Dirty Souls. - Cuore di ghiaccio

di La sposa di Ade
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Ecco, si, ho finalmente deciso di pubblicarla. Ecco tutta per voi una fanfiction che finalmente sento mia, nel vero senso della parola. Questo primo capitolo funge da prologo, anche se non succede praticamente niente di utile alla trama della storia di per sé, ma già da tempo avevo deciso di scrivere una cosa simile e quando finalmente ci sono riuscita… non sapevo dove metterla…
Nei prossimi capitoli verrano illustrati più ampiamente i veri dettagli della storia.
Va bene, ora smetto di ciarlare e inizio a ringraziare tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui e che non sono scappati subito alla Home ^^ Mi aspetto recensioni, sia negative che positive.
Buona lettura gente!
Ah, dimenticavo!!! Questo capitolo va (tassativamente) ascoltato con questa canzone -> http://www.youtube.com/watch?v=7vpuW5WWwVM  scusate se vi metto il link così ma non sono in grando di inserirlo nel testo ^^"


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Prologo – Un’ addio al Giorno.
 


Era un pomeriggio uggioso e le nuvole cariche di pioggia correvano veloci nel cielo.
Una grande folla silenziosa era riunita ordinatamente intorno alla lapide, tutti vestiti di nero e con il volto abbassato in segno di cordoglio, tutti tranne una donna, vestita in un abito bianco e con il volto e le braccia rivolte al cielo, gli occhi chiusi e un’ espressione quasi serena, era davanti a tutti. Stava donando un’ ultimo saluto all’ anima del defunto.
Nell’ aria iniziò a sentirsi una lieve melodia, prima più delicata e debole, poi più decisa e forte, saliva in uno splendido crescendo. Gli archi suonavano confondendo le loro note con il suono del vento e i tamburi accompagnavano fedeli la melodia.
La profonda tristezza era palpabile nelle note del requiem e nella lieve pioggia che stava iniziando a cadere sul volto della ballerina e sulle persone li presenti.
E proprio nel momento in cui l’ atmosfera sembrava farsi troppo opprimente e dolorosa la musica cambiò repentinamente.
Gli archi si fecero più silenziosi e i tamburi presero il sopravvento.
Nello stesso istante la ballerina fece un giro su se stessa e iniziò a danzare sinuosamente, tracciando linee curve  e cerchi sull’ erba umida.
La pioggia aveva preso a scendere più forte e ormai l’ abito immacolato della bella donna era completamente bagnato, i capelli corvini le si incollavano al viso celando la sua triste bellezza.
Il suo corpo si piegava creando figure flessuose e delicate.
Le gambe si incrociavano per poi separarsi di nuovo, i suoi piedi nudi sfioravano appena l’ erba bagnata, smovendola lievemente.
Poi la musica cambiò di nuovo e iniziò la vera e propria melodia, i due gruppi di archi intonavano note cupe e veloci. Sembrava che parlassero fra di loro, le note più basse rispondevano a quelle più acute e viceversa.
Le braccia si allargavano e si riunivano controllate dalla melodia.
La donna danzava girando su se stessa, seguendo il ritmo della musica e della pioggia che batteva insistente sullo scenario.
Lentamente l’ abito bianco iniziò a macchiarsi degli schizzi che la ballerina sembrava alzare volutamente da terra, il che donava al suo ballo un che di magico e puro. Gli schizzi si facevano sempre più alti contornando la figura esile che girava su se stessa in una splendida e cupa cornice.
Coinvolgeva tutti i presenti con il suo splendido ballo, catturava gli sguardi che fino a un attimo prima erano fissi sul rettangolo di pietra chiara.
Un frammento di melodia si ripetè più volte. Un’ altro crescendo.
La melodia si faceva più forte e decisa.
Poi un attimo di silenzio, in cui cadde una quiete effimera.
La melodia riprese, diversa e più forte di prima. Tutti i presenti ora battevano le mani, chi seguendo il ritmo della canzone, chi la danza della ballerina, chi il rumore della pioggia o chi più semplicemente il battito del proprio cuore. Ma il suono era unico e accompagnava armonicamente la triste cerimonia.
Vista in quel momento, splendida e gloriosa, la donna sarebbe potuta benissimo passare per la creatura Oscura più limpida del mondo, nonostante in quel momento il suo corpo fosse infangato, era di una bellezza disarmante.
Era come una fata che danzava tra semplici umani e sporca terra.
Di nuovo la melodia cambiò, divenne più forte ed energica. Così anche il petto della ballerina sembrò gonfiarsi dell’ ebbrezza per quel ballo.
Gli archi continuavano a suonare, anche se più lievemente,  creavano uno sfondo di sfumature luminose sulla scura melodia.
Il ballo della donna rapiva i cuori dei presenti, ella non ripeteva mai lo stesso passo e le sue piroette erano lente e ben curate, mentre le braccia restavano incrociate sopra la sua testa riversa ancora una volta verso la pioggia che continuava a scendere con insistenza.
I suoni erano forti e ruvidi, grezzi e dolci.
La donna ancora ballava e ora sembrava tracciare con le mani degli splendidi disegni in aria, mentre il suo corpo sembrava abbandonato in balia del vento.
Ogni cuore era scosso, così come gli alberi mossi dalla brezza.
Nell’ aria lievi odori si diffondevano ovunque; lacrime, terra, erba, lavanda…
Ogni volto era bagnato tanto quanto quello della donna che ballava, impossibile però capire se lo era a causa della pioggia o delle lacrime.
La melodia si faceva sempre più decisa e forte, un’ altro crescendo. Anche la ballerina ora ballava con più determinazione, altre piroette, altri splendidi passi. Lei ballava come solo un raggio di luce può fare.
Era come se danzasse sul bordo di un pendio, in bilico tra la vita e la morte. Tra gli umani e le creature Oscure.
Un’ altra pausa, e più forte fu la melodia che ne seguì.
La melodia cresceva, sembrava non doversi fermare più, così come la splendida donna. Erano suoni forti, tanto quanto le emozioni che in quel momento albergavano nel cuore di tutti.
La melodia cresceva, gloriosa e la donna ballava, decisa, pronta per l’ ultima piroetta, quella decisiva.
Non c’erano né parole né pianti in grado di esprimere i sentimenti che alloggiavano nei cuori umani, solo sospiri.
Non c’era paura in loro, i tuoni non riuscivano a sovrastare la melodia, i lampi non riuscivano ad accecare la splendida donna, le lacrime svanivano, scaldate da ormai aridi occhi. Restava solo la pioggia, la tristezza, gratitudine e pace.
E inaspettatamente calò il silenzio.
 


 




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