Echo
Hello,
hello
anybody out there?
'cause I don't hear a
sound
alone, alone
I don't really know
where the world is but I miss it now
Silenzio.
C’era un silenzio di morte intorno a me, la notte stava
riempiendo di ombre la
foresta, i corpi senza vita di un esperimento mal riuscito. Morte.
C’era morte
ovunque. La testa tra le mani, a far smettere quel rimbombare di urla,
quei
ricordi di sangue denso, quelle domande che aleggiavano nella mia mente
da
minuti interi.
Cosa era andato storto? Ancora
solo. Ancora un incapace che non
riusciva ad avere il controllo sulla situazione. Non ero ancora
abbastanza. La
furia che si abbatte ancora sul mio corpo, facendomi diventare una
fiamma
bruciante e viva. Perché? Perché non ero riuscito
a creare i miei ibridi quando
avevo eseguito correttamente tutto ciò che mi era stato
detto di fare? Perché,
alla fine dei giochi, ero ancora così dannatamente solo?
Urlai, cercando di non
pensare più a nulla.
Urlai così tanto da sentire bruciare la gola. Scagliai una
bottiglia di birra sul terriccio umido. Percepii gli occhi farsi umidi
e mi
odiai per questo. Nessuna debolezza, non mi era stata consentita
nemmeno da
umano.
Sei stolto e impulsivo, mi
stupisco che tu sia ancora vivo.
Il viso distorto dalla furia di Mikael mi
si impresse nella mente, annientandomi. Era stato lui a rovinare tutto
e
avrebbe pagato per quello; avrei creato un mio esercito, ci sarei
riuscito, e
lui avrebbe avuto paura di me, avrebbe capito che valevo qualcosa, che
non ero
uno stupido ed ingenuo ragazzino. Sentii una presenza dietro di me;
Stefan era
ritto in piedi, una mano a coprire l’avambraccio dove
risiedeva il morso del
licantropo fuggito via. Cercai di darmi un controllo,
l’indifferenza dipinta
sul volto, i denti stretti a contenere la rabbia.
“Alla fine sono morti tutti.”
Dissi, calmo. Una nuova occhiata ai cadaveri privi di vita di quegli
inutili
licantropi che non erano serviti a nulla. Un’altra sconfitta,
una sconfitta che
non potevo permettermi.
Urlai, di nuovo. Strizzai gli occhi, cercando una pace
che non trovavo da tempo. Furia, rabbia, indignazione, delusione.
Ancora una
volta stolto per non essere riuscito a combinare nulla.
Ancora solo.
I'm
out on the edge and I'm screaming my name
like a fool at the top
of my lungs
sometimes when I close
my eyes I pretend I'm alright
but it's never enough
cause my echo, echo
is the only voice coming
back
my shadow, shadow
is the only friend that
I have
“Sarei
dovuto riuscire a trasformarli.
Ho spezzato la maledizione, ho ucciso un lupo mannaro, ho ucciso un
vampiro, ho
ucciso la doppelganger.”
Feci ritornare alla memoria tutte quelle morti, le
sensazioni che avevo provato strappando il cuore a quella ragazza,
uccidendo la
zia della doppelganger e ella stessa. Sconcertato, sconvolto. Cosa non
andava?
Cosa non era stato eseguito correttamente? Il mio sguardo
tornò alla faccia di
Stefan, paralizzato e con una brutta cera in volto.
“Stai da schifo.” “Se non
ricordo male sto morendo e tu non vuoi curarmi.”
Osservai il morso sul suo
braccio e mi calmai, finalmente. Non potevo rischiare di perdere anche
lui, non
potevo permettermi di restare completamente solo, senza nessun alleato.
Senza
nessun amico. Eppure lui non poteva ricordarsi di me. La vita era
così
ingiusta, a
volte,
così dannatamente masochista e crudele.
“Dovevo ucciderlo, non ho
avuto scelta. Ti ho deluso, mi dispiace. Fai quello che
devi.” Le sue parole
ebbero uno strano effetto su di me, come una medicina, ma molto
più potente e
positiva. Ero sorpreso dalle sue parole, sorpreso dal fatto che lui mi
stesse
chiedendo scusa, preoccupandosi della mia delusione. Da quando qualcuno
non
parlava così umanamente con me? Forse non c’era
mai stato, o forse Rebekah era
stata molto più vicina a me di quanto la mia memoria potesse
ricordare.
“Doveva
funzionare.” Ripetei un’ultima volta, sicuro che ci
fosse qualcosa di
sbagliato, ma non riuscendo a capire che cosa.
Cos’era giusto fare, lasciarlo
morire o salvargli la vita? Ritornai davanti alla corteccia dove poco
prima ero
seduto e mi morsi il polso, facendo cadere il mio sangue dentro
l’ennesima
bottiglia vuota.
Potei sentire il respiro di sollievo di Stefan sin da
lì.
Volevo salvarlo.
Volevo perché, nonostante tutto, era l’unico ed il
solo amico
che mi era rimasto, per quanto strano potesse essere.
“Salute!” Stefan bevve
tutto in un sorso ed io feci per andarmene.Mi girai un’ultima
volta verso la
carneficina che avevo creato. Solo, ancora.
“A quanto pare sei l’unico compagno
che mi rimane.”
L’unico. Me
ne andai, il nodo in gola che si faceva via via più
pressante.
Era così che avrei dovuto sentirmi per tutta la mia
esistenza? Così
solo? Senza una casa, senza una famiglia, senza amici.
Dovevo solo pensare al
mio esercito, non avevo tempo per quelle stupidaggini, mi redarguii,
passandomi
una mano sul viso e continuando a camminare tra la foresta, senza una
meta.
E
allora era giusto che mi sentissi così solo?
L’unica amica sarebbe stata la mia
ombra, l’unica voce nota, il mio eco. Per sempre.
Hello, hello, anybody out
there?
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