Note
dell'autrice: l'idea mi è
venuta l'anno scorso, subito dopo aver postato il primo capitolo e mi
sono detta che ci sarebbe stato come i cavoli a merenda inserire
questa parte in seguito, quindi ho lasciato perdere. Adesso invece è
abbastanza in tema, quindi eccola qui! E' molto più fluff, carie e
miele di quello che volevo scrivere, ma bon. Non l'ho pubblicata a
parte perché è esattamente uno spin-off e si capisce poco senza
aver letto pure la prima parte... quello, e perché non mi veniva in
mente un altro titolo XD Vi avevo già fatto gli auguri di buon anno
nella fic precedente, ma ve li rinnovo con questa:
BUONA
FINE E BUON INIZIO, ARLINIANE (alle Arweniane no)!
Beginning
31
dicembre 2011. 23.00
Arrivo.
Perdonami.
Schiacci
il pulsante d'invio e ti infili il cellulare in tasca, accelerando il
passo. Maledici il lavoro che ti ha tenuto impegnato persino l'ultimo
giorno dell'anno e speri di non morire congelato prima di arrivare
alla festa e poterti ingozzare, oltre che riempire di spumante.
23.45
Sali
le scale del condominio di Gwaine ed oltrepassi trafelato l'uscio
della porta aperta. Senti i polmoni bruciare per avere quasi corso
per strada in mezzo al freddo e ti togli il cappuccio, scrollandoti i
fiocchi di neve che ti si sono depositati sul cappotto. Dai
un'occhiata in giro, tra gente che ha già palesemente oltrepassato
il limite della sobrietà e gente che invece non ha ancora finito di
strafogarsi di patatine. Ti trova prima che sia tu a trovare lui, e
lo vedi venirti incontro sorridente. Ricambi il sorriso senza
rendertene conto, perché è ancora tutto nuovo e vecchio
allo stesso tempo, come tutte le sensazioni di fine anno. Non
appena ti si avvicina abbastanza da poterlo toccare, sollevi le mani
gelate verso il suo viso e le sue braccia sono già intorno alla tua
vita, come da consuetudine.
Gli
schiocchi un bacio sulle labbra prima che possa dire qualsiasi cosa e
lui stringe di più la morsa attorno alla tua schiena.
-
Non riesci ad essere puntuale nemmeno la notte di Capodanno, Merlin?
Sollevi
gli occhi al cielo fintamente scocciato.
-
Perdonatemi, sire, ho fatto il possibile! Qualcuno è
costretto a lavorare per vivere, sapete?
Tenta
di fare l'infastidito, ma non ci riesce che per pochi secondi e
scoppiate a ridere contemporaneamente come due idioti troppo ebbri di
felicità. Ti chiedi se durerà, quanto durerà, se un giorno
il non essere del tutto accettati si farà più forte di quello che
vi lega, ma per adesso riuscite solamente a ridere. E noti che Arthur
ti guarda ancora come ha fatto la notte di capodanno di un anno fa, e
quella di febbraio, quando ti è piombato in casa a notte fonda,
dicendoti solo che un Pendragon mantiene sempre le promesse. E poi ti
ha guardato come se non contasse altro al di fuori di te, di lui e di
quello che potevate essere l'uno per l'altro.
-
Andiamo in balcone, - ti dice sciogliendo la morsa attorno a te e
trascinandoti per mano. Afferra due calici per metà pieni di
spumante e, non appena siete fuori, te ne porge uno.
Ti
coglie un senso di déjà vu, perché questa scena l'hai già
vissuta, esattamente un anno fa, solo che eri molto più triste e
molto più solo. Ora invece ti basta incrociare lo sguardo perso
di Arthur per essere felice.
23.57
-
Questo è stato l'anno più difficile della mia vita, - ti sussurra.
E
tu lo sai, lo sai perché un anno fa Arthur doveva sposare Gwen, un
anno fa Arthur ti ha baciato allo scoccare della mezzanotte, un anno
fa ti ha fatto una promessa, un anno fa Arthur aveva addosso il
profumo di qualcun altro, e a te sembrava tutto così confuso e
difficile e hai pensato di fuggire per paura di finirne
schiacciato.
Lo
osservi, mentre fissa un punto indefinito oltre il balcone, oltre gli
alberi, oltre te e senti una morsa al petto, perché convivi ancora
con la paura che da un momento all'altro tutto questo finisca, che
Arthur si renda conto di aver commesso un errore madornale nel dar
via la sua vita perfetta per quel poco che tu hai da offrirgli.
23.59
Poggia
su di te il suo sguardo blu, solleva il bicchiere chiedendoti
tacitamente di brindare. Lo assecondi.
-
Però è stato anche l'anno più felice, - la sua espressione
si illumina mentre lo dice, - della mia vita, e voglio ringraziarti
per non essertene mai andato, - conclude sorridendo.
Dieci...
E
sai cosa vuole dire. Lo sai perché avete avuto tante notti
disperate, perché a volte il dolore è stato così forte che solo le
sue parole innamorate ed intensamente sofferte hanno potuto
alleviarlo.
Nove...
Solo
il fatto che ti abbia parlato a cuore aperto, mettendoti tra le mani
tanti anni di sofferenze, tutta la sua vita e tutto se stesso, perché
tu potessi custodirlo ed evitare che si rompesse come cristallo.
Otto...
Continua
il conto alla rovescia, ma è così lontano che, anche se lo
senti, non te ne importa, perché il vostro tempo scorre al di fuori
del tempo degli altri.
Sette...
Ha
appena il tempo di portarsi il calice alle labbra e bagnarsele di
spumante, prima che tu, ripetendo ancora una volta a rovescio le
scene di un anno fa, glielo tolga dalle mani per farlo volare insieme
al tuo giù sull'asfalto umido, in un tintinnare di vetri.
Sei...
-
Ti amo, - gli sussurri sulle labbra, e fai aderire le vostre bocche,
come tante volte avete fatto in questi mesi.
Cinque...
Lo
baci non perché è mezzanotte e sei un po' ubriaco, non perché la
gelosia ti ha reso cieco.
Quattro...
Lo
baci perché ormai ti appartiene, perché lui è Arthur
e tu sei Merlin, solo che adesso siete Arthur e Merlin
insieme e niente è mai stato così giusto e lasci che il mondo
intorno a voi scompaia per i secondi che vi separano dalla mezzanotte
o anche per sempre.
1
Gennaio 2012. Mezzanotte.
Lo
baci e l'ultimo bacio dell'anno vecchio si confonde col primo
dell'anno nuovo, mentre al di fuori di voi qualcuno ancora segue i
ritmi del mondo.
Vi
separate per riprendere fiato e poi vi baciate di nuovo. Perché
siete l'asino e l'idiota di sempre ed è una cosa che non cambierà
nessuna mezzanotte. E perché potete.
-
Ti amo anch'io, - ti sussurra Arthur con le labbra che si muovono
sull'angolo della tua bocca.
E
anche per questo.
Fin.
|