Un piccolo regalo di
Natale per strapparvi un sorriso.
Mi sono mancati un
casino Elise e Alex, ma scrivere questo capitolo è stato un parto per
me. Spero
apprezziate e che non vi siate dimenticati di loro.
Buone feste, state
sereni in famiglia o dovunque siate, io cercherò di fare altrettanto
.
Per chiacchierare con
me, per anticipazioni delle storie o per qualunque altra cosa, potete
contattarmi qui. Siete
tutti i benvenuti :) Jess.
<< Dimmi che stai
scherzando! >> Lo supplico
guardandolo con gli occhi dolci e disperati.
<< Ehm... no Elise, mi
spiace... non sto scherzando.
>>
<< E non potevi dirmelo
prima? >> Cerco di non
urlare ma con scarso risultato.
<< Cosa sarebbe cambiato?
>>
<< Non sarei venuta a letto
con te! >> Urlo per
poi issarmi sul suo bacino invece che rimanere sdraiata sul suo corpo.
Alex
scoppia a ridere e mi accarezza i fianchi.
<< Ma è tuo diritto venire a
letto con me. >>
<< Non siamo sposati, non ho
nessun diritto da...
rispettare. >> Dico scocciata scacciando le sue mani e poi
incrociando le
braccia al petto. Non mi sono di certo dimenticata di essere ancora
nuda. Nel
nostro letto.
<< Ok, hai ragione... ma
questo non toglie il fatto
che è normale voler festeggiare il Natale tutti insieme... da noi.
>>
<< Non è normale! Io non
voglio la casa piena di
parenti, miei e tuoi, non ho voglia di preoccuparmi del cenone di
Natale e
nemmeno arredare la casa a festa. Non voglio! >>
<< Ma è bello addobbare la
casa. Ci siamo divertiti a
fare l’albero. >>
<< Ci abbiamo messo metà
giornata... e questo perché
non siamo competenti. >> Sì, sono esagerata ma non importa.
<< Lo sai che i nostri
parenti ti aiuterebbero, vero?
>> Sospiro e torno a sdraiarmi su di lui, appoggiando la testa
tra il suo
collo e la spalla.
<< Io volevo festeggiare solo
con te. Passare una cena
tranquilla e aspettare la mezzanotte facendo l’amore e infine scartare
i regali
sotto l’albero che abbiamo addobbato. È il nostro primo Natale in
questa casa
e... e volevo passarlo solo con te. Ecco perché reagisco così. >>
<< Sarebbe bello passarlo
come dici tu, davvero, ma è
Natale... e si passa in famiglia. >> Grugnisco.
<< E per forza a casa nostra?
>> Alex ridacchia
delle mie lamentele.
<< Sì, poiché ci siamo
trasferiti da poco. >>
<< Proprio perché ci siamo
trasferiti da poco, non va
bene farlo da noi e dovrebbero capire che non vogliamo stare in
famiglia.
>>
<< Riuscirò mai a farti
cambiare idea? >> Chiede
dopo qualche secondo di silenzio.
<< Se vuoi veramente
festeggiare in famiglia... sì,
cambio idea ma... se invece la pensi come me, beh mi occupo io di
avvisare gli
altri. >>
<< È che... >> Alex
sospira e si sdraia di lato,
automaticamente facendo mettere me nella stessa posizione, per poi
farmi
specchiare nei suoi occhi castani. Sarà anche vero che la luce è
spenta, che
siamo nudi e a malapena coperti da un lenzuolo, ma oramai i nostri
occhi si
sono abituati all’oscurità, e di conseguenza vediamo normalmente.
<< Sono
diviso in due, lo capisci? Vorrei accontentarti, e non solo per far
felice te,
ma anche me, però mi rendo conto che il Natale va passato in famiglia,
con
quelle persone che durante l’anno ti fanno continuamente saltare i
nervi e che
in quei giorni di festa ti fanno sperare ancora più disperatamente che
Capodanno arrivi ancora prima del previsto giusto per poter fare quello
che
vuoi e stare lontano da loro. >>
**
<< Mmmh, sei sexy ai
fornelli. >> Un bacio
leggero mi sfiora il collo e io cerco di non sorridere, Alex mi
abbraccia da
dietro e mi stringe a sé in modo tranquillo. Io? Dentro muoio, fuori mi
mostro
impassibile. Sono due giorni che andiamo avanti così e detto proprio
sinceramente, non ce la faccio più! Mi provoca, mi tenta, fa il
galante, il
dolce e a volte anche lo stronzo... io faccio di tutto per stargli
lontano e
non cedere alle sue duemila trappole. Alla fine passeremo il Natale
qui, a casa
nostra, con tutte e due le famiglie.
