Remember My Love
Sono tornata nel mondo degli
scrittori dopo millenni, a causa di un doloroso blocco durato per tre
mesi e mezzo, e chiedo scusa sopratutto a chi ancora adesso segue la
mia long fiction, che è da lungo tempo in fase di
rielaborazione.
Ora che sono uscita da questo blocco, ricomincio a scrivere,
e spero che questa one-shot sia perlomeno decente.
Dedicata sinceramente a i miei consiglieri, vecchi e nuovi: Pink, la
mia sorellona acquisita che mi ha aiutato a riguardarla, grazie di
cuore Sorella Tango (XD); Suzako, la mia Beta Reader, che mi ha aiutato
a togliere le parti inutili e frivole che vi erano presenti. Grazie a
tutte e due!
Sono molto ben accetti i commenti costruttivi, e anche quelli positivi
ovvio. ^^
E ora vi lascio alla lettura.
Remember My Love
Il buio avvolgeva la stanza.
Nella completa oscurità, una mano si muoveva nervosamente
sul bracciolo della poltrona.
Il silenzio era rotto solo dal latrato lontano di un cane che arrivava
dalla finestra aperta per far entrare una brezza leggera, che
rinfrescava ancora di più quella fredda sera di gennaio.
La stanza era spaziosa, arredata in modo lussuoso, con molti mobili
antichi e pregiati. Trofei impolverati giacevano sulla mensola sopra il
caminetto di pietra, ricordi di un passato doloroso.
Dei passi, dei piccoli passi, come quelli di un bambino, risuonarono
nel corridoio.
La porta della stanza si aprì, e una creatura si
affacciò dallo spiraglio.
“Harry Potter signore, ha bisogno di qualcosa?”
chiese un elfo domestico.
L’elfo si avvicinò di più, timido.
Dopodichè l’uomo seduto in poltrona scosse la
testa debolmente, in segno di diniego.
Le orecchie a pipistrello dell’elfo si abbassarono dalla
tristezza.
“E’ già da due giorni che Harry Potter
signore non tocca cibo... Dobby è preoccupato per la sua
salute signore... Dobby consiglia al signore di mangiare qualcosa per
tirarsi su...” Disse, titubante Dobby, con lo sguardo fisso
su Harry.
Il Bambino Sopravvissuto sorrise, come sempre faceva ogni volta che
l’elfo si preoccupava dalla sua salute.
Lo sguardo di Harry, che era perso nel vuoto, si fermò su
Dobby, gentile.
“Non preoccuparti, sto bene così. Magari domani
mangerò qualcosa”
L’elfo lo guardò ancora una volta, preoccupato,
poi disse:
“Va bene Harry Potter signore, allora Dobby va a finire di
lavorare a maglia signore. Dobby chiude la porta signore.”
Harry annuì.
Quando la porta si fu richiusa, quell’attimo di sollievo che
lo aveva raggiunto grazie alla venuta dell’elfo, fu spazzato
via dai ricordi che lo stavano assalendo, come lame taglienti che lo
trapassavano da parte a parte.
Aveva paura dei ricordi, paura di provare a ripensare alla sua vita, a
ciò che aveva vissuto, all’unica persona che aveva
mai amato.
Il cuore, indebolitosi con gli anni, sembrava ormai aver sopportato
troppe sofferenze per fare male ancora, ormai si era abituato al dolore.
Harry si alzò dalla poltrona e si mise alla chiara luce
lunare che entrava dalla finestra.
Un tempo era stato giovane, un tempo era sfuggito a tre Mangiamorte di
corsa, aveva schivato ogni genere di incantesimo, si era aggrappato al
collo di un Troll di montagna, aveva cavalcato un Thestral, aveva fatto
milioni di cose che ora non avrebbe più potuto fare.
I capelli, una volta neri come la pece, ora erano quasi completamente
bianchi, con solo poche strisce grigie, ma perennemente ribelli, come
lo erano sempre stati.
Le mani erano ossute, ma sottili, come erano quando era giovane.
Il suo fisico era rimasto immutato, gracile e debole
all’apparenza, ma dentro forte e determinato, almeno, da un
po’ di anni le forze lo avevano abbandonato.
