Disclaimer: la storia è
fuori dal canone, in quanto la
grande Minnow, profonda conoscitrice di questo, mi ha detto che in
realtà
Holmes è nato in una famiglia di borghesucci di campagna, ma
a me piaceva quest’idea
un po’ strana che leggerete sotto, quindi vi ho avvisati: se
siete ossessionati
dal Canone (allora perché siete nella sezione del film e non
in quella del
libro? O_o) non leggete.
Poi boh, il solito: probabile OOC,
fluff, irrequietezza
ormonale di Watson ahahahah *abbraccia il dottore*
Buona lettura :D *in
realtà non c’è più nessuno*
xDD
Il Ballo delle
Debuttanti
“Watson!”
Mi sento richiamare e sobbalzo per la
sorpresa.
Quando è rientrato?! Non
l’ho neanche sentito salire le
scale!
Mi immobilizzo all’istante
quando lo vedo sulla porta, con
la mia camicia ed il mio gilet indosso, di un paio di taglie troppo
grandi per
lui, tanto per ribadire la sua nuova mania di rubarmi i vestiti; mi
scruta con
sguardo ironico e saccente, una mano davanti alla bocca, forse a
nascondere un
sorrisetto per avermi colto sul fatto.
“Holmes…”
“Dal suo linguaggio del
corpo” esordisce avvicinandosi,
cominciando poi a girarmi intorno, le mani unite dietro la schiena.
Mi inquieta quando lo fa. Mi fa
sentire sotto esame, anche
se ormai avrei già dovuto farci l’abitudine.
“In particolar modo dal suo
imbarazzo, visibile dalla sua
espressione, un paio di rughe innaturali che le solcano la fronte mio
caro
Watson, dalla sua scoordinazione ma soprattutto dalla sua
rigidità motoria che
ho riscontrato osservandola, ho dedotto che…” si
ferma davanti a me,
guardandomi dal basso di questi pochi centimetri che ci distinguono.
“Lei non
sa danzare”.
Sbuffo, allontanandomi di qualche
passo.
“Grazie Holmes, lei
è consolante come suo solito”
“I fatti parlano chiaro,
amico mio” piega la testa di lato,
accennando un sorriso mentre si dondola avanti e indietro sulle piante
dei
piedi. “Anche se in effetti non riesco proprio a capire
perché non abbia fatto
la scelta più logica…”
“La scelta più
logica?”
“Chiedere il mio aiuto,
ovviamente!” mi dice, come se fosse
la cosa più scontata al mondo.
Sta scherzando…
No, non scherzava.
Con un piede ha spostato la poltrona
–la mia comodissima
poltrona!- facendo
spazio nel nostro piccolo salotto, togliendo poi anche il tappeto,
ammucchiandolo tutto in un angolo. Poi si è diretto verso il
grammofono, una
delle ultime tecnologie in commercio, rivoluzionario davvero, ponendoci
sopra
un disco.
La musica inizia a diffondersi nella
stanza.
Valzer.
E ora eccoci qui, uno di fronte
all’altro, la musica di
sottofondo.
“Bene,
cominciamo” batte le mani, stranamente pimpante.
“Che
ruolo vuole avere? Vuole portare o… insomma, vuole imparare
la parte femminile
o quella maschile?”
Ma che…?
“Ehm…”
“Domanda parecchio scontata
da parte mia, visto che andrà al
ballo con quella donna…”
“Si chiama Mary!”
ribatto, innervosito da questa sua
indifferenza nei suoi confronti. Presto le chiederò di
sposarmi, e non accetto
che il mio migliore amico abbia una così bassa
considerazione di lei.
“Si,
giusto…”
Abbassa lo sguardo, poi mi porge la
mano con un gesto… aggraziato?!
E solo quando ci sovrappongo la mia
mi posa delicatamente
l’altra mano sulla spalla, facendomi irrigidire
all’istante.
Perché mi irrigidisco?
Faccio finta di niente, facendo lo
stesso, ma subito mi
riprende.
“No Watson, lei
è l’uomo, deve prendermi in vita”
Deglutisco.
La mia mano scende lentamente sulla
sua schiena.
Lo vedo inarcare un sopracciglio, poi
“Nonostante lei sia medico,
trovo le sue competenze
anatomiche piuttosto scarse…”
mi
canzona, portandosi la mia mano sul fianco. “La vita
è questa”.
E non so perché, ma
trattengo il respiro mentre riporta la
mano sulla mia spalla, portando indietro la gamba sinistra,
trascinandomi in
avanti.
“Non si guardi i piedi
Watson, sono sempre perfettamente al
loro posto, non deve preoccuparsi”
“E dove devo guardare,
allora?”
“Deve guadare me”
Di riflesso fisso lo sguardo nel suo
e lo vedo abbozzare un
sorriso.
C’è qualcosa di
diverso in lui… non
solo lo trovo dimagrito, come ogni volta
dopo che ha chiuso un caso, ma…
“Si è tagliato i
capelli?” gli chiedo, notandoli più corti,
in verità un po’ offeso perché
normalmente sono io ad occuparmene.
“Mi delude, dottore, ci ha
impiegato una vita per
accorgersene!”
Scoppio a ridere di gusto, mentre mi
lascio guidare da lui
per la stanza, ormai abituato a queste sue uscite e mi compiaccio di
essere
riuscito nuovamente a strappargli un sorriso.
Ammetto che Holmes è un
ottimo ballerino e con il suo aiuto,
dopo avergli pestato i piedi solo sette volte, sto cominciando a
sentirmi a mio
agio in questi panni a me così insoliti.
