutto lui non li
aveva fatti fuori pur avendone avuto la possibilità, ma non
riusciva
a fare a meno di averne paura.
-
Ho bisogno di parlare con loro da solo - disse, e le due guardie
uscirono senza nemmeno fiatare.
-
Che c'è, la regina ha deciso che dobbiamo morire? -
domandò Nino.
-
No - rispose l'Urgali, bruscamente. - Chi di voi ha toccato l'uovo?
-
I-io... - rispose Jun. Perché era stato così
stupido da avvicinarsi
a quell'uovo? Perché? Come minimo l'avrebbero giustiziato!
-
Dovrai seguirmi, allora.
Sho
circondò le spalle del ragazzo con fare protettivo. - Se
vorrai
uccidere lui, dovrai uccidere anche me!
-
Non lo voglio uccidere - disse l'Urgali. - Ma l'uovo nella tenda di
Lady Furianera si è schiuso, e credo sia a causa sua.
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