Il suo viso era solcato dalle rughe, ma i lineamenti erano rimasti gli
stessi: il viso sottile, le labbra delicate
Gli occhiali non li aveva mai cambiati, ma le lenti erano diverse:
aveva perso molte diotrie con la vecchiaia.
L’unica cosa che era rimasta perennemente immutata era lei.
La sua cicatrice a forma di saetta.
Anche su quella fronte ormai rugosa, non era mutata in alcun modo.
Ma pensando ai suoi anni spensierati, a quegli anni in cui aveva ancora
degli amici, quegli anni in cui non era mai rimasto solo, in cui
c’erano persone che gli avevano voluto bene, in cui, pur
essendoci la regolare presenza di un Signore Oscuro, lui era felice....
Quegli anni erano sabbia, sabbia che scivola via...scivolava via dal
presente che vedeva ora...e quel che vedeva era solo un povero vecchio,
immerso completamente in quei ricordi che facevano male.
C’era un ricordo che faceva più male di tutti, era
insopportabile...
Quel ricordo aveva un nome.
Un nome che lui adorava pronunciare, che dava alla sua bocca una
sensazione di benessere, gli piaceva scriverlo, e anche pensarlo, ma
sopratutto pensare alla persona che aveva quel nome.
Un nome che lo trasportava in mille ricordi, piacevoli come la brezza
che stava entrando dalla finestra...
Hermione.
Il suo sorriso era
qualcosa di prezioso.
Qualcosa che
bisognava conservare nella memoria, che non bisognava mai
scordare, e che serviva a tirarsi su nei momenti tristi.
Era sollievo
per i sensi, era tutto quel che Harry desiderava, era un gioiello senza
eguali.
Non era una
cosa rara, la si poteva trovare tutti i giorni, lo si poteva osservare
sempre.
Quando vedeva
il suo sorriso si sentiva in grado di affrontare qualunque cosa, di
sconfiggere qualsiasi nemico.
Avrebbe voluto
incorniciarli, per ammirarli ogni volta, e sentirsi bene con il mondo...
Che cosa
magnifica...
“Harry?
Ti sei imbambolato?”
La voce
allegra di Ron lo risvegliò dai quei pensieri.
“Sai
Harry? Ti vedo strano in questi giorni....non è che hai
qualche problema?”
Harry
guardò il suo amico interrogativamente.
“No...
nulla Ron” disse il moro.
Ma Ron era
sicuro che stesse mentendo...
Era ormai una
settimana che guardava la loro migliore amica in modo... non da
Harry, decisamente.
La fissava
sempre: mentre mangiava, mentre studiava, mentre era ferma... ogni
attimo Harry aveva lo sguardo su Hermione, e non era decisamente da
puro e semplice amico.
La guardava
come... un cioccolatino da mangiare.
Ron
ritornò al suo tema di Pozioni ignorando Harry che
casualmente aveva di nuovo spostato lo sguardo su
“Voi-Sapete-Chi”, più comunemente
chiamata Signorina Granger.
Decise di
provare a vedere cos’era che attirava tanto
l’attenzione dell’amico su di lei, così
la osservò.
Hermione era
ovviamente china su un libro, dal titolo tipo: “Sintassi
della Numerologia Riveduta e Corretta” e i suoi occhi color
cioccolato scorrevano veloci sulle pagine.
I capelli
castani erano legati in una coda, fatta in fretta senza molta
cura, e la mano appoggiata sul tavolo tamburellava ritmicamente.
Nulla di
sospetto, ma Ron pensava che se anche Hermione si fosse messa a ballare
il Can Can in quel momento, Harry avrebbe continuato
imperterrito a osservarla, con aria imbambolata, bocca
semiaperta e libro sulla stessa pagina da almeno un
‘ora.
Come
poteva capire ciò che aveva di così interessante
la loro amica da osservare?
A questo
punto, cercò di risvegliarlo dal suo stato comatoso e
riportarlo alla realtà, per domandarglielo.
“Ehm...
Harry?”
Il suo amico
non rispose.
“Harry?
Volevo solo informarti che la McGranitt sta ballando nuda sul prato
là fuori.”
Harry
mugugnò qualcosa.
“Ah!
E c’è di più! Silente si è
unito a lei!”
Ma Harry non
rispose.
