THIS
FORBIDDEN LOVE
Titolo:
This forbidden love
Pairing:
: ReitaxRuki
Disclaimer:
I
personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non
sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro
ma per puro e semplice divertimento!
Note:
Questa storia è molto corta, si concluderà già
con il prossimo capitolo... ma vorrei davvero sapere cosa ne pensate
^^
Camminando per le strade
deserte di una città che non conosco.
Il buio mi inghiotte,
come se si stesse cibando pian piano della mia carne; non so fino a
quando queste mie gambe malconce potranno resistere.
Non riesco a ricordare da
quanto tempo mi trovo qui e come ci sia arrivato; smarrito, mi aggiro
terrorizzato tra le vie di questo mondo che non mi appartiene.
La testa mi pulsa, vorrei
chiudere gli occhi per non vomitare ai miei piedi ma la paura me lo
impedisce, blocca ogni mio pensiero e pertanto ogni mossa.
Mi faccio forza e
continuo a trascinarmi; passo dopo passo sento la carne sotto ai
piedi consumarsi, lacerandosi crudelmente senza lasciare via di fuga
a questo dolore che non lacera solo il mio corpo, ormai la mia anima
pian piano è stata svuotata quasi completamente da tutti quei
sentimenti benevoli che nascondevo dentro di me, celati nella più
profonda essenza del mio cuore. Il tempo della dolcezza è
finito, è giunto ormai il momento di tirare fuori gli artigli
e cominciare a vivere questa punizione, sin troppo crudele, che dio
ha voluto infliggere a questo suo figlio disubbidiente.
Se solo potessi seguire
la musica che arriva leggera alle mie orecchie, se solo potessi
mischiarmi a quella mischia di persone sorridenti e felici forse le
cose sarebbero più facili per me. Ma non posso, o per meglio
dire, non riuscirebbero a capire la mia natura, il mio mondo è
fin troppo puro per essere capito dai loro occhi sporchi.
Nonostante
tutto, mi costringo ad avvicinarmi di più a quella vita che
non sento mia e che potrebbe causarmi non pochi problemi, ma mi
faccio coraggio ugualmente. Tremante e con solo una semplice veste
bianca che ricopre il mio bacino magro, mi incammino verso la vita.
Il petto, ormai sporco dallo strato di marciume che macchia questo
mondo umano, sembra ancora più esile visto sotto la luce
spettrale della luna che vigliacca mi deride dall'alto dei cieli.
Forse un giorno potrò ritornare a camminare eretto, volando
libero tra quelle piccole nubi bianche e soffici che mai in tutta la
mia lunga vita mi sono sembrate così belle e irraggiungibili;
mi sento così solo e fragile, voglio solo piangere fuori tutto
questo dolore che mi strangola il cuore.
Senza
nemmeno più quell'orgoglio che tanto mi distingueva, come un
frutto troppo maturo ed immangiabile, mi lascio cadere a terra
stremato e senza forze. Possibile che poche ore su questa terra mi
abbiamo già ridotto ad uno stato di così ridicola
debolezza? Questo non sono io, non sono nato per strisciare davanti
ai piedi degli uomini. Io sono colui senza peccato, quello degno di
stare nel giardino dell'eden. Eppure perché questo padre
crudele ha voluto mandarmi indifeso tra l'oscurità quando io
stesso sono nato e cresciuto nella luce? Perché non riesco
trovare una risposta a queste mie domande?
Serro
violentemente i pugni prima di sbatterli contro il freddo cemento
sotto di me, fa male ma non me ne curo. Nonostante il sangue inizia a
macchiarmi la pelle quasi bianca la mia mente è troppo in
guerra con se stessa per curarsene.
<
Ehy! > Una voce raggiunge lieve le mie orecchie, poi un'ombra si
avvicina al mio corpo accasciato ed immobile < Tutto bene? > Mi
chiede. Lo sento chinarsi verso di me quasi titubante, ma come
biasimarlo, io stesso avrei avuto paura della mia stessa figura.
Non
rispondo.
<
Stai bene? > Richiede, questa volta allungando la mano per alzarmi
il volto.
Mi
ritrovai costretto a fissare quel volto gentile; ammaliato quasi,
smarrito in quel giovane viso dagli occhi di un artificiale azzurro
ghiaccio, circondati da una pesante ombra nera, mentre qualche ciocca
di capelli biondi gli circondano dolcemente quei lineamenti così
sottili e femminei. < S..si! > Sussurro debolmente.
Mi sento così piccolo e a disagio davanti a quell'immensa
bellezza tinta di nero. Ho paura, troppa paura. < Sicuro? Non
sembra! > La sua voce profonda mi strega e mi lascia
completamente disarmato. Scommetto che il coro astrale venderebbe
all'uomo il più bravo dei propri pupilli pur di avere con loro
un essere simile. < S...si! > Mi ripeto, per la seconda
volta. Il mio primo contatto con un essere umano, questa cosa mi
terrorizza nel profondo; eppure perché non riesco a
distogliere lo sguardo da colui che mi sta di fronte? La mano liscia
mi accarezza il volto, quasi compassionevole mentre sul suo dolce
viso compare un timido sorriso.