“Dove ha
imparato?” gli chiedo, ammirato.
“Mia madre. Voleva che
partecipassi come accompagnatore ad
un ballo delle debuttanti, diceva che sarebbe stata una grande
opportunità per
me” mi dice, perso nei suoi pensieri, per poi alzare le
spalle e continuare.
“Peccato che tutto
è stato annullato per
colpa di una tenda che ha preso fuoco”.
Sfoggia un’espressione da
monello, poi continua con
nonchalance. “Combustione spontanea,
immagino…”
Mi diverte immaginarlo vestito di
tutto punto , poco più che
bambino, obbligato a partecipare ad un elegante ballo, trovando
ovviamente il
modo per sabotarlo.
“Combustione spontanea,
Holmes?”
“Assolutamente!”
Sorride furbescamente, voltando
appena la testa, e io mi
lascio sfuggire una risatina mentre continuiamo a danzare.
“Credo che lei sia pronto
Watson, riuscirà sicuramente a
conquistare la sua dama” forza un sorriso falso mentre lo
dice.
“Dopo tutto questo impegno,
vorrei ben vedere!”
Ci guardiamo qualche secondo in
silenzio, poi scoppiamo a
ridere all’unisono. Ormai ho imparato a conoscere i suoi
tempi di reazione alle
battute altrui.
E mentre lo vedo allontanarsi faccio
una cosa totalmente
insensata ed irrazionale, tanto da riuscire a cogliere di sorpresa il
miglior
detective di Londra.
“Aspetti” lo
trattengo per un braccio. “Mi concederebbe un
ultimo ballo?”
Lo sento tossire appena, lo sguardo
che vaga ovunque tranne
che su di me, dondolandosi sulle punte dei piedi. In imbarazzo, forse?
Sembra pensarci un attimo, poi inarca
le sopracciglia ed
annuisce.
“Certo”
Mi avvicino, percorrendo quella breve
distanza che ci separa
con pochi passi, fermandomi di fronte a lui, porgendogli la mano.
Il suo palmo aderisce al mio mentre vaga
con lo sguardo su di me,
incontrando il mio. E vengo scosso da un brivido.
Gli poso l’altra mano sul
fianco e me lo porto più vicino,
con una presa quasi possessiva, mentre la musica continua a fare da
colonna
sonora a questa scena, mentre tutto il resto mi sembra soltanto confuso.
Ed è strano.
È strano per me stringerlo
così, lui, un altro uomo.
È strano sentire il
suo corpo così vicino al mio; lui che sembra
così fragile ma che
assolutamente non lo è.
Chiudo gli occhi, avvolto dalla
strana sensazione di sentire
il mio stesso profumo, ormai impregnato nei miei vestiti, quelli che mi
ha
rubato, a contatto con la sua pelle.
È strano ma
anche… bello.
Inconsciamente la mia presa si fa
più salda su quegli stessi
vestiti che ha trafugato dal mio armadio per chissà quale
motivo. E lui non fa
niente, mi lascia fare, reggendo il mio sguardo.
Si inumidisce le labbra, come gli ho
visto fare infinite
altre volte, ma questa volta è diverso; la mia reazione
è diversa.
Calore.
Uno smisurato calore che si crea,
espande e propaga in tutto
il mio corpo, facendomi sicuramente imporporare le guance.
Sono arrossito. Perché?
Siamo così
vicini…
Una qualsiasi persona entrando in
questa stanza
equivocherebbe sicuramente questa situazione, non
c’è alcun dubbio su questo. E
la cosa peggiore è che non mi dispiacerebbe poi un gran che.
Mi avvicino ancora, chiudendo gli
occhi, fino a sentire il
suo respiro caldo sulle labbra, le nostre bocche che appena si sfiorano
e…
“C-Credo che abbia appreso
perfettamente la lezione, Watson”
mi dice abbassando la testa, allontanandosi quel poco che basta per
ristabilire
i nostri rispettivi ruoli. Migliori amici. Coinquilini.
Rimango un attimo in silenzio, ancora
frastornato da questa
situazione, guardandolo mentre sfoggia una delle sue espressioni da
bambino,
resa ancora più credibile dai vestiti che indossa, troppo
grandi rispetto alla
sua taglia.
“Ho avuto un ottimo
maestro…”
E una parte di me vorrebbe che questo
suo furto dei miei
vestiti fosse solo un modo per attirare la mia attenzione, per
distrarmi da
Mary e dal ballo che mi attende stasera.
The
End
OOOHHHHH, Buon Natale cari lettori,
buon natale!!!
Avrei voluto postare questa storia ad
inizio settimana, in
modo da scriverne una puramente natalizia, ma come vedete non ne ho
avuto il
tempo. Me misera. Cercherò
di scriverla
prima della fine
dell’anno! *si illude
miseramente*
Che dire, questa fic ovviamente fa
parte del mio trip “Prompt
post-AGOS”, dove si scopre che Holmes ha insegnato a ballare
a Watson *muore
ripensando a quella scena del film*
E si, è fuori dal canone
(tutto il film lo è, ma vabè,
meglio precisare), ma mi piaceva l’idea di Holmes ragazzino
costretto ad andare
ad un noioso ballo che trova il modo di sabotarlo. xDD
Adesso devo lasciarvi, vado a
comprare gli ultimissimi
regali (per me, per la cronaca xD). Vi auguro davvero un felice natale!
MEEEERRYYYY CHRISTMAS!!!
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