Titolo: See you in my dreams
I’m
not looking for someone to talk to
I’ve
got my friends, I’m more than OK
I’ve
got more that a girl could wish for
I
live my dreams but it’s not all they say
Still
I believe
I’m
missing something real
I need someone
who really sees me
Don’t
wanna wake up alone anymore
Still believing
you’ll walk through my door
All I need is to
know it’s for sure
Then I’ll give
all the love in the world
The
Corrs “All The Love In The World”
“Sei felice Jane?” chiese sottile Adam distogliendo lo
sguardo “con me?”
Lei non rispose, pioveva e lo
scroscio della pioggia sovrastava tutto, anche il dolce suono di parole
innamorate appena sussurrate.
Joan si guardò velocemente intorno, vide tutta
quella gente che correva cercando di ripararsi dalla forte pioggia, i negozianti
che velocemente chiudevano le bancarelle sulla strada, vide il cielo nero, il
vento potente e poi Dio.
Esattamente come la prima volta
sull’autobus, Dio la stava guardando neutro, un sorriso appena
accennato e occhi lontani e immortali di chi c’è sempre, ovunque si è. Era lì
immobile sotto il temporale, imperturbabile e attento. Joan lo guardò negli
occhi per un secondo che durò quasi un’eternità… in quegli occhi c’era
il futuro di Adam e così decise.
“…Jane…” la richiamò
timido Adam.
“Adam…” incominciò
esitante “io… ” cercò di dire avvertendo la gola seccarsi, sentiva che
doveva farlo, ormai non poteva più tornare indietro. Il patto sarebbe scaduto
solo dopo un anno, il tempo per riuscire a salvarlo “sono stata felice
con te Adam, ma ora io devo andare lontano dove tu non puoi accompagnarmi… ”
Adam sbarrò gli occhi, non
riusciva a capire. Lo stava lasciando? “Jane…cosa…tu…”
“Devo andarmene da qui Adam”
disse spostandosi i lunghi capelli ramati oltre le spalle “parto e non credo
che tornerò” e così dicendo corse sotto la battente pioggia, lasciando Adam
nel più completo sgomento; all’ultimo però si girò, lo cercò con gli occhi
e pronunciò “ti amo Adam” in seguito se ne andò per le vie svuotate,
camminando piano con il volto bagnato dalla pioggia e dalle sue lacrime.
*
Era un grigio pomeriggio di
giugno, una giornata iniziata nel freddo vento della mattina bagnata da piccole
gocce di pioggerella. La scuola era finita, ora il futuro che si stagliava di
fronte era il College, ma lei non ci sarebbe andata.
Joan stava raccogliendo
frettolosamente le sue cose, vestiti, trucchi, medicine e soldi. Si stava
preparando a partire, per intraprendere un lungo viaggio.
Arrivata alla scrivania tirò
fuori le 3 lettere, ognuna scritta con le lacrime e inchiostro. Quelle lettere
portavano nel testo il suo dolore nel lasciarli e la sua codardia; lei sapeva
che avrebbe spezzato a loro il cuore, più e più volte con la sua scomparsa, ma
era l’unica soluzione.
Stese le lettere in carta giallo
pallido sulla scrivania, vicino ai piccoli fiori che Adam gli aveva regalato il
giorno prima; non aveva avuto il coraggio per parlare ad Adam quando lo aveva
visto con quel mazzo di fiori, anche se solo poche ore prima lei…
Toccò lievemente i petali rosa
seta dei fiori e scorse un bigliettino, lo prese in mano e lesse “I live alone
with you” si trovò a sorrise per quelle parole, ma poi non poté trattenere
che una lacrima morisse sulle sue labbra e che il cuore provasse un dolore
terribile per quello che gli avrebbe fatto.
Guardò il muro “Odiami Adam e
lui ti lascerà vivere” sussurrò in direzione della fotografia che li
ritraeva l’uno abbracciato all’altro nel parco “Ti prego” finì di dire
prima di crollare a terra piangendo disperatamente.
“Ti prego Dio”
*
“Notte” disse Joan alzandosi
un po’ meccanicamente dalla sedia “a domani”
I genitori si guardarono negli
occhi per un attimo “C’è qualcosa che ti turba, Joan?” Chiese il padre
Will.