Mai come in questo momento vorrei
vivere in un monolocale!
<< Ancora non mi parli?
>> Fingo di non sentire
e lui sospira staccandosi dal mio corpo, ma subito dopo si siede sul
bancone
della cucina. << Non lo trovo giusto! Non abito da solo, non sono
a casa
da solo in questo momento... sarebbe davvero gentile da parte tua non far finta che io non
esistessi.
>>
<< Io non fingo niente!
Preferisco ignorarti perché non
ho voglia di litigare. >>
<< Oh davvero molto maturo,
complimenti. >> Lo
trafiggo con uno sguardo e lui sorride. << No! Mi hai guardato?
Allora non
sono diventato invisibile. >>
<< Ti credi divertente?
>>
<< Piccina, non ha senso che
mi tieni il muso. Te lo
assicuro. >>
<< Non... >> Gli punto
un dito contro ma lo
riabbasso subito dopo riconcentrandomi sul dolce che stavo preparando.
<<
Non voglio sprecare fiato. E non chiamarmi “piccina”! Non in questo
contesto.
>> Alex si stiracchia alzando le braccia e la sua maglietta si
alza
mostrando una piiiccola porzione della sua pancia. Ok Elise, deglutisci
e
respira e soprattutto... allontana lo sguardo!
**
<< Wow, quanti regali.
>> Mi fa notare Alex,
forse contando i pacchetti sotto l’albero.
<< Sì, ho pensato di fare un
regalino a tutti, visto
che vengono qua. >> Da ieri la situazione non è cambiata molto,
l’unica
cosa diversa, è che oggi è il 24 dicembre.
<< Quindi... per fare un
dispetto a me... hai speso
tutti i soldi della mia tredicesima
per fare i regali... giusto? >>
<< Ovvio. >> Dico con
un sorrisone fintissimo.
<< Carino da parte tua.
>> Dice ironicamente il
mio caro fidanzato.
<< Te lo sei meritato.
>> Alza gli occhi al
cielo non rispondendomi.
<< Sempre più maturo da parte
tua. >>
Inviperita, mi volto verso di lui con le mani sui fianchi.
<< Sì, sono immatura, ma tu
mi ami e mi devi
sopportare così. >>
<< Questa è istigazione al
suicidio! >> Dice ridendo.
Schiudo la bocca indignata e afferro un cuscino del divano iniziando a
picchiarlo ma il deficiente non fa altro che ridere e dopo nemmeno
molto tempo
mi trovo sul divano, con lui su di me che cerca di placarmi ma sono
irremovibile, perciò continuo a “picchiarlo” anche se oramai le mie
armi sono
veramente poche.
<< Vuoi stare ferma? >>
Mi chiede divertito.
<< No! Mai! >> Ride e
finalmente riesce a
bloccarmi le mani.
<< Sei incredibile! Mi stavi
picchiando? >>
<< Sì. Perché se osi dire
altro, farò un omicidio! Alle
tue parti basse, tanto per essere precisi. >>
<< Ahia. Non si dicono queste
cose, lo sai? >>
<< Non me ne fotte un cazzo!
>>
<< Wow, addio finezza.
>> Ride nuovamente e io
lo guardo senza parole.
<< Alex... devo andarmi a
preparare... ora saresti
così gentile da levarti dal cazzo? >> Alza un sopracciglio.
<< La battutaccia che ho
sulla punta della lingua me
la tengo per me... ma mi levo, a una sola condizione. >> Lo
guardo in
modo sospetto e già mi aspetto il peggio.
<< Quale condizione? >>
<< Che mi baci. Come si deve.
Come non fai da giorni. Poi
mi alzerò e ti farò fare una doccia in santa pace. >> Stringo gli
occhi e
infine alzo gli occhi al cielo. Di certo non sarebbe un grande sforzo
accontentarlo. Lo voglio, vorrei ardentemente buttarmi sulle sue labbra
e divorarle
ma mi sono impuntata su questa cosa di tenere il muso – cosa infantile,
lo so.