“HARRY!”
Urlò il rosso.
“Eh!
Che cavolo vuoi? Che urli?”
“Lasciamo
perdere...senti, ma sei sicuro di stare bene?”
“Certo!”
rispose il moro.
“Ne
sei proprio sicuro?”
“Ehm...sì,
credo di sì” disse un po’ accigliato.
“Vieni
con me....” Ron prese per un braccio il suo amico, e lo
trascinò via dalla biblioteca, da dove comunque
Madama Pince li avrebbe cacciati presto, perchè stavano
facendo tutto fuorchè leggere.
Il rosso lo
portò lontano da orecchie indiscrete, dietro la famosa
statua della Strega Orba, e gli mise le mani sulle spalle.
“Senti
Harry. Non so cosa tu abbia, ma so solo che non stai affatto
bene!”
“Ma
cos’ho che non va? Me lo spieghi?” disse Harry,
continuando a non capire.
Ron fece
l’espressione più comprensiva possibile, come se
stesse cercando di convincerlo che il cielo era azzurro, e lui
sosteneva il contrario.
“Allora,
riassumiamo la situazione, va bene?”
“Va
bene...” disse il moro esitante.
“Ho
notato una cosa, di cui forse non ti rendi propriamente conto, sai
Harry?”
“Che
cosa?”
“Ecco...
Hermione.”
“Hermione?”
“Sì
Harry, la ragazza che conosci da sei anni, capelli castani,
insopportabilmente saputella...ricordi?” disse il rosso
sventolandogli la mano davanti.
“Certo
che so chi è Ron!”
“Bene,
per dirla in poche parole, la osservi di continuo!”
Harry lo
guardò come se avesse detto che in realtà
Voldemort era buono, comprensivo e operava per il bene
dell’umanità.
“Ron....
dici davvero?”
“Sì
Harry, sì” disse quasi disperato l’amico
“Sempre! Quando siamo in sala comune, a cena, a lezione, in
biblioteca, dappertutto! Ci manca solo che ti metti a seguirla in
bagno!”
L’espressione
del Bambino Sopravvissuto era di completa sorpresa.
“Ma
ne sei sicuro Ron?
“Perchè
dovrei dirti il contrario, accidenti a te!” disse il rosso.
“Ma
allora... questo vuol dire che...” disse il moro pensieroso
“A me... a me piace la mia migliore
amica...”
“Credo
che sia così Harry” disse Ron, contento che
finalmente l’amico avesse compreso la situazione.
“Ron,
ma... tu... non... insomma, hai capito...”
“Io?
Io cosa?” disse confuso Ron.
“Io
sto bene come stupidità, ma tu mi batti! Intendevo dire Ron,
ma... a te non piace Hermione?”
“Sì,
diciamo che sono invaghito di lei Harry, ma non la amo, ne sono
sicuro.” Disse Ron un po’ imbarazzato.
“Eppure
io ho sempre creduto che... insomma...” disse, anche lui
imbarazzato Harry “Cioè, la tua gelosia per
Krum...”
“Acqua
passata.... ma paliamo di te! Hai intenzione di dirglielo?”
“Bè...
sì, ma sai come sono io... “
“Sì,
sì, lo so come sei tu... affronti un Drago, delle sirene
assassine, Tu-Sai-Chi in persona, ma con le ragazze sei una
frana!”
Harry lo
guardò un po’ sconsolato.
Ron
vide la sua espressione e cercò di tirarlo un po’
su.
“Allora
elaboriamo un piano! Io sono con te amico!” disse
incoraggiante il rosso, battendogli un mano sulla spalla, e uscendo dal
loro nascondiglio dietro la statua, dirigendosi in Sala Grande per la
cena.
“Ho
paura di rovinare l’amicizia Ron...” disse
sconsolato il moro, mentre si sedeva al tavolo dei
Grifondoro, giocherellando poi distratto con la forchetta.
“Stai
tranquillo Harry, tu dichiarati, andrà come deve andare
no?”
“Sì...
certo...” disse con tono malinconico lui.
“Ciao
ragazzi!” disse una voce squillante dietro di loro.
E in quel
preciso momento, lo stomaco di Harry cominciò a contorcersi.
Sapeva di chi
era quella voce.
