Musica è magia.

di Rejoice96S
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Gli U2 stavano ritornando in America, la loro seconda casa.

Eppure, sembrava che Bono ci stesse andando per la prima volta. Una strana atmosfera stava avvolgendo gli Irlandesi durante il viaggio. L’emozione aumentava sempre più mano a mano che si avvinavano agli USA
Forse era così perché quel paese li aveva sempre affascinato. O forse era così perché non vedevano l’ora di incontrare i Green Day. L’idea di suonare con tre artisti che ogni volta che suonavano trasmettevano un’energia pazzesca era geniale.
Tutti sembravano essere tranquilli in quell’aereo. Era solo un’impressione. Già, perché ognuno cercava di contenere la propria gioia in qualche attività.
Edge stava esprimendo la sua felicità con una serie di note che uscivano dalla sua chitarra.
Adam stava dormendo. Ma dal ghigno sul suo viso era facile intuire che stava sognando di suonare con Mike Dirnt.
Larry non amava viaggiare, era molto meglio rimanere nella sua Dublino. Ma questa volta era diverso. Stava fissando il vuoto che separava l’aereo dalla terraferma e stava immaginando il momento in cui avrebbe mostrato tutta la sua abilità a Trè Cool.
Bono era semplicemente seduto sul suo sediolino, stava osservando i suoi amici immersi nei loro pensieri. Stava cercando di comporre un breve discorso da dire agli U2 prima di atterrare. Purtroppo per lui, gli venivano in mente solo grosse cavolate.

“Che ansia eh?” Bisbigliò dopo una ventina di minuti di meditazione.
“Già. Non vedo l’ora di incontrarli. Chissà se sono simpatici.” Si domandava Larry.
“Ma certo che si. Non sai quante ne hanno passate e combinate insieme?” Sorrise The Edge mentre suonava.
Nessuno rispose. L’unico suono che udì il chitarrista fu il russare di Adam.
“Ma è possibile che se non studio io non lo fa nessuno? Vi sembra una cosa normale incontrare una band di fama internazionale e non sapere quasi nulla di loro?”  Infuriò Edge.
Così iniziò a raccontare sommariamente la vita dei Green Day.
“Oh.. Wow! Non vedo l’ora di incontrarli allora!” Disse Bono entusiasta.
Il batterista invece era rimasto sconvolto. La storia di Zia Franka non lo tranquillizzava affatto. Era in crisi: da un lato voleva confrontarsi con un altro stile di batteria, dall’altro lo inquietava un po’ lavorare con una persona dalla personalità completamente diversa dalla sua... Non riusciva ancora a comprendere fino in fondo Bono!
Una lieve turbolenza svegliò il bassista che, ancora intontito chiese se erano già arrivati.

“No, non ancora. Ma manca poco.  For tonight at last, I am coming home.. I am coming home…” Rispose Bono intonando gli ultimo versi di A Sort Of Homecoming.

Anche gli U2 stavano ritornando a casa.
 




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