fic natale
Disclaimer: i
personaggi non sono miei, ma degli aventi diritto, altrimenti avremmo
puntate piene dei primi piani di Chris Colfer, anche mentre stanno
parlando altri personaggi e durante altre scene, sì; la
fanfic non è stata scritta a scopo di lucro.
Note: la fic
è ispirata alla 3x09 Extraordinary Merry Christmas, sono
giusto un paio di missing moments.
C’è
un riferimento al regalo di Blaine per Kurt, che hanno gentilmente
deciso di tagliare dall’episodio, quindi se non volete
rovinarvi la sorpresa (sempre che lo spoiler sia esatto…
finché non vedo non credo, ma finché non vedo
posso avere la speranza di qualsiasi cosa XD) non leggete.
Il
titolo è ripreso da “Extraordinary Merry
Christmas”, perché viene inquadrato Kurt mentre
Blaine canta questa frase, e io mi sono sciolta <3
Non
è betata :( perché una
beta ha da fare cose più importanti e l’altra
sarebbe il destinatario, visto che è il suo regalo di Natale
XD (fortunata, eh?).
A Roby, Buon Natale
<3
La prossima volta che
ci vediamo ti farò un regalo decente, tipo una torta alla
frutta <3
Love you
Hold me tight and kiss
me slow
Gli
ultimi raggi di sole della giornata davano una leggera colorazione
aranciata a quei rami di abete affiancati stretti ai lati della
stradina, mentre le prime luci artificiali si accendevano sopra di loro
e in sottofondo riecheggiavano canzoni natalizie a ripetizione. Kurt
osservò con attenzione un albero alla sua sinistra,
valutandone lo stato delle fronde con una sola occhiata.
“Questo
potrebbe andare?” gli chiese Blaine accanto a lui.
“È
troppo alto” concesse, passando oltre con indifferenza.
“Quello
di prima era troppo basso, quello prima ancora troppo spoglio, poi
c’era quello con la corteccia troppo screpolata, quello con
gli aghi troppo corti, e quello con un colore troppo chiaro”
gli fece notare, sospirando.
“Esatto,
per questo dobbiamo continuare a cercare”
evidenziò Kurt, passando ad esaminare gli alberi sul lato
opposto, mentre l’altro ovviamente lo seguiva, più
vicino del necessario per via del freddo di quel pomeriggio.
“Deve essere perfetto”.
Blaine
sorrise, passandogli una braccio attorno alla vita. “Vedrai
che lo sarà” disse rassicurante.
Il
ragazzo si spostò leggermente, a disagio, cominciando a
guardarsi attorno. “Blaine…” lo
ammonì. Avevano scelto un giorno durante la settimana per
comprare l’albero di Natale per la sua famiglia, ma non erano
di certo stati gli unici ad avere questa idea, e sebbene quel venditore
all’aperto desse innumerevoli spunti per nascondersi tra le
stradine e gli abeti, era meglio non fidarsi e non rovinarsi la
giornata per colpa di qualche idiota.
“Non
c’è nessuno, avevo controllato” ammise
quello, mettendo su un broncio e ritirando il braccio.
Kurt
si limitò a guardarlo con sufficienza, per niente convinto,
per poi tornare ad osservare di fronte a sé. “Deve
essere perfetto” ripeté, più convinto.
Blaine
mosse un paio di passi avanti a lui, iniziando a controllare i rami in
una zona diversa mentre canticchiava sottovoce. Rimasero in silenzio
per qualche minuto, muovendosi cauti lungo la stradina e valutando
attentamente i possibili alberi di Natale davanti ai loro occhi,
finché Kurt non starnutì.
“L’anno
prossimo ci pensa di nuovo Finn o la tradizione salta”
minacciò, ricordando come il fratellastro si fosse defilato
dall’incarico, anche se il Natale era la sua festa preferita,
perché comprare un abete gli ricordava il dicembre scorso,
quando aveva lasciato Rachel – per la seconda o terza volta,
Kurt aveva perso il conto – proprio in
quell’occasione.
“Ma
almeno così sei sicuro di avere il tuo albero
perfetto” gli ricordò il suo ragazzo,
affiancandoglisi.
“Sicuro.
Quest’anno è importante” ammise, mentre
le guance gli si arrossavano un poco. “Sai, perché
mio padre sta finalmente bene, perché siamo una famiglia
più unita, e perché Finn non ha ancora avuto
disastri sentimentali e non sarà ridotto ad
un’ameba per tutte le vacanze…”
spiegò sotto lo sguardo curioso di Blaine, affondando il
viso nella sciarpa.
“E
perché siamo insieme?” propose l’altro,
sorridendo ampiamente.
“Frequentare
così tanto Rachel ti sta facendo male” gli disse,
distogliendo lo sguardo ma lasciando andare una risata leggera, mentre
intrecciava le loro dita senza trovare resistenza.
“Devo
andare di nuovo da lei più tardi, vuole che il nostro duetto
di Natale sia perfetto così Artie la sceglierà
per il Christmas Special” gli fece sapere, troppo gentile per
lamentarsene, anche se gli angoli della sua bocca si abbassarono
leggermente.
