Titolo:
The Way We Were
Summary:
«Cosa sei?
Un'aliena? Come mai non hai visto 'Come eravamo'?»
Pairing:
Sherlock/John ;
Mycroft/Lestrade accenni
Words:
2427
Rating:
Verde
Desclaimers:
You wish!
Notes:
Sex and the city
fa male! XD Calendario
dell'avvento, sempre
lui! (13.12 #Cena di Natale)
The
Way We Were
“E
infine, la regola del lasciarsi più importante di tutte.
Non
conta chi ti ha spezzato il cuore,
o
quanto ci vuole per guarire.
Non
ce la farai mai senza le tue amiche.”
(Sex
and the city)
Ventiquattro Dicembre
millenovecentosettantanove.
Marcie bussò
alla porta della casa, preoccupata, tenendo il piccolo Gregory per
mano.
«Mamma che
facciamo qui? E dov'è Lila?» chiese
Lei sospirò, si
sistemò gli occhiali e si rivolse a suo figlio.
«Amore, tua
sorella è con papà, non le andava di venire.»
spiegò con pazienza
«Ma noi perché
siamo qui?» insisté lui
Tipico di quel bambino:
se non aveva chiaro il quadro della situazione non si muoveva di un
dito.
«Greg, la mamma
deve sistemare una faccenda importante. E poi dobbiamo rispettare la
tradizione.»
La tradizione era
importante. Era ora che suo figlio lo capisse.
Finalmente la porta si
aprì.
«Patricia!»
esclamò entrando
«Non chiamarmi,
Patricia.» mormorò lei
La sua amica era
proprio nelle condizioni che temeva: i capelli biondo scuro
scompigliati, abbigliamento da casa, aria affranta. Chissà
se...
Eccola infatti. Dora
era già lì, puntuale come un orologio svizzero. O, nel
suo caso, francese.
Stava seduta al tavolo
con la solita aria fiera e i capelli perfetti.
«Cominciavamo a
darti per dispersa, Marcie!» esclamò
«Non tutti hanno
il dono della puntualità come te, Dora!» rispose senza
darci peso
«Grazie per
essere venuta.» disse Patty in un filo di voce. Aveva l'aria
stanca. «Mi dispiace... è la sera della vigilia...»
«Non dirlo
neanche! Siamo tue amiche!»
«Doveva essere
una serata bella...Tutte insieme...»
«E lo sarà,
vedrai! Ci siamo noi!»
«Ciao, zia
Patty.» salutò Greg
«Ciao tesoro. I
ragazzi sono di là, se vuoi giocare con loro.» Patricia
provò a sorridere, ma non le riuscì molto bene.
Il piccolo Greg lasciò
la mano della mamma e si diresse nel salotto, mentre le due donne
prendevano posto accanto a Dora.
«Ma insomma, che
è successo?» chiese la nuova arrivata
«Se n'è
andato!» mormorò Patty. Poi scoppiò a piangere.
Dora alzò gli
occhi al cielo e Marcie le strinse una mano, porgendole un
fazzoletto.
«Ma così,
senza avvertire?»
«Avrebbe fatto
meno male, Marcie?»
«Stavo solo
chiedendo, Dora.» rispose mentre la bionda si soffiava il naso.
«Mi sono
svegliata stamattina.» raccontò calmandosi «Non
l'ho trovato vicino a me. Sono scesa e non era da nessuna parte. I
suoi vestiti spariti. In cucina ho trovato questa lettera.»
Così dicendo
prese un foglio piegato in quattro e lo aprì rabbiosa. Dora lo
prese, accigliata. «Mi ha lasciato per un'altra, capite? Per
una sciacquetta ventiseienne. Ha lasciato tutto. Ha lasciato John e
Harrieth... E' tutto il giorno che dico bugie a quei bambini! Non
posso mentirgli tutta la vita!»
Si mantenne la testa,
appoggiando i gomiti sul tavolo, stanca.
Dora passò il
biglietto a Marcie con aria schifata e lei lo scorse veloce. Parlava
di incomprensioni, di incompatibilità, di difficoltà.
«Adesso mi
spieghi perché ti stai piangendo addosso?» disse Dora
«Non mi sto
piangendo addosso!» esclamò Patricia guardandola male
«A me sembra di
sì.»
