Introduzione
a questa raccolta.
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Stacked Rubbish
·
Gentle Lie
«Ho paura di
poter fare un incubo.» gli dico.
Seduta al bordo del
nostro letto, osservo il mio riflesso un po’ storto nello
specchio dall’altro lato della stanza. Siamo illuminati dalla
fredda luce dello schermo del piccolo televisore.
«Per quel
che ricordo, hai più sangue freddo di me.»
Scuoto la testa. A dir
la verità, non ho paura delle case infestate, né
degli spettri, e neanche del demonio. Sono cose a cui non credo. Mere
favolette che danno soluzione a fatti altrimenti inspiegabili. E poi,
sono del parere che ci siano creature più mostruose e
pericolose.
Gli incubi che
infestano le mie notti, sono indicibili. Non sono posseduta, non scappo
da un efferato omicida, e non devo far fronte a scene troppo cruente.
Cruente a tal punto da farti vomitare le viscere.
Semplicemente, muoio.
«Non si
tratta di avere sangue freddo o meno.» continuo, mentre mi
stendo accanto a lui.
«Si tratta
del non essere in grado di affrontare una morte mediocre, una morte nel
sudicio.»
Noto il suo sguardo
perplesso. Non pare sconvolto da quello che gli dico. A quanto pare gli
suona come un discorso normale, ma non dev’essere consueto
udirlo da parte mia.
«Dici di non
aver paura della morte.»
Si sistema vicino a
me, mentre tira le lenzuola fin sopra le nostre spalle.
«Io voglio
morire facendo un botto.»
«Ah
sì?»
«Certamente.
Tutti dovrebbero piangere, disperarsi, urlare il mio nome. Non voglio
morire in silenzio e consumarmi lentamente. Lo trovo dannatamente
triste.»
Ride. Sono gli attimi
in cui vedo il suo raro sorriso farsi spazio sul suo volto, in cui mi
pento dell’aver detto che la morte non mi spaventa. Ed allo
stesso tempo, non mi importa neanche di dover sparire con un
‘boom!’.
Mi scopro a sorridere
lievemente, di riflesso.
«Dimmi una
bugia.» gli dico. La mia voce è evidentemente
dolce e supplichevole.
«Che tipo di
bugia?»
«Una bugia
gentile.»
«Aah…»
Porta il suo sguardo
da qualche altra parte. Non ci mette molto tempo a pensare a cosa
rispondermi.
«Ti
amo.»
Il suo sguardo fermo,
mi fa scorrere un brivido lungo tutta la schiena, mentre quelle parole,
seppur false, seppur io ne sia consapevole, mi sembra che facciano in
modo che qualcuno mi stia dando dei pugni allo stomaco.
«Dammi anche
un bacio gentile, allora.»
Quindi ci sciogliamo
fra le leggere lenzuola. Ricevo un amore che non ha a che vedere col
mio, che intanto grido, sperando che conosca parte della mia
tristezza. Ma le persone non cambiano, neanche se ci si dispera
battendo i pugni a terra. Poi lascio andare quelle mani.
Un’altra
notte in balia di una morte mediocre e silenziosa.
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