One Piece
-CAPITOLO 1- Fingere
Guardava fuori
dall'oblò della sua nave, Monkey D. Rufy. Non lo sapeva neanche
lui da quanto tempo stesse fissando il mare aldilà del vetro,
forse ore, mesi, anche anni. Ma il tempo non importava,come tutte le
altre cose del resto, perchè lui non c'era più. Lo aveva
salvato per l'ultima volta, sacrificando la sua vita per
lui...ripensandoci la sua morte sembrava quasi buffa. Ucciso dal pugno
di magma dell'ammiraglio Akainu, ucciso dal fuoco, il suo stesso
elemento. Estremamente paradossale, eppure non c'era nulla di cui
ridere, perchè lui era morto e Rufy, per quanto poteva esser
forte, non poteva cambiare il corso delle cose. Disteso su una delle
sei amaca , nella camera situata sul primo piano della Sunny, che
divideva con il resto dei ragazzi della ciurma,
spostò di nuovo lo sguardo sul mare fuori dal piccolo
oblò. Pioveva e le piccole goccie di pioggia scivolavano lente,
come il suo respiro, sul liscio vetro. L'oceano lambiva la nave con
immense onde bianche e spumose, dirigendo la sua ira contro la Thousand
Sunny. Anche Cappello di paglia era tremendamente arrabbiato, proprio
come l'oceano fuori dalla finestrella. Sembrava quasi che il tempo
burrascoso fosse un riflesso della sua anima tormentata, ma al
contrario della grande massa d'acqua lui era debole e fragile come non
lo era mai stato. E poi l'oceano, nonostante tutto, gli dava sempre
l'impressione che fosse vivo, che avesse un'anima, mentre lui, Rufy,
era
morto dentro ormai. La sua testa era piena di dubbi, il suo
cuore pieno di paure, tutto quello in cui aveva creduto sembrava
svanito, non era che un ricordo, esattamente come lo era ormai suo
fratello. Solo un ricordo...
Qualcuno bussò delicatamente alla porta della cabina,
interrompendo il filo dei pensieri di Rufy. All' "Avanti" del capitano
la porta di solido legno si aprì, cigolando leggermente, ed
emerse Nami:
"Rufy, è pronta la cena. Sanji ti ha preparato i cosciotti di pollo che ti piacciono tanto"
"Grazie, Nami" sorrise allegramente il capitano "muoio di fame!Due
minuti e arrivo, va bene?Se volete iniziare a mangiare anche senza di
me, fate pure"
"No, si mangia tutti insieme. Anche se gli altri sarebbero contenti di
iniziare la cena senza di te" osservò Nami, pensierosa.
"E perchè?Senza di me a tavola non si divertirebbero" rispose il capitano, con un enorme sorriso stampato sul bel volto.
"E' vero...ma in compenso mangerebbero!Ogni giorno e ogni sera ti
spazzoli anche le loro porzioni di cibo, oltre le tue" rise Nami,
avviandosi verso la porta per poi uscire e chiudersela dietro le
spalle. Ora il capitano era di nuovo solo nella cabina e,
momentaneamente, potè togliersi dal viso quella maschera di
allegria e spensieratezza che gli serviva per nascondere alla sua
intera ciurma tutto il suo dolore, tutta la sua tristezza e paura che
avevano preso possesso della sua anima dalla morte di Ace. Fingere con
i suoi amici era per lui fonte di enorme sofferenza e tante volte
avrebbe voluto aprirsi e sfogare la sua disperazione con un membro
qualsiasi della sua ciurma, ma Rufy preferiva proteggerli da ciò
che era divenuto, infatti sapeva perfettamente che a vederlo
così distrutto i suoi compagni ne avrebbero molto sofferto. Il
loro intero viaggio verso l'One Piece ne avrebbe risentito, potendoli
portare addirittura verso la sconfitta e il capitano era l'ultima cosa
che voleva. Non lo faceva per se stesso, no. Oramai il suo sogno di
conquistare il titolo di Re dei pirati aveva perso completamente ogni
importanza. Lo faceva per i suoi nakama, per i loro sogni così
preziosi per ognuno di loro. Se era ancora lì su quella nave, in
viaggio verso l'isola di Raftel, era esclusivamente per Nami, Sanji,
Zoro, Usopp, Robin, Franky, Chopper e Brook.
Stancamente, si alzò dall'amaca e si infilò ai piedi le
sue inseparabili infradito nere, si diresse verso la porta dalla quale
era uscita poco prima la sua navigatrice e si diresse in cucina.
Arrivato davanti la porta, costrinse le sue labbra a stirarsi in un
sorriso credibile ed entrò, sedendosi a tavola allegro come
sempre:
"Sanji, io ho fameeeeeeeee" si lamentò Rufy, battendo sul tavolo le posate "Fame, fame, fame!Cibo, cibo, cibo!"
"Sta zitto, stomaco senza fondo" rispose il cuoco sprezzante " prima
devo servire le mie due dee" concluse osservando Robin e Nami con gli
inconfondibili occhi a cuore, posando davanti alle due ragazze due piatti stracolmi di ottimo cibo.
