Ipnotic Nightmares

di Sherlock Holmes
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Lo studiolo era illuminato dalla tenue luce del sole di dicembre.
Sugli scaffali notai numerosi trattati di medicina e di studi paranormali.
Scossi la testa, tenendomi le mani dietro la schiena.
“E’ assurdo…”
Al centro della saletta, davanti ad una scrivania ingombra di aggeggi luccicanti, i cui scopi mi sono tuttora ignoti, sedeva Watson.
Mossi due passi veloci verso di lui.
Lo chiamai, mite:- Watson…-
Teneva le braccia ad angolo retto, le mani poggiate sulle ginocchia.
Il suo sguardo era vacuo, gli occhi sbarrati.
Se ne stava lì, immobile. Come un corpo morto.
Lo presi per le spalle, scuotendolo.
- E’inutile, Herr Holmes… Gliel’ho spiegato.-
Ero spaventato, amareggiato e preoccupato. Ma tutte queste emozioni si celavano dietro ad una maschera d’impassibilità.
Annuii, in risposta alla sottolineatura del freudiano.
- Mi dica cosa devo fare per aiutarlo, e lo farò.-
Il tedesco si tolse gli occhiali.
- Ne è certo? – chiese – Sappia che, a scelta fatta, non potrà tornare indietro… -
- Ne sono sicuro.- dissi, con tono fermo, osservando, col cuore in gola, in che stato si trovava Watson.
 
Il freudiano mi indicò una sedia.
Presi posto.
L’uomo si mise di fronte a me, con un pendolino in mano.
- Le chiedo di rilassarsi…-
Espirai tutta l’aria che avevo nei polmoni.
- Ora, abbandoni il suo scetticismo e fissi l’oscillare del pendolo.-
L’oggettino fu messo in movimento.
Lo guardai attentamente, ma…
- Lei lo sta soltanto vedendo, Herr Holmes. Le chiedo di andare oltre.-
Lo ascoltai e, pochi istanti dopo, sentii la mia mente offuscarsi.
Era una strana sensazione, un torpore, per me, poco piacevole.
Mi appigliai alla razionalità.
- Lasci la ragione… Ed entri nella mente di John Watson.-
Avvertii che una mano mi aveva afferrato il polso destro e che me lo aveva posizionato su qualcosa di tiepido… Mi sembrava di sentire un battito cardiaco…
Poi, tutto divenne buio.




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