E la amava.
Hermione
Granger si sedette vicino a Harry e allegra si
servì di stufato, non consapevole che il cuore del suo
migliore amico moro stava scoppiando.
“Allora
ragazzi? Come mai siete scappati così dalla
biblioteca?” disse alla leggera, sorridendo “vi ho
visto correre via”
“Ehm...
noi, ecco, vedi Hermione, stavamo... un impegno urgente.”
Disse Ron, visto che Harry era paralizzato.
“Ah!
Quale impegno esattamente?” disse, sempre con quel tono
curioso, la loro migliore amica.
“Oh,
nulla di importante, non ti interessa...” rispose velocemente
il rosso.
Guardò
nervosamente il suo amico, che finalmente riuscì a
balbettare delle motivazioni poco convincenti.
“Noi...
noi stavamo... ecco... noi... ”
“E’
stato un piacere Herm... andiamo!” disse Ron prendendo il suo
migliore amico per il colletto della divisa e portandolo via da lei,
prima che svenisse.
“Insomma
Harry, sei capace di formulare una frase intera in sua
presenza?” disse spazientito.
“Che
fai, sfotti pure?” disse Harry stizzito.
“No,
dai, non prenderla così, stavo cercando di farti capire che
devi dichiararti... cioè, non puoi continuare
così! Su questo siamo d’accordo no?”
Il ragazzo
sospirò, triste.
“Ci
sono” esclamò il rosso, mentre un sorriso gli
illuminava il viso.
“Cosa?”
“Fai
così: oggi la Sala comune sarà vuota, Fred d
George hanno organizzato un party giù nelle cucine solo per
i Grifondoro, sai, gli Elfi domestici saranno entusiasti di servirli,
è il posto adatto.
Hermione
ovviamente non parteciperà, e prima mi ha detto che
rimarrà a studiare in Sala Comune.
Tu ora vai a
pensare a come dichiararti, e poi andrai da lei, rimarrete soli e...
paffete!” e batte le mani davanti all’espressione
sconvolta di Harry.
“Ma
cavolo Ron! Ho paura... e se poi non ricambia? E se non vuol rovinare
l’amicizia? E se scappa via? E se mi da uno schiaffo? Oh, che
faccio... accidenti!”
“Calmati
Harry, calmati! Non lo puoi sapere finchè non ti dichiari,
giusto?
Ora vai a
meditare un po’, ne hai bisogno, fidati.” Disse il
rosso, mettendogli la mano sulla spalla.
“Meditare?
Sì certo....” disse lui scettico.
“Vale
la pena provare amico, secondo me” Ron sembrava convinto,
così mentre lui andava alla festa dei suoi
fratelli, Harry lo andò a stendersi sul suo letto,
in Sala Comune, a “meditare”.
Ma
perchè proprio Hermione?
Non poteva
innamorarsi di qualcun altro? Qualcuno di meno... insomma, meno
Hermione.
Sembrava un
follia, ma dopo cinque anni di convivenza platonica con lei,
da buoni amici, improvvisamente aveva cominciato a vederla in altro
modo.
Ma ora che ci
pensava.... quando Ron, aveva cominciato a farsi avanti, in lui era
scattato qualcosa, gelosia....
Ma la cosa
sorprendente era che in tutti quegli anni nemmeno se ne era accorto di
essere geloso di lei!
Certo che, la
sua mente era proprio tarda con i sentimenti
Ora
l’unica cosa che poteva fare era dichiararsi, come
giustamente Ron aveva detto.
Ma come? Era
la domanda.
Non aveva
nemmeno cenato, accidenti.
Ma tanto il
suo stomaco era chiuso, non sarebbe riuscito a mangiare.
Poteva
parlarle, cominciare un discorso da buoni amici, per poi farle capire
che provava qualcosa di più per lei.
Oppure andare
subito al sodo: baciarla e vedere come reagiva.
Ogni
prospettiva lo impauriva più dell’altra.
Si
alzò nervoso dal letto e si diresse in Sala
Comune, con l’aria di un condannato a morte.
Scese gli
scalini lentamente, deciso a non andarci.
Tornò
due volte indietro, ma poi si decise.
Si sporse
leggermente.
Nessuna chioma
di capelli castani.