“Non ti senti bene?” Domandò
apprensivamente la madre Helen, toccandole la mano.
Joan li guardò spaventata, rivolse lo sguardo a
Luke e Kevin, poi sorrise “Sono solo stanca… domani però iniziano le
vacanze no? Starò benissimo!!” disse sforzandosi di sembrare convincente “a
domani…” concluse baciando i genitori e i fratelli.
Joan li stava salutando.
*
La notte era glaciale, tanto da
scatenare i brividi per tutto il corpo di Joan. Il cielo era coperto di nubi,
come a voler nascondere alla sua ombra, la propria figura fuggitiva, non
c’erano rumori, ne luci. Stava lasciato la sua casa nel più completo
silenzio, indugiando sulla soglia, tutto era calmo e ovattato, le ombre si
nascondevano al passaggio dei fari di qualche macchina.
“Vi amo” pronunciò con la
voce contratta dalle lacrime “vi prometto che ci rincontreremo un giorno”
Chiuse lentamente la porta sempre guardando
all’interno della casa, stava per lasciare tutto e tutti, i suoi genitori, i
suoi fratelli…si stava allontanando per sempre dai suoi amici, lasciava Grace,
ma soprattutto stava abbandonando Adam.
Era giusto. Joan lo aveva visto
quel futuro, nei suoi occhi, Dio le aveva fatto vedere il futuro di Adam
e lei aveva deciso di interferire… sarebbe andata contro il libero arbitrio.
Il patto era compiuto, la sua vita era la garanzia.
Il Diavolo l’aspettava.
“Puoi andare a trovarlo se proprio vuoi”
gracchiò nell’oscurità una voce “ma non te lo consiglio”
Joan si arrestò e voltandosi
vide quegli occhi da rettile, gialli, neri o rossi; lui sorrideva compiaciuto
della sua conquista.
“Consolati” disse guardandosi
le lunghe unghie nere “non sei l’unica ad aver fatto il patto”
Lei lo respinse “Mi stai
dicendo che ti piace far collezione? Davvero patetico” disse duramente “il Diavolo
che passa le giornate ad aspettare dei poveri ipocriti… commuovente”
“Su via Jane…non
essere così dura con me” rispose canzonatorio “così mi spezzi il cuore”
“Bisogna averlo un cuore per spezzarlo” ribatte
sprezzante “e non chiamarmi Jane!! Solo Adam può!!”
“Va bene, Joan” disse
seguendola per la strada “posso almeno chiederti dove stai andando?”
“No, no puoi” replicò Joan
Un fortissimo dolore alla testa
la costrinse a piegarsi sul marciapiede, riconosceva nella sua testa le sue
urla. Sarebbe morto bruciato vivo, lo vedeva contorcersi nel fuoco, sentiva
l’odore della sua pelle bruciata, il cuore incenerirsi e i suoi occhi
esplodere sotto le palpebre consumate dal fuoco.
“Basta!!” urlò Joan
tenendosi la testa tra le mani “Smettila, ti prego”
“Questo Joan…è per
ricordarti” assentì viscidamente “perché sono qui”
Joan lentamente alzò il capo, le
lacrime le scorrevano giù per le guance “So benissimo perché sei qui”
pronunciò violentemente reggendosi a stento sulle ginocchia “sei qui perché
ti ho venduto l’anima, per salvare Adam!!” finì di urlare sporgendosi verso
di Lui
“Si, ma anche perché ora sei
completamente sola” disse sogghignando “ti ha lasciata a me”
Joan guardò di fronte a lei, la
strada era lunga e lei era completamente sola “Sono sola” ripeté apatica
Lui rideva “Esatto
Joan” riprese contento “ti ha abbandonata a me”
Joan a quelle parole si infuriò
“Zitto!! Non mi ha lasciata!! Sono io…” si interruppe scioccata “sono io
che me ne sono andata, io ho lasciato Dio” finì coprendosi gli
occhi “non mi perdonerà mai… ma non potevo rimare a vedere Adam morire”
“Io ti capisco” riprese
smielato “per questo che non andiamo d’accordo… mica per niente”
“Non toccarmi mai più”
ringhiò tra i denti e ricominciando a camminare.
