Tesi
la mano fino al comodino alla mia
desta, per spegnere la sveglia che ormai suonava da venti minuti.
Ancora con
gli occhi chiusi mi misi a sedere sul letto con il capo tra le mani.
I
postumi della sbornia della sera prima si
stavano manifestando con un fortissimo mal di testa.
Accidenti.
Mi
lascia andare sul letto, scontrandomi con
qualcosa di apparentemente morbido, dallo spavento scattai subito in
piedi, poi
mi rilassai vedendo la persona sul letto coperta dal leggero lenzuolo
bianco di
seta.
La
fissai per alcuni secondi.
Chi
diavolo era?. Chiusi gli occhi
passandomi una mano sul viso e poi tra i capelli cercando di ricordare
cosa
avessi fatto il giorno prima.
Mentre
cercavo di ripercorrere quello che
avevo fatto il sabato sera, dovetti ammette che la ragazza nel mio
letto era
uno schianto.
Il
mio sguardo percorse tutta la sua figura;
gambe toniche, snella e un copro da urlo per non parlare dei lunghi
capelli
rossi e della bocca a forma di cuore.
Apri
gli occhi e i nostri sguardi s’incrociarono,
il suo blu nei miei occhi castani.
-Lo
abbiamo fatto di nuovo?- chiese, allungando
le braccia come un gattino appena sveglio.
Non
risposi, ma mi limitai a fissarla con un
sorrisetto di chi la sapeva lunga.
Poi
si accorse che non lo aveva fatto per dargli
una risposta, ma perché era…nuda.
Appresa
quella verità alquanto imbarazzate, si
apprestò subito a recuperare la coperta sul letto e
mettersela a dosso.
Sorrisi
ancora e ricordai tutto.
Ero
uscita come al solito con Puck,
scommettendo chi si sarebbe portata a
letto qualcuna.
Si
coprii a mala pena gli occhi, tenendo
saldamente il lenzuolo tra le mani.
Oddio
mi ero fatta una pudica?.
-Oh,
andiamo questa non e mica la prima volta!-
mi alzai, raccogliendo dal pavimento i miei indumenti intimi per
coprirmi e
sedermi di nuovo sul letto.
-No.-
sorrise timidamente prendendomi per un
braccio attirandomi di piu’ a sé.
-E
solo che ieri abbiamo fatto cose che…-
lasciò il discorso a metà, facendo vagare il suo
sguardo sul mio corpo ed
infine sulle mie labbra piene.
Deglutii
quando mi resi conto che la rossa
non se ne sarebbe andata facilmente.
Cristo
magari vuole il mio numero e vuole
che ci sentiamo in questi giorno.
Scappa
Santana scappa!.
Feci
un sorriso di circostanza dirigendomi
nel bagno, che era proprio accanto alla stanza da letto.
-
Scusa, ma non ricordo nemmeno il tuo nome!.-
alzai di più la voce per farmi sentire da lei, mentre girai
la manopola della
doccia.
-Sei
simpatica.- scoppiò a ridere e me lo
ritrovai appoggiato allo stipite della porta del bagno con in dosso
solo il
lenzuolo del mio letto.
-Ehm…già.-
Mi liberai delle reggiseno e la
mutandina di pizzo nero.
-Scommetto
che e stato questo che ti ha
conquistato ieri.- gettai tutto fuori dalla doccia, cercando di avere
un tono
serio e deciso, per evitare che capisse che non sapevo di cosa diavolo
stesse
parlando.
Quindi
mi rilassai sotto il forte getto d’acqua
calda.
-Non
solo quello.- la sentì ridacchiare.
Rimasi
in silenzio finché gli chiesi di
passarmi un asciugamano avvolgendomi e uscendo dal bagno.
-Ascolta,
io…-
Com’è
che si fanno questi tipi di discorsi?;
è stato bello scopare ma non voglio vederti piu’?.
No,
decisamente non ero brava come sempre.
Solo che almeno le altre volte avevo avuto il buon senso di non
portarmele a
casa. Di solito sgattaiolavo via
nel
cuore della notte mentre loro dormivano nei loro letti.
Sospirai,
mentre me la vedi passare davanti agli
occhi e infilarsi anche lei sotto la doccia gettandomi il lenzuolo sul
viso,
quando lo spostai, non potei non notare il suo fondoschiena tondo.
Scossi
la testa.
Ritornai
in me così ne approfittai per andare in cucina per bere un
po’ di caffè freddo
nel frigo.
La
porta si aprì, e una ragazza dai lunghi
capelli biondi, e gli occhi azzurro chiaro comparve
nell’appartamento.
-Non
puoi immaginare che traffico che c’è in
citt…- si ammutolì di colpo vedendomi avvolta nel
gran telo di spugna,
sgranando gli occhi.
Mi
sembrò per un attimo che la sua pelle,
divenne ancora piu’ chiara.
-Sei
disgustosa. - Incrociò le braccia al
petto gettando le chiavi sul divano avvicinandosi di qualche passo a me.
-Non
ci credo, adesso te le porti a casa?.-
Inarcò un sopracciglio continuando a fissarmi.
Mi
passai una mano sul petto proprio sul
cuore.
-Oh,
quando la tua migliore amica ti dà il
buongiorno così e sempre bello iniziare la giornata.- dissi
ironica.