Silenzio di
tomba.
Sospirò,
sollevato; bene, probabilmente Hermione era andata in biblioteca, che
fortuna!
Ron si era
sbagliato!
Un giorno le
avrebbe detto tutto, ma non era oggi, non se la sentiva.
Più
allegro, si diresse verso il ritratto, per andare alla festa dei
gemelli.
Ma poi.... un
rumore.... un scricchiolio...
Il ritratto si
aprì prima che lui potesse uscirne, e in Sala Comune
entrò la sua più recente ossessione, il suo
sogno ricorrente.
Lo
notò subito ovviamente, c’erano solo loro
lì.
“Ciao
Harry!”
La voce fece
immobilizzare il ragazzo.
“Come
mai non sei alla festa di Fred e George? Hai i compiti da
fare?”
“Ehm...
ecco... vedi” incapacità totale di
comunicazione... doveva proprio essere innamorato..
“Hai
già fatto il tema di trasfigurazione?” chiese in
un tono mezzo accusatorio e fintamente dolce, mentre si sedeva al
tavolo e tirava fuori l’occorrente per i compiti.
“Ehm...
ecco, a dir la verità no...” ecco. Si era dato la
zappa sui piedi.
“Vieni
allora, lo sto facendo anch’io, così ti metti in
pari” e picchiò con la mano sulla sedia accanto a
lei.
Harry
cercò in fretta e furia una scusa qualunque, ma Hermione
sullo studio era irremovibile.
Dire che non
si voleva fare un tema di trasfigurazione davanti a lei, equivaleva al
suicidio per qualunque studente della scuola.
Mentre si
accomodava vicino a lei leggermente tremante,, si chiese ancora una
volta perchè il Cappello Parlante lo aveva messo tra i
Grifondoro...
Da vicino
però, non potè fare a meno di osservare meglio
l’amica: la sua caratteristica espressione concentrata,
mentre leggeva a velocità impressionante Trasfigurazione
Avanzata, un ciuffo di capelli sfuggito alla coda che dondolava
leggermente, mentre giocherellava con la piuma, tenendola vicino al
mento, riflettendo.
Distolse lo
sguardo, per paura che si accorgesse che la stava osservando
attentamente, ma le sue paure erano infondate, la conosceva troppo bene.
Anche se fosse
passato un branco di rinoceronti inferociti in Sala Comune,
lei non avrebbe distolto lo sguardo.
Lo studio per
lei era tutto.
E lui lo
sapeva.
“Harry?”
Harry
sobbalzò, perso nei suoi pensieri.
“Lo
cominci o no il tema?” disse lei, un po’ irritata.
Il ragazzo
prese subito un foglio di pergamena pulito e scrisse
l’intestazione.
Ma in quel
momento pensava solo a una cosa, e non era decisamente Trasfigurazione.
Pensava alla
persona seduta vicino a lui, a una distanza che non considerava
sopportabile per i suoi sensi.
Decise che era
giunto il momento del tanto atteso passo da fare.
Erano soli,
non c’era nessuno in Sala Comune.
Voleva
finalmente dichiararsi.
“Senti,
Hermione...”
Ricordi...
solo ricordi ora affollavano la sua mente....
Quello che successe
quella sera in Sala Comune era impresso nella sua mente, come quel tema
di Trasfigurazione era impresso sul foglio bianco, quel tema che
Hermione aveva così minuziosamente fatto, come sua abitudine.
Amava ancora la sua
Hermione, la ragazza che non le avrebbe mai voltato le spalle, che non
gli aveva mai fatto mancare il suo appoggio e la sua amicizia.
Sentiva che il suo
vecchio cuore non poteva e non doveva più sentire il peso si
quei ricordi che lo facevano solo soffrire, per quanto piacevoli.
Un sorriso
increspò le labbra del novantenne Harry Potter, pensando
alla faccia stupita del suo migliore amico, quando gli aveva detto che
pensava alla loro migliore amica non più tanto
innocentemente.
Già, Ronald
Weasley.
Il sorriso scomparve
subito pensando all’ingrato destino che il suo migliore amico
aveva dovuto subire.
Massacrato dai
Mangiamorte, senza pietà.
Aveva finito le
lacrime ormai, non piangeva più.
