autrice:
Muà
titolo:
Crudele bellezza
fandom:
Pandora Hearts
personaggi:
fem!Reim - Reimy, Rufus Barma
genere:
Introspettivo
rating:
Verde
avvertimenti:
Gender Bender, One Shot
note:
questa doveva essere una drabble. Suona familiare, questa frase messa a
inizio note, vero? XD Va be', io spero comunque che raxilia5running possa apprezzare, perché io
personalmente ho amato scriverla, a dispetto del motivo per cui è nata
XD Giusto, per chi non sapesse... Questa storia nasce in risposta alla
richiesta fatta da raxilia a un meme che ho postato. Bisognava
scegliere una coppia su cui io di solito non scriverei mai e sfidare,
appunto, il "ricevente". Me. E' straordinario, ma ora 'sti due mi
piacciono. Perciò ringrazio raxilia, che non poteva farmi favore più
grande, richiedendo una Rufus/Reim. Ah, spero non ti dispiaccia che
abbia trasformato Reim in una fanciulla, ma il pensiero era troppo
stuzzicante. E poi lei è così adorabile e carina, no? :* Il nome Reimy
non sono neanche sicura che esista, ma non avevo sbatta di andarmi a
cercare qualche corrispettivo su siti dedicati a nomi e cose del genere
XD E poi Reimy mi piace, è dolce <3 Insomma...
Spero
ti piaccia, cara! Kiss,
Alexiel.
Crudele Bellezza
Sotto
il sole i capelli di Barma-sama sono come fuoco.
Reimy, a volte, si chiede come sarebbe toccarli: si brucerebbe? Il
pensiero la fa arrossire e le sue mani scattano velocemente verso gli
occhiali, come se due lenti di vetro potessero nascondere il suo
sguardo traditore. Barma-sama, poi, sembra sapere sempre tutto quello
che succede, come se avesse spie appostate a ogni angolo del maniero.
Reimy non crede che Barma-sama farebbe troppo caso ai suoi sguardi,
ma è certa che tenterebbe di metterla in imbarazzo, di carpire dai
suoi rossori e dalle sue parole balbettate ogni suo segreto, i
desideri nascosti e le domande senza risposta. Per questo non si
arrischia mai troppo e si limita a osservare il suo padrone con più
discrezione possibile, e solo quando è necessario. Dopo qualche
tempo, però, i suoi occhi sono naturalmente portati a ricercare quel
bellissimo rosso, che non riesce a imprimersi nella sua mente e, alla
fine, sbiadisce, diventando un colore come un altro. Si sente una
stupida a pensare di aver bisogno di guardare quel colore per
sentirsi meglio, o peggio – ma peggio in un modo che la fa tremare
di qualcosa che farebbe meglio a non approfondire.
Ci sono momenti in cui anche i pensieri di Reimy non sono al sicuro;
ad esempio, quando il suo padrone le chiede di accompagnarlo fuori,
di armarsi di pergamena e penna, e trascrivere tutto quello che dice
mentre passeggia tra le aiuole curatissime, il volto coperto a tratti
del ventaglio che porta sempre con sé. Reimy è felice che chieda a
lei di svolgere quel compito, dato che sono davvero poche le donne
capaci di guadagnarsi quell'onore. Barma-sama le ha detto, o le ha
fatto capire, che apprezza maggiormente le sue capacità rispetto a
quelle del suo vecchio servitore. In realtà, ha semplicemente detto:
“Joseph scarabocchiava atrocità e lasciava macchie di sudore sulla
carta. Tu mi sembri dotata di capacità di sopportazione maggiori,
perciò la tua sudorazione dovrebbe restare controllata, a meno che
non ti infili in un camino.”
Da quelle parole, Reimy ha desunto il semplice concetto che la spinge
a fare del suo meglio per non deludere le aspettative di Barma-sama –
e per non finire dentro un camino.
Sono mesi, ormai, che è al suo servizio, e ancora non è stata
cacciata via. Barma-sama continua a servirsi delle sue capacità e,
nonostante le sue stramberie, Reimy è soddisfatta. Quando non è
impegnata a portare a termine dei lavori molto molto bizzarri, può
tranquillamente rintanarsi in biblioteca, il più delle volte in
compagnia di un silenzioso e concentrato Rufus Barma, e bearsi di
tutta quella conoscenza. Oppure di una chioma rossa che svanisce da
uno scaffale all'altro. Comunque, Reimy ha imparato a guardarlo solo
quando è di spalle, come ora (tuttavia teme che il suo padrone abbia
gli occhi anche dietro la testa, perché altrimenti non si spiega
come possa ancora sentirsi osservata e sotto esame anche in quei
momenti).
Reimy lo segue con lo sguardo non appena smette di parlare per un
po', alla ricerca delle parole giuste, e attraverso i suoi occhiali
vede chiaramente lo sguardo di Barma-sama incontrare il sole, la
testa sollevata verso il cielo. Tiene gli occhi fissi finché quei
raggi non lo feriscono abbastanza da indurlo a tornare a guardare i
fiori delle aiuole. Poi, senza preavviso, riprende a parlare e Reimy
deve stare attenta a non lasciare macchie di inchiostro o sbavature
sulla pergamena. Le sue parole sono sicure, la sua conoscenza
immensa, ma nella voce del suo padrone Reimy percepisce sempre un
grande desiderio non soddisfatto – no, non solo uno, sono tanti –
e si chiede cosa manchi a quella mente sterminata.
