Lasciami andare.

di MishaLaMezzElfa
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Toc toc.
< Shiiin, puoi andare ad aprire? >. Nessuna risposta.
< Shin, per favore! Dove sei? >. Silenzio.
< Quel ragazzo mi farà impazzire >. Kasumi sbuffò e si avviò velocemente verso la soglia di casa.
Bussarono nuovamente.
< Un attimo! >. Urlò la donna rivolgendosi a chiunque stesse bussando. Cercò frettolosamente i Geta (sandali tradizionali giapponesi) e li infilò, non prima di aver notato che quelli di Shinji non c'erano: quel ragazzo l'avrebbe fatta ammattire un giorno o l'altro.
Aprì la porta e non focalizzò immediatamente le persone di fronte a lei: due uomini e due donne la stavano fissando con espressione neutra, fin quando uno dei due maschi strabuzzò gli occhi per la sorpresa.
< Kasumi? >.
Lei rimase paralizzata quando capì chi aveva davanti a sè: Ryu, Hayate, Ayane mentre la quarta figura sembrava essere Hitomi, quella che era diventata la moglie di Hayate non molto tempo prima.
< Hayate? Sei davvero tu? >.
< Chi dovrebbe essere?  Uno Shinigami? >. Chiese Ayane con sarcasmo; Kasumi, però, non prestò ascolto alle parole della sorellastra e si concentrò sul fratello, che la stava fissando con severità.
Kasumi, memore delle buone maniere imparate durante l'infanzia, si inchinò e offrì ospitalità ai visitatori.
Il gruppetto entrò in casa e, dopo le varie presentazioni, si radunò nella piccola cucina mentre la padrona della dimora offriva loro del tè.
< Cosa vi porta fin qui, in questo sperduto paesino tra le montagne? >. Domandò Kasumi tentando di tenere sotto controllo l'ansia che l'attanagliava: dopotutto non vedeva la sua famiglia e tutto il resto del villaggio da 17 anni, da quando, cioè, era scappata per non essere uccisa.
Da allora molte cose erano cambiate nella sua vita: prima fra tutte l'arrivo di Shin.
< Kasumi > Iniziò tristemente Hayate < Nostro padre sta morendo. Una malattia lo ha lentamente consumato in questi ultimi dieci anni.
Siamo venuti fin qui perchè al villaggio ci hanno detto che per alleviare il suo dolore sono necessarie delle erbe curative che si trovano solo in questo luogo >. La donna, che nel frattempo si era seduta, fissò la tazza colma di tè: sapeva che non ne avrebbe mandata giù nemmeno una goccia dopo quella notizia.
L'atmosfera era molto tesa e tutti si sentivano a disagio: Hitomi stringeva le mani di Hayate dolcemente; Ayane osservava la sorellastra con malcelata ostilità; solo Ryu teneva lo sguardo basso e beveva il tè senza fiatare.
Kasumi osservò sottecchi l'uomo che un tempo aveva amato con tutta sè stessa, accorgendosi di quanto non fosse cambiato.
La donna provò disgusto: aveva appena saputo che il proprio padre sarabbe morto in poco tempo e lei pensava a Ryu. Si vergognava di sè.
< Le erbe ve le posso dare io, ma dovrete aspettare la fine della cerimonia della Primavera. Non è permesso uscire dal villaggio in questo periodo >
Ayane aprì la bocca per ribattere.
< A nessuno >. Precisò Kasumi.
Mentre Hitomi stava per parlare la porta si aprì e nella cucina entrò un ragazzo con i capelli castani come quelli di Kasumi ma il volto e la struttura erano identici a quelli di Ryu.
I presenti rimasero ammutoliti nel vedere il giovane; Kasumi si alzò e disse: < Shinji loro sono i miei parenti del Clan Mugen Tenshin >.
Il ragazzo si inchinò verso i presenti, che lo imitarono in segno di saluto.
Shinji osservò a lungo Ryu, poi chiese: < Mamma lui è...? >. Non concluse la domanda, ma Kasumi annuì.
< Si, Shin, lui è Ryu Hayabusa. Tuo padre >.




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