«A me sembra solo
sconvolta, Dora.» disse Marcie Lestrade, sistemandosi il
caschetto nero e lasciando sul tavolo la lettera. «Non lo
saresti anche tu se tuo marito ti lasciasse?»
«Non in questo
modo.»
«Siamo persone
diverse. Ognuno reagisce come può, quando lo schifo piove dal
cielo.»
Patty annuì
fissando il vuoto.
«Come vi pare. E'
solo che... non sono abituata a vederla così.» disse
Dora, e Patty sorrise per un attimo a quella piccola ammissione. Dora
era sempre così chiusa e in apparenza fredda che a volte ci si
scordava quanto sangue umano pulsasse sotto quella pelle pallida, e
la si scambiava per La Signora delle Tenebre.
«Non è per
lui, sapete...» disse «E' più per i bambini. Loro
soffriranno.»
«Se ne faranno
una ragione.»
«Già ma
come faccio a dirglielo?»
Dora e Marcie si
scambiarono uno sguardo. «Per ora lascia perdere.» disse
quest'ultima dolcemente «E' Natale. Dirai loro la verità
quando ti sentirai pronta, ok?»
«Già.»
annuì cupa
Dora guardò da
un'altra parte e Marcie sapeva perché. Non erano abituate a
questo. Patricia Ella Mackenzie era sempre stata considerata la più
forte delle tre, quella che aveva tenuto la mano alle altre nei
momenti di crisi, la prima a ridere in caso di sventura, quella
conosciuta tra gli hippies col nomignolo di Peppermint, come
il personaggio dei Peanuts. Vederla così non era nelle
loro corde.
«Sapete quello
che mi fa più imbestialire? Perché lei?» Patty
scosse la testa, abbattuta. «Io questo mi chiedo. Perché
lei?»
«Solo una
parola.» disse annuendo Marcie «Hubbell.»
La bionda alzò
la testa, illuminata. «E' vero. Oddio, lui è Hubbell!»
Dora passò con
lo sguardo stranito dall'una all'altra. «Chi è Hubbell?»
chiese
«Robert Redford
nel film Come eravamo!» esclamò Patty guardandola
«Non l'ho mai
visto.» disse lei
«Non ci posso
credere!»
«Cosa sei?
Un'aliena? Come mai non hai visto Come eravamo?»
Dora si stupì
del loro stupore e rispose, con un'alzata di spalle: «E' da
donnette.»
Le ragazze ignorarono
il lieve insulto e si guardarono. «Giusto.» disse Patty
«Lei non può confondersi con noi, Marcie. Lei è
francese.»
«E si chiama
Eudora.» aggiunse con un sorrisetto lei
L'incriminata alzò
gli occhi al cielo. «Per l'ultima volta, i miei genitori sono
francesi, e lasciate in pace il mio nome!»
«D'accordo!
Allora... Marcie, a te l'onore?»
«Dunque, Robert
Redford è follemente innamorato di Barbra Streisand, ma non
riesce a stare con lei perché è troppo complicata e ha
un'enorme massa di capelli ricci. Così la lascia e sposa una
tipa semplice, coi capelli lisci.»
«Ragazze, ho
un'illuminazione!» disse Patty alzando le mani «Il mondo
è diviso in due tipi di donne: le ragazze semplici e le
ragazze Katie. E' chiaro che io sono una ragazza Katie!»
«E chi è
Katie?»
«E' Barbra
Streisand! Stai concentrata, Dora!»
«Io piango sempre
all'ultima scena del film!» esclamò Marcie estasiata
«Quando Katie vede Hubbell con la sua nuova moglie!»
«La ragazza
semplice!»
«Lei gli toglie i
capelli dalla fronte e gli dice: “La tua ragazza è
adorabile, Hubbell!”»
«E poi la musica
entra maestosa!»
«”Meeeeemorieeeeees...”»
prese a cantare Marcie
«Che canzone
stupenda!» esclamò l'altra
Era troppo stupenda per
non cantarla tutta. Ed è quello che fecero. Marcie e Patty,
tornata a essere Peppermint, cantavano quella canzone a
squarciagola, sotto lo sguardo allibito e un po' spaventato di Dora
Bouvier-Holmes.