Quell’ironia
che a lei dava tanto fastidio,
e che non riuscivo a non usare in qualsiasi situazione.
-Potresti
almeno avvisarmi?.-
Sentì
un rumore provenire dal bagno e subito
dopo la rossa mozzafiato comparve sulla soglia della porta della cucina.
-Avvisarti
di cosa?. – mi chiese aggrottando
le sopracciglia.
-Lei
chi è?.- insistette sistemandosi per
bene la gonna che
adesso indossava e che
io abilmente gli avevo strappato di dosso la notte prima.
Brittany
sorrise, rivelando sulla sua
guancia destra una fossetta adorabile.
-Bambolina,
io sono…- si voltò verso di me,
cercando conferma.
Annuii
non capendo molto, ma non poteva
andare peggio di così.
-Sono
la sua ragazza, e se entro trenta
secondi non sparisci dalla mia vista le mie mani che strappano i tuoi
“meravigliosi” capelli rossi, saranno gli ultimi
ricordi che avrai.-
Capì
subito che la rossa era tutta
apparenza, perché dopo quelle parole, imbarazzata
e rossa in volto scappò via
chiudendosi la porta alle spalle, cercando di demolirla.
Ci
fu qualche minuto di silenzio prima che
lei ricominciasse a parlare.
-Sei
in de…_
Non
gli diedi nemmeno il tempo di finire che
gli urlai;
-Mi
hai salvato!.- Chiusi la mano a pugni
alzandola in alto.
-E
proprio una bella giornata, Puck e Quinn
dovranno pagarmi per aver vinto la scommessa.- sul mio voltò
spuntò un sorriso
compiaciuto e malizioso.
-Cos’era
la numero sei solo in questa
settimana?.- chiese cercando di trattenere una risata.
-Barbie,
non c’è nulla da ridere. Questa
settimana sono in testa, e Puck non potrà superarmi se non
prenderà la briga di
liberarsi di quello scoiattolo morto che si ritrova sulla testa.-
Vidi
che non poté piu’ trattenersi, e si
liberò in una risata cristallina.
-Potrei
entrare anch’io in questo simpatico
gioco?.- chiese curiosa, liberandosi poi, finalmente, del capotto.
-NO!.-
mi resi conto che avevo alzato la
voce di tre quarti piu’ del solito.
-Voglio
dire, mia cara amica etero questa
competizione e per chi si fa piu’ femmine. E come vedi, non
puoi partecipare. -
presi un lungo respiro profondo, cercando di far diminuire i battiti
del cuore.
-Oh,
ma così non vale. – si finse offesa
mettendo il broncio.
-Non
si può fare un’eccezione per me?.- sorrise
e il suo volto si illuminò. –Voi le ragazze ed io
i ragazzi.-
-No,
Britt.- l’ammonii, serrando la
mascella. – E una cosa tra me e Puck.- aggiunsi,quando mi
accorsi che il mio
tono era diventato gelido e duro.
-Poi
tu stai frequentando Finn.- Deglutii.
–E un bravo ragazzo, e non rovinare tutto Barbie.- Gli feci
l’occhiolino,
sorridendo.
-Puoi
starne certa, San. Scommetto quello
che vuoi, che durerò di piu’ io con lui che tu con
questa storia di farsi tutto
quello che si muove.-
Finsi
di fare una risata, poi ritornai
seria.
-Così
mi offendi. Io non mi scopo tutto
quello che si muove.- feci una pausa. –Solo le belle ragazze,
come vedi.-
scoppia a ridere, tornando di nuovo nella mia camera da letto.
Presi
dall’armadio il primo jeans e maglia
bianca, giusto per darmi un contegno davanti a Brittany. E quando poi sistemai il
letto, ritrovando
sotto al cuscino una mutandina rossa, che non mi apparteneva mi
ritrovai la
bionda impossessarsi della mia sedia, proprio accanto alla scrivania.
-Cos’è
la tua tattica e ; facciamo ubriacare
una ragazza e portiamocela al letto?.- accavallò le gambe, e
io dovetti
distogliere lo sguardo scuotendo la testa, evitando di immaginare la
mia
migliore amica strusciarsi contro di me.
-Credi
che ci siamo bisogno di farle bere?.-
mi finsi sorpresa. –Ma mi hai vista?.- poggia il cuscino al
suo posto e
soddisfatta contemplai il mio letto in ordine.
-Tu
e Puck siete fatti con lo stampino.- Si
morso un labbro per non ridere. –Fate innamorare di voi
povere e ingenue
ragazze, con lo scopo di portarvele a letto.- Sospirò
passandosi una mano nei
suoi meravigliosi capelli biondi.
-Ma
ci sarò qualcuno che vi farà perdere la
testa a voi due.-
-Tu
sarai lì con noi quando piangeremo per
amore?. Ti prego dimmi di si, Barbie.-
Scattò
dalla sedia.
–Tu
e la tua dannata ironia Santana.- mi
voltò le spalle e la vidi scomparire nella sua stanza.
Mi
gettai sul letto, mandando in malora il
lavoro di prima, osservando il soffitto chiudendo gli occhi.
Lì
riaprii di colpo.
Ma
che numero sei, quella era la numero
dieci.
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