"Grazie Sanji, il tuo cibo è squisito come sempre"sorrise Robin, provocando una nuvola di cuoricini rosa da parte di Sanji.
"E' vero, Sanji. Anche se ogni giorno inizio a notare che i tuoi
piatti migliorano sempre di più" si complimentò Nami,
portandosi il cibo alla bocca.
"Oh, mie splendide dee..così fate arrossire il vostro umile
servitore" esclamò il cuoco, sprizzando cuoricini per tutta la
cucina.
"Oddio, che scena patetica!Mi è passata pure la fame..."
commentò Zoro, scostando lontano da sè il proprio piatto.
Sanji si fermò, osservandolo:
"Stai insinuando, forse, che sono patetico testa d'alga?"
"Proprio così sopracciglio riccioluto."
"Vieni qui e ti faccio vedere io quanto sono patetico" strillò Sanji, con i denti simili a quelli degli squali.
"Non c'è sera che quei due non diano spettacolo" sospirò Usopp, continuando a mangiare.
"Io li trovo divertenti" rise Chopper, battendo gli zoccoli l'uno contro l'altro, a mò di applauso.
"E' stato molto più divertente quando ho dato una lezione ai due
giganti dell'isola di Erbaf, stendendoli tutti e due in un solo colpo"
si vantò Usopp, con sguardo fiero.
"Davvero??Wow!!Li hai sconfitti tutti da solo?" chiese la piccola
renna, con gli occhietti che brillavano d'ammirazione per la bugia
appena inventata dal suo compagno. Mentre i due chiacchieravano
dell'inesistente avventura, Rufy si rivolse a Robin:
"Che tipi di isole abbiamo ancora tra noi e Raftel?"
"Non lo so con precisione, Capitano; posso solo dirti che saranno molto
più pericolose e insidiose delle isole incontrate
precedentemente. Più ci avviciniamo all'isola dello One Piece,
più corriamo rischi; del resto dubito fortemente che Gold Roger
abbia lasciato il suo tesoro così incustodito, ti pare?".
"No, infatti. Credo che nelle isole prima di Raftel ci siano trappole
di ogni tipo, ma noi siamo pronti a distruggerle e prenderci il tesoro"
sorrise Rufy a trentadue denti, convintissimo delle parole appena
pronunciate.
La cena terminò ben presto e i mugiwara si ritirarono nelle loro
stanze, assonnati. Solamente Nami non seguì i suoi compagni
nelle cabine, ma preferì rimanere sul ponte della loro
imbarcazione, per respirare un po' di aria notturna prima di coricarsi
anche lei. Si ritrovo a passeggiare tra i suoi alberi di mandarino,
accarezzandone i frutti e le foglie con tenerezza e lasciandosi cullare
dal dolce profumo che emanavano. Inspirò l'aria salmastra a
pieni polmoni, chiudendo gli occhi. Ad un tratto dietro di sè
sentì dei passi leggeri, si girò e trovò Rufy
dietro a lei, sorpreso di vederla lì quanto lo era lei nel
vedere lui.
"Nami, che ci fai qui fuori?Credevo dormissi"
"Potrei farti la stessa domanda, Capitano" disse Nami, beffarda, per
poi addolcire il sorriso " Non sentivo di avere sonno, così ho
preferito starmene sul ponte a prendere un po' d'aria...e tu?Cosa ci
fai qui?"
"Io prima di andare a dormire faccio sempre quattro passi, mi aiuta a digerire il cibo"
"Non pensavo che tu digerissi il cibo. Insomma! Hai un buco nero al posto dello stomaco!" lo prese in giro la navigatrice.
"Ho bisogno di crescere!" disse Rufy, mostrando la lingua e facendo
sorridere la sua nakama "Non posso essere un Re dei Pirati gracile, no?"
"Sei tutto eccetto che gracile" commentò la ragazza osservando
il Capitano. In quei due anni in cui la ciurma era stata divisa, Rufy
aveva messo sù una notevole massa muscolare. I muscoli delle
braccia erano visibilissimi sotto la casacca rossa e gli addominali
scolpiti erano in bella mostra.
"Rufy è diventato veramente un uomo ormai. Con la sua bellezza non passa di certo inosservato..." pensò la
rossa, vergognandosi subito dopo di ciò che aveva pensato.
"Ehy, Nami...perchè sei arrossita?"
"Non sono arrossita"
"Ma guardati!Sembri un pomodoro!" rise Rufy, punzecchiandola. Un sonoro
pugno colpì la testa del povero ragazzo, seguito subito dopo dal
"Baka" della sua navigatrice.
"Ahi!Ma che ho detto di male?"
"Sei sempre il solito, non cambierai mai"
"Mi hai fatto male, Nami" piagnucolò il ragazzo, massaggiandosi
il voluminoso bernoccolo che gli era spuntato in testa, in mezzo alla
massa nera di capelli.
"Ben ti sta. Io non arrossisco". rispose in tono altezzoso Nami. "E ora se non ti spiace vado a dormire."
"Ma perchè sbaglio sempre a dire qualcosa?" sbuffò,
demoralizzato, il capitano mentre osservava Nami sparire nella sua
cabina.
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