Forse, si dice la ragazza vergando la pergamena con delicatezza, la
mancanza non è nella mente. Sospira: in questo, crede di poterlo
comprendere, anche se è lontana da lui più del sole.
Tuttavia, il solo pensiero di poterlo aiutare con quei compiti, la
rende meno triste e afflitta per quella sensazione che la coglie
quando sa di non poter fare niente per riempire quel vuoto.
Sorride appena e le guance si tingono di rosa.
“Non trovi che sia indecente e inappropriato per una giovane donna
sorridere durante una narrazione simile? La tragedia di Sablier non
dovrebbe scatenare sentimenti lieti, Reimy.”
Prima che potesse attivare i suoi sensori e captare i movimenti di
Barma-sama, quello è arrivato al suo fianco, seduto sulla panca di
pietra dove è seduta anche lei.
“Signore!” sussulta Reimy. Evita per miracolo di sfigurare la
pergamena. “Sorridevo...” il volto di Barma-sama è così vicino.
Solo il ventaglio li divide e nasconde la parte inferiore del viso,
dal naso al collo. Ma i suoi occhi la scrutano, cercano bugie,
esitazioni e paura. Reimy ha come l'impressione che le lenti degli
occhiali si stiano appannando. “... stavo solo apprezzando la vostra
scelta di parole.” riesce ad articolare. Non è del tutto falso,
Reimy apprezza davvero il modo in cui Rufus Barma riesce a raccontare
la vita, la storia, avvenimenti semplici e complessi. Sceglie sempre
parole giuste, che scivolano naturalmente nel discorso.
“Io ti ho chiesto se trovi indecente e inappropriato sorridere
durante una simile narrazione.” ripete, come se non aspettasse
altra risposta.
“C-certo. Penso che lo sia, Barma-sama.” balbetta Reimy. Chissà
come mai, ogni volta che Rufus Barma le fa una domanda, lei è sempre
sicura di aver dato la risposta sbagliata.
“Davvero?” chiede ancora, un po' deluso.
Appunto.
Reimy stringe la penna tra le dita e tira un profondo respiro. Andrà
a finire come tutte le volte: lui cercherà di estrapolare ogni
minima emozione dalle sue risposte, razionalizzandole e cercandoci un
senso, e lei si chiederà cosa mai potrà esserci di interessante in
quello che pensa per un uomo che ha una cultura talmente sterminata
da far rabbrividire.
Evidentemente qualcosa c'è, perché a ogni sua risposta il ventaglio
cala dal volto di Barma-sama e i suoi occhi si assottigliano, curiosi
e un po' sadici, affondano in quelli di Reimy e cercano più di
quanto la voce sia disposta a concedere. Alcune interpretazioni
fornite dalla voce lapidaria e insensibile del Duca la fanno
arrabbiare, e lui coglie con curiosità e piacere anche quel
sentimento, impedendole di reprimerlo con pudicizia e educazione. Sa
che lei non supererà certi limiti, non arriverà alla scortesia,
perché non ne è semplicemente capace. Poi Barma-sama dirà qualcosa
di straordinario, e lei sorriderà ancora più intensamente di prima,
e lui le chiederà di nuovo perché. Tra tutti quei perché, i
pensieri di Reimy diventano interessanti anche alle sue orecchie e
non sa se il merito sia suo o della determinazione esasperante del
Duca. Non importa, perché le conversazioni che ha con lui non le ha
con nessun altro. La rabbia che prova con lui la porta a pensare
seriamente a ciò che dice, a riflettere; il senso di straordinario
stupore che sente di fronte ad altre parole la fa sentire vicina a
lui, eppure così lontana, perché lei non sarebbe mai arrivata a
formulare un pensiero così squisito, così drammaticamente vero e
crudele nella sua bellezza.
Reimy è semplicemente sconcertata, presa da quell'uomo così
misterioso e intriso di sapienza e conoscenza, capace di dire ciò
che pensa senza curarsi di niente. E se prima lo trovava irritate e
persino cattivo, ora crede di capire. Lui neanche se ne rende conto,
qualche volta. Anche quando sa di oltrepassare quelli che per alcuni
sono limiti, a Rufus Barma non importa.
Disprezzarlo per qualcosa che non cambierà mai e che lo rende capace
di certe meraviglie non le gioverà di certo, per questo Reimy
ascolta, contraddice con serietà e cortesia, e poi si lascia
trascinare dalla sua voce.
Fin quando, dopo che il sole è tramontato, il ventaglio è stato
riposto nella manica della tunica e il suo volto, illuminato dal
crepuscolo, guarda solo lei.
Reimy può sopportare un po' di pressione psicologica per godere di
quella vicinanza. Finché non le suderanno le mani, sa che andrà
bene.
|