«Vado a
controllare i bambini.» mormorò alzandosi e cambiando
stanza.
Le venne incontro il
suo primogenito Mycroft.
«Mamma, posso
stare di là con voi?» disse con le labbra all'ingiù
per il broncio «Mi annoio qui! Sono tutti piccoli!»
«Non ora,
Mycroft. Le zie stanno cantando.» disse rassegnata,
sistemandogli i capelli castani, già perfetti.
Entrando nella stanza
vide tutti i loro figli riuniti e le si presentò una scena
tanto commovente che qualsiasi donnetta sarebbe andata in estasi,
strillando. Ma non lei.
Mycroft aveva ripreso a
leggere Il Piccolo Principe seduto su una poltrona. Adorava
quel libro e non se ne separava mai.
Il piccolo Sherlock,
suo secondo figlio, sembrava interessato a John, il figlio più
piccolo di Patricia. Erano seduti in un angolo e il piccolo Watson
sembrava impegnato a spiegargli qualcosa di serio mentre indicava
delle figure su un album da colorare. Sherlock lo guardava con gli
occhi azzurri spalancati e attenti a ogni sua mossa, e ogni tanto
annuiva con un gran sorriso.
I più grandi,
Gregory e Herrieth, giocavano con dei pupazzi e Dora scorse il figlio
di Marcie lanciare ogni tanto delle occhiate al suo primogenito.
Osservando la scena,
non poté fare a meno di sorridere. Le ricordava un po' loro da
piccole.
«Ehi!»
La voce allegra di
Patricia la distrasse. L'amica di sempre le porse un bicchiere,
sorridente.
«Bisogna
brindare!» esclamò versandole dello champagne.
«A cosa?»
«A noi!»
disse decisa Marcie
«Alla
tradizione!» aggiunse Dora
«Che possa essere
continuata dai nostri marmocchi!» concluse Patty, facendo
avvicinare i bicchieri.
Era la tradizione: loro
tre, una bottiglia di champagne da cominciare e finire e i regali da
scartare.
La tradizione era
importante. Era ora che i loro figli lo capissero.
Ventiquattro Dicembre
duemilaundici.
Gregory bussò
alla porta del 221B, preoccupato. Mai in tutti quegli anni era stato
così preoccupato.
Finalmente questa si
aprì. «Mycroft!» salutò entrando.
«Ciao, Greg.»
gli rispose chiudendo la porta
«Come sta?»
«Dice di stare
bene. Ovviamente non è così.»
«Dice anche di
non aver bisogno di noi?»
«Dice anche di
non aver bisogno di noi.» confermò il maggiore degli
Holmes «Ma lo dice tutti gli anni!»
Greg sorrise al suo
amico, salendo le scale. Quando aprì la porta non ebbe modo di
vedere nulla, perché una Harry molto entusiasta gli si buttò
addosso abbracciandolo.
«Sì,
Harry! Sono qui!»
«Come stai,
ispettore?» chiese lasciandolo andare
«Con molti meno
anni di vita grazie a te!»
«Oddio, ne è
arrivato un altro!»
Sherlock, con la testa
sul tavolo, aveva commentato così l'entrata in scena del DI.
Lui però non si
lasciò scoraggiare. «Allora. Raccontaci cos'è
successo.»
«Niente è
successo!»
«Fantastico!
Abbiamo fatto un passo avanti!» commentò Harry
sarcastica sedendosi con loro
«Ma non avete
alberi da fare, decorazioni da mettere, regali da incartare e
famiglie da cui andare?» sbottò Sherlock alzando la
testa
«Noi siamo una
famiglia!» esclamò l'unica donna del gruppo
Gregory e Mycroft la
guardarono. Sherlock sbuffò. Lei li guardò di rimando
interrogativa. «Che c'è?»
«Harry hai detto
una cosa...» qual era la parola? «... da John.»
Lei rimase in silenzio
per qualche secondo, a fissarlo. «Oh mio dio.»
«Appunto!»
sibilò Sherlock, tornato con la testa tra le braccia
incrociate.
«Ma insomma, che
ti ha detto?» insisté Gregory, mentre Mycroft abbassava
di qualche centimetro la sua secolare copia de Il Piccolo
Principe.