“Per ora faremo a modo tuo Jane”
mormorò sogghignando “ma vedrai…cadrai anche tu come tutti…ti spezzerò
le ali”
*
La mattina era sterile, fredda e
silenziosa come l’interno della casa. Tutti i membri si erano riuniti nel
soggiorno ancora raggelati dalla lettera che Helen reggeva in mano. Non una
parola, un lamento…solo il lungo e freddo gelo regnava nella casa.
“Se ne è andata?” chiese
lentamente Luke
“Manderò subito qualcuno…”
cercò di dire Will, ma Helen lo interruppe subito “No Will!!”
“Cosa no?” domandò alzando
la voce “nostra figlia è scappata!!! ”
Helen lo guardò arrabbiata,
sentiva dentro di sé la tristezza, la rabbia, ma anche che Joan stava bene ed
era arrivato il giorno in cui lei se ne sarebbe dovuta andare per scoprire chi
era, glielo aveva letto negli occhi tutte le volte che tentava di afferrare quel
piano.
“Non è scappata… Will…Joan
se ne è andata…non so perché…ma lei sentiva di dover andarsene” parlò
con la voce rotta dal pianto “è diventata grande Will e ha fatto la sua
scelta… noi non possiamo far altro che rispettarla e aspettare” finì di
dire guardando suo marito.
Will sapeva che sua moglie aveva
ragione, ma non poteva credere che la sua bambina se ne fosse andata così,
senza parlare con lui; non poteva rimanere ad aspettare “Non posso restare qui
sapendo che mia figlia è lì fuori da sola!”
“Joan non è una stupida!!”
disse Kevin allontanandosi dal soggiorno “credo che lei abbia avuto la
necessità di fare qualcosa… per questo si è allontanata da noi”
“Adam saprà sicuramente
qualcosa!!” suggerì Luke in direzione della madre.
Lei lo guardò ancora con il viso
rigato dalle lacrime “Non credo… qui c’è una lettera per lui” spiegò
porgendogli la lettera col nome di Adam “Chiamalo, Luke…e chiama anche Grace”
Luke guardò pieno di rabbia le
due lettere “Stupida”
*
Era arrivata in quella cittadina
da meno di un giorno e aveva già permesso che un vecchio venisse travolto da un
ladro. Lui le aveva semplicemente chiesto di spostarsi e un attimo dopo
un uomo l’aveva oltrepassata cadendo addosso a quel signore anziano.
Arrivata l’ambulanza, Joan
spaventata scappò via, non riusciva a credere che solo spostandosi aveva appena
partecipato al compimento di quel incidente.
“Il tuo potere, Joan”
intervenne il Diavolo “è che ti trovi al posto giusto al momento
giusto, per rovinare i miei divertimenti… tu arrivi e senza saperlo avresti
intercettato quel uomo e tutto sarebbe andato per il verso buono”
“Cos…”
“In pratica” continuò
ridondante “tu riesci a rovesciare a favore del bene le future cattive
azioni…notevole, vero?
“Io…non credevo” articolò
ancora sconvolta.
“È per questo che gli eri così
indispensabile” continuò fingendosi affranto “peccato che ora sei qui a
fare tutto quello che io ti dirò… e farai questo perché…”
Joan non si girò “perché
altrimenti la Morte si prenderà la vita di Adam” definì gelida.
“Bingo!!” gongolò felice
come un bambino “Esatto!! Invece se continuerai così le chiederò di passare
oltre…a qualcun altro!!”
“Smettila!! Farò come vuoi
tu…dimmi quello che devo fare” saltò su acida, guardandolo fisso negli
occhi da serpente “e lo farò…hai la mia parola!!”
“Non me ne faccio nulla della tua parola…ma
comunque ho la tua vita, no? È lo stesso per me” concluse sogghignando, poi
scomparve.
“Hai la mia vita…” ripeté
guardando malinconicamente il cielo “una vita per cosa poi?”
“Per me Joan… per gli altri e per te stessa”
rispose una voce calda e soffice “non dimenticarlo mai! Mai!”