“Se
ne sta approfittando… Vuole solo l’attenzione su
di sé” gli confermò, lasciando andare
la sua mano e afferrandogli direttamente il braccio.
“Ma
mi ha chiesto di aiutarla!”
Kurt
sospirò, cominciando a camminare lungo la stradina
portandosi dietro l’altro. “Meglio se troviamo il
mio albero in fretta, allora” disse.
“Magari
dopo possiamo cercarne uno per il nostro chalet!” propose
Blaine, notando con piacere l’imbarazzo nel suo ragazzo.
“Non
è nostro,
e poi Artie ha detto che ne avrebbe trovato lui uno a un prezzo molto
più basso per rientrare nel budget”
dichiarò. “E comunque non voglio uno chalet se
devo dire al mondo che sei solo il mio migliore amico”
concluse, mettendo un piccolo broncio ma non riuscendo ad evitare al
sangue di affluire di nuovo sulle guance.
Blaine
sorrise, avvicinandosi al suo orecchio. “Quando avremo una
nostra casa incideremo i nostri nomi all’interno di un cuore
sulla porta d’ingresso, così chiunque
capirà quello che ci lega” sussurrò,
facendolo rabbrividire.
“Blaine!
Non rovineremo il legno di ciliegio pregiato della porta
perché a te piace comportarti come un bambino” lo
riprese, anche se non riuscì ad evitare di ridere.
L’altro
ne approfittò per dargli un bacio leggero sulla guancia,
prima di condurlo davanti a un gruppo di alberi. “Allora,
questo abete…” lo distrasse,
“Com’è che lo volevi?”
Kurt
guardò il suo ragazzo, così intento a scrutare
quei rami davanti al suo naso anche se un vago rossore si era diffuso
pure sul suo viso, così deciso nell’aiutarlo a
trovare l’albero di Natale per una famiglia non sua dopo aver
passato almeno due ore al freddo di dicembre, così bello
quando evitava il suo sguardo per l’imbarazzo ma continuava a
tenerlo stretto a sé con un braccio.
“Perfetto”.
*
“È
perfetto!”
L’albero
davanti a loro in effetti lo era davvero. Le decorazioni rosse di
plastica e vetro, i fili dorati e le lucine accese non erano altro che
la ciliegina sulla torta di un abete già perfetto di suo
– non troppo alto, non troppo basso, con la giusta copertura
di rami su tutta la circonferenza, l’odore non troppo forte
di resina e il colore appropriato.
“Vale
tutte e tre le ore che abbiamo impiegato per trovarlo”
commentò Blaine soddisfatto, sedendosi meglio sul divano e
assaporando la sua cioccolata calda.
Kurt
stese meglio la coperta sulle loro gambe per poi riprendere a guardare
il suo lavoro, compiaciuto. “Te l’avevo detto,
bastava solo cercare meglio”.
Quella
mattina di Natale era piuttosto fredda, anche se un timido sole stava
iniziando a sciogliere la neve accumulata nei giorni precedenti. Blaine
ne aveva approfittato per guidare fino a Lima per gli auguri alla
famiglia del suo ragazzo, ed era rimasto piacevolmente coinvolto
dall’energia di Kurt al mattino, tanto che si era ritrovato
ben presto sul divano del salotto, riscaldato dal fuoco nel camino, da
una coperta di lana, dalla cioccolata bollente che gli aveva preparato
– corredata da biscotti alla crema – e da Kurt
stesso, accoccolato al suo fianco, di fronte a
quell’impeccabile albero di Natale.
“Sicuro
che non vuoi rimanere per pranzo?” gli chiese poco dopo,
poggiando la testa sulla sua spalla e prendendogli un braccio con
entrambe le mani.
Blaine
posò un bacio leggero sui suoi capelli. “Credo che
i miei si accorgerebbero dell’assenza, visto che saremo solo
noi tre oggi” chiarì, non molto contento.
L’altro
sospirò, strofinando la guancia sul maglione morbido del
ragazzo. “L’anno prossimo potremmo passare il
Natale tutti insieme” propose con noncuranza.
“Tutti
insieme?” chiese, spostandosi un po’ per guardarlo
negli occhi e notare quel vago rossore sulle guance. “Mi
sembra un’ottima idea” lo rassicurò,
scendendo a dargli un bacio veloce sulle labbra. “E magari
quello dopo ancora potremmo festeggiarlo noi due insieme nel nostro
appartamento a New York…” e lasciò in
sospeso la frase, accarezzandogli languidamente la pelle del viso con
le labbra.
Ma
Kurt si riscosse subito, allontanandosi e corrugando la fronte.
“Non ho intenzione di passare il Natale a New York! Ogni anno
torneremo qui, da mio padre, e pregheremo che Finn abbia scelto un
abete decente” s’impuntò.
Blaine
sorrise. “Si può fare… Anche
perché il nostro appartamento sarà piuttosto
piccolo e scomodo”.