Un tonfo al cuore.
Cos'è? Chi è
questa persona?
Quel
contatto freddo sulla pelle mi fa rabbrividire ma allo stesso tempo
divampare. Sento un fuoco partire dalla pancia fino ad arrivare al
petto; mi manca l'aria, non riesco più a respirare. Decido di
liberarmi da quell'incantesimo e arretro, per quanto posso, da quel
contatto. Forse mi sporgo troppo, quasi cado a terra rovinosamente.
Lo
vedo alzarsi di scatto, spaventato da quel mio gesto che lo aveva
lasciato smarrito; i suoi occhi si spalancano quasi pieni di terrore
e quel sorriso che mi aveva stregato scompare nel nulla. Decido di
alzarmi lentamente, aggrappandomi a muro al mio fianco.
Ormai
il buio non mi è più amico, aveva rivelato a
quell'angelo umano la mia intera identità, scoprendo le mie
ali a colui che mi è venuto in soccorso. E' più che
plausibile che avesse paura di me, ma nonostante tutto, in cuor mio
spero che mi accetti per quello che sono e che capisca la mia natura
senza averne timore. Cosa mi sta succedendo? Perché vedendolo
indietreggiare il mio cuore sussulta? Non mi lasciare. Resta con
me. Una lacrima inizia a bagnarmi il volto vedendolo reprimere un
urlo dentro quel suo gracile corpo. < Non
avere paura > Sussurro,
cercando più di convincere me stesso di non essere un mostro
davanti ai suoi occhi, che lui. < Non
ti faccio niente >
Come avrei potuto? Chi sarebbe mai riuscito a toccare quel ragazzo
dal viso d'angelo ma dalle fattezze demoniache? Ti
prego.
Ma non è la mia voce a raggiungerlo < Ruki! > si desta
da quello stato di shock in cui è caduto. < Muoviti,
andiamo! > La voce di quella donna lo richiama egoisticamente a
se, portandomelo via.
Lo vedo arretrare ulteriormente, aumentando la distanza che si era
creata tra noi e poi scappa. Corre verso la luce della strada, dove
quella donna crudele lo attende con un terribile volto curioso. Come
avrei solo potuto pensare di seguirlo? Mostrandomi così
apertamente a quei cuori malati di malvagità, avrei solamente
firmato la mia condanna a morte!
Immobile continuo a fissare il punto in cui è scomparso con il
braccio teso verso il nulla. Cosa posso fare ora? Cos'è
questo dolore che provo al petto? E' come se mi avessero aperto in
due il petto e mi avessero portato via il cuore; non conosco questo
male che mi sta uccidendo, è una malattia umana? Deve esserlo
di certo. Devo trovare un modo per ritornare a casa prima che questo
cancro mi uccida del tutto.
Raccolgo tutte le forze che mi rimangono e corro, non so dove andare
di preciso ma continuo a correre fino a dove lo spirito mi dice di
andare. Il suo nome continua ad ingombrare la mia mente: “Ruki”:
Il demone che ha perso la propria strada.
Un
demone e un angelo smarriti, legati da un sentimento proibito.
Potrà
mai il loro cuore, giovane ed inesperto, andare contro ogni legge
divina?
Il
fiatone mi blocca, un dolore più lieve al fianco mi impone di
fermare questa corsa frenetica. Umana
debolezza, mi ripeto.
Il dolore al petto, il
suo nome e il suo viso stampati nella mia testa, il suo tocco che
ancora brucia sulla mia guancia e soprattutto quel senso di
solitudine che provo da quando l'ho visto allontanarsi da me. Sui
grandi libri celestiali, lessi un tempo di uno strano sentimento
chiamato AMORE. Non quell'amore fraterno ed innocente alla quale sono
abituato, ma quello colmo di desiderio e passione, quello pungente e
fatale. IL FRUTTO PROIBITO. Quella voglia di stringerlo tra le mie
braccia, di toccare e riscaldare quelle manine con il mio calore. Di
toccare quelle labbra morbide. Quel sapore di amarezza che avevo in
bocca per l'essermelo lasciato scappare. E' impossibile per me avere
quel corpo, va contro ogni logica convinzione che un umano e un
angelo possano anche solo pensare di sfiorarsi per sbaglio. Solo
questo pensiero così impuro mi costerà altra
sofferenza. Agito la testa, cercando di scacciare questi sciocchi
pensieri, ma questo sembra non funzionare. Appoggiandomi contro il
muro mi lascio andare a terra, la stanchezza ormai mi ha preso
completamente e quel ragazzino dagli occhi celesti non vuole
abbandonare la mia testa. Chiudo gli occhi, lasciandomi andare
completamente a tutto quello che mi circondava. Il vento che crudele
soffia imperterrito e il rumore delle macchine in lontananza cullano
questo mio sonno agitato e pieno di tensione.
|