Joan si sciolse in lacrime,
avvertì la sua presenza così vicina a lei.
Lui le aveva perdonato il
suo peccato, il suo tradimento. Joan però, avrebbe preferito credere che Dio
la odiasse, che fosse arrabbiato con lei, anziché sapere di averlo deluso per
sempre e di essere perdonata da Lui… a volte avrebbe preferito credere
davvero a questo.
*
Quando prese in mano quella
lettera dal colore giallo pallido, non riuscì a trattene un fremito. Adam
sospettava il significato del contenuto di quella lettera, l’aveva visto suoi
volti della famiglia Girardi.
Era una lettera d’Addio.
Joan se ne era andata, proprio
come gli aveva detto la mattina prima, sotto quella battente pioggia “Se ne è
andata, vero?” chiese lievemente.
“Lo sapevi?” lo aggredì
subito il padre.
“No…cioè…” cercò subito di spiegare Adam,
ma le parole non gli uscivano “Jane, ieri mattina credo volesse lasciarmi…mi
ha detto che sarebbe partita…e che credeva non sarebbe tornata” riepilogò
sedendosi e nascondendo la testa “ha detto che sarebbe andata in un posto dove
io non avrei potuto accompagnarla”
“Adam…” cercò di
consolarlo Helen
“Mi ha detto che è stata
felice con me” precisò contratto Adam “non credevo che l’avrebbe
fatto…così… ”
“Nessuno lo credeva” concluse
amaro Will affacciandosi alla finestra “nessuno”
*
Fu così che passarono le
mattine, poi i pomeriggi, le sere e le notti. Giorno dopo giorno, settimane e
mesi; passarono 8 lunghi mesi, arrivò Marzo con la sua sferzata di primavera.
Caro Adam,
mi rendo conto che il mio
gesto sembra insensato e stupido, ma credimi ti prego, non è stata una
decisione facile, per nulla al mondo me ne sarei andata; però ho dovuto, ho
cercato delle soluzioni, altre strade, ma l’unica è stata questa: ANDARMENE.
Non posso spigarti cosa mi ha
spinto a sparire, ma era necessario che andasse così. Come ti dissi quella
mattina, Adam, io ora sarò lontana da te e quasi certamente non tornerò…quindi
non ti chiederò di perdonarmi, ne di cercarmi; ti chiedo di dimenticarmi,
andare avanti.
Odiami Adam e continua a
vivere serenamente, continua a creare, a progettare.
Hai una luce dentro di te,
Adam, calda e abbagliante come il sole, donala a qualcuno che la merita
veramente, che sappia amarti sinceramente come meriti, senza bugie ne
compromessi, senza paura.
Ero felice con te Adam, avrei
desiderato fare tante cose insieme a te, vivere con te.
Ti amerò per sempre.
Addio, tua Jane
Dopo 8 mesi, Adam rilesse, come
tutte le mattine, quella pallida lettera color giallo. Ogni mattina si alzava e
imprimeva nella mente ogni singola parola, spazio, pausa scritta in quel pezzo
di carta.
Adam, aveva tentato di
ricominciare, ma tutto iniziava col suo ricordo e finiva col suo ricordo; ogni
piccola cosa gli ricordava Jane, tutto! Si era tenuto lontano da casa Girardi,
lontano da ogni luogo che la richiamava alla memoria, ciò nonostante quando si
ritirava nel suo laboratorio per creare… creava solo oggetti per lei, per
Jane…erano tutti lì, ognuno con un specifico motivo e ruolo.
“Non riesco a dimenticarti,
Jane, ne ad odiarti” mormorò rileggendo la lettera ancora una volta “se eri
felice…cosa ti ha fermata?” si chiese chiudendo gli occhi “cosa ti ha
spaventata tanto da farti andare via”
*
“Cosa credi di fare?” domandò cinico “non
puoi, dovresti saperlo dopo tutto questo tempo, Joan…”
“Me ne frego…” rispose Joan
“ho fatto tutto quello che mi hai ordinato…ora…” continuò acre
“manderò questa lettera alla mia famiglia… tanto domani partiamo, no?”
concluse imbucando una lettera.