E ne aveva versate di
lacrime per Ron. Tante, tantissime. Aveva pianto giorni interi.
L’amico che
lo aveva sempre sostenuto, incoraggiato, aiutato addirittura a
conquistare Hermione in quel tempo lontano, ora non c’era
più.
Si alzò di
scatto dalla poltrona, divorato dalla rabbia, una cieca rabbia che a
causa delle sue condizioni fisiche non poteva sfogare in alcun modo,
come distruggere tutto quello che gli capitava a tiro e menare calci da
tutte le parti.
Rabbia per essere
ancora vivo, mentre loro erano morti... morti... e come ombre ancora si
aggiravano per i suoi ricordi, facendolo disperare.
Le sue mani rugose si
strinsero al davanzale della finestra, da dove entrava la brezza
fredda, che ora si era attenuata leggermente.
Le nocche divennero
bianche, e fece una smorfia di dolore... le sue ossa erano malridotte,
non stringevano più nulla, e i muscoli gli dolevano
continuamente.
Barcollando,
riuscì a accasciarsi sulla poltrona.
“Hermione....Hermione....
ti rivorrei con me....” disse, sussurando.
Ogni giorno si sentiva
peggio, sentiva che la sua ora stesse arrivando.
Ma lui non voleva
morire così, voleva morire combattendo... vecchio sciocco,
non era capace nemmeno di reggersi in piedi.
Il ricordo della sua
migliore amica, soffice, dolce, gli invase per un attimo la mente.
Quando
all’improvviso il suo vecchio cuore si fermò.
Sentì una
fitta al petto, e si accasciò, inerme, sulla sua vecchia
poltrona rossa.
Harry Potter,
l’unica salvezza del mondo magico ancora esistente, era morto.
E con lui tutti i suoi
ricordi.
Dolorosi.
Felici.
Sabbia... sabbia che
scivolava via...
Grazie di cuore a chi
ha letto, e a chi recensirà.
Dopo una lunga pausa
come questa, vorrei sapere se sono migliorata o peggiorata. ^^
EDIT: visto che dovevo mattere l'HTML a posto, (era troppo pesante,
perchè non avevo PageBreeze) ne approfitto per fare i dovuti
ringraziamenti. ^^
Desdeus: ti ringrazio molto per la recensione, e ci siamo
già parlato tramite Email e mi hai spiegato le motivazioni
per cui non ti è piaciuta.
Apprezzo molto la tua sincerità, e gradirei sapere il tuo
parere anche per le mie altre fiction, se potrai.
Harrydipendente: come sempre ti ringrazio tantissimo Gloria, per le tue
recensioni che riescono sempre a tirarmi su il morale!
E anche grazie al tuo costante sostegno che riesco sempre a superare i
momenti più difficili, come il blocco che ho appena passato.
Grazie ancora un volta, e un bacio carissima!
Emma: potevi mancare cara? ^^ non di certo! ti ringrazio molto per
avermi ancora una volta espresso il tuo parere e non farmi troppi
complimenti, mi fai arrossire! ^///^ un bacio
Willow Malfoy: anche se avrei preferito qualche parere in
più sul mio scritto, ti ringrazio comunque per la
recensione. ^^
Pink: visto che ci sono arrivata a te Sorellona Tanngo? XDDD allora,
mia carissima pseudo-beta, ti avevo detto che non era necessario che mi
recensissi, ma l'hai voluto fare lo stesso (che testarda XDDDD) e
quindi ti ringrazio tantissimo! ^^
Come sempre i tuoi consigli sono oro colato per me, lo sai, e adoro le
tua recensioni lunghe e pignole! *_*
E stai tranquilla, è sempre un piacere risentire i tuoi
pareri sul mio scritto. ^^
Ci sentiamo su MSN cara! ^0^
Xxs: grazie mille per aver recensito, e hai ragione su Ron e Harry,
soprattutto su Ron: ho messo apposta l'avvertimento OOC, appunto
perchè certe osservazioni e frasi, non sono affatto da Ron.
^^
E anche perchè io per mia natura, non riesco mai a far
restare i personaggi nel Canon, e quindi... ^^
Ringrazio nuovamente tutti quanti voi per le recensioni!
Herm88
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