Sherlock decise di
arrendersi al fatto che non aveva scampo e raccontò.
«Stamattina, John
mi ha annunciato il suo fidanzamento ufficiale con quella.»
«Quella?»
«Quella …
Nagiski... come diavolo si chiama!»
«Mary.»
suggerì Harry
«Sì, lei.»
Greg si appoggiò
allo schienale della sedia, vedendo per la prima volta le dimensioni
del problema. Scambiò uno sguardo con Harry. Anche lei era
contrariata, ma cosa dire? Se la conosceva bene...
«Sherlock,
comprendilo. Mio fratello è un idiota.»
Appunto.
«Questo lo so,
ma...» Sherlock sbuffò e voltò la testa di lato.
«Non è lui. E' tutta la faccenda del matrimonio. E poi è
lei. Lei!» disse ringhiando l'ultima parola e alzando le
mani come se stesse strozzando l'aria, per poi ristenderle con un
nuovo sbuffo.
«Perché
lei?» disse rassegnato. «Io questo mi chiedo. Perché
lei?»
«Solo una
parola.» s'inserì a sorpresa Mycroft, senza staccare gli
occhi dal suo amato libro. «Hubbell.»
«Hubbell?»
fece Greg
«Oh mio dio. E'
vero. Lui è Hubbell!» esclamò Harry
Sherlock guardò
tutti con aria stranita. «Chi è Hubbell?»
«Robert Redford
nel film Come eravamo!» esclamò Harry guardandolo
«Non l'ho mai
visto.» disse lui
«Non ci posso
credere!» esclamò Harry
«Cosa sei? Un
alieno? Come mai non hai visto Come eravamo?» chiese
Greg
Lui scrollò le
spalle e disse: «Non è il mio campo.»
«Sherlock, questo
lo conosco persino io!» commentò Mycroft, beffardo
«Sì, non
interessa a nessuno, Mycroft!»
«Sherlock!»
lo rimproverò Greg, ma lui alzò di nuovo le spalle.
«Dunque,
ascoltami.» li interruppe Harry, sporgendosi verso di lui
«Robert Redford è follemente innamorato di Barbra
Streisand, ma non riesce a stare con lei perché è
troppo complicata e ha un'enorme massa di capelli ricci. Così
la lascia e sposa una tipa semplice, coi capelli lisci.»
«E questo che
c'entra con me?»
Harry alzò gli
occhi al cielo, non senza una certa soddisfazione. «Sherlock,
non capisci? Tu sei come Barbra! Sei un “ragazzo Katie”!»
«Ragazzo che?»
fece con aria sconvolta
«Hai anche i
capelli ricci!» esclamò Mycroft
«E' vero! E'
vero!» rise la Watson, ignorando l'additato mentre scuoteva la
testa, tentando di ignorarli.
« E poi io adoro
l'ultima scena!» aggiunse «Quando Katie vede Hubbell con
la sua nuova moglie!»
«La ragazza
semplice!» annuì l'ispettore
«Lei gli toglie i
capelli dalla fronte e gli dice: “La tua ragazza è
adorabile, Hubbell!”»
«E poi entra la
musica!»
«”Meeeeemorieeeeees...”»
prese a cantare Harry
«Che canzone
stupenda!»
«Aspettate!
Prendo lo stereo!» esclamò Harry balzando in piedi
«Oh mio dio...»
commentò Sherlock, immergendo di nuovo la testa tra le mani e
chiudendo gli occhi. Non era vero. Non era possibile. Tre pazzi in
casa sua, che volevano costringerlo ad ascoltare la canzone di un
film che lui non aveva mai neanche sentito nominare! Il tutto con
l'intenzione di consolarlo.
«Mycroft, di'
qualcosa tu, per favore!» sibilò tra i denti, alzando lo
sguardo.
Suo fratello –
venisse fulminato! - aveva un'aria tremendamente divertita. Aveva
persino posato il suo venerato libro.
«Mi piace!»
commentò, mentre le prime note riempivano il salotto del 221B.
E figurarsi se non era
coi pazzi!
«Buona vigilia di
Natale del cazzo.» mormorò Sherlock, buttandosi sul
divano.