Lui non rispose, ma dentro
di se era soddisfatto perché ancora qualche piccolo ritocco e Joan sarebbe
cambiata per sempre… perfetta per finire l’opera…l’ultimo incarico era lì
ad aspettarla…
“Mh…Ok!! In fin dei conti hai
ragione... hai fatto tutto!!”
“Già…tutto” rispose mesta
Joan dirigendosi verso la stazione degli autobus. Era arrivata in quella
cittadina da 2 settimane e aveva scatenato il caos; aveva messo in discussioni
poche semplici regole, messo contro tutti con tutti e causato la rottura di un
matrimonio. Tutto questo in sole 2 settimane… a volte si ritrovava a pensare
cosa sarebbe potuto accadere se fosse rimasta solo un giorno in più.
Joan aveva paura di ciò che
poteva scatenare, terrore che le persone la toccassero o solamente le stessero
vicina. Temeva di portarle sulla strada sbagliata… nonostante cercasse sempre
di attenuare i danni dei compiti che Lui le dava…ma alla fine la gente
soffriva, feriva e moriva per colpa sua e nessuno l’avrebbe perdonata.
Ne era felice…
“Sei felice Joan?” chiese svenevole il Diavolo
“manca poco allo scadere del contratto… molto poco”
“Smettila di fare finta di non sapere” rispose
Joan guardando fuori dal finestrino e vedendo un riflesso che non le apparteneva
“sai perfettamente che dopo tutto questo non sarei mai tornata a casa…
mai!” continuò cercando di scorgere in quel riflesso un barlume delle vecchia
se stessa “scomparirò… andrò finalmente lontano… dove nessuno potrà
trovarmi…nemmeno io” concluse girando il capo e guardando davanti a se.
Lei aveva paura di un’altra
cosa… aveva paura di aver perso per sempre se stessa, che non esistesse più
la persona che era prima di tutto e tutti; anche se dentro di lei aveva compreso
da tempo che prima della fine del contratto lei avrebbe perso per sempre la sua
vera identità… sarebbe cambiata…e Joan temeva la persona che sarebbe
diventata, molto di più della Morte.
“…lo sospettavo…” rispose
vago
“Sospettavi solamente…tu
brutto figlio di pu****a!!!” gli urlò contro Joan “sospettavi!”
“Ehi!! La Joan che conosco io
non parla così” disse ridendo “non essere volgare… l’educazione prima
di tutto!!”
“Tu non hai minimamente idea di
chi sono io!!” ringhiò guardandolo fisso negli occhi “e sai dove puoi
metterti l’educazione?” domandò caustica pronta a scoppiare.
“Mh…hai reso l’idea Joan”
rispose serio “ma non ti conviene trattarmi troppo male… potrei sempre
combinarti un bel scherzetto”
Joan lo ignorò fissando il
poggia testa di fronte a lei “No, non puoi…il contratto parla chiaro”
“Ah! Già il contratto… ti do
un consiglio” rispose girandole la faccia verso la sua “ti fregano sempre…
perchè vedi ci sono sempre delle postille scritte in piccolissimo”
“Cosa!!!” gridò balzando in
pieni nell’autobus completamente vuoto “mi hai ingannata?”
“Chi io? No, no tesoro” diede
risposta scuotendo la testa “sei tu che non hai letto attentamente… è colpa
tua…guarda tu testa” concluse materializzando davanti agli occhi di Joan un
vecchio pezzo di carta bruciacchiato sui lati.
Risaltava potente la firma del Diavolo
e poi, a fianco, la sua firma scritta con proprio sangue. Joan in preda
all’angoscia scorse velocemente tutte le clausole del contatto, fino a quando
si imbatte in una piccola nota… l’orrore le afferro il cuore e la mente.
“Non posso” balbettò
agghiacciata “non lo farò mai”
Lui sorrise felice come
poche volte lo era stato “Oh si che lo farai Joan…lo farai e nulla ti
impedirà di essere mia… nulla, nemmeno Dio!” disse godendo e
sogghignando “non potrai tornare nel mondo del Padre Eterno…”
Fine 1° capitolo
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