Everywhere.
Prologo (parte 1).
L’aria
frizzante della sera
sembrava tranquillamente immobile, nella Foresta Proibita. Gli alunni
di Hogwarts
cenavano tranquillamente in sala grande e non sembravano percepire
nulla.
Ma
due aure demoniache si stavano
addentrando nella Foresta, all’insaputa di tutta la scuola.
Era strano che
nessuno si fosse accorto di niente, perché una delle due era
davvero potente,
sterminata e invincibile; anche l’altra sembrava forte, ma
veniva in qualche
modo oscurata dalla prima.
Un’altra
cosa strana era che
queste due aure erano estremamente simili, come se fossero sorelle. Procedevano a grandi balzi e
riuscivano a percorrere in
poco tempo una grande distanza, con una velocità davvero
elevata.
“Inuyasha!”
gridò il primo, nella
corsa, il possessore dell'aura più elevata:
“Ancora non ho capito perché
stiamo scappando!” dal tono scettico sembrava non approvare
la scelta
dell’altro.
La
creatura chiamata Inuyasha non
rispose subito, perché era voltato a controllare che nessuno
li vedesse, nel
paese chiamato Hogsmeade. “Sei ferito. E sono in
troppi.” Osservò infine,
puntando lo sguardo sulla figura del fratello, di cui vedeva solo la
schiena
insanguinata. Il ragazzo ferito sbottò in una cupa risata:
“Sono un demone
maggiore, stupido, credi che una ferita del genere mi possa fermare?
Avrei
potuto ucciderli con un semplice attacco!”
Inuyasha,
pur correndo, alzò gli
occhi al cielo: l’orgoglio di Sesshomaru non gli avrebbe mai
permesso di farsi
vedere in difficoltà. Ma, orgoglio o no, Sesshomaru era
stato colpito
da un sectusempra e la ferita sulla
spalla sembrava terribilmente profonda, e continuava a sanguinare e
sporcargli la camicia, ma nonostante ciò il demone
aumentò ancora la velocità,
tuffandosi a capofitto nella foresta vicino al Castello.
“Sesshomaru,
cosa intendi fare?
Lì si nascondono i loro
alleati, non
possiamo entrarci!” gridò, cercando di fermarlo,
ma non fu degnato di ascolto.
Poi, l’odore di cavalli giunse anche alle suo naso. Centauri.
I
centauri erano esplicitamente
dalla parte dei due, poichè il loro orgoglio non permetteva
loro di accettare alcun dominatore, e a
giudicare dall’odore che riusciva a percepire erano almeno un
centinaio. Era lì che
Sesshomaru voleva andare.
Arrivarono
in poco tempo nel bel
mezzo del covo dei loro alleati, ma non videro nessuno. “Il
loro odore è
improvvisamente scomparso.” Sussurrò a mezza voce
Inuyasha, dando le spalle a
Sesshomaru. Il fratello annuì.
All’improvviso,
furono
circondati.
I
due fratelli indietreggiarono
fino a trovarsi schiena contro schiena, quella sporca di sangue, magra
e
muscolosa di Sesshomaru contro quella più bassa e tesa di
Inuyasha. Intorno a
loro, si materializzarono come fantasmi una trentina di figure
incappucciate,
sghignazzanti per essere riusciti a incastrare i figli del famoso
demone cane
Inu no Taisho.
“Sesshomaru.”
Chiamò quello che
sembrava il capo: “Davvero non me l’aspettavo. Non
eri uno dei demoni dalla
parte del sangue puro?” lo rimproverò, con un
ghigno divertito celato dal
cappuccio. La voce era strascicata e moderata dalla freddezza, ma
lasciava comunque
trasparire una vena di disprezzo. Il demone sbuffò, a
metà tra il divertito e
l’annoiato: “Mi sembra che ci sia qualcosa di
più importante della purezza del
sangue, Draco.” Constatò inespressivo, mettendosi
all’erta. Quello scoppiò a
ridere: “Forse. Allora è per questo che ti sei
messo in combutta con il tuo
caro fratellino mezzodemone.”
