TEARS IN THE NIGHT

di Laurana Lauranthalasa Efp
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TEARS IN THE NIGHT

 
 
 
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Lentamente, senza far rumore, entri nella sua camera.
Non accendi la luce che da sul corridoio, riesci a vedere ugualmente la figura distesa nel letto.
E’ ancora buio fuori, ma non importa.
I pochi lampioni, in strada, rischiarano la camera e gettano ombre sinistre negli angoli della stanza.
Presti attenzione a dove metti i piedi, non lo vuoi svegliare e avvicinandoti al comodino appoggi un piccolo pacchetto.
Ecco, ora puoi anche andartene, ma prima di varcare la soglia ti fermi ad osservare il ragazzo.
Tuo figlio.
Ti si stringe il cuore, lo guardi e vedi che è molto cresciuto.
Si è fatto uomo.
Vorresti che fosse ancora piccolo, che le sue mani ti stringessero a se come a cercare conforto nei momenti bui, che ti chiamasse ogni tanto ancora “mamma” come quando aveva bisogno di qualcosa. Di te.
Vorresti aver potuto dimostrargli che lo amavi più di ogni cosa al mondo, ma invece, a furia di stare in questa casa dove l’odio la fa da sovrano, ti sei inaridita a tal punto che non hai saputo più dire niente. Niente di niente.
 A parlare ci sono le urla di suo padre. Tuo marito. Sempre.
Lo osservi ancora una volta.
E’ bello come una madre può vedere il figlio. Alto, magro, gli stessi tuoi occhi neri, i capelli lunghi e poi le sue mani…splendide, affusolate…mani delicate… da pozionista.
E’ bravissimo a scuola, te l’ hanno detto i professori, e tu sei orgogliosa di lui.
E’ l’unica cosa bella della tua vita.
L’unica cosa per cui vale la pena andare avanti.
Una lacrima scende dal tuo viso.
 Domani è Natale e lui fra pochi giorni partirà di nuovo per la scuola.
Resterai sola.
Con suo padre.
Tuo marito.
Che ami alla follia, nonostante tutto.
 Lui invece ti odia.
E odia tuo figlio, vostro figlio.
Vi vede simili, e lui non lo sopporta.
All’inizio non era così, ti sei innamorata di lui per i suoi modi garbati, il senso di sicurezza che ti dava, diceva di amarti e tu ci sei cascata.
Quando gli hai detto la verità e hai pronunciato le parole che sapevano di condanna“Sono una maga, una strega” il suo mondo e il tuo sono crollati.
Non ha saputo capire.
Tu non hai saputo spiegare.
E in mezzo a tutto questo odio un bambino innocente.
Speri che abbia una vita migliore della tua.
Che incontri una persona che lo sappia amare, capire, proteggere.
Forse quella persona l’ ha già incontrata e lo fa soffrire, a te non dice nulla, ma a volte dietro il suo sguardo vedi ombre di patimento che ti fanno stare male.
Sospiri e ricacci indietro le lacrime.
Ora devi tornartene a letto, coricarti di fianco ad un uomo che non ti ama, magari è pure ubriaco e avanza delle pretese da te e devi stare zitta. Altrimenti sono botte e urla.
Tu sei stanca. Di tutto.
Assurdamente desideri scappare via con tuo figlio.
Invece te ne stai ferma, tra la porta e il corridoio freddo e buio.
In questa casa, dove ti senti incatenata notte e giorno, con l’unica prospettiva di una misera vita.
Fai un passo indietro, vorresti restare li per sempre a guardarlo.
La mano stringe spasmodica la maniglia.
Chiudi gli occhi un istante e due lacrime ti scendono giù,  percorrono le guance scavate e vanno a morire nel colletto del tuo vestito nero.
Abbassi la testa.
Prima di uscire sussurri:
 “Buon Natale Severus …mamma ti vuole bene. “.




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