Musica e pazzia

di Cara Catastrofe
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Affrontare il silenzio

Non ne potevi più, ultimamente ogni sera il tuo sottoposto suonava, suonava melodie tristi, nelle quali stranamente ti riconoscevi e riflettevi.
Ti riportavano a quel passato che non avevi mai dimenticato, che ti aveva segnato, ti costringeva ad affrontarlo come mai avevi fatto.
Pensavi che se Bansai avesse continuato imperterrito così non avresti mai chiuso occhio, per questo gli ordinasti di smetterla.
L'altro non disse niente, annuì e da quella notte ci fu il silenzio.
Speventoso ed inquietante silenzio.
Peggio di qualsiasi rumore o musica, peggio del peggiore degli incubi.
In quel silenzio, ti perdevi, riaffrontavi vecchi nemici e paure.
Quel silenzio così irreale e fastidioso durò tre notti.
La quarta notte, incapace anche solamente di pensare di dormire, di fermasti alla soglia della camera del tuo subordinato.
Solo una parola, volò nell'aria, il resto non importava, "Suona, suona ancora".
L'altro annuì, riprese lo strumento e tornò a suonare quella melodia incompleta, triste e veritiera, con quel pizzico di amara follia.






Angolo Autrice 

Ecco l'ultimo capitolo, grazie ai poveri sfortunati che mi hanno seguita e buon anno dal piccolo nanetto  noto terrorista.
Sadiko





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