Sibilò
l’ultima parola con disgusto, come se fosse il nome di un
orrenda creatura
indegna di esistere, come se fosse l’esatto contrario di
sé stesso, come se
preferisse sprofondare nell’inferno piuttosto che essere in
contatto con una
tale feccia. E probabilmente fu questo a urtare particolarmente
Inuyasha,
perché estrasse Tessaiga e la puntò contro il
viso celato di Draco: “Bada a
come parli, schifoso mangiamorte! Sarò anche un mezzodemone,
ma nulla mi
impedisce di farti a fettine.” ringhiò, lievemente
rosso per essere stato preso
in giro. Essere considerato inferiore solo per la sua natura mezza
umana lo faceva
arrabbiare come pochi.
Scoppiarono
tutti a ridere: “Eh, piccoletto…
ci sai fare a minacce!” intervenne una voce femminile con
tono sfottente, anche
se piuttosto gracchiante. “Neanche la metà dei
miei anni e già pretende di
esigere rispetto. Ed è un mezzosangue per di
più!” inveì, latrando il suo
disgusto con una voce piuttosto acuta. “Basta Bellatrix, il
Signore Oscuro ci
ha dato ordini ben precisi.” l’ammonì
Draco, con uno scatto del braccio,
prendendo la bacchetta fra le dita.
“E
il vostro Signore Oscuro è
così vigliacco da non prendere nemmeno
l’iniziativa di annientare un demone e un
mezzodemone?” chiese Inuyasha,
sprezzante.
“Oh,
ma certo che la prendo, mio
caro Inuyasha.” Esclamò una voce gelida, suadente
e affabile che sembrava
provenire dall’alto, quanto era potente, ma ben presto fu
riconducibile ad un individuo
che emerse subito dopo dal folto della foresta.
Era
un uomo alto, anche se di
umano conservava ben poco, considerati i tratti serpentini del volto e
gli
occhi rossastri. Tutti i mangiamorte si inchinarono immediatamente,
lasciando
che lo sguardo di Sesshomaru incontrasse quello freddo di Lord
Voldemort, che
sembrava enormemente soddisfatto: “Sesshomaru…
quale piacere incontrare il figlio
del mio acerrimo nemico.” Sussurrò affabile,
prendendo la bacchetta in pugno,
mentre il demone posava la mano su Tenseiga, fiutando il pericolo.
Sentiva
qualcos’altro nell’aria, come un ulteriore aura
oppressiva, che andava ben
oltre quella dei mangiamorte. Ma non capiva cosa fosse.
Sentì la schiena del
fratello irrigidirsi contro la sua per la tensione.
Estrasse
Tenseiga, mentre
l’ilarità scoppiava tra i mangiamorte:
“Tu… Sesshomaru, vuoi davvero uccidermi
con una spada che non riesce nemmeno a tagliare una rapa?”
ridacchiò Voldemort,
con un sorriso ironico sulle labbra bianche. Ma non riuscì a
trovare una
risposta, perché Inuyasha, irritato ulteriormente
dall’essere stato ignorato
perché mezzodemone, aveva già attaccato alcuni
maghi con un fendente micidiale
di Tessaiga, dando inizio alla battaglia.
Inuyasha
non si curò molto degli
incantesimi di ostacolo che qualcuno gli aveva lanciato,
perché, essendo un
mezzodemone, su di lui avevano un effetto assai limitato, ma doveva
stare
attento alle Maledizioni che fendevano l’aria in scintille
verdognole, perché
quelle uccidevano. Gettò uno sguardo fugace sul fratello,
che era impegnato in
un confronto corpo a corpo con sette mangiamorte e Voldemort stesso, e
decise
che era ora di dargli man forte. Quando si diresse verso di lui vide
che il
laccio lucente che Sesshomaru stava comandando aveva già
ucciso un avversario.
Rischiavano di farlo arrabbiare sul serio, quelli lì. E se
non volevano vedere
un Sesshomaru in forma completa conveniva loro andarsene, e subito.
