Blo,blo,blo.

di Gwendin Luthol
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Le sere in cui le lacrime avevano lo stesso sapore metallico del sangue,che tagliavano le mie guancie dividendole in due,sembrano così lontane.
Mi ricordo di quando i giorni erano infiniti e non cadeva foglia senza che io piangessi.
L’odore del giornale,quello penetrante del caffè che tanto io amo,non lo sentivo più come prima e infondo cos’era successo di così grave?...ti avevo perso.
Poi i fiori sono ricresciuti,il sole si coricava più tardi e le cicale ornavano di canti,la sua ritirata. E’ passato così tanto tempo in uno spazio talmente fuggitivo che a malapena riesco a percepire.
Ma nel buio della notte,quando tutto diventa apparentemente immobile,il letto sembra ingoiarmi e mi addormento su mille pensieri di promesse infrante.





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