“Piccolo
e scomodo, ma deliziosamente arredato secondo le ultime
tendenze” precisò Kurt, soddisfatto.
Poi,
senza sapere chi aveva iniziato cosa, si ritrovarono ad avvicinarsi
lentamente, fino a quando le punte dei loro nasi non si sfiorarono con
tenerezza, mentre la tazza di cioccolata miracolosamente arrivava
intatta sul tavolino e la coperta inesorabilmente scivolava sul
pavimento. Blaine gli circondò la vita con le braccia e Kurt
gli passò le mani tra i capelli, tenendolo più
stretto a sé, e quando capirono che era proprio impossibile
continuare a guardarsi perché a quella distanza non
sarebbero riusciti a mettere a fuoco nulla, chiusero gli occhi e
permisero alle loro labbra di toccarsi. Almeno fino a quando
un’allegra melodia che suonava molto come Jingle Bells non li
distrasse il secondo dopo.
“Santo
cielo, è quello stupido orologio che ci ha regalato Rachel!
Suona ad ogni ora con questa canzone, è
irritante!” si lamentò Kurt, allontanandosi e
recuperando la coperta mentre si passava una mano sul viso arrossato.
L’altro
sospirò, lasciando però andare un sorriso.
“Almeno non potete non notarlo”.
“Già.
Al contrario di certe persone che non si accorgono mai di
nulla” gli disse, guardandolo con una luce particolare negli
occhi che sapeva di sfida e affetto.
Blaine
inclinò la testa per fissarlo meglio, concentrandosi fino ad
aggrottare le sopracciglia e a mordersi il labbro inferiore.
“Stai tentando di dirmi qualcosa?”
“Questo,
Blaine” si arrese, sventolandogli davanti al viso la sua mano
sinistra.
“Oh”
realizzò, notando la sottile banda di carta argentata sul
dito di Kurt. “Non me ne ero accorto”
precisò, arrossendo. Il
suo anello.
“Lo
porto da stamattina” gli fece sapere con orgoglio,
accoccolandosi nuovamente contro la sua spalla.
Blaine
gli prese la mano e la portò contro il suo petto,
cominciando ad accarezzarla piano. “Sai, potresti portarlo
più spesso” disse, fissando vagamente il soffitto
e perdendosi nel suo pensiero. “Intendo, non a scuola magari,
ma quando siamo insieme, se ti va”.
“No”
lo interruppe subito, alzandosi a fissarlo con sicurezza.
“Potrebbe rovinarsi”.
L’altro
roteò gli occhi, decisamente divertito. “Kurt,
è fatto con la carta delle gomme da masticare, posso fartene
uno nuovo in qualsiasi momento”.
“No”
ripeté con più convinzione, mettendo un broncio
adorabile. “È perfetto così,
è mio, e non ne voglio un altro. In più, mangiare
tutte quelle gomme ti fa male ai denti”.
Blaine
ridacchiò, stringendolo più forte e tornando a
guardare quell’albero riccamente decorato di fronte a
sé, mentre si lasciava lentamente andare in quella calma
mattinata. “If
you liked it then you shoulda put a ring on it…”
canticchiò piano, mentre Kurt gli assestava una gomitata
leggera sul fianco, chiaramente non divertito da quella fuga di notizie
che probabilmente Tina aveva avuto con il suo ragazzo.
“Non
mi hai ancora detto cosa ne pensi del regalo che ti ho fatto”
cambiò quindi argomento, anche se le sue parole giunsero
attutite dalla spalla dell’altro.
“Mh…”
Blaine si spostò leggermente, smettendo per un attimo di
accarezzargli i capelli e cercando di vincere la sensazione di disagio.
“Sono caldi e comodi. Sì. Proprio
un’idea carina” gli disse, sentendo chiaramente il
sorriso di Kurt contro di sé.
“I
calzini vanno sempre bene, no?” lo prese in giro, ben
ricordando con orrore la chiacchierata tra ragazzi dei giorni scorsi
nello spogliatoio del McKinley.
“Dei
calzini comprati da GAP”
precisò l’altro, quasi oltraggiato. Almeno adesso
aveva avuto la conferma che Kurt non era un tipo che dimenticava
facilmente. E che godeva dell’imbarazzo altrui, o quantomeno
del suo.
“Sai
cosa renderebbe questo Natale davvero perfetto?” gli chiese
però Kurt subito dopo, facendo sparire il ghigno dalle sue
labbra e guardandolo con dolcezza.
“Uno
sconto sulla collezione di Elizabeth Taylor? La prossima puntata di Once upon a Time?
Tuo padre vestito da Santa Claus?”
“No”
rise, avvicinandosi fino a sfiorargli il naso con il proprio, mentre la
sua mano sinistra gli accarezzava la guancia. E Blaine poteva sentirlo
bene contro la sua pelle, quell’anello con i bordi spigolosi.
“Un bacio”.
E
dopo né la perfezione del loro albero di Natale,
né l’orologio di Rachel, né Finn che
scendeva rumorosamente dalle scale riuscì a distrarli.
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