Il
demone si muoveva con grande
agilità, nonostante la ferita sulla spalla che non accennava
a smettere di
sanguinare, e aveva massacrato senza pietà gli altri suoi
avversari, rimanendo
a fronteggiare il più pericoloso dei suoi nemici in mezzo ai
loro cadaveri.
Lo
guardò con odio, lo stesso
odio che tre anni prima aveva sempre riservato al proprio fratellastro
che si era
intromesso tra lui e suo padre. Ma il Generale era stato ucciso proprio
dall’uomo che in quel momento lo scrutava con un ghigno
affabile. La sua natura
demoniaca esigeva una vendetta,
desiderava il suo sangue per lavare via l’onta che era stata
fatta alla sua
stirpe, e sapeva che avrebbe fatto di tutto per ottenere ciò
che voleva.
Le
sue orecchie a punta sentirono
uno scalpiccio di zoccoli al galoppo e pensò immediatamente
che i rinforzi
fossero finalmente arrivati. Si mosse per disarmare Voldemort della
propria
bacchetta ma non lo trovò perché scomparve e si
materializzò dietro di lui,
minacciandolo sul collo. Fece in tempo a mollargli un calcio per
liberarsi e
osservò che la scena dei combattimenti era assai critica:
Inuyasha era
circondato da nemici e lottava con tutte le sue forze, anche se lo
stavano,
lentamente, sopraffacendo. Era pur sempre una sola persona contro
dieci. Ma non
era questo quello che lo sconvolse. I centauri erano arrivati,
sì, ma stavano
combattendo per i mangiamorte.
Non
appena riuscì a realizzare
che avrebbero di sicuro perso si accorse del sorriso vittorioso del
Signore
Oscuro, che si allontanò leggermente da lui,
immobilizzandolo con una
Maledizione, e di un centauro che gli puntava l’arco al
petto, da lontano.
Non
riuscì ad opporsi: il suo
corpo non riusciva a contrastare le Tre Maledizioni Senza Perdono, e
per di più
era indebolito dalla ferita che, lo capiva solo in quel momento, gli
aveva
fatto versare più sangue del dovuto.
Successe
tutto al rallentatore:
la freccia fu scoccata, e raggiunse la sua spalla dopo un tempo che gli
sembrò
infinito, in cui Inuyasha si girava e spalancava gli occhi, proprio
mentre il
demone comprese che quella non era una freccia per uccidere, ma un
sigillo.
Rimase impotente a subire la propria carcerazione, maledicendosi per
non
essersi accorto dell’inganno di Voldemort.
La
freccia lo inchiodò all’albero
che aveva di spalle, un albero del vino, sollevandolo di qualche metro
da
terra. Subito sentì il proprio corpo inaridirsi, come se
stesse perdendo la propria
energia demoniaca, e percepì le proprie palpebre farsi
pesanti. Quella sarebbe
stata la sua fine, inchiodato, sigillato a un albero dal quale non
sarebbe mai
sceso. La foresta in cui si trovava era così immensa e
misteriosa che nessuno
si sarebbe mai addentrato per vedere cosa ci fosse. Sarebbe stato
lì per
sempre, non vivo, ma nemmeno morto. Sentì le urla di
giubilio dei mangiamorte.
L’ultima
cosa che vide fu il
fratello in fuga. Bastardo. Fu
l’ultimo dei suoi pensieri. Non lo avrebbe aiutato. Aveva
fatto male a fidarsi
di lui. Sarebbe fuggito con la sua vita, mentre lui rimaneva
lì, appeso come
uno stupido che si era fatto gabbare.
Inuyasha… mi vendicherò! Poi
il buio e l’incoscienza lo portarono
con loro.
In
quello stesso momento, a
Londra, Albus Severus Potter vedeva nascere la propria figlia.
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Avevo
un'insana voglia di postare questa storia, che durerà assai
e assai.
bene,
direi che ho finito le cose da dire. rm rm rm.
spero
che questo gigantesco crossover che inserisco qui vi piaccia. alla
prossima.
*ninjapoof*
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