In un attimo venne il
caos: Harry fece sfoggio dei suoi acuti peggiori, insieme a Greg che,
invece di arrestarla per disturbo alla quiete pubblica, si unì
a lei; Mycroft, che in quanto governo avrebbe potuto fare una legge
sul lasciare in pace i sociopatici ad alta funzionalità,
lasciò definitivamente perdere la lettura, aizzandoli a
mettere di nuovo la canzone, tremendamente divertito.
Fu all'apice di quello
strazio che la porta si aprì. Tutti si voltarono e ci fu un
attimo di silenzio.
John si ritrovò
davanti una scena alquanto bizzarra: sua sorella Harry aveva preso un
cartone di eggnog e riempiva un bicchiere; Gregory cantava e
manteneva il suo in attesa che fosse riempito; Mycroft si era unito
al canto e aveva un braccio attorno alle spalle dell'ispettore.
Quello che lo colpì però furono le note di una canzone
conosciuta nell'aria.
«E' The way we
were questa?»
Sua sorella strillò
dalla gioia. «Bravo, fratellino! Vieni a bere!»
Gli amici gli diedero
familiari pacche sulla spalla e sua sorella un bacio fugace sulla
guancia. Mentre lei riempiva un bicchiere anche a lui, guardò
Sherlock, immobile sul divano, che lo osservava come se fosse una
strana creatura.
Si sedette sul bordo
del divano, sorridente. «Che mi sono perso?» chiese
«Niente di
speciale.» rispose senza cambiare espressione «Il solito
di tutti gli anni.»
John sbuffò,
ridendo, e guardò il suo eggnog.
«Non dovevi
essere da... da...»
«Mary.»
«Sì, lei.»
Toccò a John
guardarlo come se fosse una strana creatura. «La vigilia di
Natale è nostra. E' la tradizione. E le tradizioni vanno
rispettate, non l'hai ancora capito?»
Sherlock sorrise, e a
John ricordò molto il bambino che lo fissava e annuiva ogni
volta che gli spiegava qualcosa di nuovo.
«John!» lo
chiamò Harry «Vieni a ballare!» e lo trascinò
in piedi, abbracciandolo.
«Brindiamo?»
propose Greg, porgendo dell'eggnog anche a Sherlock
«A cosa?»
chiese lui
«A noi!»
propose Harry
«Alla
tradizione!» aggiunse Mycroft
«Che duri in
eterno!» rise John
«Buon Natale,
gente!» esclamò Gregory alzando i bicchieri.
Sherlock sorrise ancora
e alzò il suo, con la certezza che certe tradizioni non
sarebbero mai morte.
Notes, again:
Massalve! Essì,
non vi libererete mai di me! MAI!
Dopo questa breve
minaccia, passo a parlare. L'ispirazione è stata troppo forte
e ho dovuto buttare giù questa cosa! Così, ho mandato a
fanciullo l'altra cena natalizia che avevo in mente per questa
cosetta qui! XD Giuro che credevo di farla più piccola!
L'unica cosa che spero
è di non essere andata OOC, perché in quel caso sarei
costretta a fare arakiri. (Le katane ce le ho, quindi...) Ma io penso
che Myc pur di far uscire suo fratello fuori dai gangheri farebbe
qualsiasi cosa!
I nomi delle ragazze
sono presi dai Peanuts, il cognome e il secondo nome della
mamma di John sono quelli dell'originale (epica conversazione tra me
e ginnyx in cui ho deciso che era la bisnonna! A proposito,
grazie caVissima! :3), il cognome della mamma di Sherlock da nubile è
Bouvier come Marge Simpson. u.u
Calendario
dell'avvento è qui
http://sherlockfest-it.livejournal.com/10516.html.
Usufruitene!
Il
dialogo sulla trama, sui nomi, le somiglianze e quant'altro su Come
eravamo
(GUARDATELO!) sono presi dalla 2x18 di Sex
and the city.
(http://www.youtube.com/watch?v=kSaf_3h86LI)
E le ragazze fanno riferimento a questo:
http://www.youtube.com/watch?v=Qxg9qzVGpcs
il finale del film ♥ La citazione è presa da
http://www.youtube.com/watch?v=WiZUvTcO4zk
(2xo1)
Buone feste, people!
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