18 Dicembre...

di LetTheFlamesBegin
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18 Dicembre…

 

18 Dicembre 2010 ore 21.34

Camerino di Josh Farro

 

Le mani sudano.

Compiono movimenti nervosi, incontrollati.

Non sono più le mani abituate ad impugnare chitarre, e lo sguardo non è più quello di un ragazzino padrone del mondo.

È lo sguardo di un uomo che sta andando al patibolo.

La bocca si muove, ne sei sicuro perché lo specchio non ti può ingannare.

Le tue labbra si aprono e si chiudono velocemente bisbigliando qualcosa che assomiglia vagamente ad una preghiera.

Ad una maledizione.

Forse adesso ti risveglierai e scoprirai di essere ancora un ragazzino, ancora impegnato a capire come inginocchiare il mondo. Forse capirai presto che quella è la tua vita, che tu sei nato per essere parte di qualcosa.

Forse poi, con la mente tornerai al giorno del matrimonio, quando le tue mani tremavano come ora.

Quando anche lo sguardo non era del tutto diverso.

Ma quando c’era ancora un barlume di speranza, sommerso fra le macerie.

Sommerso dall’odio celato da falsi sorrisi.

Un’occhiata all’orologio svela che è già troppo tardi.

Troppo tardi per restare bambino. Troppo tardi per i rimpianti.

Con il cuore in gola abbassi la maniglia della porta.

 

 

18 Dicembre 2010 ore 21.40

Camerino di Zac Farro

 

Mai le tue mani hanno desiderato ardentemente qualcosa come stringere dei legnetti.

Picchiarli sui tamburi altisonanti e sfogarti.

Lasciarti andare.

Vivere.

Un ragazzo fissa lo specchio, ha grandi occhi rossi ed uno sguardo tormentato.

Se avessi in mano quei legnetti ora li picchieresti direttamente addosso alla superficie riflettente che non ti lascia scampo.

La mascella trema senza controllo, cercando di trattenere un pianto che ha un sapore infantile.

Con un retrogusto disperato di rimpianto.

I grandi occhi del ragazzo non ti danno scampo.

Ti ossessionano.

Senti la pazzia che, lentamente, si fa strada dentro di te, corrodendoti l’anima.

Se solo potessi stringere uno di quei bacchetti di legno spaccheresti tutto.

Compiresti una magia per tornare indietro nel tempo.

Perché ora come ora la mascella non smette di tremare.

Perché ora come ora le mani stringono convulsamente qualcosa che non c’è.

Lanci un’occhiata all’orologio e capisci.

Capisci che la mascella non smetterà mai di tremare e che le mani non stringeranno mai più quello che stanno cercando.

E, a testa china, abbassi la maniglia della porta.

 

18 Dicembre 2010 ore 21.55

Sala prove.

 

È giunto il momento.

Due ragazzi sono in piedi, in mezzo alla stanza con le mani che tremano.

Con le lacrime agli occhi.

Non è un addio, si sole dire.

Eppure ha tutto il sapore dell’addio, uno di quelli che è per sempre.

Uno di quelli che ti spezza dentro, lasciandoti un vuoto enorme da colmare.

Un vuoto fatto di lacrime e dolore.

Un vuoto fatto di sorrisi e parole mancati.

Un vuoto fatto di bacchette di legno abbandonate sul pavimento.

Fatto di chitarre lasciate a prendere polvere.

Fatto di Farro, che se ne sono andati lasciandoci qui ad affondare in silenzio.

 

 


è passato un anno e siamo ancora qua...thiè Farro!!

Let:D





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