Felidae - Il mistero di Amburgo

di Kooskia
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Capitolo 11 - Sangue sulla neve

Quando rientrai nel capanno insieme a Niya ricevetti gli sguardi vagamente sorridenti dei miei due compagni, ma notai un'ombra di tristezza o forse rammarico negli occhi di Dude.
Evidentemente anche i gatti di Amburgo provavano ancora sentimenti quali la gelosia e la competizione sul piano sessuale, anche se forse non lo davano a vedere apertamente.
In ogni caso non fecero menzione di quanto accaduto, né lo feci io del resto.
I giorni successivi continuai i pattugliamenti, a volte anche con Niya, ma nulla dava a vedere che fosse successo qualcosa tra noi.
Il che era più che logico dal nostro punto di vista, forse i lettori umani crederanno a questo punto che si fosse formato una sorta di legame affettivo tra noi.
Mi spiace deludervi ma non è così.. l'ipocrisia umana che cerca di addolcire il sesso riproduttivo o  fine a se stesso  con tematiche amorose non faceva per noi. Ovviamente una coppia di gatti può innamorarsi e convivere.. ma non è un percorso obbligato, né particolarmente  comune ...
Tornando ai fatti di questa triste storia, man mano che i giorni scorrevano i gatti si facevano più spensierati.
Le uccisioni erano terminate e sembrava che il pericolo fosse in parte scongiurato.
Il principale cambiamento fu il peggioramento delle condizioni del tempo.
Il freddo si faceva più intenso e la neve cadeva tutti i giorni, spesso accompagnata da violenti raffiche, era dura continuare le operazioni ma ciononostante tutti i gatti si dedicarono ad esse col massimo impegno.
Ma come spesso accade, periodi di quiete sono solo il preludio prima della tempesta.
Eravamo di ritorno dal nostro turno, io ed una coppia di giovani gatti tigrati.
Stava nevicando.. e il vento sollevava turbini di fiocchi di neve, rendendo la visuale estremamente limitata. Mentre marciavamo verso il capannone avvertimmo con l'olfatto altri due gatti.
Si stavano muovendo fuori dall'edificio del Concilio, il che era abbastanza strano.
Quando li raggiungemmo ci vennero incontro sorridendo.
Erano entrambi giovani, uno dei due dal folto pelo arancio, ci salutò sorridendo.
- Salve Compagni, siete per il cambio immagino.. noi siamo usciti un momento, il terzo elemento della nostra squadra è Kronos e beh.. l'abbiamo lasciato un attimo in pace, sapete.. c'era una femmina dietro il capanno e …-
Kronos era un Main Coon, un gatto forte e possente appartenente ad una delle razze feline più grandi, ma era anche un tipo molto sveglio nonché membro del Concilio.
Era sicuramente in grado di badare a se stesso.. anche se ..
Però era strano.. non dovevano esserci altri gatti in giro al di fuori della mia pattuglia in rientro e la sua in uscita, e quella gatta…
Una raffica di miagolii disperati giunsero alle nostre orecchie dietro al capanno..
Una voce forte, possente, la voce di Kronos..
Mi slanciai dietro all'edificio.. lasciandomi dietro gli altri quattro gatti. Un errore forse, ma erano tutti quanti giovani e inesperti, e non avevano avuto la mia stessa prontezza di reazione.
Maledissi quella giornata, maledissi la mia stupidità e quella del povero Kronos..
Quando dopo pochi secondi arrivai sul luogo vidi solo delle macchie di sangue, sangue che si spandeva nella neve come di un corpo che veniva trascinato.
Non si vedeva nulla a causa del nevischio e del vento sferzante ma comunque mi lanciai all'inseguimento, finchè non vidi la possente sagoma di Kronos, venire trascinata a forza all'interno di un tombino spalancato.
Le sue grida furiose e disperate indicavano che era ancora vivo, ma non riuscii a capire chi o cosa lo stesse trascinando la dentro.
Quando giunsi in prossimità del tombino, mi fermai un istante…
I miei occhi si persero nell'oscurità di quel nero pozzo.. e un brivido di terrore mi scosse la colonna vertebrale.
Avvertii che gli altri gatti mi avevano raggiunto e feci per calarmi all'interno nel tombino col cuore in gola, quando avvertimmo tutti nitidamente un ultimo disperato grido di dolore di Kronos.
E infine il silenzio.
Avevo fallito, avevo fallito doppiamente.
Mi ero slanciato da solo come un'idiota rischiando di fare la fine di Kronos, e quando lo avevo raggiunto mi ero perso in alcuni istanti di puro terrore. Forse avrei potuto salvarlo, forse avrei potuto intervenire.
Ma non ci ero riuscito.
Guardai dietro di me, verso i quattro gatti spaventati a morte, erano tutti molto giovani..
Avrei dovuto guidarli .. e invece il mio individualismo mi aveva spinto a muovermi da solo, lasciandomeli alle spalle.
Ero quasi certo che gli assassini se ne fossero andati tanto velocemente quanto avevano attaccato, ma decisi comunque di scendere.
-Seguitemi .. – dissi ai miei spaventati compagni.
Un istante più tardi mi ero già calato all'interno del tombino, e in quel luogo sporco e oscuro ammirai il massiccio corpo di Kronos, martoriato con una furia indicibile.
Mi accostai al suo corpo, tastandogli il petto ancora caldo..
Vi era era uno squarcio all'altezza del cuore..
O meglio.. vi era uno squarcio, all'altezza di dove avrebbe dovuto esserci il cuore, se qualcuno non glielo avesse strappato via.
Uno dei miei compagni all'improvviso soffiò contro l'oscurità, il pelo rizzo e gli artigli snudati..
Delle sagome si muovevano nel buio, piccole numerose, i loro occhi rossi scintillanti come rubini..
-Vi siete persi gattini? Forse avete bisogno di qualcuno che vi indichi la strada verso casa? Andatevene o farete la fine di questo qui -
Le risate dei ratti rimbombarono sulle pareti.

Note
Il personaggio di Kronos è di mia invenzione, ho riscritto più volte la sequenza della sua scomparsa, inizialmente pensai a rivelare di più sui suoi assalitori e avevo pensato che Francis potesse già battersi con loro. Poi in seguito cambiai idea e lo scrissi in questo modo.




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