<< Ok. >> Alza un
sopracciglio e cerco di
trattenere un sorriso. Nessuno dei due si muove o si avvicina all’altro
e
infine scoppiamo a ridere e porto le mie mani tra i suoi capelli
avvicinando il
suo viso... solo che... una volta che ci stiamo baciando mi viene
spontaneo
chiedermi: e adesso chi si lo fa allontanare di nuovo?
<< Doccia. Subito. >>
Mormoro contro le sue
labbra, e Alex, senza farselo ripetere, mi prende in braccio e ci
andiamo a
chiudere in bagno.
La casa è gremita di persone, il
casino è assordante, le
risate non finiscono un attimo e mentre sparecchio con un sorriso, mi
chiedo perché
insistessi per non far venire nessuno. Alla fine le feste, è vero,
vanno
passate in famiglia... se tutti dicono così un motivo deve esserci. E
poco
importa che la famiglia in questione ti faccia incavolare per la
maggior parte
del tempo, durante l’anno, alla fine in giornate come queste non
discuti, ridi,
fai discorsi stupidi, porti a galla ricordi e aneddoti che speravi che
nessuno
si ricordasse e soprattutto fai giochi che durante tutti i giorni non
fai, che
lasci chiusi in un mobile perché senti che non è il momento giusto.
<< Ti stai divertendo.
>> La sua non è una
domanda e io non posso non sorridere.
<< Diciamo che la doccia mi
ha calmata. >> Alex
ridacchia e mi posa un bacio sulla guancia mentre inserisco dei piatti
nella
lavastoviglie.
<< Non so cos’hai detto a mio
padre per convincerlo a
venire, ma... grazie. Si trova bene a parlare con Gigio. >> Lo
guardo
dolcemente e scrollo le spalle.
<< Il Natale va passato in
famiglia, no? >>
Sorride annuendo e mi prende un vassoio dalle mani per appoggiarlo sul
bancone.
<< Si stanno tutti
divertendo, tutti hanno gradito
quello che hai cucinato e hanno fatto i complimenti per come abbiamo
decorato
la casa... e allora perché sei stata parecchio silenziosa? >> Ora
è
serio, e io non riesco a non sorridere.
<< Mi sono guardata attorno
e... vedere Valeria che
scherza e ride con le mie cugine, le nostre madri che fanno comunella,
tua
sorella che mangia a più non posso facendo finta di non vedere le
occhiatacce
del suo fidanzato e vedere i nostri padri... cavolo, è una... bella
sensazione.
E visto che ancora non posso tirare fuori la fotocamera, incamero più
cose
possibili nella mia mente. >>
<< E poi ti chiedi perché ti
amo? >> Mi dice
afferrandomi il viso e stampandomi un lieve bacio sulle labbra. Inutile
dire
che il mio cuore sta battendo a mille.
<< Ehi! Stiamo aspettando voi
per il dolce... manca
poco a mezzanotte, su su! >> Dice mia madre apparendo in cucina
lasciando
altri piatti.
<< Arriviamo. >>
Mormoro sorridendole.
<< Ti faccio una promessa...
>> Sussurra Alex,
quando siamo nuovamente soli.
<< A Capodanno ti faccio
vedere le stelle, ok?
>> Scoppio a ridere e afferro un bavero della sua camicia.
<< Le stelle filanti?
>> Chiedo divertita e lui
avvicina il suo viso al mio facendo sfiorare i nostri nasi.
<< Oh no, le stelle cadenti.
>> Mi avvento sulle
sue labbra e prima di parlare gli mordo quello inferiore.
<< Berti, non fare promesse
che non potrai
mantenere... >>
<< Io mantengo sempre le
promesse. E Buon Natale amore
mio... ma ora basta flirtare, se no ti faccio mia qui in cucina,
andiamo a
giocare a tombola. >> Ridacchio osservandolo tornare in salotto e
scuoto
il capo.
Natale, Capodanno, Befana... feste
raccomandate, ma tutto
sommato anche in un brutto periodo queste feste servono a qualcosa:
servono a
stare insieme.
|